mercoledì 31 luglio 2013

Navi, aerei, treni e autobus... il fattore umano, ovvero quando chi va in avaria è l'uomo

Se ci pensiamo bene, l'incidente del bus dell'altro ieri è stato l'ultimo di una catena che ha visto coinvolti tutti i mezzi di trasporto più sicuri che conosciamo.

Escludendo la Costa Concordia, abbiamo avuto in rapida sequenza il terrificante abbattimento della torre di controllo del porto di Genova, poi il Boeing 777 che è arrivato basso e lento prima della soglia di una pista dell'aeroporto di San Francisco, poi il deragliamento del treno spagnolo (il più sanguinoso) ed infine quest'ultimo incidente. 38 morti per un autobus che è precipitato da un ponte.

I primi tre incidenti sono tutti legati dal fattore umano. Ovvero che l'uomo non è una macchina e sbaglia. Sbaglia molto, soprattutto senza accorgersene. Oppure non segue alla lettera le procedure. Però, appunto, l'uomo non è una macchina. E questa imponderabilità è chiamata. appunto, fattore umano.

Su quest'ultimo incidente è ancora presto per tirare le conclusioni, per cui non credo sia il caso di dare le mie impressioni. Qalcuno se la sta prendendo con il guard-rail, ma l'urto è stato frontale e i guard rail, che io sappia,  non sono fatti per contenere questo tipo di urti.

Per rimanere nel novero dei bus, sarebbe il caso di vedere il rapporto tra passeggeri trasportati e vittime... probabilmente è molto buono, migliore di quello delle auto  e, appunto, con un po' di disciplina in più, tipo allacciare le cinture, anche la sopravvivenza da incidente crescerebbe. D'altra parte non si può pretendere che l'autista sorvegli che 40/50 persone in effetti stiano indossando le cinture di sicurezza...

Ma che volevo dire... ?

Ah sì. L'esperienza del settore dell'aviazione, forse quello dove la sicurezza è più curata, fa vedere che l'automazione è la vera chiave per la sicurezza. Una volta che i mezzi superano certi limiti di affidabilità meccanica, l'uomo diventa la maggiore fonte di incidenti.

Per una serie di motivi, detti appunto fattore umano, l'affidabilità dell'uomo-macchina è scarsa, anche in personaggi molto addestrati e motivati quali i piloti di linea. La scelta di automatizzare la conduzione degli aeromobili con gli anni sta pagando un congruo dividendo in tema di sicurezza.

Al contrario, nell'aviazione da turismo, dove il pilota è un privato che va a spasso, il rateo di incidenti rimane praticamente costante, Tale e quale la strada.

Tornando a noi... navi, aerei, treni e bus. Dove l'uomo mette le mani, gli incidenti capitano. Possiamo intervenire su qualche causa prevedibile, ma l'unica vera soluzione è automatizzare la guida, e non vedo perchè non possa essere fatto anche per i veicoli.

Ed è anche il motivo per cui le strade avranno sempre un livello di sicurezza basso... l'esposizone agli errori degli altri conducenti è molto forte. E noi ciclisti siamo il vaso di carne tra quelli di ferro. Letteralmente.

Pertanto un domani potremo anche mantenere le auto, ma dovranno essere a guida automatica.

 

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