Il sole sta facendo un nuovo giro di boa intorno all'equinozio d'autunno, chiudendo l'estate. Il 21 giugno scorso, data di inizio dell'estate, è stata anche la data della mia dismissione dal Santo Spirito (bravissimi, serissimi), con la caviglia sinistra appena operata e ingabbiata nel tutore.
Quando 3 giorni prima stavo nell'ambulanza, dopo una rovinosa caduta per una scala, improvvisa, inaspettata, con le mani impegnate e quindi senza riuscire a frenarla, pensavo che avrei dovuto pazientare un mesetto per poi ricominciare a godermi l'estate. In realtà il primo mese è passato interamente a letto, senza poter caricare la gamba, anzi, tenendola alta per non fare accumuli di liquidi.
Solo a partire dal 10 agosto, una volta rimarginate le ferite dell'operazione, ho potuto cominciare a nuotare, ma sempre andando al mare con stampelle e cavigliera e comunque con difficoltà importanti a camminare non appena tornato sulla sabbia... semplicemente nuotando la gamba funzionava, ma si rimetteva "a riposo" per quanto concerneva il camminare. Di guidare l'auto neanche se ne parlava, forse avrei dovuto noleggiare un'automatica, ma sempre con il caveat di non stare seduto con la gamba abbassata.
Il pieno carico mi è stato autorizzato il 20 agosto, la bicicletta vera (cyclette possibile) solo dal 20 ottobre. Per sgonfiare la caviglia ci vuole almeno fino a dicembre, per il pieno recupero circa un anno.
Solo adesso, se mi concentro, cammino -piano- senza zoppicare, ancora non sono in grado di scendere le scale simmetricamente né di mettermi sulla punta del piede sinistro.
Insomma, alla fine un'estate da bar, niente bici, niente nuoto vero (quello a lungo raggio con le pinne), niente passeggiate (anche un km col tutore è una sofferenza).
Debbo dire che l'ho presa bene, senza inutili rimpianti, "con filosofia". Appena possibile mi sono dedicato alla riabilitazione, che sta arrivando ma molto più lenta di quanto me la fossi figurata. Ho lavorato tanto e letto di più, sentito musica e visto film. Sono riuscito a moderarmi con cibo e alcool, per cui ho perso il sovrappeso, dico ciccia e non solo muscoli.
Ho tracciato vari itinerari cicloturistici e li ho percorsi con Streetview... carino, so che alcuni "rulli" permettono di pedalare "su strada" usando proprio Streetview e con un visore VR sarebbe anche una cosa carina. Ovviamente spero di poterli fare dal vivo quanto prima.
Ho anche imparato molte altre cose. Per esempio che i marciapiedi del quartiere Nemorense fanno veramente schifo, quasi impossibili da percorrere con le stampelle. Dolorosi perché le loro irregolarità fanno appoggiare il piede fuori squadro praticamente sempre. Inoltre sono sempre inclinati, con i passi carrabili a sampietrini sconnessi (mi viene il mal di pancia a ricordarlo).
Molti automobilisti non rispettano nemmeno le stampelle e quando imbocchi le strisce pedonali cercano comunque di passare prima di te (e zigzagando talvolta ci riescono). però quando entri in un ristorante con le stampelle catturi l'attenzione di tutte le donne presenti.
I ciclisti da marciapiede sono un vero terrore se hai le stampelle. Non sai quanto ti passeranno vicino e se staranno veramente attenti a non farti cadere. Sei alla loro mercè.
Adesso mi muovo con i mezzi pubblici, sto in una situazione molto favorevole di collegamento casa-ufficio e non mi pare che Roma sia migliorata troppo... sempre auto in mezzo alla strada e difficoltà di avere i mezzi pubblici in orario. per fortuna l'acquisto elettronico di biglietti è incredibilmente progredito. Comunque la mattina si circola, nel pomeriggio, al ritorno, i tempi di percorrenza si triplicano, come vent'anni fa, quando optai per la bici. Metro (B) un pochino meglio.
Comunque gli handicappati non hanno vita facile a Roma, dovremmo veramente fare una riflessione su questo.