venerdì 11 ottobre 2013

Biciclette… quali sanzioni?

In una dotta disquisizione su FB CIclomobilisti, ci viene spiegato che i vigili urbani, badando a norme di tipo amministrativo,  non sono obbligati  ad elevare contravvenzioni. Insomma, anche se fermi di fronte a intere distese di auto in sosta in doppia fila, se non mettono mano al blocchetto delle multe (a meno che non siano lì con un preciso mandato) il cittadino non può avere nulla da ridire.

Strano ma vero, come direbbe la Settimana Enigmistica.

D’altra se fossero obbligati a fare le multe ad ogni infrazione che vedono a Roma i vigili non arriverebbero neanche al lavoro. Appena fuori da portone comincerebbero a strappare foglietti delle multe. 

Questo è tanto vero che a Roma succede il contrario. 

Anzi, a elevare le contravvenzioni neanche ci provano, e tutti fanno quello che gli pare, alla faccia della sicurezza e dell'efficienza dei trasporti e del bene collettivo. 

Da qui si capisce che l’Italia, patria del diritto e dei suoi concetti giuridici, ha un corpo di leggi di tipo borbonico (scusate la banalità, diciamo ispano-borbonico) dove la norma e la guardia non rendono i cittadini uguali, ma servono a proteggere potenti e prepotenti. E ditemi che non è vero!

Un’altro dei dei risultati di questo assurdo stato di cose è che il Codice della Strada (per gli amici il CdS) dal punto di vista delle sanzioni mette tutti sullo stesso piano.  Stessa sanzione per Camion, auto, moto e bici. 

Ci sono molti che sostengono la santità di questo fatto, in ispecie l'equiparazione di auto e biciclette.

Personalmente la ritengo la solita stronzata  da legulei loffi i quali, appellandosi ai grandi principi del diritto, in pratica infinocchiano i deboli. Infatti le famose sanzioni debbono essere “dissuasive e proporzionate”. Ora basta pensare la differenza tra una bici e un autotreno che procedono sul marciapiede, o vanno contromano, per rendersi conto che occorre procedere alla differenziazione delle sanzioni. Per non parlare della sosta vietata.


Da un mio calcolo spanno metrico, un giusto regime dovrebbe assegnare alla bicicletta una sanzione tipo un ventesimo di quella dell’auto, per la stessa infrazione. 

Il che sarebbe una cosa giusta, specie in vista di una ulteriore espansione del ciclomobilismo. 

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