Prendo spunto dal post diMammifero Bipede perché a mio modesto
parere, ci si trova di fronte ad un modo di affrontare la questione
affascinante, ma penso esagerato e non utile alla causa comune.
Infatti secondo me ha poco senso parlare di “sangue di
innocenti che ci ricade addosso” e altre espressioni simili. Indicano una visione apocalittica che
semplicemente non ha ragione di essere.
Purtroppo è qualcosa di diffuso tra i ciclisti, che talvolta
non sono semplici ciclomobilisti, ma rivoluzionari che vedono nella bicicletta
uno strumento dirompente. Alla notizia del terribile incidente di Milano su
Internet è comparsa subito la parola “ASSASSINI”.
I fatti che conosciamo ci indicano invece un attraversamento
avventato (a dir poco) da parte di una madre che ha coinvolto il figlio e
quello che portava in grembo. Una storia straziante, ma che sembra avere radici
nella diffusa imprudenza pedonale, piuttosto che in quella automobilistica.
Comunque l’argomento dello scambio di idee è come arrivare
ad una città senza auto, o almeno una città dove le automobili non fanno da padrone.
Come esempio viene citata
l’Olanda, peraltro un paese “pekuliare” sotto molti aspetti, non solo quello
ciclistico. In effetti in Olanda la circolazione delle auto è stata fortemente limitata nei centri
cittadini, e questo trend appare continuare. Gli Olandesi (come i Danesi),
prima hanno ragionato, poi hanno agito, e adesso ci hanno preso gusto, e il processo sta continuando da solo, sull’onda degli
oggettivi vantaggi che provoca. Ma non è stato facile all’inizio.
Inutile dire che da noi (Roma) nessuna di queste condizioni
sembra avverarsi.
La prima cosa, molto triste, è
che la capacità di ragionare dei Romani si è molto offuscata. Dai talk show alle chiacchiere con i
tassisti, ma anche su #salvaiciclisti,
è letteralmente pieno di soggetti che dimostrano di non sapere che cos’è la
logica, cos’è un ragionamento coerente.
Un fenomeno sinceramente preoccupante che si accompagna alle
tristi notizie dello scadimento del livello culturale nel Belpaese.
La seconda è che città e cittadini sono semplicemente
intossicati dall’uso dell’auto. 5 anni di Alemanno (speriamo di non doverlo
rimpiangere) hanno spalancato le porte della stalla … pardon garage… della maleducazione e dell’arroganza.
Il risultato è che adesso nessuno
è in grado di contrastare l’arroganza e la prepotenza di moltissimi
automobilisti. Automobilisti che, facendo il proprio comodo, inevitabilmente
trascinano altri, sicuramente meno cattivi, che in circostanze normali si
limiterebbero, magari smadonnando, ad adeguarsi ad una situazione di legalità
sostanziale.
Quindi, per venire a noi, come
liberare la città dalle auto? Non facciamoci illusioni. A meno di grandi
disastri noi non vedremo le città italiane libere dalle auto. Però per
riportare Roma in un regime di civiltà, basterebbe fare una cosa “semplice
semplice”: stroncare la sosta irregolare. Se la macchina non puoi parcheggiarla
non ci fai nulla. E il parcheggio regolare basta sì e no per i residenti.
Stroncare la sosta irregolare, gradualmente, cominciando dal
centro, porterebbe i Romani a disintossicarsi dall’abuso di auto. Certo, a quel
punto il Sindaco dovrebbe anche garantire trasporti pubblici di buon livello,
cosa non facile se non si cambia la mentalità e lo spirito di servizio
dell’ATAC (e si aumenta il biglietto).
Il secondo step, ovviamente, è il controllo della velocità
massima.
Insomma, senza invocare utopie, catastrofi o palingenesi, la
chiave del traffico automobilistico il sindaco l’ha già.
Però non sottovalutiamone la difficoltà. Per un sindaco
significa cominciare da subito ad inimicarsi un mucchio di elettori,
commercianti in testa, proprio perché significa far cambiare tipo di vita alla
gente. Gli altri lo devono sostenere, non piantare lagne perché non ha
pedonalizzato i Fori (pedonalizzazione mai prevista, peraltro).
E' comunque molto importante per il sindaco iniziare da subito.
Altrimenti la gente non farà in tempo a vederne i benefici
(per esempio bus più veloci e trasporto pubblico finalmente accettabile) e
finirà, alla fine del mandato, per
votare per qualche altro sindaco vandalo
qQuando proibirono la sigaretta nei locali pubblici, tutti gridarono al terrorismo di stato, chiusura delle attività ecc ecc. Oggi ci chiediamo come abbiamo fatto a fumare in ristorante, buttando il fumo sui nostri figli....
RispondiEliminaL'italiano è così, non ragiona, non riesce ad abbandonare le abitudini anche se cattive, ci deve sbattere la faccia!
Hai ragione. C'e' stato un ministro, Sirchia, che si è impuntato, ha tenuto duro e dopo tutti si sono accorti di quanto fosse meglio.
RispondiEliminaCon le auto è più difficle, perchè cmq è una cosa che serve in molte occasioni. Però quello che sta succedendo in Europa ha proprio questo senso.
L'Europa si sta, lentamente, disintossicando dalle auto e cercando di limitarsi ad usarle senza abusarne.