Roma ciclista ha ricevuto questa lettera che pubblica volentieri:
Ciao!!
Questo pomeriggio un ragazzo con la bicicletta ha trovato, vicino la stazione termini, il cellulare che mi era volato dalla tasca della giacca! (stupida giacca!)
Mentre io tornavo sui miei passi nella speranza di ritrovare il telefono, lui ha risposta alla chiamata di una mia amica (preoccupata perchè non arrivavo al nostro appuntamento, non sapeva che ero alla disperata ricerca del cellulare)!!
Si sono dati appuntamento a Termini e ora io ho di nuovo il mio telefono (che non terrò mai più nella tasca della giacca!)
Non so molto di questo ragazzo (la mia amica non ha la memoria fotografica), l'unica cosa certa è che aveva con se una bicicletta (ma non conosco i dettagli della bici, la mia amica non è esperta di biciclette!) e si è praticamente volatilizzato non appena ha riconsegnato il cellulare!Un angelo! In bicicletta! (aveva anche il cappotto e il cappello bianchi! un angelo vero e proprio!)
Non so chi ringraziare di preciso, non credo troverò mai quel ragazzo, quindi ringrazio tutta la categoria, tutti quelli in bicicletta!!Poi, se conoscete un ragazzo che gira in bici per Roma e che indossa un cappotto bianco... ringraziatelo da parte mia!
Saluti e buon weekend!
Milena =)
Carissimi, io vado in bicicletta vestito di nero, quindi non c'entro. Se il bianco cavaliere volesse farsi vivo penserò a metterlo in contatto con Milena...
Gli altri, se lo conoscono, forse possono passargli il messaggio.
Dal Marziano un grazie al Cavaliere a nome della categoria dei ciclisti, che una volta tanto non vanno in giro a litigare con il resto degli utenti della strada!
P.S.: cara Milena... Facciamo presto a trovarlo, perchè con lo smog che c'e' in giro per Roma questi giorni il cappotto bianco sarà ormai divenuto grigio... se non nero!
domenica 29 novembre 2009
venerdì 27 novembre 2009
Ma alla fine, l'Assessore, cosa ha detto?
Sono piuttosto deluso perchè non sono riuscito a trovare tra i vari siti e blog ciclisti un resoconto dell'incontro, o meglio di quello che ha detto l'Assessore.
Ne deduco che non abbia fatto annunci epocali, tipo "A Roma 200 km di piste entro il 2011" oppure "Automobilisti tutti a trenta all'ora", oppure "Da lunedì la facciamo finita con la sosta in seconda fila".
Io non c'ero, ditemi voi...
Ne deduco che non abbia fatto annunci epocali, tipo "A Roma 200 km di piste entro il 2011" oppure "Automobilisti tutti a trenta all'ora", oppure "Da lunedì la facciamo finita con la sosta in seconda fila".
Io non c'ero, ditemi voi...
mercoledì 25 novembre 2009
L'intervallo di pranzo serve (anche) per riparare la camera d'aria
Oggi, approfittando della magnifica giornata, ho fatto il Vescovio/EUR/Vescovio. Temperatura ideale, niente sudore, un leggero vento da Nord-Ovest che tiene l'aria pulita. Ma quante avventure.
La prima foto ritrae il parcheggio di due mezzi del servizio giardini sulla pisat della Colombo.
Fatto notare che i mezzi impegnavano i, 100% della pista, l'addetto ha detto: "Sinno' s'empantanano".
A parte che per non far impantare il mezzo basta mnetterlo con due ruote sole sull'asfalto, e non occorre occupare tutta la pista, gli ho fatto notare che lo poteva parcheggiare direttamente sulla Colombo, e neanche lì si sarebbe impantanato...
Al che ha risposto " Ma vedi d'annattene...". Sicuramente avevo fretta, me ne sono andato. Cmq con il servizio giradini la cosa sta diventando un problema.
Infatti, se vi ricordate, al parco Rabin a Via Panama, il servizio giardini ha messo la ghiaia sulla pista ciclabile... Non è che ce l'hanno con le bici?
Sempre sulla pista, più in la', ho trovato una spazzatrice dell'AMA che stava pulendo la pista. Bene, bene, peccato che le spazzatrici non raccolgano i pezzetti di vetro, ma li buttano dai lati al centro della pista.
Purtroppo non mi ero accorto di un grosso danno al copertone, e così la gomma è stata punta. Lento affloscaimento che mi ha sostenuto fino all'ufficio, ma nella pausa pranzo, sotto un bel sole novembrino, ho dovuto procedere alla riparazione della camera d'aria.
Tutto bene, per fortuna, ma il copertone è andato. A Roma ho un consumo di copertoni incredibile.
Ultima avventura a Via Nemorense. Scendo da Piazza Crati, ruota libera, filo dei trnta, devo andare al Bancomat di Banca Intesa sulla sinistra. Mi porto sulla mezzeria e segnalo che devo accostare sulla sinistra.
Immediatamente clacsonata. Un'auto (mi pare una Pegueot o una Citroen di quelle piccole) che stava dietro a me tutta sull'altra corsia, perchè non poteva aspettare un attimo che accostassi a sinistra.
Ma vaff...
La prima foto ritrae il parcheggio di due mezzi del servizio giardini sulla pisat della Colombo.
Fatto notare che i mezzi impegnavano i, 100% della pista, l'addetto ha detto: "Sinno' s'empantanano".
A parte che per non far impantare il mezzo basta mnetterlo con due ruote sole sull'asfalto, e non occorre occupare tutta la pista, gli ho fatto notare che lo poteva parcheggiare direttamente sulla Colombo, e neanche lì si sarebbe impantanato...
Al che ha risposto " Ma vedi d'annattene...". Sicuramente avevo fretta, me ne sono andato. Cmq con il servizio giradini la cosa sta diventando un problema.
Infatti, se vi ricordate, al parco Rabin a Via Panama, il servizio giardini ha messo la ghiaia sulla pista ciclabile... Non è che ce l'hanno con le bici?
Sempre sulla pista, più in la', ho trovato una spazzatrice dell'AMA che stava pulendo la pista. Bene, bene, peccato che le spazzatrici non raccolgano i pezzetti di vetro, ma li buttano dai lati al centro della pista.
Purtroppo non mi ero accorto di un grosso danno al copertone, e così la gomma è stata punta. Lento affloscaimento che mi ha sostenuto fino all'ufficio, ma nella pausa pranzo, sotto un bel sole novembrino, ho dovuto procedere alla riparazione della camera d'aria.
Tutto bene, per fortuna, ma il copertone è andato. A Roma ho un consumo di copertoni incredibile.
Ultima avventura a Via Nemorense. Scendo da Piazza Crati, ruota libera, filo dei trnta, devo andare al Bancomat di Banca Intesa sulla sinistra. Mi porto sulla mezzeria e segnalo che devo accostare sulla sinistra.
Immediatamente clacsonata. Un'auto (mi pare una Pegueot o una Citroen di quelle piccole) che stava dietro a me tutta sull'altra corsia, perchè non poteva aspettare un attimo che accostassi a sinistra.
Ma vaff...
martedì 24 novembre 2009
Lettera aperta all’Assessore De Lillo per l’incontro del 26
Caro Assessore,
apprezzo moltissimo l’idea di incontrare la comunità dei ciclisti. Purtroppo non essendo un’associazione non sono stato inviato all’incontro del 26. Voglio dare lo stesso il mio contributo alla discussione, sperando che si traduca in qualcosa di concreto per Roma.
Innanzitutto Le rivolgo un invito: prenda una bicicletta e la usi per spostarsi. Se non è abituato a pedalare ne prenda una elettrica, va benissimo lo stesso. Guardi la circolazione con altri occhi. Si metta dalla parte dei “lenti” Si renda conto. Si accorgerà della differenza di prospettiva. Si accorgerà dell’arroganza di auto, moto e bus (ahimè anche loro). Ma soprattutto si accorgerà che non viaggerà più lento delle auto, anzi.
Infatti dal piano per la mobilità sostenibile appare chiaro che a Roma le biciclette vanno in media più veloci di auto e bus. Sono dunque un vero mezzo di trasporto, anche in forte espansione. Purtroppo la situazione della sicurezza è molto grave, con mortalità che sono due o tre volte sopra quelle di altre grandi ci europee. Questo porterà inevitabilmente ad un incremento degli incidenti, cosa che sono convinto possa essere ridotta al minimo ineliminabile.
Per fare questo propongo due direttrici d’azione: le piste ciclabili e la ciclabilità delle strade, con interventi rapidi, immediati d’urto.
Piste ciclabili 1: cominciamo a metterle in sicurezza. L’attraversamento di Via Cilicia della pista dell’EUR ha aspettato troppo. In compenso tutti gli altri attraversamenti sono differenti gli uni dagli altri. Ma anche se va a Piazza Ungheria vedrà come la segnaletica orizzontale varia inspiegabilmente. Allora:
Azione n. 1: uniformare lo schema degli attraversamenti ciclopedonali. Non deve esistere che tra due parti di una pista ciclabile si debba (almeno in teoria) scendere e andare a piedi. Non è da mezzo di trasporto. Lo accetterebbe per una moto?
Piste Ciclabili 2: gli articoli 13 e 14 del codice della strada prescrivono di prevedere piste ciclabili al momento della costruzione o della ristrutturazione delle strade. Io continuo a vedere strade ristrutturate o costruite senza ombra di pista. Non sto parlando solo di Via dei Fori Imperiali, ma anche di Viale Libia, attualmente sventrato dai cantieri della metro B1, e tante altre parti. Se progettate dall’inizio le piste costano poco. Aggiungerle poi sono dolori.
Azione n. 2: enunciare la politica del Comune in merito all’applicazione degli articoli 13 e 14 del codice della strada.
Strade Ciclabili 1: forse non se ne sarà accorto ma la sosta è fuori controllo. Non solo sono invasi i passaggi pedonali, ma le strade sono bloccate da auto in doppia e tripla fila. All’EUR parcheggiano sui marciapiedi. Ad ogni happy hour fuori dai locali ci sono decine di macchine che occupano la strada. Per noi ciclisti sono strettoie pericolosissime. Per i bus sono rallentamenti infiniti. Il parcheggio irregolare incentiva l’uso dell’auto e crea problemi agli altri mezzi di trasporto. A me pare che il Comune chiuda un occhio (vedi Viale Libia), anzi, spesso tutti e due. Ieri stavo uscendo dal mio ufficio (a piedi) e un’auto mi ha quasi messo sotto. Gli ho chiesto: “Ma che fai?” la risposta è stata “Perché hai qualche problema? Non lo vedi che è così per tutta Roma?”. Sì, ha ragione. Lo vedo io e lo vediamo tutti.
Azione n. 3: basta con la sosta irregolare. Se non sai dove parcheggiare non prendere l’auto. Il Comune deve, ha il dovere, di riportare la convivenza civile tra i cittadini.
Strade Ciclabili 2: caro Assessore, altro che formula 1 all’EUR. Qui il gran premio ce lo abbiamo già tutti i giorni. Sembra impossibile ormai controllare le punte di velocità non solo delle moto, ma anche delle auto. Sui Lungoteveri, ma anche a Via dei Fori, come diminuisce un minimo il traffico sembra di essere alle corse. Semafori come partenze di Gran Premi. Neanche a Via del Quirinale riuscite a controllare la velocità ai 30 all’ora… l’unico che va a trenta sono io con la bici. Cosa ci vuole a mettere una macchinetta per il controllo della velocità? O addirittura un semplice indicatore di velocità, di quelli che qualunque scamuffo comune del Lazio installa prima di entrare nell’abitato?
Azione n 4: la città non è un gran premio. Facciamo un piano per la riduzione degli eccessi di velocità. Prendiamo Vigili Urbani con le pistole laser e cominciamo a fare le multe. Mettiamo le macchinette nei punti caldi, anche la notte. Almeno proviamoci.
Ecco, queste semplici 3 azioni, più una più complessa (il piano d’azione contro la velocità) sono una buona base di partenza per intenderci.
Cordialmente
apprezzo moltissimo l’idea di incontrare la comunità dei ciclisti. Purtroppo non essendo un’associazione non sono stato inviato all’incontro del 26. Voglio dare lo stesso il mio contributo alla discussione, sperando che si traduca in qualcosa di concreto per Roma.
Innanzitutto Le rivolgo un invito: prenda una bicicletta e la usi per spostarsi. Se non è abituato a pedalare ne prenda una elettrica, va benissimo lo stesso. Guardi la circolazione con altri occhi. Si metta dalla parte dei “lenti” Si renda conto. Si accorgerà della differenza di prospettiva. Si accorgerà dell’arroganza di auto, moto e bus (ahimè anche loro). Ma soprattutto si accorgerà che non viaggerà più lento delle auto, anzi.
Infatti dal piano per la mobilità sostenibile appare chiaro che a Roma le biciclette vanno in media più veloci di auto e bus. Sono dunque un vero mezzo di trasporto, anche in forte espansione. Purtroppo la situazione della sicurezza è molto grave, con mortalità che sono due o tre volte sopra quelle di altre grandi ci europee. Questo porterà inevitabilmente ad un incremento degli incidenti, cosa che sono convinto possa essere ridotta al minimo ineliminabile.
Per fare questo propongo due direttrici d’azione: le piste ciclabili e la ciclabilità delle strade, con interventi rapidi, immediati d’urto.
Piste ciclabili 1: cominciamo a metterle in sicurezza. L’attraversamento di Via Cilicia della pista dell’EUR ha aspettato troppo. In compenso tutti gli altri attraversamenti sono differenti gli uni dagli altri. Ma anche se va a Piazza Ungheria vedrà come la segnaletica orizzontale varia inspiegabilmente. Allora:
Azione n. 1: uniformare lo schema degli attraversamenti ciclopedonali. Non deve esistere che tra due parti di una pista ciclabile si debba (almeno in teoria) scendere e andare a piedi. Non è da mezzo di trasporto. Lo accetterebbe per una moto?
Piste Ciclabili 2: gli articoli 13 e 14 del codice della strada prescrivono di prevedere piste ciclabili al momento della costruzione o della ristrutturazione delle strade. Io continuo a vedere strade ristrutturate o costruite senza ombra di pista. Non sto parlando solo di Via dei Fori Imperiali, ma anche di Viale Libia, attualmente sventrato dai cantieri della metro B1, e tante altre parti. Se progettate dall’inizio le piste costano poco. Aggiungerle poi sono dolori.
Azione n. 2: enunciare la politica del Comune in merito all’applicazione degli articoli 13 e 14 del codice della strada.
Strade Ciclabili 1: forse non se ne sarà accorto ma la sosta è fuori controllo. Non solo sono invasi i passaggi pedonali, ma le strade sono bloccate da auto in doppia e tripla fila. All’EUR parcheggiano sui marciapiedi. Ad ogni happy hour fuori dai locali ci sono decine di macchine che occupano la strada. Per noi ciclisti sono strettoie pericolosissime. Per i bus sono rallentamenti infiniti. Il parcheggio irregolare incentiva l’uso dell’auto e crea problemi agli altri mezzi di trasporto. A me pare che il Comune chiuda un occhio (vedi Viale Libia), anzi, spesso tutti e due. Ieri stavo uscendo dal mio ufficio (a piedi) e un’auto mi ha quasi messo sotto. Gli ho chiesto: “Ma che fai?” la risposta è stata “Perché hai qualche problema? Non lo vedi che è così per tutta Roma?”. Sì, ha ragione. Lo vedo io e lo vediamo tutti.
Azione n. 3: basta con la sosta irregolare. Se non sai dove parcheggiare non prendere l’auto. Il Comune deve, ha il dovere, di riportare la convivenza civile tra i cittadini.
Strade Ciclabili 2: caro Assessore, altro che formula 1 all’EUR. Qui il gran premio ce lo abbiamo già tutti i giorni. Sembra impossibile ormai controllare le punte di velocità non solo delle moto, ma anche delle auto. Sui Lungoteveri, ma anche a Via dei Fori, come diminuisce un minimo il traffico sembra di essere alle corse. Semafori come partenze di Gran Premi. Neanche a Via del Quirinale riuscite a controllare la velocità ai 30 all’ora… l’unico che va a trenta sono io con la bici. Cosa ci vuole a mettere una macchinetta per il controllo della velocità? O addirittura un semplice indicatore di velocità, di quelli che qualunque scamuffo comune del Lazio installa prima di entrare nell’abitato?
Azione n 4: la città non è un gran premio. Facciamo un piano per la riduzione degli eccessi di velocità. Prendiamo Vigili Urbani con le pistole laser e cominciamo a fare le multe. Mettiamo le macchinette nei punti caldi, anche la notte. Almeno proviamoci.
Ecco, queste semplici 3 azioni, più una più complessa (il piano d’azione contro la velocità) sono una buona base di partenza per intenderci.
Cordialmente
domenica 22 novembre 2009
Buon Compleanno Cicloappuntamenti
Pur essendo l'ultimo iscritto al forum sono stato lo stesso invitato alla festa di compleanno di cicloappuntamenti. Il sito compie due anni, una data importante.
Per l'occasione Marco Pierfranceschi ha organizzato una gita da Cesano a Ceri. A Ceri grande pappatoria nella trattoria del paese, e quindi di ritorno, con il povero maialino, la grappa, etc. che fungevano da combustibile.
Non era solo il secondo compleanno del sito ma anche la mia prima partecipazione ad un evento di gruppo.
Eravamo più di 40. Per me abituato ad andare solo o quasi, è stata un'esperienza molto bella. Anche perchè viaggiando in tanti si hanno meno problemi con le auto, i cani e tutto il resto.
Debbo dire che mi sono proprio divertito, ed oltre a godermi la simpatia degli altri partecipanti, ho potuto ricevere alcune interessantissime dritte tecniche, ammirare altri tipi di biciclette , attrezzature, etc.
La gita è stata 50 strada 50 sterrato... le salite sono state impegnative in quanto fatte a stomaco pieno e alto tasso alcolemico. Il percorso, a detta di tutti, non era impegnativo, ed infatti ce l'ho fatta. Fossero stati i famosi 1400 m di dislivello del giorno prima (Monte Scalandra) sicuramente non ce l'avrei fatta.
Qualcuno dei presenti aveva fatto la gita del giorno prima e partecipato a questa...
Oltre al magnifico borgo di Ceri, ho apprezzato molto i paesaggi rurali, anche se ovviamente io preferisco i boschi. Essendoci attardati a Ceri, abbiamo fatto l'utlima mezz'ora di gita nell'oscurità. Un'esperienza nova per me (intendo su sterrato). Molto bella la lunga fila dei ciclisti, tutti con i lumini.
Trovato poco traffico, se si eccettua un paio di ingorghi di pecore... Anzi, non fermatevi a fotografarle, perchè da quelle parti i cani pastori sono molto gelosi. Si arrabbiano subito.
Ancora un grazie a tutti e complimenti per questa bella iniziativa.
Per l'occasione Marco Pierfranceschi ha organizzato una gita da Cesano a Ceri. A Ceri grande pappatoria nella trattoria del paese, e quindi di ritorno, con il povero maialino, la grappa, etc. che fungevano da combustibile.
Non era solo il secondo compleanno del sito ma anche la mia prima partecipazione ad un evento di gruppo.
Eravamo più di 40. Per me abituato ad andare solo o quasi, è stata un'esperienza molto bella. Anche perchè viaggiando in tanti si hanno meno problemi con le auto, i cani e tutto il resto.
Debbo dire che mi sono proprio divertito, ed oltre a godermi la simpatia degli altri partecipanti, ho potuto ricevere alcune interessantissime dritte tecniche, ammirare altri tipi di biciclette , attrezzature, etc.
La gita è stata 50 strada 50 sterrato... le salite sono state impegnative in quanto fatte a stomaco pieno e alto tasso alcolemico. Il percorso, a detta di tutti, non era impegnativo, ed infatti ce l'ho fatta. Fossero stati i famosi 1400 m di dislivello del giorno prima (Monte Scalandra) sicuramente non ce l'avrei fatta.
Qualcuno dei presenti aveva fatto la gita del giorno prima e partecipato a questa...
Oltre al magnifico borgo di Ceri, ho apprezzato molto i paesaggi rurali, anche se ovviamente io preferisco i boschi. Essendoci attardati a Ceri, abbiamo fatto l'utlima mezz'ora di gita nell'oscurità. Un'esperienza nova per me (intendo su sterrato). Molto bella la lunga fila dei ciclisti, tutti con i lumini.
Trovato poco traffico, se si eccettua un paio di ingorghi di pecore... Anzi, non fermatevi a fotografarle, perchè da quelle parti i cani pastori sono molto gelosi. Si arrabbiano subito.
Ancora un grazie a tutti e complimenti per questa bella iniziativa.
mercoledì 18 novembre 2009
VIVA! Partono i lavori per l’attraversamento di Via Cilicia
Forse per presentarsi all'incontro del 26 novembre con un regalo, sono finalmente partiti i lavori per la messa in sicurezza dell’attraversamento di Via Cilicia, ultimo atto del completamento della pista della Colombo.
Certo, la si potrebbe proseguire dal lato EUR fino alla stazione della Magliana… ma sarebbe da incontentabili.
Certo, la si potrebbe proseguire dal lato EUR fino alla stazione della Magliana… ma sarebbe da incontentabili.
E allora non sarebbe chiedere troppo il prolungamento fino a Piazza San Giovanni? Senza dubbio!
Cmq, oggi sembrava proprio la festa del ciclista, in giro eravamo proprio tanti! Sempre di più!
martedì 17 novembre 2009
Viale Libia: semafori intelligenti e automobilisti furbi
Qualche giorno fa è apparsa sulla stampa la notizia che a Viale Libia saranno installati semafori “intelligenti”.
Se ho capito bene sono semafori in grado di coordinarsi tra di loro in modo da evitare che quando uno è verde l’altro è rosso e viceversa…
Un momento…
In effetti i semafori sono proprio costruiti per questo, quando uno è verde l’altro è rosso.
Un momento…
In effetti i semafori sono proprio costruiti per questo, quando uno è verde l’altro è rosso.
Due verdi insieme farebbero un autoscontro!
Ma qui stiamo parlando non dello stesso impianto semaforico, ma di due consecutivi, che in questo modo si sincronizzino in modo da evitare… veti incrociati.
Mi fa piacere citare questa notizia, perché è tanto che volevo parlarne. All’indomani dell’elezione al II Municipio la presidentessa, Sara De Angelis, pensò bene di riaprire al traffico privato di attraversamento Viale Libia e Viale Eritrea.
Fine dell’era delle strade verdi tocciane.
Ci fu un generale strapparsi di capelli, ma almeno sulla carta il problema non era tragico: in effetti le strade non erano mai state chiuse al trasporto privato, che continuava a circolarvi, solo che ne era stato vietato l’attraversamento, in modo che non fossero utilizzate quale vie primarie verso il centro.
La misura della De Angelis è stata studiata per rivitalizzare (…tentare di) il commercio di Viale Libia ed Eritrea, duramente provato dalla crisi e, soprattutto, dai lavori della B1.
Ma qui stiamo parlando non dello stesso impianto semaforico, ma di due consecutivi, che in questo modo si sincronizzino in modo da evitare… veti incrociati.
Mi fa piacere citare questa notizia, perché è tanto che volevo parlarne. All’indomani dell’elezione al II Municipio la presidentessa, Sara De Angelis, pensò bene di riaprire al traffico privato di attraversamento Viale Libia e Viale Eritrea.
Fine dell’era delle strade verdi tocciane.
Ci fu un generale strapparsi di capelli, ma almeno sulla carta il problema non era tragico: in effetti le strade non erano mai state chiuse al trasporto privato, che continuava a circolarvi, solo che ne era stato vietato l’attraversamento, in modo che non fossero utilizzate quale vie primarie verso il centro.
La misura della De Angelis è stata studiata per rivitalizzare (…tentare di) il commercio di Viale Libia ed Eritrea, duramente provato dalla crisi e, soprattutto, dai lavori della B1.
Veniva però conservata la corsia preferenziale per tutta l’estensione dei Viali, da Piazza Gondar a Piazza Istria, con l’eccezione del primo pezzo, limitato ad una sola corsia. Notare che la preferenziale non è protetta da borchie o cordoli
Tutto bene? Sulla carta sì, ma la realtà è un’altra cosa.
Cosa potranno fare i semafori intelligenti per snellire il traffico? Speriamo che aiutino gli automobilisti corretti, ma non potranno fare molto contro gli automobilisti furbi. Infatti il problema vero è, ancora una volta, la sosta irregolare. La sosta irregolare infatti si mangia un’intera corsia e costringe gli automobilisti di passaggio ad impegnare la corsia preferenziale. Risultato: nelle ore calde si creano lunghe code che imprigionano sia gli automobilisti che i mezzi ATAC stracarichi di persone.
Tenendo presente che su Viale Libia passano le linee 80 (Express), 93, 38 ed altre, calcolate un ritardo di 3, 5 o anche 10 minuti che razza di impatto in termini di costo e tempo perduto si abbia. E in tutto questo non una voce si è levata dall’ATAC (almeno pubblicamente) per rendere noto quest’aggravio di tempi e costi.
Questo fa anche riflettere sul fatto che ci vorrebbe un osservatorio “nopartisan” sull’efficienza del trasporto pubblico quando variazioni alla circolazione producono effetti avversi sul trasporto pubblico.
Tutto bene? Sulla carta sì, ma la realtà è un’altra cosa.
Cosa potranno fare i semafori intelligenti per snellire il traffico? Speriamo che aiutino gli automobilisti corretti, ma non potranno fare molto contro gli automobilisti furbi. Infatti il problema vero è, ancora una volta, la sosta irregolare. La sosta irregolare infatti si mangia un’intera corsia e costringe gli automobilisti di passaggio ad impegnare la corsia preferenziale. Risultato: nelle ore calde si creano lunghe code che imprigionano sia gli automobilisti che i mezzi ATAC stracarichi di persone.
Tenendo presente che su Viale Libia passano le linee 80 (Express), 93, 38 ed altre, calcolate un ritardo di 3, 5 o anche 10 minuti che razza di impatto in termini di costo e tempo perduto si abbia. E in tutto questo non una voce si è levata dall’ATAC (almeno pubblicamente) per rendere noto quest’aggravio di tempi e costi.
Questo fa anche riflettere sul fatto che ci vorrebbe un osservatorio “nopartisan” sull’efficienza del trasporto pubblico quando variazioni alla circolazione producono effetti avversi sul trasporto pubblico.
Va anche notato che nel piano della mobilità sostenibile il Comune si lamenta della lentezza dei mezzi di superficie. Bene, se si cominciasse a far rispettare il parcheggio regolare, allora avremmo molte meno persone con l’auto e un trasporto pubblico nettamente più veloce… quindi molto più attraente.
domenica 15 novembre 2009
Ancora nel bosco autunnale
Lasciamo per un pochino i problemi di Roma…
Sono ritornato a Macchiagrande, e da lì mi sono spostato verso la caldera di Manziana e giù per il bosco fino alla Tenuta Santa Barbara.
Ho picniccato presso la fonte della tenuta, in totale solitudine…
Dopodiché ho suonato l’Ode al sacro silenzio del bosco e ho fatto un percorso di rientro leggermente diverso, per 30 km totali.
Fondo ammorbidito dalle piogge, pesantino ma senza impedimenti drammatici da fango. Insomma, un po’ di fango tanto per non perdere l’allenamento.
Nel bosco molti animali al pascolo brado, simpatici, tengono compagnia.
Ma il cielo… una giornata di autunno, non fredda e senza pioggia, con quel po’ di umidità e foschia che ci ricorda l’arrivo della brutta stagione.
Avrei gradito accendere un fuoco e fare le caldarroste…
Purtroppo portare l’occorrente sulla bicicletta non è particolarmente pratico.
Sono ritornato a Macchiagrande, e da lì mi sono spostato verso la caldera di Manziana e giù per il bosco fino alla Tenuta Santa Barbara.
Ho picniccato presso la fonte della tenuta, in totale solitudine…
Dopodiché ho suonato l’Ode al sacro silenzio del bosco e ho fatto un percorso di rientro leggermente diverso, per 30 km totali.
Fondo ammorbidito dalle piogge, pesantino ma senza impedimenti drammatici da fango. Insomma, un po’ di fango tanto per non perdere l’allenamento.
Nel bosco molti animali al pascolo brado, simpatici, tengono compagnia.
Ma il cielo… una giornata di autunno, non fredda e senza pioggia, con quel po’ di umidità e foschia che ci ricorda l’arrivo della brutta stagione.
Avrei gradito accendere un fuoco e fare le caldarroste…
Purtroppo portare l’occorrente sulla bicicletta non è particolarmente pratico.
mercoledì 11 novembre 2009
Riflessioni sull’incidente di Eva: perché ai Fori vado sempre sul marciapiedi… e altre considerazioni sulla sicurezza e sugli Hazard delle
Io non so cosa sia successo quella sera ai Fori Imperiali, la dinamica dell’incidente che è costato la vita alla povera Eva. Sono stato a vedere il posto sabato 7. Ho visto il lampione, i cartelli, i lumini rossi.
Ma ho visto anche altre cose che mi hanno fatto riflettere. La prima, è la configurazione della strada. In quel punto (ammesso che sia quello il punto dove è accaduto l’incidente, perché di questo incidente non si sa quasi nulla) Via dei Fori Imperiali ha una corsia normale ed una preferenziale.
Come accade spesso la corsia preferenziale è adiacente al marciapiedi, mentre quella normale è al centro della strada.
Questo tipo di configurazione, seppure perfettamente legale, è quella che io chiamo di massimo rischio.
In realtà non so se sia veramente di massimo rischio, ma comunque è molto rischiosa. Infatti il ciclista rispettoso del Codice, dovrebbe viaggiare in prossimità della destra della corsia di marcia normale, e quindi prossimo al limite sinistro della corsia preferenziale.
Se ti comporti in questo modo sei stretto tra due flussi, tutti e due più veloci di te. Alla tua destra arrivano autobus e taxi, che possono andare anche molto veloci. Alla tua sinistra vanno moto e macchine normali, anch’esse molto veloci, specie in una strada ampia come Via dei Fori.
Questa situazione è molto differente rispetto a quella tradizionale che vede il ciclista marciare sulla destra a lato del marciapiedi. In questo caso non solo il ciclista ha un lato protetto, che non guasta in caso di sbandata o altri problemi; ma il lato destro è comunque un limite invalicabile dell’auto, nel senso che l’automobilista difficilmente salirà sul marciapiedi, sia perché l’istinto pprta ad allontanarsi dal marciapiedi, sia perchè può danneggiare seriamente l’auto e farsi male.
Ora supponiamo che il nostro ciclista viaggi sulla sua striscia virtuale tra corsia preferenziale e corsia normale, cosa gli puo’ capitare? Vediamo:
a) Per una qualsiasi ragione sbanda, mettiamo una buca, una pozzanghera, un ostacolo. Come sia che sbandi a destra, che sbandi a sinistra, si troverà in un flusso di traffico, con l’aggravante che il mezzo che percorre la corsia preferenziale non potrà fare a meno di colpirlo, in quanto non può deviare verso destra per evitarlo (per il marciapiedi).
b) Un pedone scende inaspettatamente dal marciapiedi. La reazione istintiva dell’autista del mezzo che arriva sulla preferenziale sarà quella di sterzare sulla sinistra…. E prendere il ciclista che percorre (non tanto tranquillamente) la sua strada. Questo rischio è molto più forte per il ciclista che per gli altri mezzi, in quanto la bici è molto più lenta, quindi sarà tranquillamente tamponata .
c) Un’auto che procede in senso opposto, oppure un pedone che sta attraversando, invade la corsia di marcia normale. Istintivamente l’autista fa la cosa che faremmo tutti: per evitare l’ostacolo devia verso il centro, peccato che sulla traiettoria incontri una bicicletta che passava di la’;
d) Uno degli autisti dei mezzi su una delle due corsie riceve una telefonata e allunga una mano per prendere il telefonino dallo zainetto… inutile che continui, sapete già come può andare a finire.
Bene: abbiamo analizzato gli Hazard di questa configurazione e abbiamo visto che le conseguenze possono essere letali. La probabilità di conseguenze mortali per il ciclista è molto più elevata, non solo per il raddoppio matematico dei mezzi la cui deviazione incontrollata può generare una collisione, ma perché la reazione psicologica degli autisti rispetto ad un evento casuale, come la discesa improvvisa di un pedone dal marciapiedi, un bambino, un cane, una palla, porta come reazione istintiva l’invasione della zona della bicicletta, cosa che non avviene nelle normali configurazioni nelle quali la bici marcia accanto al marciapiedi.
In aggiunta, in quel pezzo di Via dei Fori Imperiali, la segnaletica orizzontale che delimita la corsia preferenziale è sbiadita, e pertanto sia per l’autista che per il ciclista è comunque difficile, , seguire con sicurezza una traiettoria rigidamente rettilinea.
Specie di notte, specie per il ciclista che può invadere la corsia preferenziale proveniente da sinistra, laddove l’autista ha i riferimento sicuro della distanza dal marciapiedi.
Tornando a noi, quando passo per Via dei Fori imperiali faccio in un modo molto semplice:
a) salgo sul marciapiedi. A seconda dell’umore sono più o meno conciliante nei confronti dei pedoni. Se protestano (ma non è mai avvenuto) gli dico che la strada lì è pericolosa e che ci andassero loro a camminare tra corsia preferenziale e corsia normale. So anche come dirlo in inglese, se necessario;
b) se proprio il marciapiedi è talmente affollato da non essere percorribile, allora mi metto sulla preferenziale accanto al marciapiedi. Lì il pericolo diventano gli autobus, certo. Ma almeno stai vicino al marciapiedi, cosa che non sempre è sufficiente. Sulle scorrettezze –talvolta criminali- degli autisti di bus sto scrivendo un post specifico.
Rimane però un problema dal lato del Comune che in una delle principale vie del centro ha adottato una configurazione assolutamente sfavorevole all’uso della bicicletta. Più volte nei vari documenti e dichiarazioni, abbiamo constatato la voglia di rivedere la normativa sulle due ruote. E di "metterle in sicurezza".
Cominciamo dalla bici, cominciamo dai Fori, cominciamo subito.
Ma ho visto anche altre cose che mi hanno fatto riflettere. La prima, è la configurazione della strada. In quel punto (ammesso che sia quello il punto dove è accaduto l’incidente, perché di questo incidente non si sa quasi nulla) Via dei Fori Imperiali ha una corsia normale ed una preferenziale.
Come accade spesso la corsia preferenziale è adiacente al marciapiedi, mentre quella normale è al centro della strada.
Questo tipo di configurazione, seppure perfettamente legale, è quella che io chiamo di massimo rischio.
In realtà non so se sia veramente di massimo rischio, ma comunque è molto rischiosa. Infatti il ciclista rispettoso del Codice, dovrebbe viaggiare in prossimità della destra della corsia di marcia normale, e quindi prossimo al limite sinistro della corsia preferenziale.
Se ti comporti in questo modo sei stretto tra due flussi, tutti e due più veloci di te. Alla tua destra arrivano autobus e taxi, che possono andare anche molto veloci. Alla tua sinistra vanno moto e macchine normali, anch’esse molto veloci, specie in una strada ampia come Via dei Fori.
Questa situazione è molto differente rispetto a quella tradizionale che vede il ciclista marciare sulla destra a lato del marciapiedi. In questo caso non solo il ciclista ha un lato protetto, che non guasta in caso di sbandata o altri problemi; ma il lato destro è comunque un limite invalicabile dell’auto, nel senso che l’automobilista difficilmente salirà sul marciapiedi, sia perché l’istinto pprta ad allontanarsi dal marciapiedi, sia perchè può danneggiare seriamente l’auto e farsi male.
Ora supponiamo che il nostro ciclista viaggi sulla sua striscia virtuale tra corsia preferenziale e corsia normale, cosa gli puo’ capitare? Vediamo:
a) Per una qualsiasi ragione sbanda, mettiamo una buca, una pozzanghera, un ostacolo. Come sia che sbandi a destra, che sbandi a sinistra, si troverà in un flusso di traffico, con l’aggravante che il mezzo che percorre la corsia preferenziale non potrà fare a meno di colpirlo, in quanto non può deviare verso destra per evitarlo (per il marciapiedi).
b) Un pedone scende inaspettatamente dal marciapiedi. La reazione istintiva dell’autista del mezzo che arriva sulla preferenziale sarà quella di sterzare sulla sinistra…. E prendere il ciclista che percorre (non tanto tranquillamente) la sua strada. Questo rischio è molto più forte per il ciclista che per gli altri mezzi, in quanto la bici è molto più lenta, quindi sarà tranquillamente tamponata .
c) Un’auto che procede in senso opposto, oppure un pedone che sta attraversando, invade la corsia di marcia normale. Istintivamente l’autista fa la cosa che faremmo tutti: per evitare l’ostacolo devia verso il centro, peccato che sulla traiettoria incontri una bicicletta che passava di la’;
d) Uno degli autisti dei mezzi su una delle due corsie riceve una telefonata e allunga una mano per prendere il telefonino dallo zainetto… inutile che continui, sapete già come può andare a finire.
Bene: abbiamo analizzato gli Hazard di questa configurazione e abbiamo visto che le conseguenze possono essere letali. La probabilità di conseguenze mortali per il ciclista è molto più elevata, non solo per il raddoppio matematico dei mezzi la cui deviazione incontrollata può generare una collisione, ma perché la reazione psicologica degli autisti rispetto ad un evento casuale, come la discesa improvvisa di un pedone dal marciapiedi, un bambino, un cane, una palla, porta come reazione istintiva l’invasione della zona della bicicletta, cosa che non avviene nelle normali configurazioni nelle quali la bici marcia accanto al marciapiedi.
In aggiunta, in quel pezzo di Via dei Fori Imperiali, la segnaletica orizzontale che delimita la corsia preferenziale è sbiadita, e pertanto sia per l’autista che per il ciclista è comunque difficile, , seguire con sicurezza una traiettoria rigidamente rettilinea.
Specie di notte, specie per il ciclista che può invadere la corsia preferenziale proveniente da sinistra, laddove l’autista ha i riferimento sicuro della distanza dal marciapiedi.
Tornando a noi, quando passo per Via dei Fori imperiali faccio in un modo molto semplice:
a) salgo sul marciapiedi. A seconda dell’umore sono più o meno conciliante nei confronti dei pedoni. Se protestano (ma non è mai avvenuto) gli dico che la strada lì è pericolosa e che ci andassero loro a camminare tra corsia preferenziale e corsia normale. So anche come dirlo in inglese, se necessario;
b) se proprio il marciapiedi è talmente affollato da non essere percorribile, allora mi metto sulla preferenziale accanto al marciapiedi. Lì il pericolo diventano gli autobus, certo. Ma almeno stai vicino al marciapiedi, cosa che non sempre è sufficiente. Sulle scorrettezze –talvolta criminali- degli autisti di bus sto scrivendo un post specifico.
Rimane però un problema dal lato del Comune che in una delle principale vie del centro ha adottato una configurazione assolutamente sfavorevole all’uso della bicicletta. Più volte nei vari documenti e dichiarazioni, abbiamo constatato la voglia di rivedere la normativa sulle due ruote. E di "metterle in sicurezza".
Cominciamo dalla bici, cominciamo dai Fori, cominciamo subito.
lunedì 9 novembre 2009
Una città a impatto zero… bene, cominciamo dalle piste ciclabili
Domenica scorsa è uscita sul corriere della sera la notizia che il comune vuole adottare la tecnologia LED per l’illuminazione pubblica, in modo da ridurre del 50% i consumi elettrici. Per noi che veniamo dallo scorso millennio, questo è il terzo cambio di tecnologia dell’illuminazione stradale. Dall’incandescenza all’orribile neon, dal neon al sodio, e ora il LED.
Il sindaco intende portare la città alla selezione per le Olimpiadi come una città “ad impatto zero” per quanto riguarda le emissioni. Benissimo, bravissimo.
Purtroppo la cronaca ci ha ricordato come sia lunga la strada che porta una città ad impatto zero. E’ una città dove per strada si muore, per impatto, più che altrove. Dal Piano per la Mobilità Sostenibile appena pubblicato dal Comune vediamo infatti che il tasso di mortalità (decessi per milione di abitanti) dovuti ad incidenti stradali è 74 per Roma, 29 per Londra, 16 per Parigi e 27 per Barcellona (tabella a pag. 15).
Ognuno può farci la riflessione che vuole, e sono pronto a fare anche altre elaborazioni, ma è chiaro che il romano muore da due a sei volte di più degli altri cittadini europei.
Pur testimoniando questa situazione il piano per la mobilità sostenibile non parla, pudicamente, di cause. Se ne parlasse io metterei al primo posto l’indisciplina, il non rispetto del codice della strada e le punte di velocità raggiunte in città. Ma anche l’insufficienza di mezzi pubblici, che spinge l’uso del mezzo privato, specialmente i motocicli, i più pericolosi perché veloci e letali, a livelli record. E, perché no, anche la mancanza di piste ciclabili.
Sì, perché la realizzazione di piste ciclabili incentiva l’uso della bicicletta, mezzo ad impatto zero per eccellenza, in quanto riduce i mezzi privati che causano incidenti, anzi la bici in genere lo subisce. Inoltre la pista ciclabile, separando le bici dall’altro traffico, evita ulteriori rischi di incidente.
Quindi se l’obiettivo è di avere una città “ad impatto zero”, cominciamo subito da una dura campagna di repressione delle infrazioni e dalla realizzazione delle piste ciclabili, almeno quelle –e sono tante- che non contendono spazio alle automobili.
A meno che le dichiarazioni non siano solo slogan.
A proprio questo proposito, dopo aver letto il Piano della Mobilità Sostenibile, non riesco a capire l’apprezzamento di Maurizio Santoni, Portavoce del Coordinamento Roma Ciclabile di Legambiente Lazio. Forse lui sa molto più di noi dei veri programmi del Comune. E sicuramente non si poteva dire al Sindaco che il piano non è un gran che, a scanso rappresaglie.
Il sindaco intende portare la città alla selezione per le Olimpiadi come una città “ad impatto zero” per quanto riguarda le emissioni. Benissimo, bravissimo.
Purtroppo la cronaca ci ha ricordato come sia lunga la strada che porta una città ad impatto zero. E’ una città dove per strada si muore, per impatto, più che altrove. Dal Piano per la Mobilità Sostenibile appena pubblicato dal Comune vediamo infatti che il tasso di mortalità (decessi per milione di abitanti) dovuti ad incidenti stradali è 74 per Roma, 29 per Londra, 16 per Parigi e 27 per Barcellona (tabella a pag. 15).
Ognuno può farci la riflessione che vuole, e sono pronto a fare anche altre elaborazioni, ma è chiaro che il romano muore da due a sei volte di più degli altri cittadini europei.
Pur testimoniando questa situazione il piano per la mobilità sostenibile non parla, pudicamente, di cause. Se ne parlasse io metterei al primo posto l’indisciplina, il non rispetto del codice della strada e le punte di velocità raggiunte in città. Ma anche l’insufficienza di mezzi pubblici, che spinge l’uso del mezzo privato, specialmente i motocicli, i più pericolosi perché veloci e letali, a livelli record. E, perché no, anche la mancanza di piste ciclabili.
Sì, perché la realizzazione di piste ciclabili incentiva l’uso della bicicletta, mezzo ad impatto zero per eccellenza, in quanto riduce i mezzi privati che causano incidenti, anzi la bici in genere lo subisce. Inoltre la pista ciclabile, separando le bici dall’altro traffico, evita ulteriori rischi di incidente.
Quindi se l’obiettivo è di avere una città “ad impatto zero”, cominciamo subito da una dura campagna di repressione delle infrazioni e dalla realizzazione delle piste ciclabili, almeno quelle –e sono tante- che non contendono spazio alle automobili.
A meno che le dichiarazioni non siano solo slogan.
A proprio questo proposito, dopo aver letto il Piano della Mobilità Sostenibile, non riesco a capire l’apprezzamento di Maurizio Santoni, Portavoce del Coordinamento Roma Ciclabile di Legambiente Lazio. Forse lui sa molto più di noi dei veri programmi del Comune. E sicuramente non si poteva dire al Sindaco che il piano non è un gran che, a scanso rappresaglie.
Ma a me (che però non sono un professionista della circolazione stradale) sembra più un piano per continuare a mantenere le auto al centro dell’attenzione, cercando di scremare un po’ di traffico veicolare in modo da favorirne la circolazione. Sono pronto a farmi convincere del contrario. Ne sarei felice
sabato 7 novembre 2009
Per chi suona la campana (2)
Invece di scrivere un nuovo post, mi sembra il caso di riproporre uno già pubblicato nel giugno 2008. E' impressionante come risulti appropriato all'attuale circostanza.
Purtroppo ieri non mi sono potuto unire alla fiaccolata e ne sono molto dispiaciuto.
Spero di poter partecipare ad altre manifestazioni.
Di sicuro è il momento di riproporre, e con forza, il problema della sicurezza della circolazione dei ciclisti e dei pedoni.
Faccio però notare che nello stesso giorno dell'incidente di Eva sono morte nella loro Smart altre due donne, una all'incirca dell'età di Eva , uccise da una macchina che le ha tamponate "a velocità folle", guidata da un ubriaco. Il problema della sicurezza stradale non è solo di noi ciclisti.
Ora io non credo che gli incidenti potranno mai essere eliminati del tutto, ma anche dai dati pubblicati di recente nel Piano della Mobilità Sostenibile del Comune di Roma, dimostrano che la nostra città è sicuramente molto più pericolosa di altre città europee come Londra o Parigi.
Purtroppo ieri non mi sono potuto unire alla fiaccolata e ne sono molto dispiaciuto.
Spero di poter partecipare ad altre manifestazioni.
Di sicuro è il momento di riproporre, e con forza, il problema della sicurezza della circolazione dei ciclisti e dei pedoni.
Faccio però notare che nello stesso giorno dell'incidente di Eva sono morte nella loro Smart altre due donne, una all'incirca dell'età di Eva , uccise da una macchina che le ha tamponate "a velocità folle", guidata da un ubriaco. Il problema della sicurezza stradale non è solo di noi ciclisti.
Ora io non credo che gli incidenti potranno mai essere eliminati del tutto, ma anche dai dati pubblicati di recente nel Piano della Mobilità Sostenibile del Comune di Roma, dimostrano che la nostra città è sicuramente molto più pericolosa di altre città europee come Londra o Parigi.
venerdì 6 novembre 2009
Un post non pubblicato (23 settembre), ma tornato di attualità
La foto, peraltro ripresa nella testata della pagina, mostra l'aspetto del nuovo Marciapiedi di Via dei Fori Imperiali la mattina verso le 8:30.
Una meraviglia.
Peccato che, visto il rifacimento totale della strada, non si sia pensato di includere sul marciapiedi anche una pista ciclabile (magari mezza per lato) allo scopo di consentire ai ciclisti di percorrere la strada senza massacrarsi sui sampietrini.
Peccato che, visto il rifacimento totale della strada, non si sia pensato di includere sul marciapiedi anche una pista ciclabile (magari mezza per lato) allo scopo di consentire ai ciclisti di percorrere la strada senza massacrarsi sui sampietrini.
Infatti Via dei Fori Imperiali rimane una delle arterie principali per il ciclista, e la sua cicliabilizzazione anche un forte incentivo all'uso del bike-sharing, magari piazzando una bella stazione all'uscita della stazione della metropolitana Colosseo.
domenica 1 novembre 2009
Che bella la pista dal Piglio a Fiuggi!
Dopo averne tanto sentito parlare, mi è punta la vaghezza di percorrere la pista che va da Piglio a Fiuggi, percorrendo la sede della vecchia Ferrovia dismessa.
c) la Prenestina è ancora senza rotatorie europee, soprattutto nella fascia vicina al raccordo, dove gli incroci sono ancora regolati da semafori. Ma insomma, con così tanto traffico, cosa si sta aspettando? Forse sono meglio questi lavori che tante altre opere, come le complanari, che consumano un sacco di spazio e mi sembra moltiplichino il traffico, invece di fludificarlo.
Ha giocato un ruolo non secondario in questa scelta la ricerca dei colori e degli aromi dell'autunno, dei quali la zona è particolarmente ricca.
Insomma, la mattina ho preso armi e bagagli, bici sull'auto (restituita alle 4,15 da un figlio in vena di Halloween), vettovaglie, acqua e via...
Invece di prendere l'autostrada fino a Fiuggi, ho preferito risalire la Prenestina. Una strada meravigliosa, specialmente a qualche chilometo dal Raccordo, quando termina la cintura dell'abuso e si ritorna in un ambiente simile a quello che vedevano i nostri antenati 2000 anni fa...
E ancora, per lunghi tratti, è possibile vedere il basolato della Presentina che affianca la strada... Ma non come sull'Appia antica, dove sembra una superficie lunare. Lì il basolato è ancora percorribile, le pietre passabilmente accostate e piatte. Sopra i platani con le foglie che cominciano ad ingiallire, e rendono ancora più vivido il blu del cielo terso.
Ho lasciato l'auto ad una delle stazioni in pianura (francamente non mi ricordo quale) e ho cominciato a percorrere la pista. Sarà che ero già ben disposto dalla gita in auto, ma a meno di un chilometro dalla macchina, quando il tracciato si è staccato dalla strada e ha cominciato ad inerpicarsi per conto suo sulle pendici del mondo, mi sono innamorato di questa pista.
Bellissimo quel lento inoltrarsi tra i campi scoscesi, i piccoli uliveti, le vigne minuscole, in un silenzio quasi totale, che è una delle caratteristiche che io adoro di questa parte del Lazio. Così come i colori rosso e ruggine che si spandono su tutto il paesaggio e l'abitudine di tutti di accendere fuochi di foglie, che spandono la loro nebbia azzurrina nella luce del mattino.
Uscita dal bosco e dall'abitato, la pista si inerpica sui fianchi della montagna per raggiungere Acuto. In quella parte il panorama è veramente magnifico, e vale sicuramente la fatica necessaria a raggiungerlo.
Dopo tanta bellezza la discesa verso Fiuggi è stata invece un po' deludente, specialmente per il fatto che la pista svanisce all'ingresso del paese, e forse tanata bellezza avrebbe meritato qualcosina di meglio.
Comunque mi sono consolato con un picnic in una bella valle ai marini di un castagneto, dove ho anche suonato il piffero (Pardon: Flauto Dolce Contralto Barocco) per una mezz'oretta, prima che la Foresta le mi triangolasse e mi arrestasse per disturbo della quiete bucolica.
Il ritorno è stata una gradevole sorpresa, in quanto non avevo realizzato che appena scollinato Acuto, si scende a valle a 30 all'ora senza pedalare, anzi frenando. Al ritorno all'auto avevo totalizzato 45,5 km.
Tre osservazioni:
a) ho adottato la bisaccia invece dello zaino, come sacca da uscita. In effetti ci metto solo i panini, i vestiti di riserva (ovvero K-Way e giacca che levo quando fa caldo) e il piffero (Pardon: Flauto Dolce Contralto Barocco). Facendo passare la tracolla dietro il collo e sulle spalle, la bisaccia appoggia sulla parte bassa della schiena. Pochissimo carico e schiena che non suda;
b) una pista come questa è una ricchezza per il territorio, e sicuramente un grosso incentivo al turismo, se fosse valorizzata e oggetto di marketing. Infatti malgrado la mia buona volontà di spendere qualche euro per dimostrare alla comunità locale l'apprezzamento, lungo la pista non ho trovato neanche un bar dove prendere un gelato. Meno che mai agriturismi o Bed and Breakfast.
Purtroppo sono solo venti chilometri, ma potrebbe essere espansa (per esempio fino a Cave) e soprattutto collegata a Roma in qualche modo. A Sud verso Frosinone e Cassino. Ancora si è in tempo, in quanto la sede non è stata stradalizzata nella maggior parte dei casi.
c) la Prenestina è ancora senza rotatorie europee, soprattutto nella fascia vicina al raccordo, dove gli incroci sono ancora regolati da semafori. Ma insomma, con così tanto traffico, cosa si sta aspettando? Forse sono meglio questi lavori che tante altre opere, come le complanari, che consumano un sacco di spazio e mi sembra moltiplichino il traffico, invece di fludificarlo.