giovedì 25 dicembre 2014

Ritorna il ciclolaicista: Buon Natale a tutti perche' non possiamo non dirci pagani

Avendo fatto 13 anni di scuole confessionali alcuni temi ancora mi appassionano, per esempio la celebrazione del Natale...

In me si scontrano due tendenze: la prima alberonatalistica, ovvero la passione per l'albero di Natale inteso come manifestazione della magia dei boschi nel corso delle notti di solstizio d'inverno. Le fate, per intenderci...

Dall'altra la passione modellistica per plastici e diorami , che si riflette in una mai saziata passione per il presepe, del quale adoro l'aspetto paesaggistico,  ma che mi trova totalmente impermeabile rispetto sacro. In particolare adoro i presepi con corsi d'acqua, funicolari, ponti levatoi, macine in moto, miniere in attivita', porti e aeroporti, scambio di razzi tra Gaza e Israele,  e tutto quanto a una perfetta fusione tra presepe, wargame e plastico ferroviario...

Come potete ben immaginare sono sempre stato preso di mira da una serie di persone che dicevano: ma il Natale è una festa sacra e come tale va celebrata...

La questione è stata anche ripresa da Ernesto Galli della Loggia in un simpatico editoriale sul Corriere della Sera di qualche giorno fa.

Della Loggia appartiene a quella categoria di italiani che passabilmente  scevra dalle ideologia di sinistra o di destra (intese come comunista e fascista) finisce poi per soccombere a quella cattolica, dimenticandosi che il mondo esisteva anche prima del cattolicesimo e spero continuerà ad esistere anche dopo.

Il suo discorso era basato su una sorta di assunto, guidato dalla necessita' di giustificare la celebrazione del natale quale festa basicamente sacra: "non possiamo non dirci cattolici", che peraltro non è esattamente quello che ha detto Croce... Al che rispondo insomma che prima dei cattolici  c'erano i pagani e allora non possiamo non dirci pagani..

Anzi, tutte le feste cattoliche sono impiantate su precedenti feste pagane che erano a loro volta impiantate su feste Preistoriche, legate allo scorrere del tempo, agli eventi astronomici e agricoli...

Queste circostanze sono sempre volutamente ignorate dai cattolici, che per esempio cercano di occupare anche il Ferragosto, tipica festa romana, con una festa legata alla Madonna. Niente contro la Madonna, ma per favore non rompete i coglioni.

Quindi buon Natale a tutti due punti questa è la festa del nuovo che nasce indifeso...

Che sia un Dio, un bambino, un cucciolo, o qualunque altra cosa.... la possiamo celebrare tutti ognuno a modo proprio, anche facendo semplicemente shopping ( sappiamo quanto abbiamo bisogno di far circolare il denaro) purché con rispetto degli altri.

Unica eccezione: quelli che mettono quelle cazzo di lucette tipo discoteca facendo finta che siano natalizie... per loro e il loro sacrilegio, scenda la maledizione eterna!






lunedì 15 dicembre 2014

Niente è impossibile per una Smart

Credevo di aver visto quasi tutto nella circolazione romana, ma la città eterna, o meglio la città del l'ingorgo eterno, riserva sempre sorprese anche ai più smaliziati.

Oggi, sfidando il meteo avverso, me ne stavo pedalando per Porta Maggiore. Nella storica piazza il trenino della TAC stava fermo al semaforo in direzione di via Giolitti. Davanti a me, prendendo in intimo giallo, una Smart gira a destra per Via Giolitti.

In realtà non in bocca veramente via Giolitti ma in bocca la corsia preferenziale del trenino, avendo adocchiato uno di quei posti dove solo le Smart possono parcheggiare.

Mentre comincia la complicata manovra il trenino a sua volta comincia a muoversi e circa 5 secondi attraversa la piazza arrivando a fermarsi di fronte alla Smart in manovra. Primo fischio.

Il conducente della Smart, impegnato nella manovra, comincia subito a dare segni di nervosismo. Infatti non è piacevole fare una manovra proibita, in una corsia preferenziale, facendo aspettare un trenino che fischia come un treno adulto, sotto gli occhi dei vigili urbani...

Inoltre, nel frattempo, dalla stazione doogee l'altro trenino a dare manforte al primo e cominciano a fischiare in due...  A questo punto si accorge della situazione il vigile che stava andando a fare la multa alle macchine in divieto di sosta.

All'occhio esperto del vigile bastano pochi decimi di secondo per capire la difficoltà della situazione. Infatti il guidatore della Smart ha completato la famosa manovra un pezzetto del suo sederino impedisce comunque al trenino di passare. Il quale trenino emette fischi sempre più lunghi e irati.

Il vigile non fa una piega compresa la gravità della situazione inizia a dirigere il guidatore della Smart in una manovra che ha lo scopo di tirarlo fuori dal parcheggio e tdi permettegli di liberare le rotaie.

Il buon senso di non minacciare la muta avrebbe fatto perdere altri secondi, forse minuti, preziosi a tutti gli utenti del mezzo pubblico. Per cui alla fine della rapida manovra lo Smart può andarsene rapidamente senza (probabilmente) danni.

Certo due mesi di sequestro della macchina non ci sarebbero stati male...

domenica 14 dicembre 2014

Se al Marziano sono ricresciuti gli artigli

Dopo quasi un anno di pneumatici da misto, finalmente oggi mi sono deciso a ri-montare le gomme artigliate.

Oddio, i "biscioni" di Decathlon hanno fatto bene il loro mestiere in questi mesi, specie sui percorsi misti e con molto asfalto. E pure sullo sterrato hanno dato ottima prova di se'...  Pero'  il fuoristrada con gomme artigliate proprio una goduria!

Quando decidi di curvare curvi, quando decidi di frenare freni, quando decidi dare un bel colpo di pedale su una salita, la ruota non slitta.

Ovviamente sull'asfalto si ha qualche problema, si fa rumore, c'e' attrito, si va  menoscorrevoli.

Però, tutto sommato, per una mountainbike, ancorche' da collina, le ruote artigliate sono proprio la morte sua.

martedì 9 dicembre 2014

Slippery People (gente infida)

Come posso descrivere la sensazione di disagio che mi prende in alcuni quartieri di Roma?

Una sensazione molto diversa dal conato di avversione che mi attanaglia quando vedo le strade della mia adolescenza invase da gente che si trasferisce da noi e cerca di replicare gli stessi comportamenti che rendono invivibile il paese da cui sono fuggiti... e che prosperano qui  ma solo perche' le nostre maglie larghe, il nostro malgoverno e la nostra vuota retorica buonista glielo consentono.

Parlo invece dei quartieri che dovrebbero ospitare, o meglio ospitano, le persone di censo elevato, coloro il cui reddito li colloca tra la classe dirigente di questo paese.

Certo perche', hai voglia a dirlo, il carattere di un paese lo fa la sua classe dirigente, ovvero quelli che emergono dalla massa di normali stipendiati, come protagonisti della vita economica, amministrativa e politica.

Allora, quando vado in uno dei "quartieri bene" di Roma, al migliorare dell'architettura e della qualita' dei vestiti degli abitanti, della merce nei negozi, non fa altrettanto scopa il migliorare dell'ordine, della pulizia, del senso del rispetto dell'altro.

Certo, qualcosa migliora. Le strade sono un po' piu' pulite e in ordine, segno che qualche potente che sa farsi ascoltare c'e',  ma poi tutto finisce.

Non e' solo l'espressione da filibustiere nostrano che ha troppa gente benvestita... quella non da finanziere spietato all'americana, ma diciamo da fio de na mignotta di sottogoverno, che hanno sulla faccia.

Persone che i soldi non li hano fatto col lavoro, le idee buone, anche la decisione nel condurre affari, ma principalmente con il saccheggio della cosa pubblica... saccheggio diretto per appropriazione, o perche' semplicemente hanno fatto pagare pegno, dalla loro posizione, a coloro che volevano fare qualcosa di positivo.

O perche' con il nome giusto si sono appropriati di opportune posizioni. Destra o sinistra non cambia, lo sappiamo bene.

Un ciclista lo capisce meglio., dalla qualita' della guida, arrogante e  insofferente. Dal parcheggio prepotente perche' i vigili vengono qui solo se li chiamo. Dai passaggi pedonali bloccati sai SUV, che a piedi ci vanno solo le colf (figurati in bici).

Ma anche dalla gerachia che si rispecchia nell'abbigliamento, con i simboli dell'opulenza come i gradi di un esercito. Nella totale sregolatezza della prole, cresciuta e addestrata alla rapacita' furbesca, perche' col solo lavoro si rimane poveri.

Poi, come valli in una landa boscosa, alcune parti di questi quartieri degradano verso l'oscurita' criminale, con la quale devi fare i conti perche' certo lavoro sporco qualcuno lo dovra'  fare.

Questo lo percepisco chiaramente, lo fiuto nell'aria. Proprio da come mi sento estraneo all'ambiente. Dai vestiti dei clienti e dall'abbigliamento delle loro amanti, anche loro status symbol, perche' tenute legate per lo piu' dai quattrini.

Mi viene difficile frequentare anche quando gli amici si vogliono fernare li', proprio perche' l'ambiente mi fa andare di traverso quello che mangio, e se piace a loro, di sicuro non puo' piacere a me.

Poi improvvisamente sul giornale leggo che tutti quei locali erano di qualche criminale, e mi spiego tutto. Mi rendo anche conto che alla fine per loro e' un vanto e un bisogno, frequentare qualche criminale vero, per sentire qualche brivido e riconoscersi in qualche modo parte di una formidabile organizzazione.

Capisco  anche, l'ho sempre saputo, perche' papa' alla fine non si e' mai voluto spostare dalla periferia, certe cose gia' le conosceva. Va bene le case belle, ma  almeno li' hai gente che vive di lavoro e cerca di migliorare, non di elevarsi abbassando gli altri.

E avrebbe pure vinto la scommessa, peccato non abbia potuto prevedere certi flussi migratori, che invece di romani di periferia, ma finalmente migliorati ed evoluti, ti riportano vicino la poverta' nera del mondo, come se fossimo ancora negli anni 50.

Povera Roma. Che ti abbiamo fatto...

venerdì 5 dicembre 2014

Dell'unita' d'intenti dei ciclisti

Che il disastro dell'amministrazione capitolina non fosse frutto di mera incapacita' l'avevo capito anche io. Il problema adesso e' come continuare l'opera di pulizia e, in seguito, mantenere l'ambiente pulito.

E' necessaria un'unione degli onesti per contrastare questo cancro, al di la' e prima di qualunque divisione di tipo ideologico.

Bene, ma nella pratica? Conosco un poco l'ambiente dei ciclisti, e gia' quello mi spaventa, perche' vedo replicare  su piccola scala quello che e' la politica nazionale e cittadina di divisione ideologica che travalica il dibattito e porta alla paralisi.

Infatti a Roma siamo una marea di ciclisti, ma alla fine non otteniamo nulla o quasi, ne' da destra ne' da sinistra. Perche'? Perche' manca il senso dell'accordo a vantaggio di tutti, e una parte importante di persone preferisce non ottenere nulla piuttosto che concedere qualcosa accordandosi con gli altri.

Prendiamo una prima importante fazione, i politicizzati. Sono persone che vedono nella bicicletta un'occasione di fare politica, addirittura la rivoluzione, e non la politica a favore della bicicletta come soluzione pratica agli spostamenti, ludici o di lavoro che siano.

Sono in genere molto attivi, ma secondo me il danno e' piu' del guadagno, in quanto alla fine generano un'eguale dose di repulsione tra i loro stessi avversari, e quindi siamo da capo a dodici. Inoltre tendono, ovviamente, ad intruppare tutti i ciclisti dietro a loro, a parlare anome della categoria senza poi alla fine preoccuparsi di cosa la categoria dica o  pensi veramente...  intendo come media dei soggetti.

Dall'altra parte, i ciclisti con opinioni di destra, e non sono pochi, tendono a non considerare la bicicletta come mezzo di spostamento nella vita di tutti i giorni, almeno non a Roma, e non esercitano abbastanza pressioni sui loro eletti per concedere qualche cosa anche alla mobilita' pedaliera, considerata, vedi sopra,  una cosa di sinistra.

Un'altra brutta divisione e' tra corridori e ciclomobilisti. Nei rapporti con il comune, i corridori si presentano come ciclisti, ma sono "solo" sportivi. La stessa differenza che passa tra pedoni e corridori.

Mi risulta che abbiano fatto un bel po' di danni, per esempio impedendo di raggiungere in tempo un accordo sulle piste per Ostia/Fiumicino, che vorrebbero pavimentate da allenamento, mentre  invece a tutti gli altri basta il macadam, basta che ce le aprono. Oppure chiedendo che i soldi della ciclabilita' vengano investiti in velodromi, ovvero in attrezzature sportive.

Altra divisione, tra chi vuole le piste ciclabili e chi invece le considera un ghetto. Opinioni rispettabili, ma senza contestare sempre le piste, che ce le hanno in tutta Europa e ne aprono di nuove costantemente.

Infine biketoworkers e ludici, ovvero chi vuole le piste in citta' per andare a lavoro, chi le vuole tra la citta' e la campagna per andare a divertirsi.

Tutte queste sfaccettature della ciclistica dovrebbero trovare un accordo per guadagnare spazi, invece continuano a dividersi.

Ecco proprio come noi Romani che continuiamo a dividerci tra sx e dx, disposti a litigare, ma non a deporre le ideologie e ad affrontare i problemi con serieta' logica, razionalita' e rispetto per l'altro.

Soprattutto a non considerare che la battaglia in questo momento, e' tra onesti e disonesti. A prescindere dalla loro collocazione.

martedì 2 dicembre 2014

Bibiana, una ciclabile lunga due giorni...

Bibiana, cosi'  rapidamente  come sei apparsa, sei scomparsa...

Neanche il tempo di provarla, a causa della pioggia battente, che l'asfalto e' diventato piu' scuro di prima... peccato. "Fossero cosi'  solleciti nel farle le piste".

Pero'  va detto che la reazione era giustificata dal possibile uso della pista come contraflow. Un'Amministrazione, anche disposta a chiudere un occhio,  non poteva tollerare tale rischio.  Da andare tutti in galera.

Per parte mia la situazione mi aveva dapprima divertito, poi un po' impensierito.  Infatti la pista, al di la' delle buone, anche ottime,  intenzioni, avrebbe reso la vita difficile a chi l'avesse percorsa  nel senso giusto, dovendo poi  girare a sx verso Castro Pretorio.

La foto mostra come tale possibilita' non fosse stata presa in considerazione,  preferendo puntare all'asse San Lorenzo. Un malizioso, non certo io, potrebbe vedere in questo una spiccata tendenza al punto di vista strettamente personale.

Facendo presente il problema uno dei fan mi ha suggerito un rimedio molto piu' rischioso del normale percorso... un altro ancora mi ha addirittura detto che non era obbligatorio usare la pista, potevo stare in mezzo alle macchine... Si', ma voglio avere alla mia immediata destra il marciapiedi.

Allo stesso tempo un robusto flusso di ciclisti contro traffico avrebbe creato un bel po' di problemi, in quanto in caso di incrocio il flusso di ciclisti si sarebbe dovuto allargare oltre la linea bianca,  invadendo un territorio ormai assegnato in maniera innegabile all'auto.

Tutto cio' ormai non c'e' piu'... Ma, alla fine, cosa possiamo imparare da questa vicenda? Varie lezioncine:

a) dipingere, l'attivita' manuale e ludica,  e' facile e divertente, mentre concepire flussi di traffico ciclistico dove le configurazioni non sono standard e' molto piu' difficile, sicuramente non immediato;

b) la consultazione e' fondamentale in quanto significa vedere il problema da piu' punti di vista;

c) le azioni concrete meritano sempre rispetto... nel senso che la critica dovrebbe essere sempre costruttiva;

d) prospettiva legale: non importa quanti incidenti eviti una pista ciclabile, basta che contribuisca a provocarne uno e sei incriminato... Questo teniamolo sempre in mente quando critichiamo i tecnici che non applicano soluzioni ardite

e) Attenti alle foto.... Ci fosse stato un incidente sulla o accanto alla pista, quel signore con il secchio in mano che si intravede nelle foto avrebbe passato un sacco di guai..

lunedì 1 dicembre 2014

Colombo... ma un cavolo di autovelox ce lo vogliamo mettere?

L'incrocio tra Circonvallazione Ostiense e Cristoforo Colombo e' un must per noi ciclisti romani. Serve anche per andare sull'Appia Antica e al Parco della Caffarella. Aspetti che il semaforo della Colombo diventi rosso (per le auto) e attraversi, sempre con la paura che qualcuno non freni.

Nell'attesa ti godi le auto che piombano giu' dalle mura aureliane. Approfittando della discesa vanno veloci. 70, 90, 100, 1290. La sera vanno ancora piu' veloci per prendere quel verde.

Si', perche' al rosso si fermano, ma pur di prendere il verde la velocita'va alle stelle.

Oggi a quell'incrocio oggi e' morto un ciclista.  Il terzo sulla Colombo in poco tempo. Non ne conosco ancora il nome. So che ha la mia eta', portava, come faccio io, la pettorina fosforescente per farsi vedere.

I testimoni non sono sicuri che stesse i  sella, e non sono sicuri che sia passato con il verde. Potrebbe essere anche passato con il rosso, errore fatale. O forse si e' azzardato a passare con  il giallo (il verde per i pedoni dura solo 3 secondi, poi inizia un interminabile giallo) ed e' stato pizzicato dall'auto che e' passata con il primo verde.

L'immagine dell'urto e' agghiacciante, tutto il cristallo anteriore in frantumi, anche la lamiera e' accartocciata.

A quale velocita' andava l'auto? Non sono un esperto in incidenti stradali non saprei dirlo.

Ma perdio, mettetelo quel cazzo di autovelox, attaccato al semaforo, e che funzioni anche la notte.

Mettetelo su tutti i semafori.