mercoledì 21 ottobre 2009

Bici a Montreal

Sono stato a Montreal circa 4 anni fa, e non mi ricordavo di una città particolarmente dedita alla bicicletta.






In effetti a quell’epoca neanche Parigi lo era.






E’ stata quindi una sorpresa trovare una città dove non solo la bicicletta è molto usata, ma la municipalità ne continua a sostenere ed incoraggiare l’uso.


Un chiarimento: Montreal è adagiata sulle pendici di un antico vulcano… quindi è una città in pendenza. Le pendenze non sono drammatiche, ma comunque hanno una certa rilevanza, insomma non siamo di fronte a Ferrara o New York.

La prima cosa che ho notato è stata la grande quantità di bici parcheggiate in strada. Lì la mucipalità ha adottato parchimetri con attacchi per legare le biciclette sulle colonnine. Molto comodo in quando assicura una capacità di parcheggio protetto 1:1 con le auto.

Le infrastrutture ciclistiche non sono eccezionali: ho visto una sola grande pista, peraltro molto spaziosa, ma ho visto che nei lavori di ristrutturazione delle aree le piste vengono integrate. Va anche detto che il traffico, seppur abbondante, è molto tranquillo, ordinato e moderato nella velocità. Niente a che vedere con quello di Roma.

La sorpresa più grande è stata trovare un robusto bike sharing. In effetti è il primo bike-sharing del Nord America, fortemente voluto da un politico locale, André Lavallée, e inaugurato nel maggio 2009 da Gerald Tremblay, sindaco di Montreal.




Nella città sono state fatte 300 stazioni per un totale di 3000 biciclette (per adesso). Il costo iniziale è stato di 16 milioni di dollari canadesi, circa 10 milioni di euro, ma il sistema adesso è auto-sufficiente (bici-sufficiente) dal punto di vista economico.




Il bike sharing di Montreal, chiamato Bixi, è apertamente ispirato al Velib parigino, ma con alcune importanti differenze. Infatti, a causa delle bassissime temperature, d’inverno viene tutto smontato e riparato al coperto.








Per questo le stazioni sono solo “appoggiate” sul manto stradale, ma non collegate a nessuna rete. Sono collegate in WiFi alla rete d’informazioni cittadina e prendono l’energia elettrica necessaria da un piccolo pannello solare. Quindi impatto ecologico totalmente zero.





L’altra differenza è che le biciclette sono gestite direttamente dal Comune attraverso l’ufficio che si occupa dei parcheggi, in quanto si è visto che gli introiti pubblicitari non potevano coprire le spese, ma avrebbero limitato la diffusione del bike sharing.




La tariffazione è nelle migliori tradizioni del bike sharing. Abbonamento annuale di 78 dollari canadesi (pari a circa 50 euro), oppure giornaliero a circa 3 euro, mentre coloro che hanno l’abbonamento ai mezzi pubblici pagano la metà.








E’ gratuita la prima mezz’ora, dalla seconda arriva a 1,5 dollari canadesi (1 euro circa) a mezz’ora (due euro l’ora), dalla quarta ora la tariffa sale a 6 dollari canadesi (4 euro circa).








Per partecipare al servizio coloro che fanno il pass girnaliero devono lasciare un deposito (non versato ma bloccato sulla carta di credito) di circa 250 dollari canadesi in caso di non restituzione della bicicletta.








Le biciclette sono d’alluminio, sponsorizzate da un produttore di alluminio locale, robuste con gommoni da strada e un cambio a tre marce, salita, pianura, discesa.








Il design sarebbe stato studiato per minimizzare la manutenzione e la possibilità di danni da parte dei vandali.

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