Poco più di un anno fa, la domenica tra il primo turno ed il ballottaggio delle elezioni da sindaco, me ne stavo tornando sulla pista di Via Panama, entrando a Piazza Ungheria da Viale Rossini, quando notai che un furgone Ape, che stava facendo la propagando per Alemanno sindaco, era parcheggiato sul di una porzione della pista.
Evitai di far notare la cosa, e mi diressi al semaforo (rosso). Mentre aspettavo il verde venni agganciato da una delle attiviste del sindaco. Molto attiva, direi, sulla trentina (quella l’impressione), che mi disse che avrei fatto meglio a votare Alemanno, vista la scarsa prova del sindaco precedente.
Io mi dimostrai cortese ma non troppo convinto, mi pare che dissi “Sì, ma il peggio non è morto mai…”, al che lei mi rispose, con fare sempre più attivistico, che non capiva perché noi ciclisti (tutti quelli con i quali aveva parlato) fossimo poco convinti dalle proposte del candidato della destra… Forse che volevamo continuare a stare senza piste ciclabili come era avvenuto con Veltroni?
Dopodichè venni salvato da un suo amico che intervenne. Ricevetti come dono di congedo un po’ di volantini (che leggo sempre con interesse) e un collare reggitelefono verde di Antoniozzi, che ho conservato nella borsa della bicicletta ancora utilizzo con piacere per agganciarci la giacca quando fa caldo.
A distanza di 15 mesi da quell’incontro, mi piacerebbe riparlare dell’argomento con quella signorina, per riprendere l’argomento della bicicletta. Le cose in politica non vanno sempre come vorrebbero gli attivisti, e anche le promesse fatte da Lawrence d’Arabia agli Arabi furono sconfessate dalla politica del dopoguerra (I guerra mondiale).
Ora, se dobbiamo fare un bilancio ciclistico di questa prima 15na di mesi di sindaco, non stiamo assolutamente bene:
Ciclabilità generale: in accordo alla campagna elettorale, non esiste un vero piano di sviluppo della bicicletta in città. Si parla in modo generico di mobilità alternativa, ma riguardo alla bicicletta non sappiamo se andremo all’espansione dell’uso o a una sua riduzione. Soprattutto la Giunta sembra ancora indecisa se cogliere le occasioni che la bici può offrire in tema di vivibilità della città (vedi bike sharing). Di sicuro tutti i siti del Comune in tema di bici mi sembrano fermi all’epoca di Veltroni
Piste ciclabili: non solo non vi sono nuove iniziative concrete da parte della Giunta, ma sono state bloccate molte delle decisioni già prese (Nomentana, Viale Marconi). Sono saltati tutti i biciplan dei Municipi passati al centro-destra e negli altri gli itinerari ciclopedonali sono attaccati dai consiglieri del centro- destra. La pista del Tevere non si risolleva dall’alluvione e, dulcis in fundo, in Sindaco in persona ha espresso la volontà di sopprimere quella di Viale Palmiro Togliatti. Ciò che preoccupa in particolare è l’accresciuto potere di interdizione dei comitati di residenti e commercianti in tema di piste ciclabili, anche quando difendono il parcheggio irregolare (vedi pista Marconi) o adducono ragioni fumose.
Traffico: la disciplina meno restrittiva in tema di parcheggi regolari ha ridato forza all’uso dell’auto, ma non è stata applicata una seria politica di contenimento delle infrazioni. La bicicletta vive anche di traffico ordinato, e sembra che non ci sia più nessuno in grado di contrastare la sosta irregolare e le prepotenze quotidiane dei più arroganti tra automobilisti e scooteristi. Rimane l’incognita del cosa fare con l’inquinamento dell’aria se torna il bel tempo il prossimo inverno.
Bike Sharing: qui qualcosa si è mosso, abbiamo finalmente un gestore unico. Però abbiamo anche un sistema che è profondamente diverso da quello delle altre metropoli europee. Ora ci siamo dati un noleggio, ma non un’estensione del mezzo pubblico. Abbiamo ragione noi o loro? Vedremo.
Intermodalità: l’apertura dopo le 21 della linea A è stata forse presa un pochino sottogamba, ma è un buon passo in avanti. Possiamo provare ad aprire la metro tra mezzogiorno e le due? Vediamo l’effetto che fa.
Fondo stradale e segnaletica orizzontale: finalmente si stanno ottenendo alcuni miglioramenti, ma siamo ancora all’ordinario fatto in forma straordinaria. Per la segnaletica il problema appare ancora lungi dall’essere risolto, mentre le strisce pedonali ed il resto svanisce rapidamente.
Ciò che più preoccupa sono i primi due punti. La mancanza di un chiaro piano di sviluppo che includa la bicicletta era in qualche modo condivisa con le precedenti Amministrazioni, che però hanno continuato a realizzare piste ciclabili, magari in modo inorganico.
L’impressione è che la giunta sia poco ben disposta verso l’uso della bicicletta, e comunque abbia cose più importanti cui pensare. Ciò poteva andare bene dieci e forse 5 anni fa. Adesso non è più il momento. La politica degli incentivi ha riempito le case di biciclette, e presto il prezzo della benzina tornerà a mordere. La gente si chiederà sempre di più di usare la bici, e si chiederà la ragione di questa contrarietà.
Si può rimediare a questa situazione? Sì, se c’e’ la volontà (e anche qualche soldino). Al Sindaco suggerisco alcune mosse per riaffermare la popolarità nella comunità dei ciclisti:
- recuperi la pista di Viale Marconi e studi come prolungarla fino al Lungotevere degli Inventori, visto che in quella zona ci sono ampi marciapiedi;
- rispolveri la pista delle Mura Aureliane. Un itinerario stupendo, per i turisti ed i Romani, tutto o quasi su marciapiedi. Sembrerebbe veramente che bastino “due soldi” per attuarlo.
- rifaccia partire i biciplan dei Municipi.
- convinca l’ATAC a pubblicare un piano di espansione del bike sharing anche alle periferie, valutando anche di agganciare l’uso gratuito della prima mezz’ora all’abbonamento ATAC.
Evitai di far notare la cosa, e mi diressi al semaforo (rosso). Mentre aspettavo il verde venni agganciato da una delle attiviste del sindaco. Molto attiva, direi, sulla trentina (quella l’impressione), che mi disse che avrei fatto meglio a votare Alemanno, vista la scarsa prova del sindaco precedente.
Io mi dimostrai cortese ma non troppo convinto, mi pare che dissi “Sì, ma il peggio non è morto mai…”, al che lei mi rispose, con fare sempre più attivistico, che non capiva perché noi ciclisti (tutti quelli con i quali aveva parlato) fossimo poco convinti dalle proposte del candidato della destra… Forse che volevamo continuare a stare senza piste ciclabili come era avvenuto con Veltroni?
Dopodichè venni salvato da un suo amico che intervenne. Ricevetti come dono di congedo un po’ di volantini (che leggo sempre con interesse) e un collare reggitelefono verde di Antoniozzi, che ho conservato nella borsa della bicicletta ancora utilizzo con piacere per agganciarci la giacca quando fa caldo.
A distanza di 15 mesi da quell’incontro, mi piacerebbe riparlare dell’argomento con quella signorina, per riprendere l’argomento della bicicletta. Le cose in politica non vanno sempre come vorrebbero gli attivisti, e anche le promesse fatte da Lawrence d’Arabia agli Arabi furono sconfessate dalla politica del dopoguerra (I guerra mondiale).
Ora, se dobbiamo fare un bilancio ciclistico di questa prima 15na di mesi di sindaco, non stiamo assolutamente bene:
Ciclabilità generale: in accordo alla campagna elettorale, non esiste un vero piano di sviluppo della bicicletta in città. Si parla in modo generico di mobilità alternativa, ma riguardo alla bicicletta non sappiamo se andremo all’espansione dell’uso o a una sua riduzione. Soprattutto la Giunta sembra ancora indecisa se cogliere le occasioni che la bici può offrire in tema di vivibilità della città (vedi bike sharing). Di sicuro tutti i siti del Comune in tema di bici mi sembrano fermi all’epoca di Veltroni
Piste ciclabili: non solo non vi sono nuove iniziative concrete da parte della Giunta, ma sono state bloccate molte delle decisioni già prese (Nomentana, Viale Marconi). Sono saltati tutti i biciplan dei Municipi passati al centro-destra e negli altri gli itinerari ciclopedonali sono attaccati dai consiglieri del centro- destra. La pista del Tevere non si risolleva dall’alluvione e, dulcis in fundo, in Sindaco in persona ha espresso la volontà di sopprimere quella di Viale Palmiro Togliatti. Ciò che preoccupa in particolare è l’accresciuto potere di interdizione dei comitati di residenti e commercianti in tema di piste ciclabili, anche quando difendono il parcheggio irregolare (vedi pista Marconi) o adducono ragioni fumose.
Traffico: la disciplina meno restrittiva in tema di parcheggi regolari ha ridato forza all’uso dell’auto, ma non è stata applicata una seria politica di contenimento delle infrazioni. La bicicletta vive anche di traffico ordinato, e sembra che non ci sia più nessuno in grado di contrastare la sosta irregolare e le prepotenze quotidiane dei più arroganti tra automobilisti e scooteristi. Rimane l’incognita del cosa fare con l’inquinamento dell’aria se torna il bel tempo il prossimo inverno.
Bike Sharing: qui qualcosa si è mosso, abbiamo finalmente un gestore unico. Però abbiamo anche un sistema che è profondamente diverso da quello delle altre metropoli europee. Ora ci siamo dati un noleggio, ma non un’estensione del mezzo pubblico. Abbiamo ragione noi o loro? Vedremo.
Intermodalità: l’apertura dopo le 21 della linea A è stata forse presa un pochino sottogamba, ma è un buon passo in avanti. Possiamo provare ad aprire la metro tra mezzogiorno e le due? Vediamo l’effetto che fa.
Fondo stradale e segnaletica orizzontale: finalmente si stanno ottenendo alcuni miglioramenti, ma siamo ancora all’ordinario fatto in forma straordinaria. Per la segnaletica il problema appare ancora lungi dall’essere risolto, mentre le strisce pedonali ed il resto svanisce rapidamente.
Ciò che più preoccupa sono i primi due punti. La mancanza di un chiaro piano di sviluppo che includa la bicicletta era in qualche modo condivisa con le precedenti Amministrazioni, che però hanno continuato a realizzare piste ciclabili, magari in modo inorganico.
L’impressione è che la giunta sia poco ben disposta verso l’uso della bicicletta, e comunque abbia cose più importanti cui pensare. Ciò poteva andare bene dieci e forse 5 anni fa. Adesso non è più il momento. La politica degli incentivi ha riempito le case di biciclette, e presto il prezzo della benzina tornerà a mordere. La gente si chiederà sempre di più di usare la bici, e si chiederà la ragione di questa contrarietà.
Si può rimediare a questa situazione? Sì, se c’e’ la volontà (e anche qualche soldino). Al Sindaco suggerisco alcune mosse per riaffermare la popolarità nella comunità dei ciclisti:
- recuperi la pista di Viale Marconi e studi come prolungarla fino al Lungotevere degli Inventori, visto che in quella zona ci sono ampi marciapiedi;
- rispolveri la pista delle Mura Aureliane. Un itinerario stupendo, per i turisti ed i Romani, tutto o quasi su marciapiedi. Sembrerebbe veramente che bastino “due soldi” per attuarlo.
- rifaccia partire i biciplan dei Municipi.
- convinca l’ATAC a pubblicare un piano di espansione del bike sharing anche alle periferie, valutando anche di agganciare l’uso gratuito della prima mezz’ora all’abbonamento ATAC.
- istituisca una più “giornate senza motori”. Magari solo Dalle 11 alle 4 del pomeriggio, vietati tutti i mezzi a motore nell’anello ferroviario. Roma senza motori... Si verrebbe da tutta Italia a vederla, altro che Formula 1.
IO AGGIUNGEREI L'ASFALTATURA DELLA PISTA CICLABILE TEVERE......PER QUANTO RIGUARDA LA GIORNATA SENZA MOTORI...STAI SOGNANDO??....
RispondiEliminaa) Mi pare che in questo momento abbiamo già problemi con i sampiterini (vedi il post). Comunque hai ragione.
RispondiEliminab) per la giornata senza motori... Perchè no? Un vero blocco totale dalle 11 alle 4, mica è una cosa da paura... sono ore sole.
Condivido tutto il post. Soprattutto spero che il bike sharing venga agganciato alla metrebus con 1a mezz'ora gratis.
RispondiEliminaCommento solo l'idea della "giornata senza motori".
RispondiEliminaSecondo me non possono assolutamente permettersi di rischiare che alla gente piaccia... significherebbe cominciare a rimettere in discussione l'egemonia dell'automobile.
Faranno invece di tutto perché il "paradigma auto" venga confermato, anche boicottare le forme di mobilità alternative.
P.s.: haddavenì la Crisi! (quella vera)
Che tristezza...
RispondiEliminaMagari la/le giornate senza motori!
Qui invece pensano solo ed esclusivamente alle maghine.
Giuro che se riescono a fare 'sto maledetto gran premio di formula 1 all'EUR, mi faccio terrorista verde!!
Ma andassero tutti a ca... campagnano romano!
Mamaa
Mah... la formula 1 ha il suo lato buono che sono le ragazze dei box...
RispondiEliminaSi potrebbero avere solo le fanciulle e lasciare agli altri le auto? Oppure niente auto niente ragazze?
Temo che l'equazione sia proprio quella auto=ragazze, quindi no auto no ragazze!
RispondiEliminaE poi non é giusto:perché non ci sono bei ragazzi a tenere gli ombrellini per i piloti? Si potrebbe fare almeno un 50 e 50 no?
Mamaa
Ma voi donne già avete piloti e meccanici... Che altro volete? Pure guidare la macchina?
RispondiEliminaPiloti e meccanici?? 'zomma, non é che siano proprio bellissimi e i piloti di adesso sono pischelletti ancora col ciuccio!
RispondiEliminaAridatece Alesi, Berger, Irvine!!
Guidare la macchina: certamente!!!
Ma solo in pista
Mamaa
Forse nelle moto la cosa è cambiata, ma i pilti hanno sempre la stessa età...
RispondiEliminaSiamo noi che siamo diventati più grandi... (Scusa se nel frattempo mi è venuto il fascino dell'uomo maturo)