Sabato, dopo molti travagli, ho deciso di abbandonare la Simbruinical Mass (itinerario allettante ma che aveva già totalizzato una valanga di adesioni, tanto da far temere per l’equilibrio ecologico del Monte Livata) per aderire all’itinerario proposto da Marco della Val de Varri.
Bene bene, ci vediamo al casello di Tagliacozzo, sotto un sole che spacca le pietre.
Magari un tantino di vento fresco a ricordarci la prossima dipartita del clima e estivo, e un pelino di nubi che fanno capolino da dietro le creste dei monti abruzzesi, ma così, tanto per rendere il cielo ancora più blu.
Partiamo da casello per portarci all’inizio della gita, ma la situazione meteo precipita.
Le nuvolette bianche scavalcano in forze i crinali e cominciano ad espandersi e a cambiare colore, dal bianco al nero. La temperatura precipita. Scendiamo dall’auto, il panorama è terrificante: le altre cime sono schermate da veli di pioggia… il cielo nero, la temperatura si attesta sui 6 gradi… e cominciano a cadere chicchi di grandine e fiocchi di neve.
Detto fatto ci arrendiamo e decidiamo di cambiare gita.
Siamo tornati a valle, abbiamo fatto colazione nel bar del casello di Carsoli, e dalla cooperazione di tanti cervelli (escluso il mio) è nato il piano B: da San Vittorino a Poli, passando per San Grergorio da Sassola e Casape.
Il nuovo giro è stato molto bello.
Tranquilla salita tra gli ulivi, necessaria per ri-pressurizzare le gambe dopo tanta canoa e discese, e lungo tratto asfaltato, con pochissime auto, tra gli ulivi in frutto, toccando i bei paesi di San Gregorio, Casape e Poli, tutti con il loro imponente maniero.
A Poli il gruppo si è diviso tra picnicchisti e trattoristi. Ci siamo salutati e ognuno per la sua strada.
Noi picnicchisti abbiamo consumato un frugale banchetto in una piazza di Poli, riparati da vento fresco e riscaldati dal sole. Il picnic è stato allietato da una bordolese di Sangiovese e dallo strepitoso ciambellone fatto da Uta.
Il ritorno è stato fatto lungo la strada asfaltata (e quanto asfalto…) che scende da Poli verso San Vittorino.
Strada bellissima (qualche auto di troppo) che si snoda tra gli ulivi, e a tratti si incassa profondamente nel tufo, cosa che mi piace enormemente. Non so perché, ma è come se sentissi qualcosa di profondamente antico.
Comunque sia, anche la discesa è stata una fatica. Infatti Daniela si è buttata a tutta birra giù per la strada, e noi abbiamo dovuto forzare per starle appresso, sul filo dei trenta, con la resistenza del vento che equilibrava la discesa.
Passato il bellissimo arco di tufo, siamo risaliti a San Vittorino, dove avevamo lasciato le auto.
Bella giornata… che dimostra anche che dovremmo fare qualche giro cicloturistico per i meravigliosi paesi del Lazio.
Un interrogativo: se noi abbiamo avuto tanto freddo, cosa sarà successo alla Simbruinical Mass in cima a Livata?
Saranno finiti tutti surgelati?
San Girolamo???? :-)
RispondiEliminaAgape???? :-))))
RispondiEliminaCredo che il correttore word abbia colpito... mo' cambio!
RispondiEliminaHo un caro collega che si chiama Girolamo Di Gregorio e ogni tanto tra i due faccio casino...
RispondiEliminaReduce dalla Simbruinica Mass, posso dirti che la neve e' stato un simpatico siparietto ad inizio gita.
RispondiEliminaDopo il sole a ripreso possesso del cielo (un po freddino a dire il vero).
Trip
Anche io avevo questo sospetto. Tra i convenuti a Val de Verri ero molto attrezzato, con l'eccezione dei pantaloncini, supportati da antivento lunghi...
RispondiEliminaFossimo già stati a terra magari avremmo pure continuato, ma avevamo ancora le bici in coppa alle auto...