L’altro giorno, all’ingresso della metro, mi è stato distribuito un nuovo giornale gratuito, Roma happening, che non aveva mai visto, ma che si propone come filo diretto con il Campidoglio. Il direttore, Vic Antico, ha fatto un’interessante intervista con l’assessore alla mobilità Marchi sul nuovo piano della mobilità che il Campidoglio sta preparando.
Purtroppo ho lasciato il foglio in ufficio, e quindi mi è difficile darvi un estratto dell’intervista. Ma comunque, ho potuto constatare che le parole “bicicletta” e “pista ciclabile” nell’intervista non compaiono mai..
Questa assenza potrebbe essere anche solo casuale, e semplicemente dipendere dall’intervistatore e non dall’intervistato. Non è un mistero che la mobilità ciclabile sia considerata un lusso da radical-chic da molti, che vedono di cattivo occhio l’impegno anche solo di qualche “per mille” del budget per piste ciclabili e rastrelliere.
Da parte mia, oltre alla mia esperienza personale, posso dire che l’uso della bicicletta sta aumentando lentamente ma con costanza, ed appare il mezzo più adatto a complementare l’utilità della rete di metropolitana di Roma.
Roma ciclista aveva anche scritto all’Assessorato per ottenere lumi sulla futura politica pr Roma ciclabile. Purtroppo ancora nessuna risposta dalle Istituzioni…
sabato 29 novembre 2008
lunedì 24 novembre 2008
Ooops… Mi sono dimenticato la ciclabile.
Su Repubblica di sabato scorso si parlava del raddoppio della Tiburtina.
La Via Tiburtina, la strada che porta a Tivoli, condivide l’infausto destino delle principali consolari romane: la mancanza di pianificazione urbanistica le ha costrette in mezzo ad insediamenti che le hanno soffocate.
In particolare la Tiburtina scorre tra i maggiori insediamenti industriali romani, enei giorni lavorativi assomiglia ad un incubo. Finalmente è stato deciso di fare qualcosa, 6 km di raddoppio, e al centro un corridoio della mobilità per i mezzi pubblici.
Guardiamo bene, manca qualcosa (disegno preso da "La Repubblica")? Certo! Ci siamo dimenticati la ciclabile! In effetti l’articolo pubblicato diceva che sarebbe stato fatto il possibile per integrare un percorso ciclabile. Va notato che la l’uso della bicicletta sulle strade extraurbane è nettamente più pericoloso dell’uso della bicicletta in città per vari fattori: larghezza della strada, velocità delle macchine, illuminazione, etc… Quindi le piste ciclabili sono molto più importanti fuori della città che dentro la città.
Plaudiamo alla buona intenzione, ma ci chiediamo… Che (***) di specifiche di progetto hanno questi signori, se nel 2008 ancora progettano raddoppi se non includono le piste ciclabili? Se questa è la situazione degli uffici tecnici comunali, ragazzi, siamo nello strame.
La Via Tiburtina, la strada che porta a Tivoli, condivide l’infausto destino delle principali consolari romane: la mancanza di pianificazione urbanistica le ha costrette in mezzo ad insediamenti che le hanno soffocate.
In particolare la Tiburtina scorre tra i maggiori insediamenti industriali romani, enei giorni lavorativi assomiglia ad un incubo. Finalmente è stato deciso di fare qualcosa, 6 km di raddoppio, e al centro un corridoio della mobilità per i mezzi pubblici.
Guardiamo bene, manca qualcosa (disegno preso da "La Repubblica")? Certo! Ci siamo dimenticati la ciclabile! In effetti l’articolo pubblicato diceva che sarebbe stato fatto il possibile per integrare un percorso ciclabile. Va notato che la l’uso della bicicletta sulle strade extraurbane è nettamente più pericoloso dell’uso della bicicletta in città per vari fattori: larghezza della strada, velocità delle macchine, illuminazione, etc… Quindi le piste ciclabili sono molto più importanti fuori della città che dentro la città.
Plaudiamo alla buona intenzione, ma ci chiediamo… Che (***) di specifiche di progetto hanno questi signori, se nel 2008 ancora progettano raddoppi se non includono le piste ciclabili? Se questa è la situazione degli uffici tecnici comunali, ragazzi, siamo nello strame.
domenica 23 novembre 2008
L’importanza delle rastrelliere e stracciar le patenti
Rispondo con un post a due commenti che ho ricevuto…
Rastrelliere
Caro Nicola, l’importanza delle rastrelliere è fondamentale! Mi trovavo a passare per la stazione di Firenze, Santa Maria Novella, e ho visto come ci fossero legate, alle rastrelliere all’esterno della stazione, 100/150 biciclette. Evidentemente erano biciclette lasciate lì da pendolari, persone che arrivavano a Firenze da fuori e si muovevano in città con il mezzo a due ruote.
A Roma , in mancanza di un vero parcheggio per le biciclette alla Stazione Termini, io non avevo potuto fare lo stesso. Sarei tranquillamente andato a Termini e tornato con la bicicletta, evitando di spostare l’auto o senza affidarmi all’incertezza domenicale dei mezzi pubblici.
Stracciar patenti…
Caro Rondone, io valuto che a Roma ci siano dalle 10 alle 100 mila patenti di troppo, date a persone destinate a farsi male o a far male a qualcun altro. Stracciare le patenti non è facile e va inquadrato nella realtà italiana.
La realtà italiana vede la costante contrazione della spesa pubblica, per cui è stata diminuita la presenza delle forze dell’ordine sulle strade. Quindi la multa è stata affidata alle macchinette automatiche, che sono efficaci dissuasori ma hanno il difetto di non permettere la contestazione direttamente al guidatore. Pertanto molto stesso è oggettivamente impossibile stabilire chi era alla guida in quel momento ed i punti sono spesso detratti dalle patenti di prestanome (spesso i Rumeni tuttofare).
Lasciando perdere gli episodi di semafori truccati e autovelox starati, sui quali occorrerebbe essere inflessibili, è chiaro che nel caso di multe con le macchinette occorre anche prendere provvedimenti di blocco temporaneo o di confisca del veicolo. Se devi lasciare la tua auto al comando di Polizia per tre mesi (e pagare il parcheggio) diventa dura…O addirittura in casi estremi (magari limiti di velocità violati sopra un certo limite dovrebbe scattare la confisca del veicolo…
Da tutto ciò rimane escluso il sanzionamento di quei comportamenti pericolosi non registrabili con macchinette.
Sorpassi azzardati, mancato rispetto della distanza di sicurezza, etc. In città ne sappiamo qualcosa, i Vigili Urbani non riescono (o non vogliono) intervenire su questo.
Come fare? Be’ io direi di far girare auto civetta con telecamere. Mettile sulla Pontina, a 100 all’ora sulla corsia di sorpasso, e comincia a (***) tutti quegli (***) che ti si mettono dietro a 2 metri di distanza…
Immagini a quanti ritireresti la patente in breve?
Scusa per la volgarità ed il maschilismo delle espressioni, ma…
Rastrelliere
Caro Nicola, l’importanza delle rastrelliere è fondamentale! Mi trovavo a passare per la stazione di Firenze, Santa Maria Novella, e ho visto come ci fossero legate, alle rastrelliere all’esterno della stazione, 100/150 biciclette. Evidentemente erano biciclette lasciate lì da pendolari, persone che arrivavano a Firenze da fuori e si muovevano in città con il mezzo a due ruote.
A Roma , in mancanza di un vero parcheggio per le biciclette alla Stazione Termini, io non avevo potuto fare lo stesso. Sarei tranquillamente andato a Termini e tornato con la bicicletta, evitando di spostare l’auto o senza affidarmi all’incertezza domenicale dei mezzi pubblici.
Stracciar patenti…
Caro Rondone, io valuto che a Roma ci siano dalle 10 alle 100 mila patenti di troppo, date a persone destinate a farsi male o a far male a qualcun altro. Stracciare le patenti non è facile e va inquadrato nella realtà italiana.
La realtà italiana vede la costante contrazione della spesa pubblica, per cui è stata diminuita la presenza delle forze dell’ordine sulle strade. Quindi la multa è stata affidata alle macchinette automatiche, che sono efficaci dissuasori ma hanno il difetto di non permettere la contestazione direttamente al guidatore. Pertanto molto stesso è oggettivamente impossibile stabilire chi era alla guida in quel momento ed i punti sono spesso detratti dalle patenti di prestanome (spesso i Rumeni tuttofare).
Lasciando perdere gli episodi di semafori truccati e autovelox starati, sui quali occorrerebbe essere inflessibili, è chiaro che nel caso di multe con le macchinette occorre anche prendere provvedimenti di blocco temporaneo o di confisca del veicolo. Se devi lasciare la tua auto al comando di Polizia per tre mesi (e pagare il parcheggio) diventa dura…O addirittura in casi estremi (magari limiti di velocità violati sopra un certo limite dovrebbe scattare la confisca del veicolo…
Da tutto ciò rimane escluso il sanzionamento di quei comportamenti pericolosi non registrabili con macchinette.
Sorpassi azzardati, mancato rispetto della distanza di sicurezza, etc. In città ne sappiamo qualcosa, i Vigili Urbani non riescono (o non vogliono) intervenire su questo.
Come fare? Be’ io direi di far girare auto civetta con telecamere. Mettile sulla Pontina, a 100 all’ora sulla corsia di sorpasso, e comincia a (***) tutti quegli (***) che ti si mettono dietro a 2 metri di distanza…
Immagini a quanti ritireresti la patente in breve?
Scusa per la volgarità ed il maschilismo delle espressioni, ma…
sabato 15 novembre 2008
Ancora alcool più droga
Riporto di seguito una notizia agghiacciante, estratta e opportunamente privata di nomi, cognomi e luoghi.
(15 novembre) - A (…), un avvocato di 33 anni, (…), di (…) è stato arrestato dai carabinieri di (…) dopo aver travolto e ucciso con la sua auto un immigrato, probabilmente africano.
L'uomo, (…), non si è accorto di un ciclista che lo precedeva: con la vettura, probabilmente ad alta velocità, lo ha fatto volare dalla bici. L'uomo probabilmente un immigrato extracomunitario, probabilmente sui 30 anni, è morto sul colpo a causa delle gravi lesioni provocate dall'impatto. La salma è stata portata al (…) per l'autopsia. (…) è stato bloccato dai carabinieri sul posto dell'incidente, arrestato con l'accusa di omicidio colposo e guida sotto l'influenza di sostanze alcoliche e stupefacenti. Gli è stato riscontrato un tasso alcolemico di 2,5 grammi per litro contro un massimo di 0,5 e la positività alla cocaina. Sembra che (…)stesse tornando da una festa organizzata per celebrare una vittoria in una causa importante
Io no so’ bene quale follia prenda le persone. Ma cosa si può fare? Anche a Roma spesso, ai semafori, si vedono le persone che si passano gli spinelli, compreso il guidatore.
Addirittura una sera c’era una ragazza che da sola si stava fumando un bello spinellone. E non era una sigaretta artigianale perché l’odore arrivava fino nella mia auto (Quella fatta da Herr Opel).
Ora cosa succederà? Beh, conoscendo l’Italia, l’avvocato in primo grado si prenderà 7 anni. Poi però in secondo grado si comincerà a dire che in effetti l’immigrato era clandestino… E quindi era colpa sua perché nn avrebbe dovuto essere lì… Oppure che era di notte ed era senza luci (probabilissimo, magari).
Insomma il tutto si strascinerà fino alla prescrizione. D’altra parte a cosa servirebbe prendersela con l’investitore? Sarebbe già tanto se gli levassero la patente e non gliela ridessero più.
Dopodichè ognuno ha la propria coscienza. Per quanto mi riguarda, spero sempre di non trovarmi da nessuna delle due parti, ma specialmente dalla parte dell'investitore.
(15 novembre) - A (…), un avvocato di 33 anni, (…), di (…) è stato arrestato dai carabinieri di (…) dopo aver travolto e ucciso con la sua auto un immigrato, probabilmente africano.
L'uomo, (…), non si è accorto di un ciclista che lo precedeva: con la vettura, probabilmente ad alta velocità, lo ha fatto volare dalla bici. L'uomo probabilmente un immigrato extracomunitario, probabilmente sui 30 anni, è morto sul colpo a causa delle gravi lesioni provocate dall'impatto. La salma è stata portata al (…) per l'autopsia. (…) è stato bloccato dai carabinieri sul posto dell'incidente, arrestato con l'accusa di omicidio colposo e guida sotto l'influenza di sostanze alcoliche e stupefacenti. Gli è stato riscontrato un tasso alcolemico di 2,5 grammi per litro contro un massimo di 0,5 e la positività alla cocaina. Sembra che (…)stesse tornando da una festa organizzata per celebrare una vittoria in una causa importante
Io no so’ bene quale follia prenda le persone. Ma cosa si può fare? Anche a Roma spesso, ai semafori, si vedono le persone che si passano gli spinelli, compreso il guidatore.
Addirittura una sera c’era una ragazza che da sola si stava fumando un bello spinellone. E non era una sigaretta artigianale perché l’odore arrivava fino nella mia auto (Quella fatta da Herr Opel).
Ora cosa succederà? Beh, conoscendo l’Italia, l’avvocato in primo grado si prenderà 7 anni. Poi però in secondo grado si comincerà a dire che in effetti l’immigrato era clandestino… E quindi era colpa sua perché nn avrebbe dovuto essere lì… Oppure che era di notte ed era senza luci (probabilissimo, magari).
Insomma il tutto si strascinerà fino alla prescrizione. D’altra parte a cosa servirebbe prendersela con l’investitore? Sarebbe già tanto se gli levassero la patente e non gliela ridessero più.
Dopodichè ognuno ha la propria coscienza. Per quanto mi riguarda, spero sempre di non trovarmi da nessuna delle due parti, ma specialmente dalla parte dell'investitore.
mercoledì 12 novembre 2008
Presto, compriamoci un’altra automobile!
Facendosi la barba si sentono un sacco di notizie. Per questo noi uomini siamo generalmente più informati. Tra una tragedia umanitaria in Africa e una turbolenza scolastica, mi ha colpito la notizia della crisi dell’industria automobilistica… meno 26%, nel 2008.
Sarà stato per l’acqua scrosciante, non ho capito esattamente a cosa si riferisse il mitico 26%. Se al fatturato dell’industria, al numero delle unità vendute… Se si riferisse al venduto fino ad ottobre, etc. etc.. Comunque la quantità è imponente.
Una nota comune in tutti gli excursus utopici quali il mitico “La città senz’auto” quando Ripa di Meana era Commissario Europeo all’Ambiente, è il non saper riconvertire l’industria automobilistica… In questo è identica all’industria bellica. Prendiamo il rapporto tra trattori e carri armati. Dal punto di vista industriale non c’e’ paragone. Quanti trattori ci vogliono per arare un campo di 500 ettari… supponiamo 4. Quanti carri armati ci vogliono a difendere lo stesso campo? Dipende da quanti ne ha il nemico. Se ne ha 100, magari 120…
L’industria automobilistica beneficia di ragionamenti analoghi. L’auto è in genere molto surdimensionata rispetto alle reali esigenze di trasporto. Sappiamo che è uno status symbol (vedi I SUV) e che le sue prestazioni ormai travalicano le qualità guidatorie del proprietario. I benefici ci sono: le auto moderne sono oggetti magici… veloci, silenziose, sicure e potenzialmente molto parche nei consumi, sicuramente molto di più delle loro progenitrici. Provate a guidare una FIAT 124 e vedrete… e anche più economiche, almeno a parità di prestazioni.
Ora però l’industria dell’auto potrebbe starci stretta. In tempi di crisi generale, riaprmiare sull'auto, rimandarne la sostituzione, è una delle soluzioni classiche. I fabbricanti di auto, poverini, si trovano in un terribile dubbio: devono continuare a proporre al mercato modelli da soddisfazione o ripiegare su modelli da trasporto razionale? Sbagliare questa scelta può significare il fallimento e la povertà per decine di migliaia di famiglie, nonché un duro colpo all’economia della nazione.
Insomma, dovremmo tutti, a questo punto, pensare a cambiare l’auto, anche noi Marziani. In effetti la mia è del 1993. Fu fatta all’epoca tutta a mano da un artigiano austriaco, tal Herr Opel. Era tanto bella che la chiamò “Astro”, ma il primo proprietario, sensibile al fatto che l’auto è femmina, e che “Astro” nel traffico te ne tira troppe appresso, la ribattezzò “Astra”. Era tanto bella che tantissimi me l’hanno copiata, anzi credo che da qualche parte ci sia una fabbrica cinese che ne abbia fatte molte decine di migliaia di copie.
Malgrado funzioni accettabilmente, credo che sia arrivato il momento di cambiarla, magari approfittando dei ribassi… Aiutiamo l’industria dell’auto.
Spero che diano almeno una bicicletta in omaggio (mi pare lo facciamo la Mercedes e la Ferrari).
Sarà stato per l’acqua scrosciante, non ho capito esattamente a cosa si riferisse il mitico 26%. Se al fatturato dell’industria, al numero delle unità vendute… Se si riferisse al venduto fino ad ottobre, etc. etc.. Comunque la quantità è imponente.
Una nota comune in tutti gli excursus utopici quali il mitico “La città senz’auto” quando Ripa di Meana era Commissario Europeo all’Ambiente, è il non saper riconvertire l’industria automobilistica… In questo è identica all’industria bellica. Prendiamo il rapporto tra trattori e carri armati. Dal punto di vista industriale non c’e’ paragone. Quanti trattori ci vogliono per arare un campo di 500 ettari… supponiamo 4. Quanti carri armati ci vogliono a difendere lo stesso campo? Dipende da quanti ne ha il nemico. Se ne ha 100, magari 120…
L’industria automobilistica beneficia di ragionamenti analoghi. L’auto è in genere molto surdimensionata rispetto alle reali esigenze di trasporto. Sappiamo che è uno status symbol (vedi I SUV) e che le sue prestazioni ormai travalicano le qualità guidatorie del proprietario. I benefici ci sono: le auto moderne sono oggetti magici… veloci, silenziose, sicure e potenzialmente molto parche nei consumi, sicuramente molto di più delle loro progenitrici. Provate a guidare una FIAT 124 e vedrete… e anche più economiche, almeno a parità di prestazioni.
Ora però l’industria dell’auto potrebbe starci stretta. In tempi di crisi generale, riaprmiare sull'auto, rimandarne la sostituzione, è una delle soluzioni classiche. I fabbricanti di auto, poverini, si trovano in un terribile dubbio: devono continuare a proporre al mercato modelli da soddisfazione o ripiegare su modelli da trasporto razionale? Sbagliare questa scelta può significare il fallimento e la povertà per decine di migliaia di famiglie, nonché un duro colpo all’economia della nazione.
Insomma, dovremmo tutti, a questo punto, pensare a cambiare l’auto, anche noi Marziani. In effetti la mia è del 1993. Fu fatta all’epoca tutta a mano da un artigiano austriaco, tal Herr Opel. Era tanto bella che la chiamò “Astro”, ma il primo proprietario, sensibile al fatto che l’auto è femmina, e che “Astro” nel traffico te ne tira troppe appresso, la ribattezzò “Astra”. Era tanto bella che tantissimi me l’hanno copiata, anzi credo che da qualche parte ci sia una fabbrica cinese che ne abbia fatte molte decine di migliaia di copie.
Malgrado funzioni accettabilmente, credo che sia arrivato il momento di cambiarla, magari approfittando dei ribassi… Aiutiamo l’industria dell’auto.
Spero che diano almeno una bicicletta in omaggio (mi pare lo facciamo la Mercedes e la Ferrari).
martedì 11 novembre 2008
Quando la bici sostituisce il bus… ma non l’auto.
In occasione dello sciopero di lunedì scorso, ho visto un’altissimo numero di ciclisti a girare per Roma… questo ahime’ dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che purtroppo l’insieme dei ciclisti e l’insieme degli automobilisti, non si intersecano.
Ciò non è proprio vero, intendo che non è una regola, ma la sensazione e l’esperienza fanno vedere che sia più probabile la transizione da bus a bicicletta che da auto a bicicletta. Ciò rende più efficiente il trasporto privato e meno affollati i bus, ma non risolve il problema del traffico ne’ quello dell’inquinamento.
Le ragioni? Ci interroghiamo in proposito, ma direi, senza tema di smentita, che la principale è la natura dell’automobilista. Infatti se uno resiste alla routine della macchina, alle code, al traffico, senza passare allo scooter, allora difficilmente passerà alla bicicletta.
Ovvero, evidentemente ha ottime ragioni per prendere l’auto. Parcheggio a disposizione, vestito, accompagno di bimbi o altri parenti, rigetto del mezzo pubblico… più semplicemente quantità e caratteristiche del percorso (strada, orario, etc.). Convincere questa platea di irriducibili appare molto arduo, direi una missione impossibile. Magari qualche stufo/arcistufo ci sta, ma avventurarsi sulla bici appare a quest’ultimi un azzardo intollerabile.
Se dovessimo, sempre a sensazione, organizzare gli utenti per categorie e bisogni, avremmo una specie di tabellina:
- Individualisti (rigetto mezzo pubblico) auto moto bici piedi
- Elegantoni auto bus piedi moto
- Comodoni (rigetto intemperie) auto bus piedi -
- Frettolosi moto auto bus bici
- Accompagnatori auto moto bus piedi
- Risparmiatori piedi bici moto auto
- Salutisti bici piedi - -
Quale di queste categorie è possibile convertire alla bici? Allora… Lasciamo perdere comodoni ed elegantoni, possiamo prendere un po’ di Frettolosi e di Individualisti sulle brevi distanze. I frettolosi con il bike sharing in aggiunta alla metro.
Se invece andiamo per categorie di utenti, il mondo del bus è pieno di persone che ne farebbero volentieri a meno, per vari inconvenienti tipici del bus. La metro è un po’ differente, in quanto ha raggio d’azione e velocità tipicamente proprie. L’utente della metro puo’ essere sedotto solo dal bike sharing, e anch’io lo farei volentieri.
In effetti, a pensarci bene, l’elegantone può essere portato sulla bici da elegantoni… Belle biciclette esposte negli aeroporti, sellino in pelle, tinte vellutate, freni a bacchetta… Purchè non si debba andare in salita sono bellocce… Ovviamente non vanno lasciate legate nei pressi della stazione Tiburtina… Suggerisco il baretto di Via Panama o meglio, il Cafe’ de Paris al Pincio.
Ciò non è proprio vero, intendo che non è una regola, ma la sensazione e l’esperienza fanno vedere che sia più probabile la transizione da bus a bicicletta che da auto a bicicletta. Ciò rende più efficiente il trasporto privato e meno affollati i bus, ma non risolve il problema del traffico ne’ quello dell’inquinamento.
Le ragioni? Ci interroghiamo in proposito, ma direi, senza tema di smentita, che la principale è la natura dell’automobilista. Infatti se uno resiste alla routine della macchina, alle code, al traffico, senza passare allo scooter, allora difficilmente passerà alla bicicletta.
Ovvero, evidentemente ha ottime ragioni per prendere l’auto. Parcheggio a disposizione, vestito, accompagno di bimbi o altri parenti, rigetto del mezzo pubblico… più semplicemente quantità e caratteristiche del percorso (strada, orario, etc.). Convincere questa platea di irriducibili appare molto arduo, direi una missione impossibile. Magari qualche stufo/arcistufo ci sta, ma avventurarsi sulla bici appare a quest’ultimi un azzardo intollerabile.
Se dovessimo, sempre a sensazione, organizzare gli utenti per categorie e bisogni, avremmo una specie di tabellina:
- Individualisti (rigetto mezzo pubblico) auto moto bici piedi
- Elegantoni auto bus piedi moto
- Comodoni (rigetto intemperie) auto bus piedi -
- Frettolosi moto auto bus bici
- Accompagnatori auto moto bus piedi
- Risparmiatori piedi bici moto auto
- Salutisti bici piedi - -
Quale di queste categorie è possibile convertire alla bici? Allora… Lasciamo perdere comodoni ed elegantoni, possiamo prendere un po’ di Frettolosi e di Individualisti sulle brevi distanze. I frettolosi con il bike sharing in aggiunta alla metro.
Se invece andiamo per categorie di utenti, il mondo del bus è pieno di persone che ne farebbero volentieri a meno, per vari inconvenienti tipici del bus. La metro è un po’ differente, in quanto ha raggio d’azione e velocità tipicamente proprie. L’utente della metro puo’ essere sedotto solo dal bike sharing, e anch’io lo farei volentieri.
In effetti, a pensarci bene, l’elegantone può essere portato sulla bici da elegantoni… Belle biciclette esposte negli aeroporti, sellino in pelle, tinte vellutate, freni a bacchetta… Purchè non si debba andare in salita sono bellocce… Ovviamente non vanno lasciate legate nei pressi della stazione Tiburtina… Suggerisco il baretto di Via Panama o meglio, il Cafe’ de Paris al Pincio.
domenica 9 novembre 2008
Era un po’ che non bucavo… Paraponziponzipo’
Domenica ho chiuso il mio periodo di libertà dalla foratura. Non è stato un brutto periodo... Domenica pomeriggio, dopo una mattina di duro lavoro casalingo nella giornata più bella d'autunno, sono andato a prendere la bici da città per un giretto nel meriggio dorato, e ho trovato la gomma anteriore a terra.
Ho cambiato bici e ho preso quella da fuoristrada (montagna mi sembra troppo impegnativo) e mi sono fatto un bel giro lo stesso, scarrozzando sempre all’interno di Villa Ada, fino all’imbrunire. Poi ho sconfinato sulle piste ciclabili… Ponte Milvio, Ponte Risorgimento, Valle Giulia, Villa Borghese, Via Panama e poi a casa.
A Valle Giulia sono un po’ di giorni che la strada è completamente al buio. Ho acceso la luce a batteria, lampada alogena, e mi sono concentrato a cercare di evitare buche ed altro… Ero così concentrato che mi sono accorto di un pedone che camminava al buio sulla pista solo dopo che l’ho sfiorato (in effetti non era davanti a me…).
Tornato a casa ho riparato la camera d’aria dell’altra bici, approfittando dell’occasione per sostituire il battistrada piuttosto provato. Il buco era in effetti piccolissimo, quasi non lo trovavo… Ma tant’e’.
Tutto sommato è una fortuna che lo sgonfiamento sia stato così lento da non impedire il rientro a casa.
Nota: sul sito del Corriere un articolo commenta il nuovo rapporto di Legambiente sulla mobilità in bicicletta. Appena lo scarico da Internet ve o commento anche io. Da quello che ho letto, mi pare che Roma Ciclista aveva già detto le stesse cose…
Ho cambiato bici e ho preso quella da fuoristrada (montagna mi sembra troppo impegnativo) e mi sono fatto un bel giro lo stesso, scarrozzando sempre all’interno di Villa Ada, fino all’imbrunire. Poi ho sconfinato sulle piste ciclabili… Ponte Milvio, Ponte Risorgimento, Valle Giulia, Villa Borghese, Via Panama e poi a casa.
A Valle Giulia sono un po’ di giorni che la strada è completamente al buio. Ho acceso la luce a batteria, lampada alogena, e mi sono concentrato a cercare di evitare buche ed altro… Ero così concentrato che mi sono accorto di un pedone che camminava al buio sulla pista solo dopo che l’ho sfiorato (in effetti non era davanti a me…).
Tornato a casa ho riparato la camera d’aria dell’altra bici, approfittando dell’occasione per sostituire il battistrada piuttosto provato. Il buco era in effetti piccolissimo, quasi non lo trovavo… Ma tant’e’.
Tutto sommato è una fortuna che lo sgonfiamento sia stato così lento da non impedire il rientro a casa.
Nota: sul sito del Corriere un articolo commenta il nuovo rapporto di Legambiente sulla mobilità in bicicletta. Appena lo scarico da Internet ve o commento anche io. Da quello che ho letto, mi pare che Roma Ciclista aveva già detto le stesse cose…
giovedì 6 novembre 2008
L'elezione di Obama, influirà sulle biciclette a Roma?
Qualcuno si è posto questa domanda? Solo Roma Ciclista se la pone e può darvi la risposta:
Dopo questo scoop che vi permetterà di programmare le vostre azioni future, passiamo ad un po' di Totobama, che è sicuramente un gioco di moda in questa settimana. Afghanistan, scudo stellare, assistenza medica gratuita, clima... con il cambio dell'Amministrazione (Administration per eccelenza) tutti questi temi saranno ridiscussi.
Mi apsetto in particolare un'inversione di tendenza sul clima. Infatti la posizione del Presidente George W. Bush, pur se non priva di fondamento o realismo economico e politico, appare sempre più lontana da ciò che dovrebbe essere fatto.
Considerate anche le posizioni di Al Gore, che forse avrebbe dovuto essere presidente al posto di George W, credo che i Democratici (quelli con la "D" maiuscola) rivedranno la politica ambientale americana... la quale, non dimentichiamo, ha per molti versi inventato la questione ambientale.
Due temi per tutti: il bando dei motori a due tempi de i carburatori anti-benzene. Per quanto riguarda i secondi, mi ricordo che negli USA già erano obbligatori negli anni 70.
Per il motore a due tempi, proibito da sempre negli USA, ma mai abbastanza vituperato, lo scandalo è che noi continuiamo ad usarlo, anzi abbiamo coniato anche un Euro 4 dei due tempi, tanto per prenderci in giro... con la quantità di motorini due tempi in giro non c'e' niente da scherzare.
Comunque sia, è probabile che l'avvento di Obama porti ad un mutamento di rotta negli USA, e quindi di un più deciso passo verso la riduzione delle emissioni.
Per l'Italia una necessità in più di ricorrere a tecnologie pulite, ad esempio la bicicletta (la mia dovrei pulirla più spesso di una volta ogni tre anni).
D'altra parte, se Obama decidesse di perseguire qualche grossa riforma come dare agli americani una forma di assistenza sanitaria grtuita, allora potrebbe essere tentato di abbandonare la questione ambientale per non porre ulteriore burden sulle spalle dell'economia.
Come si vede forse sì, forse no...
R:"Forse che sì, forse che no... Ah, magari saperlo!"
Dopo questo scoop che vi permetterà di programmare le vostre azioni future, passiamo ad un po' di Totobama, che è sicuramente un gioco di moda in questa settimana. Afghanistan, scudo stellare, assistenza medica gratuita, clima... con il cambio dell'Amministrazione (Administration per eccelenza) tutti questi temi saranno ridiscussi.
Mi apsetto in particolare un'inversione di tendenza sul clima. Infatti la posizione del Presidente George W. Bush, pur se non priva di fondamento o realismo economico e politico, appare sempre più lontana da ciò che dovrebbe essere fatto.
Considerate anche le posizioni di Al Gore, che forse avrebbe dovuto essere presidente al posto di George W, credo che i Democratici (quelli con la "D" maiuscola) rivedranno la politica ambientale americana... la quale, non dimentichiamo, ha per molti versi inventato la questione ambientale.
Due temi per tutti: il bando dei motori a due tempi de i carburatori anti-benzene. Per quanto riguarda i secondi, mi ricordo che negli USA già erano obbligatori negli anni 70.
Per il motore a due tempi, proibito da sempre negli USA, ma mai abbastanza vituperato, lo scandalo è che noi continuiamo ad usarlo, anzi abbiamo coniato anche un Euro 4 dei due tempi, tanto per prenderci in giro... con la quantità di motorini due tempi in giro non c'e' niente da scherzare.
Comunque sia, è probabile che l'avvento di Obama porti ad un mutamento di rotta negli USA, e quindi di un più deciso passo verso la riduzione delle emissioni.
Per l'Italia una necessità in più di ricorrere a tecnologie pulite, ad esempio la bicicletta (la mia dovrei pulirla più spesso di una volta ogni tre anni).
D'altra parte, se Obama decidesse di perseguire qualche grossa riforma come dare agli americani una forma di assistenza sanitaria grtuita, allora potrebbe essere tentato di abbandonare la questione ambientale per non porre ulteriore burden sulle spalle dell'economia.
Come si vede forse sì, forse no...
martedì 4 novembre 2008
Co’ ‘sta pioggia e co’ ‘sto vento...
Sarebbe stata la giornata bici perfetta. Un appuntamento di lavoro al vecchio San Michele, quindi giustappunto all’uscita della pista ciclabile del Tevere. Non fosse stato per la necessità di vestirsi in “alta” uniforme e per la pioggia annunciata (poi è arrivata la sera) sarei uscito da casa, avrei imboccato la pista di Via Panama fino a Ponte Risorgimento, avrei imboccato la pista del Tevere, sarei sbucato a Trastever e avrei infilato il cortile del San Michele…
Quindi dal San Michele sarei ripartito, avrei preso l’Ostiense e mi sarei diretto tranquillo verso l’EUR.
Questa giornata di sogno in bici, senza dover rinunciare al lavoro, purtroppo non si è realizzata. Però non posso fare a meno di offrire tre considerazioni:
1) Rastrelliere per biciclette: Malgrado il bellissimo megacortile il complesso del San Michele ha posti auto per tutti (Direttore Generale, Capo Dipartimento, etc. etc.) ma neanche una rastrelliera per le bici lì parcheggiate. Funge da rastrelliera la ringhiera di una scala. Per carità, niente di male, ma a Berlino sicuramente la considerebbero una cosa poco elegante;
2) Efficienza dei percorsi ciclabili: in effetti da Porta Portese si può andare all’EUR per piste ciclabili, in ben tre modi. Il primo è da suicidi. Si tratta di congiungersi alla pista della Colombo passando per l’Aventino, sotto la FAO, Piazza Numa Pompilio, e poi via… credo che la distanza sia tra il 140 ed il 210 per cento di quella ortodromica. Da perditempo. Il secondo non l’ho mai verificato, ma consiste nel continuare sulla pista del Tevere ed uscire a Ponte Marconi, e quindi fare Viale Marconi fino alla Colombo. Non malissimo, ma sempre troppo lungo rispetto al cerchio massimo terrestre. Il Terzo sarebbe di continuare oltre ponte Marconi e passare il Tevere dopo il Viadotto della Magliana. Dal punto di vista della distanza migliora, ma purtroppo non so’ esattamente come fare per scendere dalla ciclabile senza finire in mezzo alla Via del Mare. Cmq, appare urgente preparare una pista che costeggi Via Ostiense fino a San Paolo, visto che gli spazi sono abbondanti, in alcuni casi addirittura eccessivi;
3) Piste Coperte: una vecchia idea, mi pare di averla già citata. Non appare difficile realizzare piste ciclabili coperte, ad esempio quella della Colombo… Visto il passaggio agli sgrulloni tropicali, una copertura permanente sarebbe di grande aiuto alla regolarità del traffico ciclistico. Non credo che l’investimento sia terrificante, e se ben realizzato può avere anche un valore estetico. Se poi vogliamo fare gli ecologi, potremmo avere una pensilina antipioggia coperta di pannelli solari, così da utilizzare in maniera doppiamente ecologica anche lo spazio della pista ciclabile… Tanto so che non se ne fa nulla…
Quindi dal San Michele sarei ripartito, avrei preso l’Ostiense e mi sarei diretto tranquillo verso l’EUR.
Questa giornata di sogno in bici, senza dover rinunciare al lavoro, purtroppo non si è realizzata. Però non posso fare a meno di offrire tre considerazioni:
1) Rastrelliere per biciclette: Malgrado il bellissimo megacortile il complesso del San Michele ha posti auto per tutti (Direttore Generale, Capo Dipartimento, etc. etc.) ma neanche una rastrelliera per le bici lì parcheggiate. Funge da rastrelliera la ringhiera di una scala. Per carità, niente di male, ma a Berlino sicuramente la considerebbero una cosa poco elegante;
2) Efficienza dei percorsi ciclabili: in effetti da Porta Portese si può andare all’EUR per piste ciclabili, in ben tre modi. Il primo è da suicidi. Si tratta di congiungersi alla pista della Colombo passando per l’Aventino, sotto la FAO, Piazza Numa Pompilio, e poi via… credo che la distanza sia tra il 140 ed il 210 per cento di quella ortodromica. Da perditempo. Il secondo non l’ho mai verificato, ma consiste nel continuare sulla pista del Tevere ed uscire a Ponte Marconi, e quindi fare Viale Marconi fino alla Colombo. Non malissimo, ma sempre troppo lungo rispetto al cerchio massimo terrestre. Il Terzo sarebbe di continuare oltre ponte Marconi e passare il Tevere dopo il Viadotto della Magliana. Dal punto di vista della distanza migliora, ma purtroppo non so’ esattamente come fare per scendere dalla ciclabile senza finire in mezzo alla Via del Mare. Cmq, appare urgente preparare una pista che costeggi Via Ostiense fino a San Paolo, visto che gli spazi sono abbondanti, in alcuni casi addirittura eccessivi;
3) Piste Coperte: una vecchia idea, mi pare di averla già citata. Non appare difficile realizzare piste ciclabili coperte, ad esempio quella della Colombo… Visto il passaggio agli sgrulloni tropicali, una copertura permanente sarebbe di grande aiuto alla regolarità del traffico ciclistico. Non credo che l’investimento sia terrificante, e se ben realizzato può avere anche un valore estetico. Se poi vogliamo fare gli ecologi, potremmo avere una pensilina antipioggia coperta di pannelli solari, così da utilizzare in maniera doppiamente ecologica anche lo spazio della pista ciclabile… Tanto so che non se ne fa nulla…
domenica 2 novembre 2008
Due giorni strappati alla pioggia
Malgrado le previsioni di piogge terribili, sia sabato che domenica sono stati due giorni più che accettabili per la bici.
Sabato sono andato a farmi la “solita” passeggiata sulla pista Nord, quella di Castel Giubileo. Domenica, ancora non fidandomi del tempo, ho preferito rimanere a Roma. Programma: Villa Ada, Monte Antenne e Pista del Tevere (alla fine 45 km, non malaccio). Comunque la giornata è stata veramente meravigliosa. Ma andiamo con ordine…
Villa Ada e Monte Antenne: bentornato fango, che certo non rimpiango. La parte selvatica di Villa Ada è stata provata dall’ultimo nubifragio. Dalla foto potete vedere uno dei grandi pini caduto sul sentiero. Ci si passa sotto, sembra proprio una scena da Apocalypse Now , oppure il passaggio sui tronchi di Pat Semetary, di Stephen King.
Più che dagli alberi caduti la passeggiata in bici è stata osteggiata da una serie di ostacoli sul sentiero, che mi hanno fatto pensare alla volontà di ostacolare le bici. Dalla foto potete vedere uno dei tronchi a Monte Antenne. Tutti i sentieri selvatici sono interrotti dai tronchi, pezzi di legno, sassi, messi di traverso, sembrerebbe proprio a bloccare le biciclette.
C’e’ anche la possibilità che siano collocati per fungere da punti di appoggio in caso di fango… ma in alcuni punti il fango non si è mai manifestato, quindi io sono per la congiura. In effetti qualche ciclista va rapidino sui sentieri, e si comprende che qualcuno possa esserne infastidito, ma altrettanto si potrebbe dire dei cinofili, coi cani che ovviamente occupano i sentieri. Comunque ho rimosso tutti i blocchi che ho trovato.
Pista del Lungotevere: sono salito sulla pista dall’Auditorium, dopo aver schivato di misura un’auto che non ha notato la rotatoria europea e ne ha percorso un pezzo contromano… anzi, controme’!
Sulla pista ho visto centinaia di ciclisti, forse migliaia. Un vero tripudio di ruote e pedali, che dimostra come l’uso della bicicletta si sia ormai diffuso, basterebbe convincere le persone ad usarla nella settimana lavorativa invece del mezzo a motore.
Il Tevere era finalmente rinato. Pieno d’acqua, anche se ancora abbondantemente sotto il limite della banchina, scorreva allegro, senza emanare i cattivi odori tipici della mancanza d’acqua, quando i liquami si concentrano.
Per evitare la distruzione della prostata passo in volata sul bordino bianco della banchina. Prima o poi il tuffo nel Tevere lo faccio.Sarebbe bello se il Comune passasse l’asfalto sui sampietrini della pista.
La pista del Tevere offre anche vari posti nei quali fermarsi. Io ho comprato un po’ di pizza e mi sono accomodato di fronte all’Aventino, Magica Visione. Dopo mangiato ho sonnecchiato un pochino prendendo il sole.
Tutto perfetto, tranne, purtroppo, il rumore del traffico dall’altra riva… Non si può avere tutto.
NOTA: la qualità (ottica) delle foto non è eccelsa. Raccomando a tutti coloro che siano interessati al miglioramento della parte iconografica di ciccare sugli annunci. I proventi verranno investiti in una nuova macchina fotografica.
Più che dagli alberi caduti la passeggiata in bici è stata osteggiata da una serie di ostacoli sul sentiero, che mi hanno fatto pensare alla volontà di ostacolare le bici. Dalla foto potete vedere uno dei tronchi a Monte Antenne. Tutti i sentieri selvatici sono interrotti dai tronchi, pezzi di legno, sassi, messi di traverso, sembrerebbe proprio a bloccare le biciclette.
C’e’ anche la possibilità che siano collocati per fungere da punti di appoggio in caso di fango… ma in alcuni punti il fango non si è mai manifestato, quindi io sono per la congiura. In effetti qualche ciclista va rapidino sui sentieri, e si comprende che qualcuno possa esserne infastidito, ma altrettanto si potrebbe dire dei cinofili, coi cani che ovviamente occupano i sentieri. Comunque ho rimosso tutti i blocchi che ho trovato.
Pista del Lungotevere: sono salito sulla pista dall’Auditorium, dopo aver schivato di misura un’auto che non ha notato la rotatoria europea e ne ha percorso un pezzo contromano… anzi, controme’!
Sulla pista ho visto centinaia di ciclisti, forse migliaia. Un vero tripudio di ruote e pedali, che dimostra come l’uso della bicicletta si sia ormai diffuso, basterebbe convincere le persone ad usarla nella settimana lavorativa invece del mezzo a motore.
Il Tevere era finalmente rinato. Pieno d’acqua, anche se ancora abbondantemente sotto il limite della banchina, scorreva allegro, senza emanare i cattivi odori tipici della mancanza d’acqua, quando i liquami si concentrano.
Per evitare la distruzione della prostata passo in volata sul bordino bianco della banchina. Prima o poi il tuffo nel Tevere lo faccio.Sarebbe bello se il Comune passasse l’asfalto sui sampietrini della pista.
La pista del Tevere offre anche vari posti nei quali fermarsi. Io ho comprato un po’ di pizza e mi sono accomodato di fronte all’Aventino, Magica Visione. Dopo mangiato ho sonnecchiato un pochino prendendo il sole.
Tutto perfetto, tranne, purtroppo, il rumore del traffico dall’altra riva… Non si può avere tutto.
NOTA: la qualità (ottica) delle foto non è eccelsa. Raccomando a tutti coloro che siano interessati al miglioramento della parte iconografica di ciccare sugli annunci. I proventi verranno investiti in una nuova macchina fotografica.
sabato 1 novembre 2008
Roma Ciclista Bike Hero Award 2008
La giuria ha decisio di assegnare, con un deciso anticipo rispetto alla fine dell’anno, il Roma Ciclista Bike Hero Award 2008.
Il prestigioso riconoscimento, alla sua prima edizione, premia coloro che si distinguono per la propaganda dell’uso della bicicletta come mezzo di spostamento, e perché no di svago, a Roma.
Quest’anno la giuria era intenzionata a conferire il premio a Lug il Marziano, come riconoscimento dell’intensa attività su Internet per la propaganda dell’uso della bicicletta.
Poi l’imprevisto.
La notte di Halloween la giuria è andata a riprendere la figlia che stava ad una festa. Mentre riaccompagnava a casa l’adolescente, era circa l’una e mezza, si è scatenata una tempesta inverosimile, lampi e tuoni, vento e acqua a catinelle, come non visto da tantissimo tempo.
In mezzo a tutto questo diluvio ecco che a Via Panama la giuria avvista l’EROE: un ciclista che incurante del nubifragio pedala tranquillo con casco e giubbotto ad alta visibilità (stiamo parlando dell’una e trenta di una delle peggiori notti dell’anno…)
Il verdetto è unanime: al ciclista ignoto conquista il Roma Ciclista Bike Hero Award 2008. Lug il Marziano si inchina a cotanto eroismo e rimanda la propria candidatura all’anno prossimo, quando si spera di affiancare alla gloria un premio in danaro.
Anzi, a questo proposito, la giuria raccomanda caldamente a tutti i lettori del blog di ciccare sugli annunci che compaiono nella pagina (tutti prodotti interessantissimi) allo scopo di prepararci al Roma Ciclista Bike hero Award 2009.
Il prestigioso riconoscimento, alla sua prima edizione, premia coloro che si distinguono per la propaganda dell’uso della bicicletta come mezzo di spostamento, e perché no di svago, a Roma.
Quest’anno la giuria era intenzionata a conferire il premio a Lug il Marziano, come riconoscimento dell’intensa attività su Internet per la propaganda dell’uso della bicicletta.
Poi l’imprevisto.
La notte di Halloween la giuria è andata a riprendere la figlia che stava ad una festa. Mentre riaccompagnava a casa l’adolescente, era circa l’una e mezza, si è scatenata una tempesta inverosimile, lampi e tuoni, vento e acqua a catinelle, come non visto da tantissimo tempo.
In mezzo a tutto questo diluvio ecco che a Via Panama la giuria avvista l’EROE: un ciclista che incurante del nubifragio pedala tranquillo con casco e giubbotto ad alta visibilità (stiamo parlando dell’una e trenta di una delle peggiori notti dell’anno…)
Il verdetto è unanime: al ciclista ignoto conquista il Roma Ciclista Bike Hero Award 2008. Lug il Marziano si inchina a cotanto eroismo e rimanda la propria candidatura all’anno prossimo, quando si spera di affiancare alla gloria un premio in danaro.
Anzi, a questo proposito, la giuria raccomanda caldamente a tutti i lettori del blog di ciccare sugli annunci che compaiono nella pagina (tutti prodotti interessantissimi) allo scopo di prepararci al Roma Ciclista Bike hero Award 2009.