giovedì 29 novembre 2012

La ciclabilità secondo M5S


Dopo le “disavventure" di bicicsnob, ci provo pure io a dare un giudizio sulla parte dedicata alla mobilità ciclabile del programma trasporti dell’M5S romano.

Preciso che a differenza di quello che traspare dal blog della biondina capricciosa garibaldina trullallà  non ho attachment  politici, anzi quando sento il termine libretto rosso mi viene la sindrome di Patton e il desiderio di allertare i missili balistici.

Per evitare inconcretezze ho preparato -come di mio consueto- una magrissima tabella che riprende passo passo ogni punto del programma M5S pubblicato sul sito. Con un giudizio che ho cercato di tenere il più oggettivo possiblie, ovviamente nei limiti della mia scarsa competenza urbanistico ciclista.

Dopo un esame veloce ma minuzioso, ritengo che il programma non sia  peggio di tanti piani, ma a parte il bike sharing, l’unica cosa veramente concreta e “innovativa”, se preso alla lettera ci riporterebbe indietro di almeno un decennio,

Terribilmente trascurate le piste ciclabili.

Non solo la voce è generica, come a dare un contentino al “popolo della bici”,  ma soprattutto manca qualsiasi accenno al piano quadro della ciclabilità, che pure è costato tante lacrime (di rabbia) ai ciclisti romani.

Sarebbe bello nominarlo, magari  applicarlo (cioè finanziarlo) oppure riscriverlo, ma non si può semplicemente ignorarlo. E’ da ignoranti (= ovvero coloro che non sanno).

Giudizio finale
Un piano con qualche buona idea, ma assolutamente banale, che sembra scritto da qualcuno che in bicicletta va poco e non calca la scena dei ciclisti romani.

In questi anni a Roma  di idee buone e ottime ne sono uscite tante. Non hanno il copyright, perchè non leggerle e approfittarne?


Giudizio generale
Forse il ciclismo urbano è una cosa molto specialistica, ma un po’ di professionalità comunque serve. Anche le altre parti del programma trasporti (faccio una tabella anche per quello?) hanno questo micidiale livello di dilettantismo?  Dilettantismo che peraltro non è un crimine, una volta che uno l’abbia capito e corra ai ripari.

Senza cattiveria, solo per farlo notare...


Voce del programma ImpressioniFattibilitàProgramm...
Azioni Correttive
Possibilità di portare la bicicletta sui mezzi pubblici ideando nodi di scambio con le fermate degli stessiComprensibile la prima parte, molto meno la seconda (nodi di scambio). Rimane non risposto il problema di come portare le bici nell’affollamento dei mezzi pubblici romani.
Buona la prima,
Irrealizzabile la seconda. Sembra più il prodotto di buone intenzioni ma idee confuse
Migliorare e precisare
Adeguato sistema viabile integrato, corsie preferenziali sulle principali strade consolari (sul modello delle “Cycle Superhighway” londinesi)Mi sembra ottimo, anche se non conosco le piste londinesi. Le corsie ciclabili sono un’ottima cosa, ma la sosta in seconda fila?Irrealizzabile se non si proteggono con la spada le corsiePrecisare la difesa delle corsie
Attuazione della L.R. 16 Febbraio 1990, n. 13. Zone riservate ai semafori con precedenza per i ciclisti; Bellissimo e sottoscrivibileIrrealizzabile se non si proteggono con la spada le zone riservate. E servono anche quattrini per le semplici striscePrecisare la difesa delle zone
Parcheggi appositi (anche condominiali).Lodevole. M5S intende sposare qualche proposta già presente sul mercato? Molti ciclisti si battono per questo, ma le bici le fregano senza pietà anche nei cortili condominialiFattibile, ma inutile se non si dichiara guerra ai ladri di bicicletteModificare altra parte del programma per dichiare guerra ai ladri di biciclette anche se poveri diavoli
Bike sharing capillare su tutto il territorio comunale con biciclette (anche elettriche), integrato con le fermate del trasporto pubblico.EccellenteFattibile, se si trovano i soldiMagari precisare dove si troveranno i quattrini
Ridare impulso all'attività dell'Ufficio Biciclette, definendone responsabilità, competenze ed obiettivi tangibili.Eccellente, ma è una storia che si è sempre sentita. Avrà un suo budget?Fattibile, Occorre specificare la collocazione “politica” dell’ufficio, per essere sicuri che abbia potere e risorse
Promozione della cultura della bicicletta.EccellenteTroppo vago, che vorrà dire?Mah...
Più piste ciclabili anche attraverso una razionalizzazione del sistema dei parcheggiFinalmente, credevo non arrivasse più! Ma la razionalizzazione dei parcheggi cosa c’entra?Abbiamo un piano quadro della ciclabilità... che ne facciamo?Rimettere in gioco il piano quadro della ciclabilità.

mercoledì 28 novembre 2012

3 euri risparmiati sfidando la pioggia

Malgrado tutte le previsioni negative, mi sono infilato mantella e pantaloni impermeabili è ho affrontato il diluvio.

A parte il tempo perso per equipaggiarmi, tutto è filato liscio come l'olio. L'acqua l'ho presa, ma senza bagnarmi, grazie all'ormai collaudata tenuta,

Quindi ho evitato la metro, che mi pare qualche problema abbia comunque avuto...

Perciò, non facciamoci intimorire dalla pioggia. E' più una questione psicologica che reale.

martedì 27 novembre 2012

Tram contromano!!!!

Tra le incredibili avventure cicliste che mi sono capitate, c'e' anche quella del tram contromano.

Avete capito bene, tram contromano...

Dove?

Al Viale del Parco del Celio, per intenderci quella via tranviaria che serpeggia su' per il Celio, e collega Piazza di Porta Capena con Via Claudia.

Vabbè, insomma, arrivo da  Viale Aventino e invece di farmi Via di San Gregorio verso il Colosseo, dopo aver guardato alle spalle che non ci fosse alcun tram, mi incammino per questo Viale del Parco del Celio.

Il Viale lo faccio tenendomi a destra delle rotaie,  proprio perchè se ti piomba un tram alle spalle, puoi sempre appiattirti al muro. Detto fatto pedalo rapidamente sulla salitella, quando sento il tipico rumore metallico delle ruote di tram quando girano.

Mi vengono i soliti brividi da tram. Tranquillo, alle spalle nulla, qualcuno sta scendendo dalla curva. In effetti vedo fari che si riflettono sui binari... bene, sta arrivando il tram dalla parte opposta.

Solo che... dalla curva, sulle rotaie, non esce un tram, ma un taxi alquanto veloce. Il rumore del tram è però sempre più forte e inconfondibile. Allora capisco: il taxi ha superato il tram a destra!!!!

E finalmente appare, uscendo dalla curva, un tram di quelli grossi, che piano piano scende le rotaie "sbagliate". Contromano.

Stavolta mi hanno fregato, ce l'hanno fatta! Ero troppo furbo per il solito tram, per farmi fuori mi hanno teso una trappola! Troppo tradi per tornare indietro, mi appiattisco contro il muro,  cercando di capire se tra muro e tram ci passa la Hoptown. Ovviamente sto fermo. Il tram si avvicina!

Con mia ulteriore sorpresa, il tram ha il guidatore dalla mia parte. Per fortuna la Hoptown ci passa, ma senza scialaquare sullo spazio... non più di venti cm. Passandomi accanto il guidatore fa un gesto di scusa, come a dire "Anvedi che casino sto a fa'".

A bordo tranquilli i passeggeri, quindi si tratta di un tram in servizio.

Mi supera e continua tranquillo... stavolta niente marzianicidio.

Peraltro credo che di fronte a me ci fosse l'ultima possibilità di tornare dalla parte giusta, un collegamento tra i due binari.

Dopodichè avrà dovuto continuare contromano fino a Piramide!!!!

Ho comunque controllato sulla cronaca e non risultano scontri frontali tratram. Per fortuna perchè lo scontro tratram non è mai piacevole.

A Roma, ormai, succede proprio di tutto!!!!

sabato 24 novembre 2012

Le bici? Tutte in letargo!

In effetti ci sono rimasto un po' male qui a Montreal, perchè mi aspettavo di vedere una città frizzantemente ciclista.

L'ultima volta che ci ero venuto, nel 2009, avevo trovato una città con uno spiccato indice di ciclismo.

Il ritorno ha visto una città quasi senza biciclette, ancorchè attraversata da due monumentali piste ciclabili. In giro pochi ciclisti, molto sparuti.

La spiegazione? Il letargo.

L'inverno qui è freddissimo. Malgrado la città sia alla stessa latitudine di Milano, non è protetta dalle masse d'aria fredda che provengono da Polo, e quindi non capita raramente di avere temperature di meno 20, meno 30 e fino a meno 40.

A quelle temperature non si può andare in strada se non molto ben protetti. Per questo Montreal è una città che ha anche una rete di tunnel che collega le stazioni della metro agli edifici più vicini, con un contorno di ristoranti e negozi.

Quest'anno è un'annata eccezionale, e ho trovato temperature fino a 12 gradi di giorno. Normalmente di questo periodo la neve è già arrivata.

Anche il bike sharing va in letargo invernale. Le postazioni, tutte rimovibili, sono già senza biciclette.

Sono anche andato in uno dei più famosi negozi sportivi del luogo per comprami qualche gadget ciclistico da sfoggiare alla critical mass... Il commesso mi ha guardato sconsolato, e accennando ai mucchi di sci, racchette da neve, snowboard, ciaspole, giacche da sci mi ha detto: non abbiamo più un reparto biciclette. Abbiamo mandato tutto a magazzino, se ne riparla a primavera.

domenica 18 novembre 2012

30 all'ora... a tale of two cities

Nella città A continuavano a succedere incidenti mortali per strada.

 L'università locale fece un po' di studi e arrivò alla conclusione che riducendo la velocità massima a 30 all'ora, la mortalità da incidente sarebbe crollata, senza incidere in maniera significativa sui tempi di spostamento.

La proposta venne presentata prima in un convegno, poi portata al Sindaco, che la studiò e la trovò valida, anche perchè aveva il non secondario pregio di abbattere i costi sanitari. La fece sua e la portò per un dibattito in consiglio comunale.

Lì si scatenò un casino, perchè un bel po' di rappresentanti ricevettero migliaia di lettere di forte protesta dagli automobilisti erano inferociti. Vedevano il limite di trenta all'ora come una violazione della libertà personale, e comunque difficilissimo da rispettare, a causa della potenza delle auto.

La discussione andò avanti un bel po'. Ci furono manifestazioni di entrambe le fazioni, una volta finì pure a botte...  ma non ci furono santi. A mano a mano che passava il tempo, i favorevoli all'introduzione del limite di 30 aumentarono, mentre quelli contrari si ridussero. I politici capirono che era divenuta una battaglia impopolare e smisero di supportarla, chiedendo però di individuare con chiarezza le strade  cui il limite non si applicava, allo scopo di mantenere la scorrevolezza della circolazione.

I soldi disponibili per le piste ciclabili furono concentrati su tali strade.

Alla fine, dopo due anni, il provvedimento fu varato. In tre mesi furono pronti i cartelli per i nuovi limiti.
All'inizio ci fu qualche multa in più, anche perchè fu fatta una campagna di sorveglianza eccezionale per imporre i nuovi limiti.

In ogni caso il sindaco impose uno sconto del 90%  sulle multe, per i primi tre mesi,  per chi superava i trenta ma non i cinquanta all'ora, e dopo tre mesi tutto andò abbastanza bene.

Alla fine anche gli automobilisti, pur mugugnando,  non protestarono più. Gli incidenti diminuirono

Nella città B, c'erano un sacco di incidenti lo stesso, ma non gli si dava molta importanza. Anzi, per strada ognuno faceva quello che voleva, spesso superando (e di tanto) anche il limite dei 50 all'ora.

Ciononostante un po' di rompiballe presero gli studi fatti per la città A e li portarono dal sindaco, che li ignorò.

Allora fecero un po' di manifestazioni, andarono alla radio, in TV.

Tutti si dicevano d'accordo sulla bontà della proposta, tutta l'intellighentzia della città si era schierata con questo obiettivo. Alla fine venne ri-portata la proposta al sindaco, che se la ri-guardò la rigirò, ne parlò con i suoi e alla fine la benedisse.

La portò in consiglio e la fece approvare

Gli automobilisti non dissero nulla, al massimo mugugnarono. Il sindaco si appese al petto la medaglia dei 30 all'ora e passò ad altre attività.

In due mesi il provvedimento fu approvato.

Purtroppo ci vollero due anni per trovare i fondi, preparare ed installare tutta la segnaletica, nel frattempo, ovviamente, i nuovi limiti non potevano applicarsi. Comprensibile, la città B aveva grossi problemi di bilancio

Alla fine tutto fu completato, senza ulteriori problemi. Tutti erano contenti. Infatti i ciclisti avevano il loro limite  sui cartelli.

E anche gli automobilisti non si lamentavano: infatti, come nessuno faceva rispettare il limite di 50 all'ora, adesso nessuno faceva rispettare il limite di 30 all'ora.

Gli incidenti rimasero quelli.


giovedì 15 novembre 2012

Parteciperò, ma non da ciclista piagnone

Venerdì 16 (fosse stato 17 sai che festa per il coordinamento Di traffico si muore) ci sarà una manifestazione per chiedere più sicurezza sulle strade. Più sicurezza per tutti, aggiungerei, non solo per i ciclisti. Infatti la sicurezza riguarda tutti, anche se ovviamente ciclisti e pedoni, i più deboli, hanno bisogno di sicurezza come "assenza di incidenti" e non solo come "si distrugge la macchina ma io mi salvo" dei guidatori di SUV. Ah... e non dimentichiamo i motociclisti, anche se oggettivamente spesso se la cercano.
La manifestazione avviene dopo un tragico incidente. Una ragazza diciassettenne investita da un SUV. Una vera tragedia, una vita interrotta, una perdita per tutti, anche se la sentiranno soprattutto i suoi genitori, fratelli e sorelle, gli amici.

E' quindi con ragione che si andrà a chiedere più sicurezza, perchè queste cose non accadano più, o quantomeno accadano il più raramente possibile. Ed è bene farlo perchè tante cose si possono avviare per ridurre il numero di incidenti, anche di quelli in bicicletta.


Non abbiamo però solo notizie cattive, come tendono ad accreditare alcuni ciclisti piagnoni. Se diamo retta alle statistiche europee, vediamo due cose:

a) in Italia nel 2000 abbiamo avuto 401 morti tra i ciclisti, nel 2010 215;

b) la proporzione degli incidenti ciclistici sul totale si mantiene costante, anche a livello europeo, quindi la sicurezza è di tutti,  non solo dei ciclisti.
Allora?

Allora andiamo a questa manifestazione, con serietà e determinazione. 

Con professionalità sulle soluzioni da adottare. 

Chiedendo, come romani, al sindaco di piantarla di lasciare passare tutto e cominciare a bastonare gli indisciplinati, anche quelli in seconda fila, fino a quando non leva loro il vizio. Chiedendo piste ciclabili per i posti pericolosi e agli incroci rotatorie invece di semafori.

Ma per favore, basta con gli atteggiamenti da ciclisti piagnoni.

Se si vuole zero rischio, la metro è infinitamente più sicura di qualunque mezzo a due ruote, e spesso anche a quattro.









martedì 13 novembre 2012

Almeno 10 piegamenti al giorno

Se c'e' una cosa che non ho imparato a fare è piegare la Hoptown...  Forse è la differenza maggiore rispetto ad una Brompton, bicicletta fatta per essere piegata in un batter d'occhio.

La Hoptown è una bicicletta che si piega, non troppo, e comunque richiede attenzione. Quando è chiusa  non è facile spingerla, fa strani rumori, tutti si voltano.

Oggi poi me ne è successa una ancora più ridicola (solo a me): la punta di una delle leve del freno si è andata ad infilare in una delle aperture piccole della corona... credo un record mondiale.

Ho dovuto riflettere un tantino prima di riuscire a sbrogliare la matassa.

Peraltro l'occasione era ghiotta perchè sono entrato nella filiale Unicredit di Viale XXI aprile con la Hoptown piegata, senza incorrere nelle ire di alcuno. Come dice Marco Bikediablo, alla fine è un trolley.

Comunque è chiaro che ho bisogno di fare un po' di ginnastica con la mia Hoptown... almeno 10 piegamenti al giorno per un po' di tempo!!!!

lunedì 12 novembre 2012

(Ri) Maledetta velocità - Domiamo gli assassini al volante prima che succedano gli incidenti

Ho sempre tenuto un atteggiamento molto chiaro sul ruolo svolto dalla velocità eccessiva negli incidenti stradali: va stroncata.

Dell'ultimo tristissimo episodio, una diciassettenne uccisa mentre andava in bicicletta, ormai potremmo sapere abbastanza. Dico "potremmo sapere" perchè tante cose vanno poi verificate e confermate. Qualche volta alcuni particolari agghiaccianti si rivelano semplici abbagli giornalistici.

Secondo la stampa l'auto si sarebbe fermata dopo 300 metri. Sul bagnato, in accordo ad un calcolatore di distanze d'arresto, significherebbe una velocità di impatto dell'ordine dei 150 km/h. Altissima, per un ciclista, ma una semplice pressione sull'acceleratore per quei bestioni che chiamiamo SUV, grandi come fuoristrada e veloci come auto sportive, con duecento e più cavalli di potenza.

Il conducente sarebbe risultato in stato di ebbrezza... questo può significare da un semplice innalzamento del tasso alcolemico sopra il consentito ad una vera e propria ubriacatura. Altra circostanza di estrema gravità.

Ovviamente noi abbiamo una sensibilità "esagerata". Di vittime della strada ce ne sono una decina al giorno, e quasi ogni giorno un ciclista ci lascia la pelle, quindi non dovremmo fare finta di cadere dal pero e renderci conto che almeno negli ultimi 30 anni (ma forse anche 40) la sfida della velocità ha avuto la meglio sul buonsenso.

Lo stesso  occorre  dire basta, ma soprattutto occorre fare basta. Come facciamo a fare basta? Essenzialmente in quattro modi.

Il primo, è quello di disseminare le strade di autovelox. Metterne tanti, così che la gente si abitui a rispettare il limite di velocità;

Il secondo, è quello di rimuovere la segnalazione degli autovelox, altro che mettere le mappe su internet. Il limite va rispettato e basta.

Il terzo è quello di aumentare gli appostamenti con contestazione immediata dell'infrazione, in modo da evitare  che il guidatore scarichi la colpa su qualcun altro. Quindi due pattuglie, una a monte e una a valle in modo che si blocchi immediatamente l'automobilista;

Il quarto, di lungo respiro ma definitivo è quello di premere, a livello europeo, perchè venga introdotto il limitatore di velocità su tutti i mezzi a motore.

Ma non quello che sta propagandando il Commissario Tajani, ovvero il limitatore di velocità massima. Questo dispositivo si limita a ridurre  la vel max intorno ai 160 all'ora. Se le auto vanno a 300 sull'autostrada che c'importa?

 L'importante è che non vadano a 90 dove c'e' il limite di 50.

E allora si tratta del limitatore ad assetto variabile, un dispositivo collegato ad una mappa stradale che riconosce le strade e applica il relativo limite di velocità. 30 nelle zone 30, illimitato sulle autostrade tedesche.

E' tutto tecnicamente possibile, basta volerlo e cominciare a chiederlo all'Europa.

Dobbiamo domare gli assassini al volante... prima che succedano gli incidenti

domenica 11 novembre 2012

La mamma del ciclista è ormai sempre incinta...

Come già detto... siamo in aumento.

Non solo si vedono sempre più ciclisti in giro a tutte le ore, ma l'uso della bicicletta pieghevole è diventato oggetto di domande e apprezzamenti sempre più diffusi. In tanti mi chiedono informazioni sui prezzi e sulle possibilità di trasporto sui mezzi pubblici.

Il perchè è presto detto... ieri una conoscente  che si è divisa dal marito ha comprato un motorino usato. Negli ultimi 15 anni ha utilizzato motorini intestati al marito, con l'assicurazione intestata al marito. Non avendo mai avuto incidenti (è persona prudente... e anche fortunata aggiungo) si trovava nell'ultima categoria di bonus, con circa 200 euro l'anno.

Dovendo fare l'assicurazione a nome proprio il costo è schizzato in alto.

Le prime ricognizioni on-line hanno portato a determinare un prezzo di 800 euro. Mi pare esagerato, ma neanche tanto, in quanto è un 50no abilitato a portare il passeggero, quindi con tutti i rischi che questo comporta.

La mia conoscente ha già una (piccola) auto e abita vicino a Conca d'Oro.

Chiaramente non avrebbe bisogno del motorino. Considerando che l'acquisto di una Hoptown (tanto per dirne una) potrebbe risolverle in breve il problema della mobilità urbana, con i 600 euro l'anno di media di assicurazione risparmiata potrebbe pagarsi un bel po' di tassì per i rientri la sera tardi... visto che quello la preoccupa.

Rimane però il problema del Ponte delle Valli. E' un pezzo di Roma divenuto pericolosissimo per i ciclisti, sul quale potrebbe essere facilissimamente realizzata una pista  sul marciapiedi.

Sarebbe una bella diminuzione del rischio, anche perchè passato il Ponte le auto cominciano a rallentare...

I

venerdì 9 novembre 2012

L'ha rifatto!!!!

Oggi era pieno di biciclette. Addirittura in un momento eravamo in tre su pieghevole, ma tutto il giorno è stato un incrociarsi con altri ciclisti, e devo dire soprattutto cicliste, che eravamo un pelo dalla critical mass.

In effetto vedo aumentare il parco circolante in maniera piuttosto costante. Certo, ancora non siamo diventati un problema di circolazione (che spingerebbe a fare le piste ciclabili), ma con un po' di impegno non è escluso che in breve...

La bicicletta non va presa alla leggera. Le statistiche incidenti sono molto preoccupanti, nel 2010 abbiamo avuto 263 morti in bicicletta, più dei morti totali in ciclomotore, che non sono arrivati a 200. Quindi occhio!

A questo proposito vorrei segnalare che l'ha rifatto!!!

Chi?

Quello che in Matti a go-go era passato davanti al bus... ha rifatto esattamente la stessa manovra nello stesso punto, infilandosi tra due macchine che passavano con il verde...

Evidentemente non era un caso, ma un vizio.

Un vizio arrogante, perchè un conto se commetti infrazioni senza turbare chi ha ragione, un conto se li costringi a fermare per non farti investire...

La prossima volta gli corro appresso e glie ne dico 4...

lunedì 5 novembre 2012

Cara collega ciclista: Vaffa, te lo sei meritato

Oggi è stato il giorno delle cicliste rompiscatole.

La prima esce da Via Nera, per intenderci la strada che sale di fronte all'ingresso "dei cavalli" di Villa Ada.

Passa con il rosso, e fin qui no problem, gira a dx dirigendosi verso l'Olimpica, pedala in piedi, sta attenta a non interferire con le macchine che arrivano dal centro, ottimo comportamento... peccato che si faccia con la coda dell'occhio e non con la testa girata di 195 gradi rispetto alla direzione di marcia...

Perchè quando l'ha girata si è trovata di fronte una placida automobilista che stava tranquillamente entrando a marcia indietro in un rispettabilissimo parcheggio strisce blu.

La nostra collega ha pensato bene di scartarla, forse perchè non avrebbe fatto in tempo a frenare. Probabilmente perchè sprovvista di campanello ha lanciato un urlaccio all'automobilista che ovviamente entrando sporgeva la punta... l'ha evitata per un pelo.

L'urlaccio è stato proprio brutto e antipatico. Considerando che il torto era tutto suo, se lo sarebbe potuto risparmiare.

Dieci minuti dopo sto fermo al semaforo su Via Salaria all'incrocio con Via Po, diretto verso Piazza Fiume . Scatta il verde e parto. Il tempo di tirare su le zampine e a rosso pieno mi passa davanti una ciclista. Debbo bloccare per evitare l'urto. Dalla signora, vestita casual, neanche un accenno di cenno di scusa o di ricerca di comprensione ciclistica.

Al che ho usato una parola normalmente riservata agli automobilisti: "Vaffanculo".

Ad alta voce, nel silenzio dell'incrocio, se l'e' beccato tutto.

E speriamo che impari, perchè io avevo la bicicletta e i riflessi pronti, se al posto mio ci fosse stata una Smart se la sarebbe portata fino a Piazza Fiume...

sabato 3 novembre 2012

Da Capranica a Santa Severa attraverso il Marturanum

Foto

Devo congratularmi con me stesso, molto modestamente, per la variante attraverso il Marturanum dell'ormai classica gita Capranica -Civitella Cesi - Rota - Santa Severa. 

La nuova strada, che prevede l'uscita dalla ferrovia all'altezza di Barbarano per tagliare per Civitella Cesi attraverso il parco, ha accorciato di quasi 10 km la strada precedente, ma senza perdere in bellezza ed  in interesse.

Bene... Al post su cicloappuntamenti hanno risposto in parecchi, e alla fine al nastro di partenza eravamo in dodici. Dopo qualche problema alla partenza da Capranica, dovuto a difficoltà logistiche, ci siamo buttati per la ferrovia fino a Barbarano. Percorso senza eventi, anche perchè con le luci di Cateno e Agnese, le gallerie sono illuminate a giorno e perdono tutto il loro mistero. Di contro la velocità si mantiene sostenuta.

L'unico evento da riportare di quel tratto è la ricomparsa delle pozzangherone, che hanno dato la stura ad una epidemia di spingismo, peraltro ampiamente documentata nell'iconografia di cui al link di apertura (tiè, beccateve questa).

Abbandonata la via nota, ci siamo inoltrati in una delle strade bianche del marturanum. In effetti avevo percorso quella stradasotto la guida di Hash tanto tempo fa, credo che fosse la mia seconda gita di cicloappuntamenti. La strada serpeggia per le colline, con continui saliscendi che si concludono sempre a quota inferiore a quella di partenza, proprio perchè il terreno scende di quasi duecento metri per arrivare a Civitella Cesi.

La strada era ingombra di armenti, alcuni dalle corna aguzze, e questo ha causato molte discussioni se il verde fluorescente avesse lo stesso effetto del rosso sui tori. Cmq, le salite più o meno ripide hanno causato diverse epidemie di trattenismo (lo spingismo in discesa), con Cateno che ha dispensato consigli alle ciclogirl meno esperte.

Arrivati a Civitella ci siamo infilati nella bellissima strada per Rota, la cui prima parte è stata totalmente risistemata, con grande vantaggio per la velocità di spostamento. Quella strada è veramente bellissima, solo ci vorrebbe più tempo per gustarsela, e magari fermarsi da qualche parte per un bel picnic. 

Invece le gite che mi hanno portato lì sono state sempre di fretta o con la pioggia. Anche oggi, per quanto stessimo in perfetto orario, ero comunque più interessato a portare avanti il gruppo senza intoppi che ad ammirare il paesaggio. Anche perchè avenso appena riarrangiato il  Lay-out del Garmin, me lo stavo provando e modificando  durante la gita... un altro motivo per il quale non sono stato molto appresso alla strada.

La discesa verso Rota è stata come al solito meravigliosa, uscita da un libro di fate... anche perchè a parte un paio di elettrodotti, sembra ancora tutto come in un'altra epoca... Alla fine Alessia ha potuto constatare che non tutti i ponti sul Mignone hanno il grigliato...

Dopo la discesa è venuta la salita... anzi La Salita, ovvero il temuto sbalzo di 190 m di dislivello continui per scavalcare le ginocchia dei Monti della Tolfa. Devo dire che nessuno ha fiatato, e tutti hanno pedalato senza lamentarsi per tutta la starada, anche se essendo ormai le due passate, le riserve di zuccheri cominciavano a scarseggiare. 

Arrivati in cima abbiamo continuato per un altro centinaio di metri di salita fino all'area prescelta per il picnic, un simpatico prato molto concimato dagli armenti che dimorano sulle pendici dei Tumulilande (oops.. dei Monti della Tolfa). Il pasto nelle Terre Selvagge è stato allegro, ma sotto un cielo plumbeo di nubi basse e pioggia in arrivo dal mare. tanto che alla fine ci siamo infilati l'antipioggia e ci siamo buttati giù per la discesa fino a Santa Severa, appena in tempo per veder partire il treno delle 16 e 16.

Una sosta al bar per un meritato gelato, caffè, cappuccino, etc, e poi alla stazione. Treno successivo in orario, tutti a bordo all'imbrunire, sotto un mare coperto di nuvole gonfie di pioggia.

Dopo un'ora eravamo a Roma Ostiense. La gita è venuta fuori di 48 km e 585 m di dislivello dal mio Garmin. A questi ho aggiunto altri 21 km e 80 metri di dislivello da casa alla Stazione Ostiene, portando quindi la gita ad una dimensione rispettabile.

Un grazie a tutti quelli che si sono uniti in questa bell'avventura, sperando di replicare presto con qualche altra iniziativa...





giovedì 1 novembre 2012

Se ti rubano tutte le bici in un colpo

L'altro giorno mi arriva in stanza Mario l'Elettricista con una faccia da tragedia.

Oddio, che ti è successo?

Domenica... sono entrati nel box e mi hanno portato via la bicicletta elettrica e le due pieghevoli. Pensa che hanno tagliato la catena della bici elettrica, ma  hanno lasciato lì lo scooter che stava lì con le chiavi nel quadro.

I danni economici sono rilevanti, oltre duemila euro per ricomprare il tutto, ma quelli alla ciclabilità anche maggiori. Infatti, anche se decide di ricomprarsi il tutto, come si fa a rimettere le biciclette in un luogo che è stato tanto facilmente violato? E non può neanche tenerle a casa.

Qualche mese prima stessa sorte era toccata a Tonino, che dirige la squadra corse di un noto negozio di bici romano. I ladri gli erano penetrati in cantina e gli hanno portato via la sua bellissima bicicletta da strada (circa 4000 euro di valore).

Riparlando dell'episodio Tonino mi raccontava:

Sai, poi li hanno presi. Infatti la Polizia aveva ricevuto una settantina di denunce di furti di biciclette in zona nel giro di poco tempo. Li hanno arrestati con un camion carico di biciclette rubate. Ovviamente non Italiani, le portano all'estero per rivenderle. Ne hanno restituite parecchie ai proprietari.

Però la sua bicicletta era già volata via.

Questi due episodi, in due quartieri differenti di Roma, consentono di arrivare ad una serie di conclusioni riguardo al furto di biciclette:

- è ormai un segmento specializzato dell'attività criminale.

- E' appetibile perchè presenta rischi molto limitati e consente un buon guadagno perchè la bicicletta rubata è più facilmente commerciabile di un mezzo targato;

- E' composto di bande di "professionisti" che fanno incetta di biciclette, e non da singoli che cercano di sbarcare il lunario;

- E' soprattutto fatto da soggetti "importati"dall'estero, che operano in Italia con lo scopo di esportare la merce verso un mercato potenzialmente infinito;

- E' diventato una minaccia concreta alla diffusione della ciclabilità.

Queste caratteristiche richiedono che le forze dell'ordine metano a punto un'azione mirata volta almeno a stroncare il traffico organizzato, con un mix di attività preventiva e repressiva.

Come ho sempre sostenuto, fa parte di questo quadro anche un'azione punitiva della Magistratura, che dovrebbe cominciare a sbattere in galera i ladri e a tenerceli dentro. Evitando anche una certa retorica che dice che alla fine è meglio che un delinquente faccia il ladro di biciclette che si dedichi a qualche altra attività più pericolosa.

Inoltre dovremmo -come già ho detto più volte, considerare un'aggravante molto forte il venire a delinquere in Italia. Chi viene in Italia per delinquere dovrebbe ricevere un consistente supplemento di pena, proprio per contrastare questa migrazione del crimine verso territori più ricchi e meno severi nelle pene.

E per favore, evitate i soliti commenti sulla rieducazione o sullo sviluppo economico. Per stare sicuri con le biciclette non possiamo aspettare che tutto l'estremo Est europeo si sviluppi come la Svizzera.

Infine una considerazione sulla petizione per l'uso dei cortili. Tutti i miei conoscenti -o parenti- che tenevano la bicicletta nel cortile del condominio, se la sono vista rubare, a meno che non fosse un vero e proprio rottame (tipo il mio vecchio cancello).

Anche questo dovrebbe farci riflettere.