martedì 4 marzo 2014

Metro C Story

Da buon pieghevolista sono molto interessato all’espansione della rete della Metro, che mi permette, appunto, di sfruttare al meglio la multimodalità.

Da cattivo italiano sono anche molto interessato all’impiego dei soldi pubblici, e mi pare che adesso ci sia da stare veramente in pensiero. Infatti, forse la più costosa opera pubblica in Italia, rischia di uscire un aborto per un concorso di ignavie e malafedi incrociate.

Sto parlando della Metro C, il Ponte di Messina sotto Roma.

E sì, perche la nostra terza linea della metropolitana, arrivata appena a metà del percorso, costa ormai più delle previsioni sul Ponte di Messina (sarebbe stato interessante vedere poi la realtà…).

Quindi quando si dice che a Roma non si spende abbastanza per i mezzi pubblici… ci sbagliamo di grosso. Lo Stato sta spendendo un botto per i mezzi pubblici a Roma: la metro C, appunto.

Innanzitutto anche al profano non può sfuggire un particolare, che è il vero peccato originale della C: perchè sostituisceuna linea preesistente? Non la si poteva fare andare ad esempio a Tor Vergata, e lasciare Il tranvetto della Casilina?

In effetti il progetto originario era porprio questo, ma pare che l’allora rettore torvergatese si oppose strenuamente e al Ministero qualche genio propose di usare la linea appena ristrutturata (il “tranvetto” appunto) come se fosse gratis. Veltroni, allora, invece di incenerire il rettore,  scelse la via della minore resistenza: il tracciato della Metro… sotto la Casilina, appunto.”Maanche”Evabbè.

Altro grosso problema è che è una metro progettata per essere manuale, ma poi trasformata, sempre su richiesta dei soliti geni al Ministero ,in automatica, e quindi si porta i costi dell’una e dell’altra soluzione...

Sia come sia, come per l’Anello di Sauron, della Metro C il romano non sa’ più nulla fino a quando non riappare vicino al centro. Ovvero si comincia a scavare in quartieri benino (piazza Lodi), bene (San Giovanni) e benissimo, quando addirittura si pone il problema delle stazioni del centro storico.

Lì i guai sono drammatici. La Sovrintendenza, ovviamente, pretende che gli scavi della Metro siano archeologici e non industriali. Benissimo, per carità, ma la Sovrintendenza dovrebbe avere il compito di far convivere il vecchio con il nuovo… siamo a Roma, perdio, mica a Pompei o ad Ercolano.

Quindi non solo vengono caricati sui costi della metro gli scavi archeologici, ma saltano le stazioni sotto il centro storico, in particolare la Chiesa Nuova, che avrebbe permesso effettivamente di chiudere il centro storico alle auto.

Anche la stazione di Piazza Venezia rimane in bilico per un bel po’... è ancora in programma, ma chissà se poi si riuscirà effettivamente a farla.

Intanto i costi lievitano. Sappiamo tutti che sale il costo delle materie prime (in particolare il ferro) e il tempo dei lavori. La regione non paga la sua quota e i costruttori dell’opera bussano alle porte del Comune per chiedere aumenti.

Marino, che ha ereditato una situazione drammatica dalla precedente gestione, rimane scottato dalla “pedonalizzazione” dei Fori, che alla fine parte proprio dalla necessità di aprire i cantieri della fermata del Colosseo, ovvero il non rinunciabile aggancio alla linea B.

Si, perchè… tutti i tizi che vengono dalla Casilina, dove li scarichi, sennò? A Piazza Lodi (e che fanno aspettano il bus per Termini?) A San Giovanni (Salgono sulla stracarica Linea A?).

E qui si scatena la bagarre.

A parte tutte le lagne piantate sulla finta pedonalizzaizone dei Fori, si scatenano una serie di “salvaguardisti” che temono il crollo del Colosseo, della basilica di Massenzio, etc. etc. a causa dei lavori della metro… dimenticando, forse, che proprio in quel punto una metro è stata già fatta, la linea B, per l’appunto, e che la C, passando molto più in basso e con se moderne tecniche di scavo, problemi proprio non ne potrebbe dare.

Tra le polemiche, gli alti lai sugli alberi tagliati come se ci fossero solo quelli nel mondo e come se una metropolitana non portasse importanti benefici ambientali per la città. Si intravede invece il fastidio di qualche potente che abita al Celio e al quale aprire una così importante linea di comunicazione non importa affatto, tanto lui al centro già ci abita e poi vuoi mettere la plebe scaricata sotto casa?

Sta di fatto che in questi giorni, complice la stretta sul bilancio del Comune, la decisione di portare la Metro almeno fino al Colosseo, sta vacillando.

Se fosse interrotta la Metro C sarebbe uno spreco COLOSSEALE di denaro pubblico.


Occorre assolutamente impedirlo.

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