A tre giorni dalla sua comparsa su sito blog di Roma Ciclista, il form elettronico per dichiarare quello che ci capita in bicicletta è stato usato solo 2 volte, una delle quali per raccontare un evento accaduto nel 2008.
Può anche essere che in questi giorni tutto sia andato bene a tutti i ciclisti romani (almeno quelli che leggono Roma Ciclista, che sono un centinaio) ma non ci credo. Se vi fosse l’abitudine la volontà di riempire il modulo secondo i miei calcoli dovrei trovarmi sul db non meno di tre o quattro eventi al giorno.
Ma perché dovremmo raccontare quello che ci capita? Perché così facendo cominciamo ad avere una fotografia di quello che realmente ci succede, e non solo discorsi molto soggettivi e talvolta privi di fondamento.
Registrare quello che va male è uno dei primi passi per capire cosa va male veramente e provare a porvi rimedio in maniera razionale. Qui la differenza è che la raccolta dati non si limita ai soli casi di incidente, ma vuole entrare a vedere quei casi nei quali l’incidente è stato evitato per poco, o quei casi nei quali si è semplicemente corso un rischio.
Pensiamo ad un caso molto semplice: tu sati arrivando ad un incrocio, passi col verde, e una macchina passa con il rosso e ti sfiora a 70 all’ora. Questa circostanza non finirà mai su alcuna statistica, ma potenzialmente porta più pericolo di un caso nel quale l’auto ti colpisce ma a 20 all’ora. Fai un bel capitombolo ma lì finisce.
Nella mia intenzione vorrei fare un rapporto mensile ed uno annuale cercando di capire come evolvono i trend… se ho abbastanza dati.
Un’ultima cosa: per favore, non lasciate alcun dato personale. Nome, cognome (peggio). Il questionario è assolutamente anonimo e tale deve rimanere. Non voglio in nessun caso custodire dati sensibili.
Lug, che vuoi che ti scriva?
RispondiEliminaIo, se prendo la bici per andare in ufficio, percorro quotidianamente Via di Tor Cervara: 1 km di starada a doppio senso di marcia, stretta e senza marciapiedi, dove vengo sistematicamente superato dalle automobili al di sotto della distanza di sicurezza. Quando va bene. Quando va male mi sorpassa l'autobus sfilandomi a trenta centimetri dal manubrio per tutta la sua lunghezza. E il bordo strada è malmesso.
Sempre significa "sempre", ogni santo giorno. Quella strada non è sicura, punto. Se ci fossero almeno i marciapiedi potrei usare quelli, se sistemassero i sentieri della riserva dell'Aniene potrei usare quelli, se, se, se...
La ciclabile Togliatti mi porta fino a Quarticciolo, dopodiché per attraversare la Prenestina devo letteralmente fare a gomitate con macchine e motorini. Sempre, ogni giorno...
Facciamo così, mi fai un modulo pre-impostato con tutti i soprusi che subisco quotidianamente ed io gli do la spunta nei giorni che prendo la bici. Mo' ti preparo l'elenco.
Anch'io non saprei che segnalare, il maggior pericolo che incontro è quotidiano e più che incontrarlo ci passo sopra: è il manto stradale
RispondiEliminaBuche grinze ghiaia fogliame immondizia mi obbligano a fare lo slalom, a spostarmi a volte verso il centro della carreggiata
Lo so che tutti volete le ciclabili ma io insisto la nostro sindaco per prima cosa chiederei: #salvaiciclisti dalle buche x strada
Sto pensando a fare un qualcosa di specifico dedicato alle strade!
RispondiEliminaSaprò dirvi!
Beh fammi sapere se ti serve una mano!
RispondiEliminaPerchè il vero problema Dell'italia siamo noi che ci annoiamo pure di denunciare tutte le ingiustizie, ma a lamentarci siamo sempre i primi...
RispondiElimina@Martina: dovremmo scrivere un sacco di cose... adesso vediamo
RispondiElimina@TSC: noi vogliamo fare solo quello che vogliamo fare. Poi non otteniamo quello che di cui abbiamo bisogno.