martedì 6 ottobre 2009

Una brutta storia finita in tragedia. Aggressività ciclistica... passiamo dalla parte del torto?

Una delle (tante) cose che nella vita fanno paura sono le liti che finiscono male.

La stampa riporta una pessima storia. In breve, a Torino (come raccontato nel CdS).

Un ragazzo vuole salire con la bici sull'autobus. La conducente lo ferma e vuole consultare la ditta per chiarire se questa cosa si può fare. Il ragazzo si irrita e comincia a fare la voce grossa. Un anziano tramviere in pensione, 76 anni, interviene per calmare il ragazzo. Il ragazzo (età intorno ai 18 anni) non si fa calmare, e molla due pugni all'anziano, poi scappa. L'anziano dopo un po' si sente male. ed entra in coma. Due giorni dopo muore. Emorragia cerebrale. Ovviamente, quanto c'entra il ragazzo con la morte? E quanto la bicicletta con la lite?

Possiamo parlare di aggressività ciclistica?

Innazitutto io parlerei di brutti costumi italiani. Avere ragione è diventato un fatto secondario. Almeno a Roma chi è nel torto è anche aggressivo. Se scoperto non solo non si scusa, ma attacca. Vagli a dire qualcosa, vedi la risposta.

Alla stessa categoria appartengono quelli che buttano le cartacce per terra. Dì ad uno di questi: raccogli la carta hai "testè" gettato. Ti risponderà che tu non sei un vigile. Se glie lo dice il vigile dirà "tu sei solo un vigile e non un poliziotto" e ricorrerà al giudice di pace.

Se glie lo dice un poliziotto dirà che vuole un mandato dal giudice.

Se finalmente il poliziotto gli spara, allora interverrano i suoi amici tifosi e metteranno a ferro e fuoco il quartiere per ottenere giustizia.

Comunque, se sei cittadino e difendi i tuoi diritTi stai tranquillo che si arriva alla lite. E ogni tanto ci scappa il ferito, oppure il morto.

Su io fossi il giudice applicherei una semplice regola: dare sempre torto a chi difende il torto, a prescindere dall'esito. Va da se' che per me l'eccesso (magari colposo) di legittima difesa è una delle tante ipocrisie italiane, e più non voglio aggiungere.

Dirò solo che ogni volta che sento un cittadino che va sotto processo (invece di premiarlo) perchè ha reagito al crimine (ladro, rapinatore o altro) mi girano le balle.

Ma torniamo a noi ciclisti: stiamo sviluppando un'aggressività ciclistica?

Io nelle giornate "no" sono molto aggressivo, anche se quando si corre il rischio di finire a botte divento freddissimo. Mi è capitato (tra adultoni, nel condominio e non per strada). Invece di attaccare mi sono difeso decentemente (retaggio degli anni del kung-fu). Cio' non toglie che il tizio lì per lì l'avrei ucciso. Un errore perchè adesso siamo tornati amici. Quindi farei meglio a non essere aggressivo.

Sicuramente l'ascesa (sic) della bicicletta a Roma sta turbando vari equilibri, così come era accaduto con l'ascesa dei motorini. I pedoni sono tutti sull'ultra difensiva, rimproverando aspramente ai ciclisti anche il millesimo di quello che dovrebbero rimproverare agli automobilisti.

I vigili ovviamente non vogliono altre scocciature e gli amministratori (comunali, non di condominio) non hanno tempo da perdere a valutare ciò che si può fare per noi.

Il risultato è che noi ciclisti siamo assolutamente discriminati.

O meglio, i mezzi a motore sono in una posizione magari di rispetto del codice, ma che nella regolamentazione economiche sarebbe un classico caso di abuso di posizione dominante. In effetti coi ciclisti dovremmo rivolgerci all'Antritrust...

Sì. Noi ciclisti siamo come Netscape e Internet Explorer. Questo renderebbe nervoso chiunque.

E' arrivato il momento della morale: ci sentiamo giustificati ad essere incazzati. Ma spesso le giustificazioni sono risibili. Come diceva il Marchese del Grillo al povero Aronne Piperno, ci avete ammazzato Gesù, avrò dritto ad essere incazzato un pochino, non credi? E con quela scusa non lo pagava.

Ma ferme restando le azioni degli individui, per le quali non possiamo essere collettivamente ritenuti responsabili, cerchiamo almeno di non passare dalla parte del torto in quanto categoria.

Per quanto riguarda Torino, abbiamo due vite tragicamente sconvolte. Chissa se il ragazzo verrà preso, ma mi sembra molto difficile che possa farla franca. Inoltre ho cercato sul sito del Comune di Torino e non ho trovato traccia della possibilità di portare la bici sui mezzi pubblici, mentre c'e' un intero capitolo sulla bici più treno.

Allora forse la bicicletta su quel tram proprio non ci poteva salire.

5 commenti:

  1. Bruttissima storia di violenza che come tale esula dal mezzo utilizzato da chi la pratica.

    Ho letto invece ieri una notizia riportata sia da Leggo che da E-polis di cui pero' non trovo riscontro online. si tratta di una ciclista investita dal trenino urbano (termini-giardinetti) all'altezza del sottopasso di via del Mandrione.
    Quel punto è pericoloso perchè la strada attraversa in diagonale i binari quindi può capitare che qualcuno distratto non veda sopraggiungere il treno. Anche il conducende del treno non ha molto modo di rendersi conto del sopraggiugere di un veicolo.
    bikediablo

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  2. Il ragazzo è stato trovato, come ci si poteva attendere....

    Per il resto, sto trovando i conducenti degli autobus sempre più nervosi e imprevedibili.

    Oggi uno diretto al deposito ha fatto una manovraccia per superare gli altri in servizio, ed è passato con il rosso, neanche avesse uno scooter.

    Molto male.

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  3. Sembra che tutti siano più nervosi ogni giorno che passa, dagli autisti degli autobus alle nonnine col carrello al supermercato....
    Quando diventa una guerra tutti contro tutti significa che siamo arrivati alla frutta.
    Avessero ragione i Maya, al 2012 non manca molto!

    Mamaa

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  4. >Avessero ragione i Maya, al 2012 >non manca molto!

    Magari inizia un'era migliore :-)

    bikediablo

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  5. Per favore, gli ultimi 3 anni ho lavorato ad un sacco di cose che partono dal 2012... Se finisce il mondo sai che delusione...

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