domenica 31 maggio 2009

Fantasmi (e semafori) a Roma

Credo che prima o poi Corrado Augias dovrà interessarsi ad uno dei più recenti e sconvolgenti casi di spiritismo a Roma: il Pedone Fantasma di Via Nizza.

E’ un fantasma che tormenta chi passa da Via Nizza attivando il semaforo pedonale installato a metà della strada. Pinf! Scatta il rosso.

Si fermano auto, taxi, motorini autobus, addirittura le biciclette… Ma niente. Non c’e’ nessuno. Nessuno attraversa la strada, nessuno sui marciapiedi, la strada è deserta… Tra autisti ci si guarda negli occhi, sconcertati… corre un brivido lungo la schiena… chi avrà spinto il fatidico bottone?

Solo a mezzanotte, con la luna piena, si può vedere –che dico intuire- una figura diafana, che appare dello stesso colore di una medusa molto trasparente, che con il suo dito aziona la chiamata pedonale.

Fermatevi e guardatelo… attraversa la strada silenziosamente, ringraziando gli automobilisti che si fermano, e scompare nel vicino Museo di Arte Contemporanea di Roma. La leggenda vuole che il fantasma scomparirà quando, in un lontano futuro, saranno finiti gli eterni lavori di ristrutturazione del MACRO, così potrà tornarvi a dimorare tranquillo…

E pensare che c’e’ chi pensa che, invece di un fantasma, si tratti solo un semaforo da riparare…

Si vede che il mondo moderno non sa che farsene del mistero!

sabato 30 maggio 2009

Riapre la pista del Tevere?


Dalla piena dello scorso inverno noi ciclisti romani stiamo attendendo con ansia la riapertura del tratto centrale della pista del Tevere.

I lavori di risistemazione dell’intera banchina sono stati affidati alla Protezione civile, se ho capito bene, e la banchina doveva essere aperta alla fruizione del pubblico a partire dal 1 giugno prossimo.

Sabato pomeriggio, lasciando la CM ai più giovani, ho invece fatto una passeggiata verso il centro. Arrivato all’imbocco della rampa che porta alla banchina, l’ho trovata priva di segnali di divieto di accesso, e quindi l’ho percorsa, pensando che fosse riaperta.

In effetti appare improbabile che i lavori di risistemazione continuino ancora di domenica.

Ho percorso tutta la pista fino a Porta Portese, e l’ho fondamentalmente trovata come me la ricordavo, a parte che vari barconi sono stati trascinati via.

Il fondo è sostanzialmente lo stesso e se intervento migliorativi sono stati fatti, certamente non li ho notati.

Ho notato invece, con un certo disappunto, varie aree dove il selciato è ancora sconvolto, in un tratto proprio sulla pista, in altri nelle immediate adiacenze.

Mi dispiace molto, perché la pista del Tevere rimane una delle principali attrattive ciclistiche di Roma, e il periodo di chiusura è stato veramente lungo.

Dopo tanto tempo mi sarei aspettato un po’ più di attenzione a questi particolari.
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venerdì 29 maggio 2009

Un incredibile ingorgo di biciclette

Ritiro tutto quanto ho detto fino ad adesso sulla bicicletta che risolve i problemi del traffico.

Oggi, tornando a casa dopo una dura giornata di lavoro, mi sono imbattuto in un gigantesco ingorgo di biciclette. Una cosa incredibile, statisticamente implausibile, la negazione stessa della statistica. Non quanti ciclisti che si sono tutti intruppati alla Stazione Ostiense, neanche si fossero dati appuntamento!

Insomma, oggi stavo in configurazione di cambio totale, che è quando mi vesto da ciclista e porto il vestito in ufficio infilato in una borsa, e mi cambio nella mia stanza, e viceversa al ritorno. Arrivato all’Ostiense, alla Piramide, vengo bloccato, anche io in bici, pensate, in un groppone di biciclette che avanzava sulla strada che faccio normalmente per tornare a casa.

La cosa aveva tutte le caratteristiche di un ingorgo di automobili. Tutti suonavano il campanello, cercando di passare, ma i primi andavano piano piano e impedivano a tutti gli altri di sorpassare. E tutti lì a scampanellare, ma nessuno ci riusciva.

In fondo erano addirittura capitati due su di un risciò, che invece dei campanelli avevano tamburi. Che esagerazione! E continuavano a picchiare sui tamburi per farsi dare strada. Forse avevano un ferito da portare al Pronto Soccorso…

Davanti c’erano due con una bandiera arcobaleno che pedalavano a ritmo. Infatti sulla bandiera c’era scritto “pace”, che in inglese significa proprio… Ritmo!

Che biciclette, poi. Biciclette infiorate, di forme strane, che non capisco come ci si possa andare in giro. Alcuni pedalavano sdraiati sulle bici orizzontali, che fino ad adesso avevo visto, e anche raramente, solo in Olanda. Se vai in giro con quelle prima o poi ti acciaccano. Come a compensarli alcuni avevano, invece, biciclette altissime che arrivavano al secondo piano dei palazzi. Altro che casco, avevano bisogno di un air bag per la testa! Di la’ sopra guardavano dentro le case, dicendo: “Bel soggiorno!” “Che armadio!” “Che televisore!”, “Mai vista una posizione del genere, alla vostra età, poi”; “Forse è ora di ridipingere il salotto…”.

Ad un certo punto una signora ha spalancato di colpo le persiane e ne ha abbattuto uno, come una sportellata da un’auto in sosta.

Nel gigantesco ingorgo ho riconosciuto pure un paio di lettori di questo blog,

L’unica cosa strana era che, a differenza degli ingorghi automobilistici, tutti sembravano divertiti e piacevolmente sorpresi della cosa. Abituati a stare immersi nel traffico, le biciclette diventavano il traffico e sembravano tutti soddisfatti.
Valli a capire… ma forse non sarebbe meglio tutti i giorni così?
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mercoledì 27 maggio 2009

Bike sharing in salsa romana

Partendo da uno scoop del Corriere della Sera, si è riacceso lo scambio di idee sul bikesharing romano.

Premettendo che del fatto non ho trovato traccia nei siti del Comune e dell’ATAC, il quotidiano riportava la notizia di un accordo tra Comune di Roma e ATAC per l’istituzione e la gestione del bike sharing romano. Secondo il giornale il nuovo accordo integrerebbe le iniziative di municipio (III municipio e Ostia) e quindi risponderebbe ad una delle principali obiezioni alle operazioni “locali”.

Per quanto riguarda le tariffe il servizio rinuncerebbe a chiedere una cauzione all’ingresso (30€ con CEMUSA) ma si finanzierebbe con una tariffa fissa ed in variabile di 50 centesimi ogni mezz’ora (1 euro l’ora).

Fermo lasciando il brivido che corre lungo la schiena al romano che sente che una cosa è gestita dall’ATAC, la tariffazione scelta sembrerebbe contraddire la filosofia di base del bike sharing di tipo europeo, ovvero la filosofia dell’uso breve gratuito. A Parigi la prima mezz’ora è gratis…

In effetti se prendiamo l’uso medio di due spostamenti al giorno (bus + bici, bici + bus) arriviamo a spendere non meno di un euro a giorno lavorativo. Di fatto si raddoppierebbe la spesa per l’abbonamento ATAC. Una cifra abbastanza consistente, almeno per studenti e bassi redditi. Ancora peggio se pensiamo ad un uso di varie tratte al giorno. Erano meglio i trenta euro (l’anno) di deposito. L’effetto di questa tariffazione potrebbe risultare in una riduzione netta dell’uso del bike sharing.

Non ci è dato di sapere se questa impostazione verrà mantenuta, ne’ le ragioni dell’adozione. Le malelingue dicono che in realtà l’ATAC intenda impiantare, più che un bike sharing alla parigina, un noleggione di bici volto al mercato dei turisti. Con il rischio che il servizio rimanga limitato alle aree più pregiate dal punto di vista turistico, escludendo le periferie.

Se fosse solo questo, le cose sarebbero facilmente conciliabili prevedendo abbonamenti mensili o annuali a prezzi contenuti, che potrebbero reintrodurre la mezz’ora gratis. Addirittura si potrebbe far coincidere l’abbonamento con il Metrebus annuale o mensile.

Rimane da verificare il problema dell’effettivo costo del servizio. E’ chiaro che la porzione di costo non compensata dai ricavi deve essere ripianata dal Comune. Si tratti di costi diretti, o di mancati introiti da concessione pubblicitaria il costo è reale.

E’ inutile confrontarci con le altre città europee. La situazione debitoria e patrimoniale è diversa, e una spesa pubblica più qualificata permette di indirizzare le risorse disponibili verso obiettivi di carattere strategico. La scomparsa dell’ICI sulla prima casa ha privato i comuni italiani di risorse vive, rendendo necessaria la riduzione dei servizi. Se occorre mettere a carico pubblico il bike sharing i soldi devono essere tolti a qualcun’altro

Quello che ci vorrebbe da parte del Comune, a questo punto, è un po’ di trasparenza, intendo di quella vera. Trasparenza sugli obiettivi da raggiungere, la pubblicazione dei costi CEMUSA e ATAC, il confronto, la qualità dei rispettivi servizi.

Non è chiedere molto, ma ciò consentirebbe di portare i cittadini ad essere informati sulle ragioni alla base delle scelte del Comune e consentire un dibattito responsabile ed informato.

Ne avremmo da guadagnare tutti.

martedì 26 maggio 2009

Le prostate ringraziano: buone notizie dal fondo stradale del secondo municipio

Finalmente è stato rifatto l’asfalto nella zona di Piazza Vescovio.

La Piazza e Via di Priscilla (ormai riservata solo a SUV e Mountain Bike) hanno avuto l’asfalto completamente rifatto, e anche la segnaletica orizzontale, vivida contro l’asfalto scuro.

Gli automobilisti sono raggianti e hanno ricominciato subito a parcheggiare sulle strisce pedonali bianco splendenti. Speriamo che i Vigili intervengano subito per preservare dal parcheggio selvaggio la novella segnaletica.

Per i ciclisti l’intervento è fondamentale per riprendere un modo umano di viaggiare. Essendo i più deboli in termini di potenza motrice, e avendo sospensioni approssimative, sono quelli che più si avvantaggiano della nuova pavimentazione. Le prostate dei ciclisti ringraziano.

Speriamo che da dopodomani qualche scriteriato non senta l’esigenza di scavare qualche nuova trincea… magari proprio a destra, dove passano le bici.

lunedì 25 maggio 2009

Quando il Sindaco rischia la pelle in bicicletta

Il sindaco di Londra, Boris Johnson, ha rischiato la pelle (con alcuni suoi assessori) nel corso di un sopralluogo, effettuato in bicicletta, per verificare la fattibilità di nuove piste ciclabili.

Stava percorrendo una strada (Narrow Street, Via Stretta…) quando un autocarro con il cassone, che arrivava ad una velocità non secondaria, ha agganciato un’auto e l’ha messa di traverso. La scena è stata ripresa da una videocamera di sicurezza, e quindi abbiamo tutta la testimonianza.

La notizia mi è arrivata dal Corriere della Sera, potete anche trovare il reportage inglese a questo indirizzo. Trovate anche un saggio commento del Marziano che, come una palla di neve in cima ad una montagna, rotolerà nella coscienza ecologica degli Inglesi…

Che il Sindaco di una grande città come Londra riesca a trovare il tempo per un sopralluogo è di per se’ motivo di stupore… (anche se mi pare che Galeazzo Ciano si stupisse di come gli Inglesi riuscissero a governare un impero uscendo alle 5 del pomeriggio dal Ministero e facendo i weekend in campagna, laddove lui doveva lavorare sempre fino a sera tarda) … lo stupore è maggiormente profondo se si considera che tale sopralluogo è stato fatto per la costruzione di una rete di piste ciclabili.

Il mancato incidente è un classico della mobilità dei camion… quando il camion fa un errore, travolge tutto sulla sua strada. Per fortuna in questo caso la malasorte è toccata ad una macchina parcheggiata senza danno alle persone.

Sarà stato un problema di alta velocità? Forse, come sapete io sono favorevole alla limitazione della velocità, anche in funzione della massa. Sta di fatto che non sappiamo quanti siano i ciclisti vittime degli agganci con i mezzi pesanti.

Per il nostro Sindaco un’indicazione da seguire: in tutta Europa fervono i piani per ridurre la circolazione dei mezzi a motore utilizzando anche le bici. Questi piani si basano sulla realizzazione di piste ciclabili.
Saranno tutti scemi a Londra, Parigi, Berlino, Amsterdam, Barcellona?

domenica 24 maggio 2009

In giro per Roma la sera

Sabato ho preso la bicicletta per farmi un’uscitina serale… Una birra a Trastevere.

Sono molti anni che con l’arrivo della bella stagione utilizzo la bici per godermi il centro. Ho la fortuna di abitare a meno di 8 chilometri da Trastevere, quindi sono un privilegiato. Soprattutto sono chilometri di strade ragionevolmente tranquille.

Con la riapertura (si spera ormai prossima) della pista del Tevere, posso raggiungere il centro utilizzando solo piste. Anche quello un bell’incentivo, specialmente quando occorre ritornare a casa. All’apertura della fiera mi piace particolarmente fermarmi a prendere qualcosa sulle rive del fiume.

Utilizzare la bici per le uscite serali mi da’ una bella sensazione di leggerezza. In effetti si viaggia leggeri. Pedalando o spingendo la bici puoi vedere tutta Roma con tranquillità e senza problemi di divieti o zone pedonali. Attraversi Villa Borghese, non hai problemi di parcheggio, entri nella ZTL e puoi lasciare la bici direttamente accanto al tavolino della pizzeria o del bar, e comunque hai la sensazione di aver fatto qualcosa di positivo per la salute, che bilancia la birra o il gelato.

Inoltre fai bene a Roma. Infatti girare la sera (cercando di non fare a coltellate!) rende allegra la città. Girare in bicicletta non danneggia l’ambiente e non aumenta il livello di rumore. Tutto benissimo, quindi. In effetti, uscito da Trastevere, ho trovato il lungotevere completamente intasato, peggio che di giorno, un vero campo di battaglia.

Stranamente il resto di Roma appariva quasi deserto.

Ah, dimenticavo: quest’anno c’e’ anche la metro… Ovvero, l’apertura della Linea A alle bici dopo le 21 sembra una cosa da poco, ma per le uscite serali (a patto di non fare le ore piccole) è una vera mano santa. Infatti si parte da casa alle 7 e si arriva al centro ancora con la luce per godersi l’imbrunire. Al ritorno, dopo mangiato, si può utilizzare la metro per accorciare notevolmente il tratto da percorrere fuori dal centro, magari risparmiandosi strade (o piste) che con il buio tendono a diventare meno sicure (veicoli o altro).

Una buona abitudine da diffondere. Coinvolgete gli amici.

giovedì 21 maggio 2009

Pista dell’EUR: buone notizie e vecchi problemi

Oggi, giornata meravigliosa, ho ripercorso la pista dell’EUR, incrociando un sacco di altri ciclisti, una vera festa delle due ruote.

Innanzitutto le buone notizie:

a) sono state riparate le buche in corrispondenza dei tombini, ringraziamo chi è stato;

b) di fronte alla Regione Lazio, l’accesso alla pista era sbarrato dalle auto, ma c’erano i Vigili nel gabbiotto che si sono scusati (!) e sono intervenuti.

Permangono alcuni problemi, non da poco conto:

c) l’attraversamento di Via Cilicia è ancora totalmente “abusivo”, nel senso che non vi è neanche una striscia per terra. Credo che il Comune farebbe bene a trovare anche una minima soluzione, in quanto è difficile giustificare la soluzione di continuità tra due pezzi della pista che non hanno altro sbocco;

d) molti attraversamenti stradali permangono “non ciclabili”, ovvero affidati alle strisce pedonali senza la specifica segnaletica per le bici. In particolare è molto pericoloso l’attraversamento di Via delle Mura Aureliane, dove le auto che svoltano a destra a fermarsi non ci pensano proprio.
Un saluto dal Marziano
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mercoledì 20 maggio 2009

Arriva l’estate: si suda più in metro che in bici

L’arrivo improvviso di una settimana estiva credo abbia proprio colto tutti di sorpresa. I casi della vita mi hanno portato ad utilizzare tutti i mezzi cittadini nel giro di tre giorni: auto, bus, metro e bici.

Considerando che non ho l’aria condizionata in auto (the last one) debbo dire che la bici batte tutti in quanto a confort. Questo è sicuramente dovuto alla ventilazione, che è stata sempre presente ed ha contribuito non poco a mitigare gli effetti della temperatura.

La metro (B) è invece micidiale… a meno che non si tengano aperti tutti i finestrini, cosa che non sempre i passeggeri vogliono fare.

A mio "modesto" parere è una settimana magnifica per la bici… Peraltro vedo tantissime persone in giro in bici, quindi penso di non essere l’unico ad apprezzare il mezzo.

martedì 19 maggio 2009

Donne elettriche: ci salveranno?

I miei giri mi hanno portato ad attraversare il centro in mattinata di lunedì.

Sarà stata la bella giornata, sarà stato l’effetto incentivi, ma ho trovato un pienone di biciclette in giro. A Piazza di Spagna, il Bike Sharing era per un terzo vuoto.

Ragazzi, qui si rischia di uscire dal ghetto delle minimanze (che sarebbe una minoranza veramente esigua…)

Detto questo, ho notato una certa aliquota di donne, signorine e signore, equipaggiate con bici elettrica, sfrecciare con nonchalance per le strade più centrali. L’abbigliamento non lasciava adito a dubbi: impegnate in attività produttive (ufficio) e non turiste.

Dalla diffusione della bici elettrica presso il gentil sesso abbiamo tutti da guadagnare. Potrebbero aprire una strada seguita da una discreta parte della popolazione maschile, portando la bici a costituire l’alternativa allo scooter, che nella sua esecuzione moderna trovo particolarmente inadatto alle signore (troppo pericoloso, traditore).

domenica 17 maggio 2009

Parcheggio selvaggio, fuori controllo

Scena 1: Sabato mattina, all’angolo tra Via Poggio Catino e Via Collalto Sabino, una signora che stava facendo la spesa aiutata ad un deambulatore non riusciva a salire sul marciapiedi perché gli scivoli erano tutti bloccati dalle auto in sosta irregolare.

Scena 2: Domenica pomeriggio, incrocio tra Via Monte delle Gioie e Via di Tor Fiorenza. Auto parcheggiate sulle strisce pedonali. A stento un passeggino passa tra le due macchine, il bambino allunga la mano sul paraurti e si fa male… La mamma lo rimprovera perché non deve toccare le auto.

Se io ne vedo tante, chissà quante ne succedono…

La situazione del parcheggio da noi è ormai fuori controllo. Specie nei giorni festivi, quando si sa’ che i vigili non passano e quindi si sa che non si prendono multe. Occorre in qualche modo intervenire a ristabilire l’ordine. Tra le altre cose faccio notare che abbiamo speso un patrimonio per mettere i marciapiedi a norma e dotarli di scivoli.

L’andazzo ormai dura da qualche mese: strisce pedonali, fermate di bus, incroci, cassonetti. Tutto è utilizzabile per lasciarci l’auto, l’anarchia più totale, con pochissimi interventi da parte dei Vigili. Peggio: si corre più pericolo a lasciare l’auto sulle strisce blu che su quelle bianche, perché gli ausiliari del traffico passano molto più spesso della polizia municipale.
E’ Calcutta? No è Roma

sabato 16 maggio 2009

Il sabato in bicicletta

Come già l’anno scorso, a primavera stabilizzata, adoro uscire il sabato in bicicletta. Sarà perché posso godermi Roma senza problemi di parcheggio, sarà perché vado dove voglio, ma trovo quest’abitudine veramente simpatica e divertente. Questo sabato, con quel bel venticello, è stato veramente una delizia.

Tanto divertente che sarebbe il caso di propagandarla. Un massiccio afflusso di ciclisti il sabato pomeriggio avrebbe un effetto benefico sulla circolazione cittadina e sulla qualità della città. Se poi la bicicletta sostituisse l’auto, sarebbe un regalo ancora più grande.

Sabato prossimo usciamo in bicicletta e convinciamo anche qualcun altro a farlo con noi. SI potrebbe anche darsi un appuntamento, così, tanto per vedere quanti siamo.

venerdì 15 maggio 2009

Zona 30 all’ora alla romana


Oggi, giorno di sciopero dei mezzi pubblici, ho preso il velocipede per andare in ufficio.

La strada mi porta per Via del Quirinale. Circa due anni fa in quella strada fu investita, mentre attraversava, nientepopodimeno che la moglie del Presidente della Repubblica, la signora Clio Napolitano.
Un femore rotto ed un bel pezzo a letto, se ben mi ricordo.

Il Comune intervenne per sistema il pericoloso rettifilo e introdusse il limite dei 30 all’ora, oltre a inserire in due punti strategici due rompitratta per l’attraversamento (credo si chiamino isole…).

Bene, stamattina, andando verso Via Nazionale, io con la bici stavo a 30, WOOSH! Le macchine mi superavano in un attimo, passandomi piuttosto vicino, perchè lo spazio disponibile si è oggettivamente ristretto.

Incazzato mi fermo a parlare col simpaticissimo vigile che sorveglia uno dei portoni che danno su Via del Quirinale, e che sorride beffardo ogni volta che mi vede passare in bici.

“Ma qui no c’e’ il limite dei 30?”


“Certo che c’e’”

IO andavo a trenta, e tutti mi superavano”
...sorriso sotto i baffi (certo che lo so’…)


“Ma non si può mettere una macchinetta?”


“L’abbiamo chiesto, ma non ce la fanno mettere”

Insomma, è il solito divieto per far contenti i divietisti, ovvero per evitare che i funzionari del Comune vengano incriminati in caso d’incidenti… Ma che la gente vada veramente a 30 all’ora, nessuno l’ha mai realmente pensato.

Lo sapevamo.

A voi studio

martedì 12 maggio 2009

Uno al giorno (io speriamo che me la cavo blues)

Per il post numero 47 del 2009 un argomento allegro: è tutto il giorno che amici mi mandano gli articoli usciti su vari quotidiani riguardo i morti in bicicletta. Ricordo i numeri anche senza guardarli, 352 nel 2007, uno al giorno… Domani speriamo di cavarcela.

Ho cominciato ad inviare messaggi di scongiuro, e allo scopo di allontanare ogni traccia di internet-sfiga mi sono andato a vedere un paio di allegre sodomizzazioni su Youporn…

Poi, dato che traffico sulle statistiche di sicurezza (anzi, di safety, visto che in Italiano non la distinguiamo dalla security), ho ruminato un pochino su quanto riportato dai giornali, che affermano che la bicicletta sia il mezzo più pericoloso del parco circolante.

I dati sono un po’ confusi, ma si parla di un indice di mortalità (2,18 bici, 1,96 moto, 1,06 ciclomotori, auto 0,78, camion, 0,67, e infine pullman 0,48). Francamente non ci trovo nulla di scandaloso. Grazie al cavolo. E’ chiaro che se si scontrano una bici e un’auto, un camion o un pullman, chi sta in bici si fa male, mentre l’altro no.

Da buon lettore di Freakenomics, ho parecchi di questi esempi (sull’aviazione ne potrei citare differenti), ma il più curioso lo trovai al tempo dell’introduzione del casco obbligatorio sulle moto. Grazie all’ordine dei giornalisti stavo in una mailing list di assicurazioni, e ricevetti un libello che vantava la novità, confrontando i dati di incidentosità italiani con quelli di altri Paesi dove il casco era obbligatorio.
Fermo restando che le statistiche includevano ciclomotori e motocicli (poi vedremo alcune riflessioni) appariva chiaramente che l’Italia aveva meno incidenti per moto e meno morti per incidente, con tutto che il casco non era obbligatorio, e disertato dai motociclisti.

Ci riflettei un pochino e osservai (girando in moto) che non solo l’integrale toglieva situational awareness, ovvero tendeva a ridurre l’angolo visuale e a separarti dai rumori (le due ruote si guidano anche con le orecchie), ma la velocità media aumentava di circa 20 km/h, aumentando l’esposizione al rischio…
Quindi avere il casco era meglio se picchiavi la testa contro il terreno, ma averlo ti esponeva molto di più all’incidente.

Detto questo, le statistiche sugli incidenti in bici sono pesanti per il numero assoluto di morti, ma manchiamo di altri dati che ci permettono di trarre conclusioni. Non sappiamo se gli incidenti sono avvenuti in città o sulle strade di campagna, a ciclisti normali o a corridori. Sappiamo solo che sono tanti.

Dal tasso di mortalità vediamo che la bici non ha sicurezza passiva (solo il caschetto) e questo lo sapevamo, e che quindi il ciclista è più esposto alle conseguenze dell’incidente dell’automobilista o del camionista. Mancano i dati per i carri armati e le autoblindo, ma non credo che invertirebbero il trend…

Quindi le strategie per evitare i morti in bicicletta sono centrate sull’evitare le collisioni e diminuirne le conseguenze: inevitabilmente realizzare piste ciclabili e rallentare gli altri mezzi. In alternativa si può proibire la circolazione in bicicletta.

Comunque del primo aspetto (le piste) si sta curando il nostro Sindaco.

Del secondo speriamo se ne occupi presto. In attesa del limitatore di velocità obbligatorio di serie, potremmo mettere i dossi e tutti quegli accorgimenti che in tutta Europa flemmatizzano il traffico e da noi sono tabù… (offesa automobilità).

Per divertirvi andate a vedere il sito della città di Copenhagen, dove hanno le loro statistiche, che dimostrano un calo costante degli incidenti in bicicletta all’esplodere delle distanze percorse, non solo in cifra relativa, ma anche in cifra assoluta. Insomma a fronte della triplicazione dell’uso della bici hanno avuto una diminuzione del numero dei morti e dei feriti gravi in incidenti.

Ah, dimenticavo: Copenhagen è stata classificata la città più vivibile d’Europa.

A voi studio

domenica 10 maggio 2009

A Str… Punto Esclamativo!

Domenica sono stato all’agriturismo in riva al Lago di Martignano per il varo della canoa…



Per fortuna l’incollaggio fatto venerdì scorso ha retto per tutta la giornata.

Bene: l’agriturismoin riva al lago ha un parcheggio molto carino, con una strada fatta a rettangolo, che permette di accedere ai vari stalli delle auto, con due entrate (uscite).

Arrivato prestissimo (tragico errore con l’orologio ancora sull’ora di Cipro), spalle alla prima uscita stagionale, acqua sul freddino glaciale, insomma alle due, ora di picco dell’afflusso, lascio il mio posto a signora con figli, contentissima.


Percorro la strada del parcheggio per scoprire che un altro cliente ha bellamente lasciato l’auto non in uno dei posti, ma proprio sull’ultimo pezzo di strada “tanto si può uscire dall’altro lato”.

Ma che cavolo di gente gira? Ma come ragiona?

Come nel film di Verdone avrei voluto incidergli sulla portiera "A Str…Punto esclamativo!"

sabato 9 maggio 2009

Una pista a Via Tiburtina.


Ieri passavo da Via Tiburtina con la macchina, per effettuare un collaudo, visto che la prendo poco poco, e mi chiedevo come poter far passare una pista in mezzo a tutti quei palazzi… Poi, improvvisamente, l’illuminazione.

Abbiamo due spartitraffico che sembra servano solo a fornire il terreno per piantare cartelli di dubbia utilità… ovvero (e questo è un problema) un paio di fermate di bus.

Su quegli spartitraffico si potrebbero creare due corsie ciclabili (ciascuna senso unico) di stile parigino.
Una pazzia? Non peggio che andare nel traffico, direi.

venerdì 8 maggio 2009

Richiesta di informazioni

Qualcuno ha notizie fresche sulla pista del Testaccio?

giovedì 7 maggio 2009

Corridoi della mobilità e loro cambiamenti, giustificati e no

Uno dei problemi italiani è la difficoltà che hanno politica e amministrazione a conciliarsi con la razionalità. I politici italiani, anche quelli di stampo amministrativo, fanno fortuna soprattutto se sanno parlare alla pancia della nazione. Sì, perché l’Italia sembra ragionare con la pancia e non con la testa.

Il mondo moderno è complesso e complicato. Irto di problemi sempre nuovi. Ragionare con la pancia ci condanna ad una perdita costante di efficienza.

Sì, perché le cose ci costano troppo, e perché non riusciamo ad ottenere gli stessi risultati dei paesi più avanzati. E il debito pubblico aumenta e le prestazioni dello Stato diminuiscono.

Infatti più il debito aumenta e meno soldi rimangono per i servizi, in quanto aumenta la percentuale di tasse che serve a ripagare gli interessi (ai tempi di Prodi parlavamo di 20 mld di euro l’anno… pari a circa 330 euro per anno a testa).

Purtroppo i politici che hanno parlato alla testa della gente sono stati cancellati dalla scena degli ultimi anni: ad esempio quei pazzi (Repubblicani a sinistra, Liberali a destra) che all’inizio degli anni 80, confrontando la dinamica demografica con le leggi sulle pensioni avvertivano che erano in arrivo guai seri. Sono vent'anni che combattiamo senza ottenere quasi nulla: ed in effetti noi Italiani (centro destra, centro sinistra) non stiamo riuscendo a cabiare le cattive abitudini.

Nel nostro piccolo, prendiamo il problema del corridoio della mobilità di Togliatti. Facciamo finta che la pista ciclabile non ci vada di mezzo, e che quindi non sia un fatto personale.

Il Sindaco, intervenendo dopo un incidente, fa finta che l’incidente sia colpa del corridoio (senza attendere una pur sommaria inchiesta), e venendo incontro alle richieste dei residenti e degli automobilisti che utilizzano la Togliatti… lo ha “cancellato” motu proprio.

Il corridoio era costato (due anni fa) circa 12 milioni di euro. Bene: la decisione è spostare il corridoio della mobilità al centro della strada, liberando le due corsie attualmente occupate.

Per carità, tutto bene, si potenzia trasporto pubblico e privato. Ma a ben vedere le modalità sono assurde: infatti, a sentire i giornali, il Comune non ha intenzione di realizzare prima il corridoio centrale e poi di smantellare quello esistente, ma prima di procedere immediatamente allo smantellamento di quello esistente e poi alla realizzazione di quello centrale.

La prima domanda che ci viene in mente: ma ci sono già i soldi in bilancio per quell’altro? Non è che si fa fuori il vecchio corridoio per poi accorgersi che l’altro costa troppo? E gli utenti del mezzo pubblico cosa faranno nel frattempo? Ma facciamo finta che ci siano i soldi in bilancio…

Ci domandiamo: esiste un cavolo di studio o di analisi che dica quante persone si spostano sul bus e quanti in auto nelle ore di punta? Magari si scopre che coloro che vanno sull’autobus sono tre volte quelli che grano con la macchina, o viceversa.

Insomma, il Sindaco potrebbe avere uno straccio di una giustificazione per dire se fa bene tenere o a smantellare il corridoio, e non semplicemente perché così gli gira?

Perché le alternative sono due:

a) il corridoio serve, ovvero attraverso il corridoio, nell’ora di punta, passano più persone di quelle che vanno in auto. Allora andrebbe anche bene investire per un nuovo corridoio, ma diventa una follia smantellarlo come prima azione;

b) il corridoio non serve, allora perché spendere ulteriori quattrini per rifarlo?

Signor Sindaco, siamo maleducati se chiediamo di vedere la giustificazione tecnica ed economica delle Sue decisioni? Lo capiremo mai che il trasporto pubblico di una grande città è un fatto tecnico economico prima che politico?

lunedì 4 maggio 2009

Itinerari quotidiani

Siamo parecchi
A dispetto di tutte le brutte notizie, mi pare di vedere un aumento di ciclisti.

Oggi ne ho visti veramente tanti, così come tante sono le biciclette che noto legate ai pali. Bici “vive”, senza segni di abbandono.

Continuiamo così, che andiamo forte.

Signor Sindaco, accorgiti di noi!


Due chiacchiere con un elettricista
Al semaforo due chiacchiere con un utente di bici elettrica. Itinerario quotidiano da Prati a Castro Pretorio. Usa l’elettrica per non sudare sulle salite, quando si sta in giacca e cravatta.

Mi è schizzato davanti a grande velocità.

Quando la diplomazia ingombra
A Piazza Istria, magicamente erano scomparse le auto abitualmente parcheggiate oltre il semaforo… tranne per un’auto CD, completa di autista, mollemente parcheggiata ad occupare la traiettoria degli autobus.
Per il Ministero degli Esteri, posso fornire la targa.

domenica 3 maggio 2009

Incidente sulla Togliatti: muore una ragazza, ma che c’entrano la preferenziale e la pista?

Sulla Palmiro Togliatti una ragazza di 12 anni vuole attraversare per raggiungere gli amici… non si accorge dell’autobus in arrivo sulla preferenziale, viene investita e muore.

Un fatto assolutamente tragico. La campana suona per tutti.

Oltre alla sua giovane vita rimangono spezzate quelle dei genitori. Rimane segnata quella dell’autista dell’autobus.

La morte “banale” di una giovane lascia l’amaro in bocca a tutti.

La dinamica, come riferita dai giornali, non sembra lasciare spazio a troppe incertezze. L’investimento non è avvenuto ad un semaforo o sulle strisce pedonali. Quindi l’autista non dovrebbe avere colpa, anche se c’e’ qualche sospetto che il mezzo andasse a velocità superiore ai 50 all’ora. Speriamo di no.

Che succede, però? Il giorno dopo si scatena la rabbia nei confronti della preferenziale, ritenuta responsabile della tragedia. Al solito Una tragedia annunciata Pur comprendendo il bisogno di sfogare il dolore e la rabbia, non si capisce perché… Da cittadino dico: basta con queste assurdità. Quando diventeremo un Paese serio? Non si capisce perché la corsia preferenziale sarebbe responsabile dell’incidente, mentre la normale corsia delle auto no…

Ciò mi ricorda un titolo su di un quotidiano romano di una quindicina di anni fa “TRAM ASSASSINO”. La storia era che un povero ragazzo aveva preso contromano con la vespa la corsia del tram del Flaminio, ed era morto nell’urto. Cosa c’entrasse il tram non si capiva, però tant’è. Non per citare ancora Amsterdam, ma lì i tram attraversano, senza protezioni. le aree pedonali. Rotaie e basta, immaginate da noi cosa succederebbe?

Purtroppo l’ondata di odio investe anche l’annessa ciclabile. Il sindaco avrebbe dichiarato di voler spostare la preferenziale al centro della strada (bene!) e di voler eliminare la ciclabile, che tanto non la usa nessuno…

Tutto nasce quando, se non sbaglio nel 2006, si decide di fare sulla Togliatti un corridoio della mobilità, ovvero corsie preferenziali che permettano agli autobus di percorrerla velocemente senza rimanere intasati nel traffico.

Il guaio è che invece di realizzare il corridoio nello spartitraffico centrale, come in prossimità di Cinecittà, per risparmiare tempo e denari si “corridoizza” una delle tre corsie della strada. Improvvisamente la strada si sclerotizza e i tempi di percorrenza delle auto private schizzano alle stelle.

Al centro viene fatta una pista ciclabile, della quale è stato scritto molto, e che, percorrendo una zona non eccessivamente abitata, non è di uso quotidiano, ma viene usata come pista da svago domenicale.

Ma perché i tempi di percorrenza schizzano alle stelle? La Togliatti l’ho percorsa poche volte, ma ho avvertito anche io un senso di costrizione. Ho cercato di razionalizzarlo e mi sono accorto che nessuno riesce a far passare ai romani il vizio della sosta in doppia fila, dell’attimo di fronte al bar, del cassonetto parking, del camion che consegna a tutte le ore, per cui alla fine non si hanno due corsie ma una e mezza e spesso una sola. Inoltre il traffico è tanto. Anche a dividerlo su tre corsi, il problema rimarrebbe sostanzialmente invariato.

Gli automobilisti sono imbufaliti, e invece di dare una buona parte della colpa alla sosta irregolare, a quelli che dormono invece di girare rapidamente a destra, o a quelli che usano la macchina da soli, dicono che è tutta colpa della pista ciclabile che avrebbe impedito la realizzazione del corridoio al centro.

Tutto ciò avviene senza che nessuna dica che la realizzazione delle due corsie ex-novo sarebbe costata parecchio. Personalmente avrei preferito quella soluzione. Anzi, ancora meglio, un bel tram dal Quarticciolo a Cinecittà. Rapido, veloce, economico, non inquinante. Comodo e costoso, in termini di investimenti, purtroppo.

In aggiunta noto due cose:

a) nessun giornalista ha chiesto un briciolo di parere a quelli che prendono l’autobus, se sono soddisfatti del corridoio pedonale. Magari lo sono, ma a chi importa, gli utenti del mezzo pubblico sono dei poveri disgraziati, altrimenti prenderebbero l’auto;

b) nessun giornalista ha chiesto all’ATAC dati di traffico, ovvero ovvero come la creazione della corsia abbia migliorato la velocità del mezzo pubblico e quindi diminuito i costi. Una delle maledizioni dell’Italia è l’estrema personalizzazione delle vicende fatta dai giornalisti. Ora è noto che i reporter usano lo scooter, quindi è pieno di articoli sulle due ruote e sulle le loro pene, ma pochissimi sui mezzi pubblici. Per favore, per amore della correttezza professionale ed intellettuale.

La realizzazione del corridoio al centro dello spartitraffico, avrebbe una vittima. Secondo quanto riportato dai giornali il Sindaco avrebbe dichiarato:

«fare un progetto fatto bene, con le corsie preferenziali al centro della strada, tanto questa pista ciclabile non la usa assolutamente nessuno».

Signor Sindaco, non c’e’ bisogno di uccidere la pista… basta integrarla al centro della strada (mi pare che ci sia spazio) oppure spostarla sui marciapiede della Togliatti, lunghi e deserti, e magari portarla fino a Cinecittà, già che ci siamo, fino al Parco degli Acquedotti.

Io vivo da un’altra parte della città, ma qualche lettore potrebbe dire se questa pista la usa, e magari dirlo al signor Sindaco?

venerdì 1 maggio 2009

Primo maggio: voglia di evasione in bici

Il primo maggio per me è un festa double-face. Da una parte la primavera è al suo massimo, ancora non ha cominciato a trasformarsi in estate, prati e boschi sono profumati, il verde è chiaro e intenso…

Dall’altra è una festa nella quale stare a Roma è fortemente consigliato: comincia il periodo nel quale tutti si affollano fuori Roma e quindi per godersi la campagna, il mare o il lago, bisogna cominciare a fare i salti mortali.

Per carità, i miei orari sono tranquillissimi. Dato che mi sveglio presto, in genere non ho problemi… Comunque oggi sono rimasto a Roma e mi sono goduto la selva di Villa Ada e Monte Antenne. Poche persone (la mattina, poi non so) e il profumo delle piante che stava ben al di sopra di quello delle deiezioni canine (questo non succede sempre, ahime’).

In giornate come queste, ovvero con la guerra sulle strade, sento molto la mancanza di piste che portino fuori Roma, così da fare una tranquilla gita ciclistica lontano dalle quattro ruote. So che esiste l’alternativa del treno, ma non mi piace stare appresso agli orari.

Adesso come adesso vedo la possibilità di tre itinerari.

Il primo è quasi pronto, ed è l’Appia Antica. Il tracciato arriva a Santa Maria delle Mole, e poi si arrampica sulla salita delle frattocchie. Basterebbe rendere facilmente fruibile quest’ultima parte e prolungarla fino al Lago di Castel Gandolfo, per trovarsi nel Parco dei Castelli. Una bella scampagnata, sia per la parte archeologica che per quella paesaggistica.

Il secondo itinerario è quello di Ostia o Fiumicino. Arrivare la mare lungo la sponda del Tevere sarebbe una gran bella gita altrettanto. Certo, occorrerebbe prolungarla fino (in qualche modo) a Capocotta, ma già la Pineta sarebbe a portata di mano.

Il terzo itinerario è quello della riserva di Decima Malafede. Collegando la riserva con l’EUR, avremmo un’altra magnifica gita. Avevo capito che l’Ente Eur (adesso EUR SpA?), aveva varato un piano di piste che, tra le altre cose, avrebbe appunto collegato la riserva.

Altri itinerari? Credo che la pista di Castel Giubileo possa essere messa in contatto con il Parco di Veio, ma non conosco i dettagli. Così come a Nord di Roma sarebbe bellissimo una strada sterrata che collegasse i laghi di Bracciano, Vico, Trevignano e Bolsena, Anche un modo per vivficare l’agriturismo. Percorsi che possono essere utilizzati anche dagli appassionati di equitazione.

Avere una rete di percorsi pedonali, ciclabili e per cavalli, può sembrare un lusso bizzarro, ma secondo me è un elemento che ci fa conoscere intimamente la regione dove abitiamo. Inoltre ci fa ritrovare una dimensione perduta del viaggio: quello di assaporare territorio e paesaggio.

Tutti conosciamo la differenza tra viaggiare in auto e viaggiare in moto: in auto si sta comunque separati dal paesaggio, mentre in moto è tutt’altra cosa. Viaggiare a piedi o in bicicletta è ancora più interessante. Pensate solo a ripristinare l’Appia antica fino a Brindisi che magnifica avventura sarebbe percorrerla tutta…