martedì 17 gennaio 2012

Una risposta a Martina

Scrive Martina in risposta al post 2012 l’anno del … “Se semo rotti”:

Sul rapporto di convivenza (forzata) tra ciclisti e automobilisti secondo me bisognerebbe completamene capovolgere la prospettiva.

Prima di tutto non dobbiamo essere noi ciclisti a chiedere le ciclabili perché tanto in quattro e quattr'otto sarebbero occupate dalle macchine o scooter parcheggiati, bancarelle eccecc, vedi l'esempio delle piste ciclabili di

Porta di Roma belle larghe e del tutto inutilizzabili.

Non sarebbe meglio se invece fossero gli automobilisti a chiederle? per toglierci dalle palle diciamo, perché man a mano che siamo sempre di più sulle strade facciamo massa critica (eheh) e insomma diciamocelo a viale libia, dove quel bel rettilineo li tenta ad accelerare a 200 all'ora, quanto rompo io in bici? che sto praticamente al centro della strada stretta tra la corsia dell'autobus (dove non vado se c'è l'autobus) e le macchine parcheggiate in seconda fila a sinistra della carreggiata?

Insomma lo so che è una provocazione (e mi danno sempre tutti contro) ma secondo me dobbiamo capovolgere il problema:
se non ho una ciclabile dove stare, non è un problema mio, è loro
!

Cara Martina,

quello che dici non è sbagliato, ma solo se parti dal presupposto dell’automobilista veloce ma attento, che non accelera se vede il ciclista, non gli passa vicino, aspetta pazientemente nei passaggi ingombrati, etc. etc.

Ciò non corrisponde alla realtà, ed in particolare non corrisponde a quella italiana.

Quando a giugno ho fatto scuola guida a mia figlia, le ho spiegato come si supera un ciclista: tenendosi a debita distanza (almeno 1,5 metri), il che significa che prima di superarlo devi accertarti che puoi passarci, come ogni altro sorpasso.

Appena un paio di mesi dopo, mentre percorrevo il sentiero dei briganti, mi sono accorto sui tratti stradali della differenza di approccio tra automobilisti italiani e stranieri (dico Belgi, Tedeschi, Finlandesi, Olandesi). Quando sentivi che la macchina rallentava dietro di te, e ti superava solo quando aveva spazio, potevi stare sicuro che era uno straniero.

Quando invece l’auto non modificava la velocità, ma semplicemente si allargava per passarti, a prescindere da quello che c’era davanti, era un Italiano. Uno di questi signori mi ha superato in questo modo sotto curva, ovvero non ha rallentato per passarmi, ma si è allargato, e ha rischiato di stamparsi su di un’altra auto appena uscita dalla curva di fronte. Alle brutte non ho dubbi che per evitare l’urto frontale mi avrebbe travolto. Dove si vede che non sono autisti, ma solo guidatori di macchine.

Nel caso urto auto-bici, chi ci rimette sempre è il ciclista. E’ per questo che occorre fare percorsi protetti. Anche perché sui percorsi protetti puoi mandare anche i ragazzi.

Aumentando i ciclisti aumenteranno anche gli incidenti. Infatti è ancora pieno di automobilisti che non intendono in nessun modo limitare la loro velocità, anche mettendo in pericolo gli altri.

Per questo in tutto il mondo civile costruiscono le piste ciclabili.

4 commenti:

  1. Uno di questi signori mi ha superato in questo modo sotto curva, ovvero non ha rallentato per passarmi, ma si è allargato, e ha rischiato di stamparsi su di un’altra auto appena uscita dalla curva di fronte.

    Pochi mesi fa, durante un'uscita di cicloappuntamenti, è successo esattamente questo: un'automobilista ha tentato il sorpasso e non riuscendoci ha buttato fuori strada due dei nostri: http://cicloappuntamenti.forumfree.it/?t=57809764&st=90#entry473451813

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  2. Ciclabili si ciclabili no. A mio parere ci sono sempre le variabili di contesto che vanno assolutamente considerate. Gli estremi non vanno mai bene, soprattutto in città culturalmente non abituate alle biciclette. In molte capitali Europee adottano molto spesso, oltre alle ciclabili, la promiscuità, tra pedoni bici e automobili ( in assenza di macchine parcheggiate ovviamente )Dove il mezzo piu veloce deve adattarsi a catena a quello piu lento, riducendo la velocità. A roma, sulla maggior parte delle strade, non su tutte, purtroppo per fare le ciclabili devi togliere i parcheggi o ridurre la carreggiata delle auto a costi elevatissimi e in presenza di una notevole disparità di esigenze tra i principali poratori di interesse, cosa da non sottovalutare in un paese come il nostro. Consideriamo che la necessità della separazione delle utenze deriva proprio dal differenziale di velocità potenziale. Io penso che in alcune situazioni la ciclabile è desirabile in altre no. La situazione in cui è deisiderabile è nelle strade a scorrimento veloce, dove il differenziale di velocità è potenzialmente molto elavato. Non è desiderabili in ambito strettamente urbano all'interno dei quartieri, ove l'infrastruttura avrebbe un impatto forte sull'esistente. L'unico vero deterrente alla velocità è la promiscuità delle utenze. La ciclabile è secondo me l'ultimo dei problemi: piu ciclabili non significa piu gente in bici. Piu mezzi pubblici, maggiore accessibili e distribuzione pro-capite delle infrastrutture vuole dire meno auto e per questa via maggior probabilità di avere piu ciclisti. Una scelta in astratto ed in assoluto logica e condivisibile,come "più ciclabili", non è detto che determini i risultati auspicati, date tutte le variabili in gioco, potendo determinare effetti tutt'altro che desiderabili. Vale lo stesso per la promiscuità... come diceva Einstein " E' tutto relativo" e le cose vanno valutate veramente strada per strada. E bene discutere ed interrogarsi su questi temi. Grazie per questo spazio.Buone Pedalate! Ilaria Inbici

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  3. @Marco...
    l'ho saputo, mi ricordo.

    @Ilaria
    le ciclabili difendono una serie di utenti superdeboli, come gli adolescenti. Possono essere un'alternativa ottima al motorino, e se la bici prende piede tra i giovani è fatta. Basta che il 10% dei liceali cominci ad usare la bici per andare a scuola per inondare Roma di ciclisti!

    In ogni caso è un'ottima analisi!

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  4. @Lug
    è che sono un'inguaribile ottimista, ma purtroppo sulla sicurezza ti devo dare ragione, per quanto il discorso si potrebbe allargare anche ai pedoni, vittime anche loro delle follie degli automobilisti

    concordo con @ilaria che più ciclabili non fanno più ciclisti e che le ciclabili andrebbero valutate strada per strada tanto più che la tendenza che mi sembra di vedere sia quella di concepirle ancora più come spazio ludico che come vera e propria "corsia" preferenziale, ad esempio avete presente la ciclabile della togliatti? scorre al centro della strada finendo e iniziando nel nulla nonostante inizi e finisca con due grossi incroci, secondo loro la dovrei usare per fare su e giù sulla togliatti?

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