Vi sono una serie di cose che a Roma non si riescono mai a fare bene. La meno riuscita dopo la guerra alla sosta in seconda fila (e prima del risanamento dell'ATAC) e' sicuramente il bikesharing.
Ora, per i piu' informati, il bikesharing e' un concetto alquanto semplice, ormai messo a punto in varie citta' europee e italiane, che non riserva sorprese se non il suo crescente uso.
I concetti sono semplici:
- Biciclette robuste e semplici, ma di design tale che non possano essere commercializzate dopo un furto;
- Abbonamento basato su carta di credito, cosi' che sia passabilmente difficile rubare la bici noleggiandola con documento falso;
- La prima mezz'ora gratuita e poi tariffe crescenti, per incoraggiare la rotazione e non interferire con l'attivita'dei noleggiatori di biciclette.
Assolti questi 3 comandamenti, il resto e' tutto... in discesa. Ovviamente non ho mai studiato la disposizione delle stazioni, ma a Roma dovrebbero avere lo scopo di estendere il raggio d'azione di metro e treni, con una stazione master ad ogni fermata di metro e treno e stazioni slave nel territorio circostante...
Se vi ricordate il bike-sharing alemannico violava tutti e tre i comandamenti principali. E' durato poco, le bici sono sparite e amen. Ci rimane la spesa da pagare, ovviamente...
Ora, come in un videogioco Arcade, un nuovo mostro appare all'orizzonte: il bike sharing elettrico (se vi ricordate ne avevamo gia' avuto un assaggio). Come se avessimo esperienza con il bike sharing normale, ci buttiamo subito su quello difficile. Quello elettrico. Inevitabilmente costi molto piu' alti, meno bici, meno stazioni.
Non voglio sapere cui prodest, ovvero quale realta' industriale dobbiamo aiutare, ma mettere un bike sharing elettrico al centro di Roma e' una cosa francamente poco comprenxibile (stavo per scrivere una palese stronzata ma per fortuna mi sono trattenuto).
Capirei alla Balduina, o a Monte Mario. Si mettono tre o quattro stazioni elettriche alla base e in cima proprio perche' ci si trova di fronte a dislivelli importanti. Ma poi basta.
Cominciare dal centro di Roma a mettere le elettriche significa riaffermare che il romano medio e' comunque uno smidollato pigro indegno di qualunque buona idea. Inoltre contraddice ad un principio fondamentale del bike sharing, ovvero l'uso breve. Che fai con la bici elettrica, da Piazza del Popolo a Piazza Venezia? E ti serve l'elettrica? Ma non facciamo ridere!
noltre quale futuro ha il bike sharing elettrico? Quanto costa espanderlo in periferia? E quanto costera' di batterie e ricarica? Cose che nncostano nn le riusciamo a fare, vero?
A MENO CHE non ritorniamo al punto di partenza: forse non e' un bike sharing ma solo un altro noleggio. La spia e' la tariffa di noleggio: se non ha la mezz'ora gratuita, e se non e' progressiva allora si tratta di noleggio, non bike sharing.
Date retta al Marziano.
Pienamente d'accordo, soldi dei contribuenti buttati. Investirli in rastrelliere sarebbe stato molto meglio, d'altronde è palese che questi non hanno nessun interesse a fare l'interesse dei cittadini !
RispondiEliminaMa che ti volevi aspettare, manco una delibera per far parcheggiare le bici nei condomini sono riusciti a fare... E tra un paio d'anni le bici saranno da buttare o cambiare per essere pronti con un nuovo sharing. Non ho parole, solo parolacce