Venerdì scorso, sommando alcuni giorni di ferie da spendere “per forza” e un’avaria all’auto, ho preso il treno con la bici e sono andato a farmi un giro nel bosco di Macchiagrande a Manziana.
In realtà sarei voluto andare ad Oriolo, ma alla fine ho preso il treno per Bracciano e da lì ho proseguito su strada fino a Manziana, senza continuare oltre, anche perché dovevo tornare presto a Roma proprio per ritirare l’auto.
Per quanto riguarda il treno l’esperienza è stata positiva, anche se il giorno lavorativo si è sentito. Ancora debbo capire con esattezza i regolamenti, ma credo che pagando il supplemento bici (€ 3,5) si abbia diritto a portare la bici così com’è. Se invece la si smonta e la si insacca viaggia gratis, come fosse un bagaglio.
Gli orari di trasporto sono rispettosi dell’affluenza media: nei giorni lavorativi non si può portare la bici sul treno che arriva a Roma prima delle 09:30, e non la si può portare sui treni che partono da Roma dalle 13:00 alle 19:00. Io ero totalmente controflusso, e quindi è andata bene, anche se l’assenza di un vero posto per biciclette crea situazioni un tantino imbarazzanti al crescere della frequentazione.
Treni a parte, la giornata è stata meravigliosa. Tiepida ma non eccessivamente calda, ventilata, azzurro alternato a nubi torreggianti, sia per la stagione che per il giorno lavorativo, il bosco era un incanto.
Non ho visto praticamente nessuno per tutta la giornata, andando ovviamente sia dentro che fuori dal bosco, e, cosa stranissima, non ho visto neanche gli animali che lo frequentano. Niente mucche al pascolo brado, niente cavalli, niente asinelli? Ma dove saranno andati?
Dal punto di vista ciclistico il bosco è un ottimo terreno di allenamento leggero. Non presenta dislivelli forti, anche se qualche salitella può essere trovata, e si può andare dalla strada sterrata, al sentiero del sottobosco, fino alla traccia evanescente, come preferite. Le recenti piogge avevano peraltro compattato il terreno, senza traccia di fango.
Dai cancelli si può entrare ed uscire per distendere le gambe sulle strade campagnole, anche loro praticamente vuote. Mi sono stupito della mia forma fisica. Malgrado l’assenza di allenamenti seri, le gambe sono andate alla grande, merito, credo, di jogging e addominali. Il tutto nel più completo silenzio, se si eccettua il cinguettare degli uccelli.
Nel bosco è inoltre possibile trovare acqua potabile, quindi non occorre razionare il liquidi.
Al ritorno, un cenno alla stazioncina di Manziana, uscita da qualche plastico della Marklin…
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