domenica 24 novembre 2013

SIC, FIAB, ANCI… che confusione!

Sulla strada della ciclabilità nazionale, FIAB e ANCI hanno fatto un importante passo in avanti, definendo una serie di misure da introdurre nel Codice della Strada (CdS) per supportare l’espansione, in sicurezza, della ciclabilità italiana.

Alcuni di SIC hanno però guardato con disappunto al fatto che, almeno da qualche comunicato stampa, non si riconosce il contributo che ha dato il movimento salvaiciclisti (#SIC per gli amici) in termini di supporto al fenomeno della ciclabilità e alla definizione delle proposte ANCI/FIAB.

Ho molta simpatia per le persone che lavorano e hanno lavorato a #SIC, e credo che sia giusto riconoscere loro il grande contributo dato. Al tempo stesso non possiamo scordare che questi sono proprio gli svantaggi di un movimento. che appunto non ha personalità giuridica, organi riconosciuti e rappresentanti ufficiali.

Che poi è la condizione del Movimento 5 stelle, anche se lì la situazione è al contrario… in assenza di organi statutari comanda uno solo e basta.

Detto questo, da regolatore di professione, vorrei sottoporvi alcune riflessioni in merito. Quando si tratta di confrontarsi con quelli che ormai si chiamano universalmente gli stakeholders, ti trovi a trattare con vari tipi di associazioni, che possono o meno costituire un appoggio tecnico o politico a quello che hai in mente di fare. In questo caso lo schema è chiaro:

#SIC: è un movimento. "Senza capo ne’ coda," senza rappresentanti riconosciuti, ancorchè  ci si incontri con i soliti che si impegnano. Di fatto è una pagina di face book e qualche attivista. Al regolatore dice che c’e’ qualcuno che ha a cuore il problema, ma non riesce a tirarci fuori molto di buono. Chiunque, infatti, può alzarsi e dire una cosa differente, senza tema di smentite certe. Però indica, appunto un sentimento, uno stato d’animo e la necessità di prendere in considerazione i problemi sollevati. Però difficilmente può proporre soluzioni coerenti. In aggiunta #SIC non ha numeri da migrazione biblica, dico centinaia di migliaia, o milioni di aderenti, il che non favorisce la situazione.

FIAB: è una ONLUS, ha una personalità giuridica. E’ una associazione di settore. Ha un numero di iscritti certo, organi eletti identificabili. C’e’ un segretario, o che altro, che può sempre alzarsi e dire “noi la pensiamo così e nessun altro può dire il contrario”. Quindi è molto meno liquida del movimento, ma pur sempre di parte. E’ però in grado di proporre testi legislativi e di patrocinarli in maniera verificabile.

ANCI: qui andiamo sul “pesante”. L’associazione dei comuni italiani che propone una modifica del CdS a deciso favore della ciclabilità dovrebbe farci tutti quanti gioire a prescindere. Questi sono gli amministratori delle nostre città, sono quelli le cui strutture tecniche sono deputate ad adottare in pratica quanto scritto nel CdS e i cui vigili urbani sono deputati a far rispettare. Una forte presa di posizione da parte dei Comuni è difficilmente eludibile, ed eventuali azioni lobbystiche di contrasto sono molto più difficili.


Per concludere: #SIC sta facendo il proprio mestiere. Ce ne possiamo rallegrare tutti e in particolar modo coloro che vi si stanno tanto impegnando. Purtroppo un movimento è quello che è e non sempre comporta riconoscimenti per l’impegno che vi si mette… come tutte le altre cose, del resto.

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