martedì 24 luglio 2012

Acchiappa l'automobilista con la videoregistrazione!


Una mia amica americana, con un figlio ciclista accanito, mi segnala un articolo del New York Times  sull’effetto benefico delle registrazioni video degli incidenti in bicicletta fatte da chi circola registrandosi.

Sto parlando di quelli che girano con la telecamera attaccata al casco che riprende il video del percorso.

In vari casi di incidente, attraverso le immagini video è stato possibile risalire all’automobilista responsabile, anche in casi nei quali non si trattava di un incidente, ma di una vera e propria aggressione.

Eh sì, perché noi critichiamo tanto l’automobilista italiano come padre di tutte le nefandezze, ma se ho capito bene anche in paesi ciclisticamente meno arretrati dell’Italia, gli automobilisti si sentono aggrediti nelle loro prerogative.

Il sentirsi registrati ha un effetto calmante anche sui ciclisti stessi, perché ovviamente, se poi sai che il filmato servirà in tribunale, cerchi di contenerti e non passare dalla parte del torto. L’effetto è benefico su tutto il sistema, ovviamente.

E in Italia funzionerebbe?

Mah… ovviamente  la situazione americana è differente. Lì la polizia locale cerca proprio torti da raddrizzare, laddove la nostra non sembra particolarmente motivata, almeno a giudicare dalla quantità di sosta in doppia fila che continua a persistere.

Innanzitutto ricordiamoci che questo è il paese dove l’automobilista è al sicuro dalle perfide macchinette che registrano la velocità. Devono essere segnalate e visibili, meglio se da molti chilometri di distanza, presidiate da forze dell’ordine, etc. etc.

Però è anche il paese del sistema Tutor, e dei comuni che regolavano le telecamere ai semafori e gli stessi autovelox per fottere gli automobilisti. Quindi la diffidenza è d’obbligo.

Con una certa probabilità il biker vittima dell’incidente che avesse registrato la scena, sarebbe sicuramente denunciato per violazione della privacy, porto abusivo di telecamera, riprese abusive senza bollo SIAE e permesso del comune, violazione della normativa  sulle comparse (l’automobilista, ovviamente non pagato), nonché esercizio abusivo dell’attività di stuntman o, se non sopravvive, decesso non autorizzato su pubblica via.

In breve si troverebbe, oltre che dalla parte del morto, anche da quella del torto, con gli eredi perseguitati da quelli dell’automobilista.

Oppure ci troveremmo una banda di artisti del video, capaci di sovrimporre la targa della tua auto ad un incidente totalmente finto… Insomma that’s Italy!!!!! (aka Oscarwildland)

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