Se ci pensiamo bene, l'incidente del bus dell'altro ieri è stato l'ultimo di una catena che ha visto coinvolti tutti i mezzi di trasporto più sicuri che conosciamo.
Escludendo la Costa Concordia, abbiamo avuto in rapida sequenza il terrificante abbattimento della torre di controllo del porto di Genova, poi il Boeing 777 che è arrivato basso e lento prima della soglia di una pista dell'aeroporto di San Francisco, poi il deragliamento del treno spagnolo (il più sanguinoso) ed infine quest'ultimo incidente. 38 morti per un autobus che è precipitato da un ponte.
I primi tre incidenti sono tutti legati dal fattore umano. Ovvero che l'uomo non è una macchina e sbaglia. Sbaglia molto, soprattutto senza accorgersene. Oppure non segue alla lettera le procedure. Però, appunto, l'uomo non è una macchina. E questa imponderabilità è chiamata. appunto, fattore umano.
Su quest'ultimo incidente è ancora presto per tirare le conclusioni, per cui non credo sia il caso di dare le mie impressioni. Qalcuno se la sta prendendo con il guard-rail, ma l'urto è stato frontale e i guard rail, che io sappia, non sono fatti per contenere questo tipo di urti.
Per rimanere nel novero dei bus, sarebbe il caso di vedere il rapporto tra passeggeri trasportati e vittime... probabilmente è molto buono, migliore di quello delle auto e, appunto, con un po' di disciplina in più, tipo allacciare le cinture, anche la sopravvivenza da incidente crescerebbe. D'altra parte non si può pretendere che l'autista sorvegli che 40/50 persone in effetti stiano indossando le cinture di sicurezza...
Ma che volevo dire... ?
Ah sì. L'esperienza del settore dell'aviazione, forse quello dove la sicurezza è più curata, fa vedere che l'automazione è la vera chiave per la sicurezza. Una volta che i mezzi superano certi limiti di affidabilità meccanica, l'uomo diventa la maggiore fonte di incidenti.
Per una serie di motivi, detti appunto fattore umano, l'affidabilità dell'uomo-macchina è scarsa, anche in personaggi molto addestrati e motivati quali i piloti di linea. La scelta di automatizzare la conduzione degli aeromobili con gli anni sta pagando un congruo dividendo in tema di sicurezza.
Al contrario, nell'aviazione da turismo, dove il pilota è un privato che va a spasso, il rateo di incidenti rimane praticamente costante, Tale e quale la strada.
Tornando a noi... navi, aerei, treni e bus. Dove l'uomo mette le mani, gli incidenti capitano. Possiamo intervenire su qualche causa prevedibile, ma l'unica vera soluzione è automatizzare la guida, e non vedo perchè non possa essere fatto anche per i veicoli.
Ed è anche il motivo per cui le strade avranno sempre un livello di sicurezza basso... l'esposizone agli errori degli altri conducenti è molto forte. E noi ciclisti siamo il vaso di carne tra quelli di ferro. Letteralmente.
Pertanto un domani potremo anche mantenere le auto, ma dovranno essere a guida automatica.
mercoledì 31 luglio 2013
lunedì 29 luglio 2013
Ciclolussomobilisti
Guardate la foto: oggi, nel cortile del mio ufficio, guarda accanto a chi parcheggio: ad una Cannondale Lefty in carbonio, posseduta da una dei colleghi che è anche direttore di una delle squadre di MTB più famose di Roma.
Certo, visto che la catena era esattamente la stessa, la mia Hoptown si è sentita molto al sicuro dai ladri.
Però è come parcheggiare la Panda vicino ad una Ferrari!
Certo, visto che la catena era esattamente la stessa, la mia Hoptown si è sentita molto al sicuro dai ladri.
Però è come parcheggiare la Panda vicino ad una Ferrari!
domenica 28 luglio 2013
Bici obbligatoria per i vigili, e soprattutto per i loro comandanti.
Il bello di avere un sindaco come Marino, è che si ricomincia a parlare anche di cose che potrebbero migliorare Roma e non solo, come avveniva con Alemanno, di cose che era sicuro l'avrebbero peggiorata.
L'ultima uscita del Marziasindaco è stata la convenienza a dotare i nuclei dei vigili urbani romani di una decina di biciclette da usare per il servizio. Idea normale, che forse potrebbe contribuire ad aumentare l'efficienza, che a me sembra bassa, dei vigli urbani.
In realtà l'idea andrebbe approfondita e ampliata. I vigli urbani dovrebbero utilizzare la bicicletta per la loro attività normale. Anzi, per gli ufficiali dei vigili urbani dovrebbe essere il mezzo obbligatorio di spostamento. Niente auto, moto... solo bici e qualche mezzo pubblico
Infatti, solo usando la bici nel traffico si renderebbero conto di quanto gli automobilisti siano, nel loro complesso, prepotenti e arroganti, e magari gli verrebbe voglia di migliorare un pochino la situazione.
L'ultima uscita del Marziasindaco è stata la convenienza a dotare i nuclei dei vigili urbani romani di una decina di biciclette da usare per il servizio. Idea normale, che forse potrebbe contribuire ad aumentare l'efficienza, che a me sembra bassa, dei vigli urbani.
In realtà l'idea andrebbe approfondita e ampliata. I vigli urbani dovrebbero utilizzare la bicicletta per la loro attività normale. Anzi, per gli ufficiali dei vigili urbani dovrebbe essere il mezzo obbligatorio di spostamento. Niente auto, moto... solo bici e qualche mezzo pubblico
Infatti, solo usando la bici nel traffico si renderebbero conto di quanto gli automobilisti siano, nel loro complesso, prepotenti e arroganti, e magari gli verrebbe voglia di migliorare un pochino la situazione.
giovedì 25 luglio 2013
Pensierino prima di andare a nanna
Prima di andare a nanna un grato pensierino a chi ha mantenuto salda la mia mano sul manubrio quando, una ventina di minuti passata la mezzanotte, mentre scendevo la rampa che passa a Via Tiburtina di fronte al Verano, sono stato prima affiancato, poi stretto, da un bus dell'ATAC diretto al deposito di Portonaccio (il secondo, non quello vecchio).
Invece a quello stronzo di autista che l'ha fatto apposta, perchè ci ha pensato bene prima di superarmi in quei venti metri dove non c'e' spazio, l'augurio di finire sotto un bus, che se lo merita.
Invece a quello stronzo di autista che l'ha fatto apposta, perchè ci ha pensato bene prima di superarmi in quei venti metri dove non c'e' spazio, l'augurio di finire sotto un bus, che se lo merita.
martedì 23 luglio 2013
Via Labicana... alberi e foreste
A causa di tutti quegli alberi non riuscivo a vedere la foresta...
Vi sono pochi detti più efficaci per descrivere la mancanza di una visione d'insieme di un problema, che mi sembra sia quello che stia avvenendo per la questione di Via Labicana.
La buona volontà del Sindaco, forse un po' prematura, ha infatti aperto il vaso di Pandora delle aspettative, presto mutate in pretese, ciclistiche su Via Labicana. Aspettative peraltro legittime di chi per troppo tempo è stato messo ai margini e trascurato.
A seguire su fb, e altri siti, il dibattito, però non se ne cava nulla di buono. Quando leggo frasi del tipo: "Vogliamo la corsia Nord per le biciclette" in una strada dove passano più bus che velocipedi, mi viene da vergognarmi. Dal punto di vista dell'utilità pubblica è chiaro che noi ciclisti sia ancora lo zerovirgola del traffico
Nessun ciclista è riuscito a spiegare in concreto alcune cose fondamentali:
- perchè la bici dovrebbe avere un trattamento speciale in fatto di spazi rispetto agli altri mezzi di trasporto, soprattutto in considerazione di un uso ancora oggettivamente limitato;
- quanto speciale può essere questo trattamento;
- perchè proprio a Via Labicana e non da altre parti di Roma dove si potrebbero ottenere risultati eccellenti senza tante tensioni.
Non voglio fare il guastafeste, ma se si riesce a rispondere in maniera seria e oggettiva a queste tre domande, significa che siamo solo una delle tante lobby che si litigano lo spazio cittadino e, ahimè, una delle meno numerose.
Innanzitutto partiamo da una considerazione meramente politica. Marino è sindaco, ma sostanzialmente perchè la destra non ha votato. Se non sbaglio ha vinto con meno dei voti che aveva Rutelli quando ha perso. Quindi ha un mandato politico debole, che non gli consente di dire che la maggioranza della popolazione è a favore di un radicale cambiamento nel mix dei mezzi di trasporto. Cioè non ha un mandato rivoluzionario.
Mettiamoci l'animo in pace e stiamo tranquilli.
Più importante è che al di là della volontà politica, occorre trovare mezzi razionali e oggettivi per tradurla in pratica, rispettando quel po' di tecnica necessaria per far funzionare le cose. Ma andiamo con ordine.
Via Labicana sembra una battaglia con poche speranze di successo. Non solo gli spazi sono quello che sono, ma soprattutto è un progetto già fatto in ambiente "non ciclistico" che si vuole rappezzare all'ultimo momento. I risultati, a meno di improbabili colpi di genio, saranno comunque poco soddisfacenti.
Ma la domanda che viene è: perchè proprio a Via Labicana? Forse ricorrono particolari condizioni di rischio rispetto ad altre vie cittadine?
Per esempio mi viene in mente Via Prenestina di fronte alla DG ATAC, dove non passano una bici ed una macchina a causa delle auto a spina di pesce sotto la sopraelevata?
Lì non servono cose strane, basta migliorare il rappezzo dello scavo che occupa un quarto di corsia e un po' di multe... oppure rendere ciclabile il marciapiedi... Insomma, un miglioramento paragonabile a quello di Via Labicana, ma senza tanto clamore.
Dovremmo quindi stabilire un indice di rischio per ciascuna situazione e partire con i lavori dove c'e' più rischio!!
Altra domanda cruciale... quanto vale la pista ciclabile? Più di una corsia di sosta? Siamo sicuri? E chi lo stabilisce? Ovviamente il Comune. E se cvale di più la cicalbile perchè solo a Via Labicana e non in tutte le altre vie della Capitale?
E perchè ai ciclisti non basta mettere tutte le auto a trenta, che alla fine è sicuro lo stesso e continuano a volere una corsia tutta per loro? Non sarebbe più utile spendere soldi per mettere autovelox sul Lungotevere?
Insomma alla se risolviamo Via Labicana e basta avremo solo vinto una battaglia.
Quella successiva sarà altrettanto dura.
Se invece cercheremo di trovare una risposta oggettiva alle domande fondamentali, e tradurle in criteri oggettivi di analisi della viabilità e di progettazione, avremo vinto la guerra.
venerdì 19 luglio 2013
Se il meglio è nemico del bene
La cosa veramente positiva della vicenda della pista di Via Labicana è che qualcuno si preoccupi di cercare di garantire la mobilità ciclistica anche in condizioni oggettivamente difficili.
Come dicevo nel post di ieri, mica ho capito come si possa fare... ovviamente senza penalizzare le auto.
Intanto, se non sbaglio, già il tram ne ha fatto le spese. Il 3, da pochi mesi redivivo, è ritornato autobus e così rimarrà per i prossimi sette anni, proprio per la difficoltà di far passare i tram su Via Labicana... magari mi sbaglio, ma non credo pi di tanto.
Dopodichè si deve capire come far passare noi ciclisti. Non avendo la pianta precisa della strada non posso giudicare, ovviamente stiamo parlando di trovare pochedecine di centimetri.
Io non vedo altri spazi se non i due marciapiedi, però il lato Nord è veramente difficile. Troppi portoni, negozi, etc. Fare una pista solo per le biciclette nei i due sensi sul lato Sud, utilizzando anche il controviale ha un senso, ma sottrae parcheggi...
Per certi versi è meglio piantarsi in mezzo alle due rotaie e vedere che succede... le auto si accodano e basta. L'unico problema è la notte, quando le auto vanno veloci. Ma di notte si può salire sul marciapeidi senza problemi.
Quello che temo è la volontà di rivalsa di tanti ciclisti, i quali magari per anni non hanno ottenuto niente ed improvvisamente vogliono tutto a Via Labicana. Purtroppo, anche trasportisticamente parlando, il volume di traffico ciclista è ancora molto esile, come si fa a giustificare una corsia di dimensioni automobilistiche solo per poche decine di ciclisti?
Rimarrebbe quindi il vero tabù, ridurre la sosta per fare posto alle bici. Una scelta impopolare, ma solo per una piccola parte di residenti... una decisione politica che forse ha bisogno comunque dell'avallo del Municicpio...
Ultima possibilità, mi pare citata, far passare le bici sul controviale ammettendo un senso unico ecetto biciclette, il primo a Roma.
Rallentando le auto in entrata con un bel (meglio due o tre) dissuasore magari è anche un'ipotesi percorribile e pragmatca... il meglio al momento.
Cerchiamo di non essere troppo rigidi. L'età porta a comprendere che il meglio è il (peggior) nemico del bene.
Come dicevo nel post di ieri, mica ho capito come si possa fare... ovviamente senza penalizzare le auto.
Intanto, se non sbaglio, già il tram ne ha fatto le spese. Il 3, da pochi mesi redivivo, è ritornato autobus e così rimarrà per i prossimi sette anni, proprio per la difficoltà di far passare i tram su Via Labicana... magari mi sbaglio, ma non credo pi di tanto.
Dopodichè si deve capire come far passare noi ciclisti. Non avendo la pianta precisa della strada non posso giudicare, ovviamente stiamo parlando di trovare pochedecine di centimetri.
Io non vedo altri spazi se non i due marciapiedi, però il lato Nord è veramente difficile. Troppi portoni, negozi, etc. Fare una pista solo per le biciclette nei i due sensi sul lato Sud, utilizzando anche il controviale ha un senso, ma sottrae parcheggi...
Per certi versi è meglio piantarsi in mezzo alle due rotaie e vedere che succede... le auto si accodano e basta. L'unico problema è la notte, quando le auto vanno veloci. Ma di notte si può salire sul marciapeidi senza problemi.
Quello che temo è la volontà di rivalsa di tanti ciclisti, i quali magari per anni non hanno ottenuto niente ed improvvisamente vogliono tutto a Via Labicana. Purtroppo, anche trasportisticamente parlando, il volume di traffico ciclista è ancora molto esile, come si fa a giustificare una corsia di dimensioni automobilistiche solo per poche decine di ciclisti?
Rimarrebbe quindi il vero tabù, ridurre la sosta per fare posto alle bici. Una scelta impopolare, ma solo per una piccola parte di residenti... una decisione politica che forse ha bisogno comunque dell'avallo del Municicpio...
Ultima possibilità, mi pare citata, far passare le bici sul controviale ammettendo un senso unico ecetto biciclette, il primo a Roma.
Rallentando le auto in entrata con un bel (meglio due o tre) dissuasore magari è anche un'ipotesi percorribile e pragmatca... il meglio al momento.
Cerchiamo di non essere troppo rigidi. L'età porta a comprendere che il meglio è il (peggior) nemico del bene.
giovedì 18 luglio 2013
Delusioni Marziane...
Informato a mezzo stampa delle grandi novità ai Fori (cioè oltre o prima dei Fori), dove:
a) viene deciso di fare una pista ciclabile;
b) i lavori dovrebbero essere già iniziati,
Dedico un GdP (Giro di Peppe) per tornare a casa e dico: se sono fortunato sono il primo a percorrere il nuovo goiellino, W il SINDACO! Debbo dire anche con notevole curiosità, perchè a memoria, a parte il marciapiede, tutto questo spazio a Via Merulana mica me lo ricordo.
Imbocco Via dei Fori Imperiali da Via Cavour e fino al Colosseo non cambia niente... comincio a salire per Via Labicana... e lì il primo problema. Perchè arrivo sulla destra e devo continuare dritto, mentre le auto girano a dx per circumnavigare il COlosseo e andare verso l'Arco Di Costantino. Per miracolo ho portato a casa la pelle, perchè le auto, stufe di andare piano su VdFI, accelerano e se ne fottono se vuoi andare dritto... vabbè.
Inizio su Via Labicana e di pista nn c'e' traccia, almeno ad andare verso Viale Manzoni. Dall'altra parte non è dato vedere...
Ma vedo un sacco di ciclisti (forse la mia non è stata un'idea originale) e l'effettiva difficoltà di percorrere Via Labicana verso il Colosseo.
L'unica soluzione, piantarsi in mezzo alle due rotaie del tram, e vaffanculo a chi segue... se non ti montano sopra te la cavi.
Morale...
a) ci vuole tempo, fatica e molta insistenza. Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno insistito anche per me;
b) ma la pista dove la mettono? Solo sul marciapiedi, a meno che non levi le auto in sosta!
c) prevedo guai. Il numero dei ciclisti aumenta, tra un po' saremo così tanti che le auto dovranno andare piano piano... allora saranno guai veri!!!
a) viene deciso di fare una pista ciclabile;
b) i lavori dovrebbero essere già iniziati,
Dedico un GdP (Giro di Peppe) per tornare a casa e dico: se sono fortunato sono il primo a percorrere il nuovo goiellino, W il SINDACO! Debbo dire anche con notevole curiosità, perchè a memoria, a parte il marciapiede, tutto questo spazio a Via Merulana mica me lo ricordo.
Imbocco Via dei Fori Imperiali da Via Cavour e fino al Colosseo non cambia niente... comincio a salire per Via Labicana... e lì il primo problema. Perchè arrivo sulla destra e devo continuare dritto, mentre le auto girano a dx per circumnavigare il COlosseo e andare verso l'Arco Di Costantino. Per miracolo ho portato a casa la pelle, perchè le auto, stufe di andare piano su VdFI, accelerano e se ne fottono se vuoi andare dritto... vabbè.
Inizio su Via Labicana e di pista nn c'e' traccia, almeno ad andare verso Viale Manzoni. Dall'altra parte non è dato vedere...
Ma vedo un sacco di ciclisti (forse la mia non è stata un'idea originale) e l'effettiva difficoltà di percorrere Via Labicana verso il Colosseo.
L'unica soluzione, piantarsi in mezzo alle due rotaie del tram, e vaffanculo a chi segue... se non ti montano sopra te la cavi.
Morale...
a) ci vuole tempo, fatica e molta insistenza. Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno insistito anche per me;
b) ma la pista dove la mettono? Solo sul marciapiedi, a meno che non levi le auto in sosta!
c) prevedo guai. Il numero dei ciclisti aumenta, tra un po' saremo così tanti che le auto dovranno andare piano piano... allora saranno guai veri!!!
mercoledì 17 luglio 2013
In ufficio col caldo torrido
Dopo molti tentennamenti, ripensamenti e temporali estivi, alla fine è arrivata la stagione che i ciclomobilisti temono di più: la piena estate!
Con le temperature che scalano i 30 gradi diventa difficile individuare un abbigliamento che permetta di pedalare senza sudare troppo e presentarsi al tempo stesso vestiti decentemente in ufficio, magari pronti a qualche riunione inaspettata.
Per cercare di conciliare la praticità con la decenza, quest'anno credo di aver perfezionato il modllo dell'anno scorso.
Innanzitutto ho lasciato in ufficio una giacca che va bene sia sui pantaloni blu che su quelli marroni... magari un po' sportiva, tipo linen run, ma giacca di buon taglio è.
Mi metto i pantaloni di lino (un giorno blu e uno marrone), scarpe da barca intonate.
Per pedalare mi metto una delle solite maglie a tinta unita (detesto le finte sponsorizzate) b-twin, con tasca posteriore per telefonino e portafogli, e nella borsa da ufficio infilo una camicia piegata.
Arrivato, peraltro non sudo molto perchè regolo abbastanza bene la pedalata, mi do' una rapida sciaquata nel lavandino dell'ufficio, deodorante e camicia, se del caso con cravatta.
Al ritorno posso o mettermi la maglia da ciclista o tenermi la camicia...
Insomma, funziona!
Con le temperature che scalano i 30 gradi diventa difficile individuare un abbigliamento che permetta di pedalare senza sudare troppo e presentarsi al tempo stesso vestiti decentemente in ufficio, magari pronti a qualche riunione inaspettata.
Per cercare di conciliare la praticità con la decenza, quest'anno credo di aver perfezionato il modllo dell'anno scorso.
Innanzitutto ho lasciato in ufficio una giacca che va bene sia sui pantaloni blu che su quelli marroni... magari un po' sportiva, tipo linen run, ma giacca di buon taglio è.
Mi metto i pantaloni di lino (un giorno blu e uno marrone), scarpe da barca intonate.
Per pedalare mi metto una delle solite maglie a tinta unita (detesto le finte sponsorizzate) b-twin, con tasca posteriore per telefonino e portafogli, e nella borsa da ufficio infilo una camicia piegata.
Arrivato, peraltro non sudo molto perchè regolo abbastanza bene la pedalata, mi do' una rapida sciaquata nel lavandino dell'ufficio, deodorante e camicia, se del caso con cravatta.
Al ritorno posso o mettermi la maglia da ciclista o tenermi la camicia...
Insomma, funziona!
lunedì 15 luglio 2013
Come ciclogondoliere pieghevole...
Stamattina, a circa un km di distanza dall'ufficio, senza alcun segno pre-monitore, mi lascia il pedale destro della Hoptown... al suo posto un minuscolo moncherino.
Mi scoraggio? No!!!
Al ritorno la acchiappo e comincio il rientro verso casa e quindi verso Decathlon... Con un po' di attenzione comincio a prendere la giusta misura su questa pedalata asimmetrica, un po' alla gondoliera.
Infatti uso il moncherino del pedale dx per "ricaricare", ovvero per portare il pedale sinistro in posizione per l'affondo, e poi BANG sparo una pedalata che vale due, schizzando in avanti.
Dopo poco, diciamo 1,5 km, ho riacquistato il 40% della velocità regolare. Già supero svariate cicliste estive.
Di contro un'auto mi fa il pelo, dico proprio a mezzo millimetro, però non la riesco proprio ad inseguire. Comunque mi contento e torno allegro a casa, poi da Decathlon.
Comprati i pedali, ora li vado a montare!!!
Spero di non sbagliare filettatura!
Mi scoraggio? No!!!
Al ritorno la acchiappo e comincio il rientro verso casa e quindi verso Decathlon... Con un po' di attenzione comincio a prendere la giusta misura su questa pedalata asimmetrica, un po' alla gondoliera.
Infatti uso il moncherino del pedale dx per "ricaricare", ovvero per portare il pedale sinistro in posizione per l'affondo, e poi BANG sparo una pedalata che vale due, schizzando in avanti.
Dopo poco, diciamo 1,5 km, ho riacquistato il 40% della velocità regolare. Già supero svariate cicliste estive.
Di contro un'auto mi fa il pelo, dico proprio a mezzo millimetro, però non la riesco proprio ad inseguire. Comunque mi contento e torno allegro a casa, poi da Decathlon.
Comprati i pedali, ora li vado a montare!!!
Spero di non sbagliare filettatura!
domenica 14 luglio 2013
Buone... notiziole dalle piste ciclabili
Per carità, non è che è cambiato il mondo, ma almeno abbiamo qualche buona... notiziola dalle nostre poche piste ciclabili.
Pista del Tevere
Dopo anni di duro contenzioso, sembra che si sia trovato il modo di far convivere l'iniziativa sulle sponde del fiume e la povera pista ciclabile.
Passato sia la mattina presto (di domenica!) che in altri orari, la pista era pulita, senza troppi cocci, anzi... nessumo. Peccato per quattro bottiglie di birra lasciate proprio sulla pista, ma a qualche decina di metri dagli stand. Quindi imputabile a cittadini non porprio educati, che andrebbero proprio educati.
Ciò si somma al rispristino della continuità sotto la passerella dell'industria, con un netto miglioramento della fruibilità dell'infrastruttura.
Ho visto la rampa di collegamento con la passerella in questione... ahimè, bici solo spinte sulla rampa in cemento! Beh... vista l'impresa qualcosa in ppiù si poteva fare!
Pista della Moschea
Ad una settimana di tempo dall'ultima ispezione, sono stati tagliati tutti i rami di rovo che rendevano pericoloso, per gli occhi e le collisioni frontali per evitare i rami, il tratto di pista su Via della Moschea.
Peccato che il tratto sull'Olimpica sia ancora ingombro di vegetazione e che soprattutto il tratto in terra, complici le abbondanti piogge, sia ormai ridotto ad un single-track in mezzo alla vegetazione...
Speriamo in un prossimo intervento!
Pista del Tevere
Dopo anni di duro contenzioso, sembra che si sia trovato il modo di far convivere l'iniziativa sulle sponde del fiume e la povera pista ciclabile.
Passato sia la mattina presto (di domenica!) che in altri orari, la pista era pulita, senza troppi cocci, anzi... nessumo. Peccato per quattro bottiglie di birra lasciate proprio sulla pista, ma a qualche decina di metri dagli stand. Quindi imputabile a cittadini non porprio educati, che andrebbero proprio educati.
Ciò si somma al rispristino della continuità sotto la passerella dell'industria, con un netto miglioramento della fruibilità dell'infrastruttura.
Ho visto la rampa di collegamento con la passerella in questione... ahimè, bici solo spinte sulla rampa in cemento! Beh... vista l'impresa qualcosa in ppiù si poteva fare!
Pista della Moschea
Ad una settimana di tempo dall'ultima ispezione, sono stati tagliati tutti i rami di rovo che rendevano pericoloso, per gli occhi e le collisioni frontali per evitare i rami, il tratto di pista su Via della Moschea.
Peccato che il tratto sull'Olimpica sia ancora ingombro di vegetazione e che soprattutto il tratto in terra, complici le abbondanti piogge, sia ormai ridotto ad un single-track in mezzo alla vegetazione...
Speriamo in un prossimo intervento!
venerdì 12 luglio 2013
Vi lascio automobilisti... vi ritrovo ciclisti!
Sono bastati tre giorni di assenza reale, più uno di assenza virtuale causa mole di lavoro, per ritrovare Roma cambiata, da automobilista a ciclista... almeno sulla carta!
Sulla cronaca dei quotidiani romani la bicicletta, e il suo uso cittadino, è finalmente diventato un argomento di tutti i giorni, forse anche a causa delle imprese del nuovo sindaco -alcune riuscite, altre un po' meno, vedi strappo sui pantaloni, che finalmente ha restituito alla bicicletta il uolo che le dovrebbe spettare. Quello che vedo all'estero e, perchè no, anche in altre parti d'Italia.
Roma, dopo l'inverno dell'amministrazione Alemanno, sembra che si stia un pochino svegliando. I Vigili buoni riprendono forza, quelli cattivi sembra siano un pochino in ritirata. Non potrebbe essere che la voglia di migliorare della città trovi finalmente uno sfogo? Magari, ma stiamo a vedere.
Comunque si riparla -miracolosamente- di bike sharing, di piste ciclabili, e di uso da parte delle biciclette delle corsie preferenziali dei mezzi pubblici. Eh sì, perchè questo è un'altro tassello che va messo al posto giusto per completare il puzzle di una Roma Ciclista.
Ne avevo già parlato 2 anni fa in un post (Moto sì, bici no?) che a rileggerlo appare profetico. Bella forza -direte voi- con Alemanno e Cutrufo in tema di biciclette il peggio lo si può profetizzare senza tema di errore. Basta avere una fervida fantasia!
Adesso spero di avere il tempo di andare a provare il riassetto dei Fori, critiche incluse, e di farne dovuta relazione al rispettabile popolo di lettori... carissimi, lo so' che vi ho un po' trascurati, ma spesso la Patria mi chiama, e in aggiunta questa non è esattamente la stagione piacevole per stare seduti a scribacchiare!
Dobbiamo solo sperare che Marino non ci deluda...
Sulla cronaca dei quotidiani romani la bicicletta, e il suo uso cittadino, è finalmente diventato un argomento di tutti i giorni, forse anche a causa delle imprese del nuovo sindaco -alcune riuscite, altre un po' meno, vedi strappo sui pantaloni, che finalmente ha restituito alla bicicletta il uolo che le dovrebbe spettare. Quello che vedo all'estero e, perchè no, anche in altre parti d'Italia.
Roma, dopo l'inverno dell'amministrazione Alemanno, sembra che si stia un pochino svegliando. I Vigili buoni riprendono forza, quelli cattivi sembra siano un pochino in ritirata. Non potrebbe essere che la voglia di migliorare della città trovi finalmente uno sfogo? Magari, ma stiamo a vedere.
Comunque si riparla -miracolosamente- di bike sharing, di piste ciclabili, e di uso da parte delle biciclette delle corsie preferenziali dei mezzi pubblici. Eh sì, perchè questo è un'altro tassello che va messo al posto giusto per completare il puzzle di una Roma Ciclista.
Ne avevo già parlato 2 anni fa in un post (Moto sì, bici no?) che a rileggerlo appare profetico. Bella forza -direte voi- con Alemanno e Cutrufo in tema di biciclette il peggio lo si può profetizzare senza tema di errore. Basta avere una fervida fantasia!
Adesso spero di avere il tempo di andare a provare il riassetto dei Fori, critiche incluse, e di farne dovuta relazione al rispettabile popolo di lettori... carissimi, lo so' che vi ho un po' trascurati, ma spesso la Patria mi chiama, e in aggiunta questa non è esattamente la stagione piacevole per stare seduti a scribacchiare!
Dobbiamo solo sperare che Marino non ci deluda...
venerdì 5 luglio 2013
Vecchio lupo di bike-sharing
La scorsa missione a Bruxelles ha fatto di me un vero lupo di bike sharing.
Infatti, arrivato alla stazione centrale, complice il trolley piccolo che entra (insomma) nel cestinone dei "tram a pedali" del Villo!, invece di infilarmi in metropolitana, sotto gli occhi stupefatti di altri colleghi, ho preso la bici (invece della metro) per andare in albergo.
Avendo fatto il biglietto giornaliero, 1.60 €, ho sfruttato i potenti mezzi (pesanti mezzi) della città di Bruxelles per recarmi all'appuntamento della cena (di lavoro) e alla mattina successiva, per recarmi all'imbarco della navetta, tagliando a meno della metà il tempo di percorrenza.
Debbo dire che il bike sharing è veramente, ma dico veramente comodo, in quanto ti permette di godere dei vantaggi della ciclomobilità senza doverti preoccupare della bicicletta.
Peccato che le bici di Bruxelles sia veramente pesanti, tanto da farti passare un po' la voglia di andarci... in pianura non sarebbero neanche tanto male, ma Bruxelles, per chi non lo sapesse, è appoggiata sul fianco di una collina, con un dislivello che può toccare, misurato con Google Earth, i 60 metri...
Non male, per stare in città, terribile, se usi le bici del Villo!