In assenza di idonea gita su Cicloappuntamenti, ho optato per aderire all’invito di Franz Bttn per una gita “media” dal Porto di Santa Marinella alla Tolfaccia. Non so chi mi aveva detto che tanto Franz era uno che andava con gruppi di sole donne e quindi non c’era da temere.
Un po’ di tricche tracche, ma poi mi sono deciso, anche se la bici soffriva ancora dei postumi della creta di Maccarese… In effetti altre due ore di “scretizzazione” non avevano portato risultati definitivi… devo dire che ero abbastanza inquieto, subodorando qualche problema.
In effetti al Porto di Santa Marinella hanno cominciato a confluire una notevole massa di ciclisti biciclettati con il fior fiore delle bici da montagna, per dire neanche una cube, forse considerata troppo plebea.
Anzi c’era due esemplari di mostri con ruota 28 e addirittura una ruota 29 alla sua prima (o seconda) uscita. Donne solo 4, agguerritissime. Ho capito che lo strano, con la mia bici da gitano con portapacchi, borsa ventrale, vestiti da città, occhiali 626 decathlon etc, ero io.
Alla vista del mio velocipede (come altro definirlo rispetto a tutte quelle astronavi) Franz ha espresso qualche dubbio sulla partecipazione, citando la salita (con quella ti fai un culo così) il single track tecnico in discesa (e lì sono cazzi) e i cinque guadi previsti. Assieme a questi consigli gentilissimi mi ha dato un contributo decisivo regolandomi il sellino nuovo in modo da non rovinare i gioielli di famiglia. Contributo azzeccatissimo che mi ha risolto tutti i problemi dell’uscita precedente.
Insomma partiamo e comincia la salita.
Bene, mi difendo, nel senso che milito nell’ultimo terzo del gruppo, ma senza essere staccato.
L’unico problema è che, come avrete immaginato, ad un certo punto buco. Non mi chiedete come, ma era un forellino piccolo piccolo, così che ogni chilometro o due, scendo dalla bici e do’ una cinquantina di pompate. Franz mi guarda e mi dice: “Sai qui siamo tutti tubeless latticizzati…” Al che io rispondo: devo atticizzare anche io le mie gomme. Scuotimento di testa: devi proprio cambiare la bici… lo sapevo.
Insomma la salita prosegue e prosegue. Mi piazzo nel quarto di testa (però gli altri mica stavano tirando). Le gambe reggono, e cedono negli ultimi 15 m di dislivello. Addominali e dorsali una meraviglia, forse frutto della ginnastica di questa settimana. Paesaggi meravigliosi, che non mi sono fermato a fotografare per paura di essere staccato.
Per evitare di far aspettare il gruppo scendo e proseguo a piedi per questi ultimi metri, per cominciare subito a cambiare la camera d’aria. Invece Alessandro mi offe la sua bomboletta che in pochi secondi sistema il tutto… Un grazie e continuiamo.
La discesa è appassionante. Purtroppo prima ci toccano circa 500 m impedalabili di pascolo. Ad un cancello chiuso il miglior complimento. Passo la bici oltre la cancellata e chi la prende dice “Senti questa pesa una tonnellata. Che culo si sta facendo il ragazzo!” .. e sì che ero quasi il decano del gruppo (forse il secondo più anziano).
Nella parte che ne è seguita ho rimpianto di non avere una full con freni a disco. Ho mantenuto il contatto con il gruppo (anche fermandomi a fare qualche foto) perché ritengo di avere una guida piuttosto precisa, tra sasso e sasso. Ad un certo punto il fango mi ha messo fuori uso il freno anteriore, e lì qualche problema me lo sono fatto.
Abbiamo attraversato un bosco ed una valle assolutamente strepitosi e fatto un paio di guadi molto belli. Purtroppo non era prevista la sosta pranzo, perché il gruppo pare disdegni queste abitudini borghesi, preferendo sostenersi a barrette. Quindi ho scarrozzato panini e frutta per niente (peso, peso!).
Purtroppo non è stato possibile chiudere con l’ultima variante per la presenza di una battuta di caccia al cinghiale. Quindi, invece di continuare per il bosco, siamo riusciti sulla strada e ci siamo fatti una volata fino all’Aurelia.
Le mie gambe avevano dato tutto il possibile, e gli ultimi 7 chilometri di pianura asfaltata fino al porto sono stati un’autentica agonia.
Ringrazio Franz, Alessandro e gli altri per la gita meravigliosa, l’aiuto concreto e la simpatia. Sicuramente sono ad un altro livello rispetto alle mie possibilità. Alla fine però non credo di essermi fatto aspettare… anche se con le foto nella discesa un po’ sono rimasto indietro.
Al ritorno (in auto) mi sono fermato all’autolavaggio di Cerveteri e ho investito un euro per lavare a pressione la bici. Fango tolto, una meraviglia, mai stata così luccicante dopo la prima uscita.
Come dire:
RispondiElimina"Cicoappuntamenti e' un altra cosa!"
;-)
Trip
Ma questo giro/gruppo dove l'hai trovato???
RispondiElimina@Marco:
RispondiEliminaStanno su Facebook: Facebike appunto.
(Potenza del web 2.0)
trip
Infatti sono tutti molto (un po' troppo), girano una gita solo in auto e hanno bici stratosferiche.
RispondiEliminaComunque una gita simpatica, anche se molto di corsa...