Nella serie di grandi tormentoni che ci tocca subire, volevo ri-fare un post sulla candidatura alle Olimpiadi.(rileggetevelo, da sganasciarsi...) ma mentre mi accendevo a scriverlo ho scoperto invece che sta arrivando (di nuovo) la settimana della mobilità sostenibile.
Ci tengo a precisare che io non ho nulla contro la mobilità sostenibile, tanto è vero che tutti i giorni vado in ufficio in bicicletta. E quando non uso la bicicletta è perché uso il mezzo pubblico.
Pero’ trovo insopportabile l’ipocrisia italiota che permea il tutto.
E’ chiaro che al Ministero dell’Ambiente il compitino lo fanno, ne spiegano i vantaggi, l’uso della bici, tutto bene signora maestra. Poi, passata la festa e gabbato lo santo, non ci pensano proprio a fare nulla per far espandere effettivamente l’uso della bici, anche perche’ le mani sulle leve del potere, per esempio il CdS, continua ad avercele il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, e quindi neanche il SUEB (Senso Unico Eccetto Biciclette) riusciamo ad ottenere.
Quindi il prossimo convegno sulla mobilita' sostenibile dovrebbe intitolarsi: “Dite dite, ma poi perche' non fate un cazzo?” (per dire molto poco, quasi niente). A quello si' che mi piacerebbe partecipare
Poi a Roma la cosa e’ ancora piu’ tragica. Infatti la mobilita’ sostenibile va bene per chi una mobilita’ ce l’ha gia’.
Invece a Roma quello che manca non è la mobilità sostenibile, ma la mobilità tout-court. Ovverosia il romano quando deve spostarsi da A a B normalmente ci mette dal doppio al triplo del tempo di qualunque altra persona che abiti in una capitale europea, e comunque non sa mai con precisione quanto ci metterà, e questo e’ un grosso stress e una grossa inefficienza. Una condizione è assolutamente incompatibile con una nazione che per mantenersi al passo con gli altri deve essere produttiva ed efficiente.
Quindi sarebbe il caso, qui a Roma, di celebrare non tanto una settimana della mobilità sostenibile, ma una settimana della mobilità a Roma. Capire quali sono i nostri problemi e cercare di aggredirli.
In realtà noi sappiamo bene quali sono i nostri problemi: innanzitutto l’ATAC, Perché in una città come Roma mobilità sostenibile significa sempre e comunque trasporto pubblico.
L'inefficienza e il palese menefreghismo verso il cittadino dell’ATAC è un po' la madre di tutti i problemi, anche peggio della onnipresenza delle auto, che in qualche modo ne e’ una conseguenza.
Facciamo un esempio: mentre la presenza delle auto può essere invocata come causa del malfunzionamento del trasporto di superficie, per quanto riguarda le metropolitane e le ferrovie leggere in fatto di inefficienza l’ATAC fa tutto da sola, e vediamo bene con quali risultati.
Basta che una delle due linee principali, la A o la B abbiano un malfunzionamento per generare disservizi clamorosi… Clamorosi in termini di quantità di persone lasciate a terra e di tempo necessario per effettuare gli stessi itinerari percorsi dalla metropolitana con mezzi alternativi. Quindi che ci piaccia o no la mobilità sostenibile a Roma significa soprattutto metropolitane e ferrovie.
Solo dopo, a grande distanza, possiamo avere i tram gli autobus e infine le biciclette.
Non va inoltre trascurato lo stato di perenne deficit dell'Atac, che sottrae enormi ricchezze alla città. Anche lì si tratterebbe di capire perché perda tutti quei soldi ogni anno, e se proprio non è in grado di raggiungere il pareggio economico, provvedere ad alzare il costo degli abbonamenti (i biglietti costano già abbastanza).
Purtroppo, invece di discorsi realistici e seri, la settimana della mobilità sostenibile diventa una specie di kermesse da centro sociale, con la messa fuori di idee difficilmente in grado di risolvere i problemi seri di questa citta’. Anzi, magari mettendo in dubbio la necessita’ stessa delle metropolitane.
Infatti anche quelle città che hanno adottato modelli di mobilità sostenibile molto orientati all'uso della bicicletta, lo fanno sopra un robusto scheletro di metropolitane e ferrovie che fanno la maggior parte del lavoro. Scheletro che da noi e’ ancora a meta’, ma che occorrera’ completare (completamento linea C, linea D, chiusura dell’anello ferroviario).
E non si puo’ neanche dire che i Romani siano inesorabilmente attaccati alla propria auto. Sono piuttosto attaccati alla mobilità. Infatti una gran parte dei Romani è transitata allo scooter quando questo mezzo ha mostrato un affidabilità e una comodita’ accettabili, in grado di gareggiare con quello dell'auto. Buone metropolitane ben gestite sarebbero il principale incentivo a lasciare l’auto.
Insomma a Roma dovremmo cominciare a parlare di mobilità sul serio, tenendo presente che una mobilità che non soddisfa i bisogni della popolazione, comunque non è sostenibile.
Solo un buon sistema di trasporto pubblico puo’ soddisfare i bisogni di una capitale, deve essere basato sulla metropolitana e le ferrovie urbane, uniche in grado di trasportare abbastanza gente a velocita’ accettabili.
Altrimenti i singoli continueranno a fare del loro meglio per risolversi il problema, da soli, con auto, scooter. Anche qualche bicicletta, certo, ma poche poche in percentuale.
In fine un grido: ARIDATECE TOCCI
sono d'accordo al 100%
RispondiEliminaio uso la metafora della ciliegina sulla torta: la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile è appunto una campagna di comunicazione diffusa in tutta Europa, peccato che in praticamente tutte le città europee (non solo capitali) la European Mobility Week è una ciliegina su una torta fatta appunto di robusta mobilità su ferro. da noi, e soprattutto a Roma, è una settimana di buoni propositi, per poi tornare al caos organizzato che conosciamo bene, con share modale dominato dall'auto privata.
spiace sembrare qualunquisti, ma, come Mobility Manager di un'azienda romana, penso di poter dare un'opinione (abbastanza) ragionata
Infatti, hai perfettamente ragione, e' la ciliegina sulla torta, la fucina di nuove idee. Da noi e', se posso usare un termine tecnico, una supercazzola :-).
RispondiEliminaPeraltro nel post ho dimenticato di menzionare la tragedia della ferrovia Roma Ostia, che disastro!