Antico proverbio: Meglio punti persi sulla patente che aggiunti sulla zucca.
Come era prevedibile dalla stampa cominciano ad arrivare notizie sulle multe inflitte ai ciclisti, e sui relativi punti patente perduti dai multati.
Ora io non credo che prima di questo provvedimento i ciclisti non fossero soggetti a sanzioni. Diciamo che non erano pubblicizzate… Continuo a non ritenere giusto che il ciclista si senta al di sopra della giustizia, ma quanto riportato pende francamente a favore del ciclista, mettendo in luce alcuni aspetti di palese ingiustizia non solo nei provvedimenti normativi adottati, ma nell’intera struttura del codice della strada che andrebbe rivisto per non scoraggiare, o addirittura favorire, l’uso della bici.
Riassumiamo in maniera rapida e concisa gli aspetti di palese ingiustizia:
Problema
Stesse sanzioni: la violazione della bicicletta è palesemente meno pericolosa di quella equivalente dell’automobile, del camion oppure della moto. Se non altro per le differenti velocità, gli ingombri, etc. Eppure viene sanzionata allo stesso modo: se un’auto che passa con il rosso al semaforo viene sanzionata con 150 € e 6 punti patente, la stessa infrazione per la bicicletta dovrebbe essere sanzionata con, mettiamo, 15 € e 1 punto patente (simbolico). Il principio sarebbe salvo e si otterrebbero sanzioni proporzionate.
Soluzione
Rivedere il codice della strada differenziando le sanzioni commesse dal ciclista da quelle degli altri mezzi.
Tipicamente la sanzione pecuniaria dovrebbe scendere ad un decimo di quella prevista per l’automobile e la perdita dei punti dovrebbe essere di 1 punto massimo per sanzione.
Problema
Circolazione progettata per le limitazioni e gli ingombri degli autoveicoli. Parliamo di sensi unici e semafori, che rendono la vita impossibile al ciclista.
Soluzione
Modificare il CdS inserendo:
- la non validità dei sensi unici per le biciclette in tutti i tratti urbani dove vige il limite di 30 all’ora, prevedendo peraltro criteri stringenti per l’obbligatoria individuazione delle zone 30 all’ora (dovrebbe essere tutta la città tranne le vie di scorrimento);
- consentire sempre la svolta a destra delle biciclette con il semaforo rosso, tranne dove espressamente vietato da apposito segnale (casi di particolare pericolosità);
Problema
Dubbio parallelo tra infrazione effettuata in bicicletta ed infrazione effettuata alla guida di un auto.
Personalmente non infilerei mai un senso vietato con l’auo. Con la bici ci sto attento, ma lo faccio se non ravvedo pericolo.
Soluzione
Eliminare il collegamento tra infrazione in bicicletta e patente auto/moto. In ogni caso ridurre drasticamente il numero dei punti perduti
Problema
Abnormità delle infrazioni contestabili…
Quante auto circolano sul marciapiedi? Prendete il marciapiedi di Via dei Fori Imperiali e andateci in bici (maledetti sampietrini) oppure saliteci pora con la vostra auto… l’effetto è piuttosto differente…
Soluzione
a) Dichiarare tutti i marciapiedi ad uso promiscuo (max 10 km/h e precedenza assoluta ai pedoni) tranne dove espressamente vietato;
b) Rivedere le sanzioni per biciclette in modo da disaccoppiarle da quelle per le macchine.
Francamente credo che questa sia una buona piattaforma da rivendicare, concreta, che non altera il principio generale, non rende il ciclista impunito, ma risarcisce il ciclista di un codice della strada che con gli anni si è andato radicalizzando in senso automobilistico. Credo che possiamo spingerla in tutte le sedi tecniche i politiche.
Proviamoci
Caro marziano, si vede che non sei di questo pianeta!
RispondiEliminaDelle riflessioni così profonde e articolate, oltretutto serie e giuste, i nostri legislatori non le faranno mai.
Non so se perchè non ci arrivano proprio col cervello, o perchè non hanno voglia di perdere tempo, o peggio ancora perchè poi "vaglielo a spiegare tu a tutti gli automobilisti/elettori che la bici è mejo de la maghina"... fatto sta che per vedere realizzata la revisione del CdS, temo, dovremo espatriare o forse cambiare pianeta.
Mamaa
Mamaa,
RispondiEliminami fai arrossire...
Credo comunque che l'impegno per la riforma del CdS sia non più
rimandabile.
Lug