domenica 20 gennaio 2013

Se il cortile non protegge...


Come avevo già fatto notare altre volte, i cortili dei palazzi sono traditori quasi quanto la strada.

Come successo alla mia amica qui accanto, le biciclette parcheggiate nel cortile sono esposte ai furti quasi quanto le biciclette lasciate fuori. Anche se sono di poco o nullo valore.

Anni fa andava di moda un altro tipo di furto: il ladro girava con una bicicletta poco più di un rottame, entrava nei cortili e si prendeva quella che considerava la migliore, lasciando quella che aveva in cambio. Io stesso ho usato  come bici di servizio, per almeno 15 anni, una vecchia bianchi lasciata ne cortile a mio cognato al posto della sua bella mountain bike.

Preciso che la bicicletta in questione non era il cancello più volte citato in questo blog, bicicletta di lignaggio enormemente inferiore.

Ora ritengo che si debba ricominciare una campagna per portare l'attenzione sul furto quale secondo elemento di freno dell'utilizzo della bicicletta a Roma... ovviamente il primo è l'inadeguatezza della rete ciclabile.

Purtroppo la battaglia è durissima: infatti mentre per la sicurezza alla fine -a parte qualche ciclista puro e duro (di comprendonio) che insiste sull'inutilità delle piste ciclabili, quando si vanno a toccare gli argomenti connessi con la prevenzione e repressione dei reati si esce dal tecnico e si entra nel sociale.

La mia opinione è che il furto di biciclette non dovrebbe essere considerato solo per la gravità economica o l'assenza di pericolosità per le persone, ma come un grave danno alla società, come, ad esempio, rubare sui mezzi pubblici. Anzi spesso il dubbio che ti prende è che queste forme minori di reato vengano tollerate per far sbarcare il lunario a persone che altrimenti si darebbero ad altri reati più pericolosi o violenti.

E se poco può essere fatto per proteggere tutte le biciclette, almeno andrebbero stroncati gli episodi di commercio organizzato di biciclette rubate.


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