lunedì 31 maggio 2010

Prosegue l’asfaltatura della pista del Tevere…

Domenica pomeriggio sono andato alla pista del Tevere, e ho avuto la gradita sorpresa di trovare l’asfaltatura in fase molto avanzata. Infatti rimane da completare meno di un terzo del lavoro, più o meno intorno a Caste S. Angelo.


Inutile dire la bellezza di godersi il Tevere da una superficie liscia. L’unico problema è che la pista è stata fatta proprio a ridosso dei muraglioni, la quale cosa non mi rende 100% tranquillo.


Meglio andare sempre con il casco montato!



P.S.: Chi la fa l’aspetti… A Valle Giulia sembrava la critical mass del pedone sulla pista ciclabile!
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domenica 30 maggio 2010

Ore 19: bicingorgo sulla tangenziale

Mai prendere la tangenziale nelle ore di punta se non vuoi trovarti nell’ingorgo… una regola che vale anche per le biciclette, come potete vedere.

Insomma, alle 19 ci siamo trovati bloccati sulla tangenziale, almeno 5 mila ciclisti. Segno che non è vero che la bicicletta libera dal traffico, quando tutti quanti la prendono.

Però che silenzio e che aria, anche sulla tangenziale, una volta che non passano le auto.

Grande partecipazione alla Critical Mass di sabato. La massa era talmente critica che ci siamo fatti un autoingorgo. Anzi un bicingorgo. Un serpentone fatto di almeno 5 o 6 mila persone (a mio giudizio), che attraversato la città. Tutto nel segno della consueta manifestazione, di uovo solo la grande affluenza.

Sarebbe bello se tutti i ciclisti presenti alla manifestazione usassero la bicicletta anche negli altri giorni.

Oddio, molti, come me, lo fanno, ma la sensazione che molti l'avessero infrocata solo per la manifestazione.

Peraltro ho il senso civico di cittadino piuttosto a soqquadro. Rispetto al foglietto con le “regole del giuoco” che ci è stato distribuito, di sicuramente sbagliato c’e’ stata l’invasione delle corsie preferenziali, che ha bloccato i mezzi pubblici al nostro passaggio.

Inoltre il corteo è passato da Viale Regina Margherita rendendo difficoltoso il raggiungimento del Pronto Soccorso.

Inoltre bloccare volontariamente gli automobilisti (anche se per poco) è una cosa che non mi riesce ad andare giù. (E comunque stavolta, vista la grande quantità di partecipanti, non è stato affatto poco).

Quanti di loro hanno appuntamenti, debbono prendere i figli, oppure fanno visita a qualcuno per poco tempo, mangiato da quell’attesa? E in effetti mi è stato raccontato di qualche episodio di protesta “fattiva” da parte di isolati automobilisti. Per il resto moltissimi a salutare, e molti scesi dalle auto a veder sfilare le migliaia di persone.

Il corteo è stato protetto dalla Polizia per tutto il tragitto. Molto spesso gli agenti bloccavano gli incroci al passaggio, e li ho visti sempre piuttosto allegri, visto che il gruppo era amichevole e ubbidiente.

Comunque sia Critical Mass sta espandendosi e assomiglia sempre di più ad una grande festa cittadina. Sono convinto che nei prossimi anni la partecipazione continuerà a crescere, fino a diventare uno dei classici appuntamenti romani.
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venerdì 28 maggio 2010

Marco, mi trovi facilmente… sono quello con la bici!



Venerdì 28, al Colosseo, Critcal Mass Intergalattica. Sotto il Colosseo, all’adunanza, telefono a Marco Pierfranceschi. Gli faccio: “Guarda, mi trovi facilmente.. sono quello con la bici!”

Scherzi a parte, la passeggiata di Critical Mass di venerdì sera è stata un amore (l’ho interrotta alle 20 circa… firmare il referendum per l’acqua al banchetto dove mio figlio distribuiva volantini).

Era partita un pochino in forse per il tempo, viste le piogge ormai quotidiane. Mi sono quindi corazzato con una maglia di quelle di decathlon sotto la camicia, sul portapacchi il mitico poncho, e quindi via al Colosseo, dove nel frattempo è spuntato un magnifico sole.

Appuntamento alle 6 e mezza, dopo un’ora ci siamo mossi. Temperatura perfetta e aria profumata, la quantità di biciclette ha arrestato il traffico.

Io mi sono portato in testa… E un tipo su di una bicicletta alta ha detto: “Calma ragazzi, andiamo piano, siamo la testa”. E io “Un, momento, siamo testa di cosa?”. Era così compreso nella sua parte che ha risposto (mentre tutti gli altri ridevano). “Siamo la testa della ciemmona”.

Il resto del corteo faceva da argine e quindi a poco a poco di fronte a noi si è paratoil Lungotevere completamente deserto, dai tempi dell’austerity non vedevo nulla di simile. Che meraviglia e che silenzio, specialmente quando tacevano i tamburi del nostro Carroccio.

L’intera attività è stata grandemente facilitata da uno schieramento impressionante di Vigili Urbani, che hanno bloccato gli incroci al nostro passaggio. Segno che ormai la Ciemmona è diventata una manifestazione romana di tipo ufficiale, appoggiata dal Comune.

Devo dire che i Vigili erano piuttosto allegri, e anche tra gli automobilisti ho visto più divertimento che arrabbiatura.

A domani!
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sabato 22 maggio 2010

Spesa da Decathlon

Oggi pomeriggio ho compilato la lista delle cose che mi servivano, ho preso la bici e sono andato da Decathlon Porte di Roma. Chiaramente la lista è rimasta sullo scrittoio.

Arrivato sulla piazzetta mi sono goduto una Coca Cola Zero offerta da Coca Cola e mi sono tuffato tra gli scaffali (buona, ma con il solito difetto... la sete torna dopo poco).

Di ciclistico ho acquistato portapacchi a sbalzo, occhiali chiari da sera e poncho leggero. Di sportivo in generale ho comprato un K-WAY da gita normale, una maglietta sintetica per attività miste ed infine, (dietro consiglio di Carmine) una felpa pile (8 €) per le gite in bici. Una cosa così sintetica che ti viene l’orticaria al solo guardarla, ma veramente leggerissima!

Comunque metà del tempo l’ho passato nel reparto canoe. Comincio a sentire il richiamo dell’acqua (quella da sotto, non da sopra!)

Uscito, come previsto dalle previsioni, pioveva, e quindi ho avuto subito il piacere di collaudare l’intero pacchetto, per prima cosa il poncho.

Se vi ricordate, avevo perduto quello bello (che adesso costa 25€) e quindi andavo in giro con quello da scout, fatto di un tessutino così leggero che resiste, oltre che alla pioggia, anche al 9 mm parabellum.

Invece questo poncho leggero è molto leggero.

Il suo mestiere lo fa, e anzi, ha pre le braccia e quindi non sarebbe proprio un poncho. Il problema è che non copre completamente le gambe, laddove l’altro lo appoggiavi al manubrio, e tutto quello che c’era sotto era al sicuro.

Tornando, ho percorso i bei marciapiedi di Via Bragaglia: sembrano piste ciclabili, a riprova che si possono facilmente contentare pedoni e ciclisti (e anche automobilisti che non hanno ciclisti sulla carreggiata).
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domenica 16 maggio 2010

La stazione senza strada

Sabato sono andato con mamma e sorella ad una cerimonia ad Orbetello. Loro venivano da Nettuno, e quindi vi era la necessità di trovare un luogo dove trarsi e proseguire il viaggio nella stessa auto.

Vincolo: non potevo prendere l’auto, in quanto serviva al figlio, quindi occorreva uno scambio multimodale mezzo pubblico/auto.

Dopo ricerca su Internet, la scelta è caduta sulla stazione Fiera di Roma della linea FR 1. Infatti si trovava proprio sulla strada (autostrada Roma- FCO) e l’FR 1 passa sufficientemente vicino a casa mia.

Stabiliamo l’orario, e l’incontro avviene all’orario stabilito. Unico neo, che l’uscita dell’autostrada per arrivare alla stazione, abbondantemente segnalata, finisce in un viottolo fangoso e pozzangheroso (tipiche pozzanghere “olivedolci”) e mia sorella mi telefona: “Con l’auto non vado avanti. Raggiungici tu”.

E io: “E vuoi che io ci affoghi dentro?”. Sia come sia salgo in macchina e subito mi viene ceduta la guida. Brutto segno, c’era la fregatura… in effetti la fregatura la scopro quasi subito… L’uscita dell’autostrada che porta alla stazione è ancora priva di rientro! Ovvero, non hanno ancora finito di costruire la rampa di ri-accesso all’autostrada… E non c’e’ un c**** di cartello che indichi come si faccia a risalirci su quella benedetta (maledetta quando c’e’ traffico) autostrada.

Bene, sprovvisti di navigatore, cerchiamo un villico che ci indichi la via della salvezza, che non appare esattamente ovvia. La ricerca è resa difficile dal sabato mattina altamente piovoso, che tiene i villici a letto. Alla fine entriamo in un bar. Il verdetto è senza appello. Raggiungere la Portuense, ritornare al Raccordo e fare un altro giro.

Prontamente eseguiamo… e proseguiamo il viaggio.

Al ritorno, la sera, guido la sorella verso il lato sud della Stazione, ovviamente non segnalato, ma io l’avevo visto su google maps. Attraversiamo un labirinto di parcheggi, guidati dalla mappa che avevo in testa, e sbuchiamo proprio davanti alla stazione. Stavolta tutto OK, ma un c**** di cartello, un’indicazione, una guida verso una infrastruttura così importante, ce la volete mettere?

Risposta: “E che pensi di stare alla Fiera di Milano?”. E lo credo che poi vincono lo scudetto!

giovedì 13 maggio 2010

Poca bicicletta, molto lavoro

Il mio Bike to Work day è stato caratterizzato da oca bicicletta e molto lavoro.


Infatti la location per il mio show era l’inizio della Salaria, ad una distanza da casa non superiore ai 2 km, anche se comprensiva della discesa (salita al ritorno) di Villa Ada. Non ho quindi potuto unirmi ai gruppi che percorrevano in lungo e in largo la città.



Comunque meglio delle stime precedenti che mi avrebbero visto in ritorno con l’aereo, e quindi un fly-to-work, assolutamente non in carattere.




L’unico ciclista che ho visto nel mio quadrante era uno stradista in allenamento, vestito proprio da ciclista in allenamento.



Però, come risulta dalle foto, ho potuto constatare l’occupazione delle piste da parte degli automobilisti e il marciapiede della mia strada –novità assoluta visti i posti moto, dagli scooteroni.


L’iniziativa non è male, forse sarebbe il di ripeterla una volta al mese.

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martedì 11 maggio 2010

Quelli che posteggiano la macchina in seconda fila e vogliono anche aprire la portiera.

Prendi chi posteggia in seconda fila: che glie ne importa se ostacola la circolazione, fa perdere tempo e denari a chi si sposta, penalizza l’ATAC e costringe noi ciclisti a reimmetterci nei flussi di traffico (operazione che non è mai a rischio zero)?

Spesso non contenti di occupare una seconda corsia, queste persone intendono anche aprire la portiera della macchina, e occupano anche una terza corsia. E scendono e salgono, come se fosse permesso dedicarsi a cotali amenità una volta che hai già occupato molto dello spazio altrui.

La cosa più bella è che dalla bicicletta, hai tutto il tempo di vederli, e loro pure. E quindi, mentre tut procedi allegramente, e già devi allargati per superarli, magari si affiancano alla portiera (semaforo verde) e la aprono, così non solo non riesci più a superarli, ma bloccano tutta la circolazione.

Dopodichè saltano in macchina chiudono lo sportello, e ripartono proprio mentre li stai finalmente superando… E certo, perché devono prendere l’ultimo barlume di giallo…

Sono gli altri, quelli che hanno dovuto aspettare, che invece si beccano il rosso.

mercoledì 5 maggio 2010

Un libro pieno di bei sogni… speriamo si avverino (prime impressioni dal piano del Comune)

Scaricatolo dal blog Roma Pedala, ho letto, perlopiù in metropolitana, il Piano Quadro della Ciclabilità del Comune, e ne sono rimasto impressionato in maniera estremamente favorevole, anzi, direi entusiastica.

La prima impressione che ne ho avuto è stata di un documento che riprendeva, in buona parte, tante cose che mi ero sempre detto. Da questo punto di vista non so se essere contento, in quanto io sono un modestissimo ciclista, senza esperienze di progettazione e organizzazione del traffico. Mi pare però che il piano contenga tutto quello che un ciclista “tradizionale” può desiderare in una città come Roma.

Cosa c’è nel piano? Bene, innanzitutto moltissime piste ciclabili, i corridoi verdi, il bike sharing. I programmi sono abbastanza ampi: oltre 1200 km di piste, 150 km di corridoi verdi, stazioni di bike sharing, parcheggi per bici.

La rete ciclabile viene divisa in principale e locale.

Ovviamente la principale è quella che interessa i grandi assi di spostamento, e vi è l’elenco delle piste locali. 361 km di piste di rete principale, dei quali 70 esistente, 50 finanziata e il resto da finanziare.

La rete ciclabile locale ha invece circa 40 km di piste già realizzate, 17 già finanziate, e circa 550 pianificate (libro dei sogni).

Accanto a queste abbiamo quasi 150 km di corridoi verdi, che dovrebbero garantire il collegamento tra Roma e la campagna… sembra di leggere i vecchi post di Roma Ciclista!

C’e’ attenzione alle scuole, con la realizzazione di rastrelliere negli edifici scolastici.

Alcuni dati colpiscono: a Roma solo lo 0,4% dei movimenti è fatto in bicicletta, contro il 5% di Milano. L’obiettivo del Comune è di raggiungere un 4% di movimenti in bicicletta (ovvero 10 volte gli attuali), ma lo strumento utilizzato per il calcolo darebbe un ben più consistente 14% degli spostamenti, pari a più di trenta volte i ciclisti in circolazione… come a dire vi beccate altri 29 Marziani!

L’attuazione del piano dovrebbe essere in due fasi: medio breve periodo (2011-2013) e lungo periodo 2014-2016).

Costi.. Rilevanti ma non assurdi per una città come Roma. Circa 20 M€ per lo scenario di breve periodo e 13,5 M€ per il lungo periodo, per un totale di 23,5 M€ per 4 anni. Piste e bike sharing compreso.

Ragazzi, da non professionista mi pare un sogno. Peccato che la qualità delle tavole non mi abbia permesso di esaminare nel dettaglio i percorsi, ma i nomi sono evocativi e mi tornano tutti.

Criticità: io ho un’idea un po’ differente del bike-sharing, e il risciò elettrico mi sembra sempre molto strano, ma evidentemente ci sono giustificazioni anche per questo. Importante il voler includere un’azione specifica verso le scuole e gli studenti, che sono i veri ciclisti del futuro.

Speriamo solo che la cosa si attui!

Per quanto riguarda le critiche ho letto in un articolo quelle di Rotafixa. Francamente non le condivido in quanto critiche. E’ chiaro che occorre anche “educare” gli automobilisti al maggior rispetto del ciclista stradale, ma ciò non toglie che le piste sono un grande strumento per avviare alla bicicletta tante persone, e soprattutto i giovani. Quindi benvenute!

L’importante è che siano realizzate correttamente, e se ci spendiamo sopra un bel po’ di soldini facciamo bene: diventare appetitosi per l’industria non può che far bene al mondo dei ciclisti, anche perché l’auto va sostituita con qualcosa.

In definitiva: i miei complimenti al Sindaco. Ma mi raccomando: purchè si faccia!

PS.: interessantissima la raccolta di normativa. Molto istruttiva.

sabato 1 maggio 2010

Due cavalli e un somaro da Cesano ad Oriolo

Cicloappuntamenti colpisce ancora .

Orfani del gruppone, e soprattutto delle ciclogirls (che saranno ormai nella tana dei briganti), abbiamo costituito un piccolo gruppetto di 3 ciclisti, due cavalli (Maurilio e Fabrizio) e il sottoscritto nella veste di somaro (nel senso di meno veloce, ma anche della differenza tra biciclette), per andare dalla stazione di Cesano fino ad Oriolo, passando per Martignano e la stupenda Calandrina (alla quale mi riferisco sempre come “ciclovia dei boschi”). (vedi foto)

Per quanto mi riguarda con questa ga ho completato la ricognizione della zona di Cesano, avendo raggiunto il lago Martignano sia dalla Valle Baccano che dalla stazione di Cesano.

In aggiunta ho percorso il preziosissimo collegamento da Martignano a Oriolo, costeggiando il bordo del cratere alle spalle di Montecchio (o del cimitero di Trevignano), e raccordandolo con l’itinerario che facevo sempre salendo dal sentiero Spallettoni.

Anche la variante fino a Rocca Romana è stata interessante per me che tagliavo sempre verso la Calandrina… da lì fino ad Oriolo, tutto terreno conosciuto, ma sempre molto molto bello.

La giornata è stata ideale: assolata ma fresca, non mi ha fatto desiderare le rive del lago, che sospettavo ancora un pochino freddine.

Il primo episodio buffo la mattina. Ho preso la metro B, ed era niente male affollata, per essere sabato. Bene, a Termini è salito a bordo un intero torpedone di turisti, per cui mi sono trovato con la bici in una situazione tipo lunedì mattina ore 0815. Per fortuna che erano stranieri e non ce l’avevano con la bici.

Ero invece molto più preoccupato per un cicisbeo tutto vestito di bianco che stava proprio all’altezza del pignone appena ingrassato per l’uscita. Ero pronto alla litigata e a rifondere l'eventuale danno, ma lui era uno di quelli che sanno il fatto loro: infatti dopo 15 minuti a contatto con gli ingranaggi ne è uscito totalmente immacolato!

Il treno sembrava un parcheggio di Amsterdam, in quanto tutte le associazioni avevano fatto le loro gite, e tutte avevano deciso di prendere il treno per Cesano.

Durante la pedalata sono riuscito a sopravvivere coi due cavalli perché Fabrizio ha un dolore al ginocchio (reumatismo dovuto al bagno freddo nelle pozze della Mola di Oriolo di due anni prima, abbiamo accertato) e quindi è andato a circa metà della sua normale andatura.

Approfittando dell’assenza delle ciclogirls abbiamo potuto dedicare un po’ di fiato ai pettegolezzi maschili sulla loro "carrozzeria" e alla necessità di aprire un ulteriore filone di gite, sempre di tipo hard. Alla fine, picnic nel bosco e grande e buon gelato ad Oriolo.

Quindi ritorno (io in treno anche da Cesano a Roma).

Suspense finale: poco prima della stazione di Trastevere il controllore mi ha chiesto il biglietto: “Ecco, questo è per me e questo per la mia bici” e ho prodotto anche il supplemento bici… giuro stava per svenire, secondo me era la prima volta che ne vedeva uno.

Ah, per quanto mi riguarda la gita ha avuto anche un effetto curativo: grazie al “collo” che ho indossato sugli indumenti leggieri, mi è sparito il torcicollo che mi affliggeva da tre giorni, facendomi muovere come un droide di guerre stellari, e mi aveva seriamente fatto pensare a rinunciare alla gita.