domenica 13 dicembre 2009

Se andavo in canoa prendevo meno acqua

Il caro Zorro di cicloappuntamenti ha cercato di salvarci dalla domenica a casa con una gita no levataccia/no dislivello da Roma a Fregene. Non lo aveva scritto, ma era anche previsto all’arrivo un tuffo nelle calde acque del Tirreno. Se poi siete tra quelli che trovate freddino il Tirreno, provate l’Artico, qualunque stagione!

La gita era anche di consolazione di chi non aveva potuto approfittare della Val Nerina il sabato. (Ah, a proposito: non vale terrorizzare millantando 45 + 45 km per poi farne solo una quarantina…)

La partecipazione è stata massiccia. Ai nastri di partenza c’erano ben 16 partecipanti, contati all’attraversamento dell’Ostiense.

Stavamo tutti tranquilli perché le previsioni davano pioggia in tarda serata. Anche quando ha comiciato a pioviccicare si diceva: non è possibile, questa pioggia evidentemente non ha letto le previsioni.

Comunque siamo andati avanti sulla pista Tevere Sud, ma dopo il raccordo alla gita si è unita una nuvola birichina e piovigginosa che ci ha accompagnato per la successiva mezz’ora, divertendosi un mondo come solo le nuvole sanno fare.

Il gruppo si è rifugiato sotto un cavalcavia della Roma-Fiumicino, disturbando alcune lavoratrici extracomunitarie, e ha ponzato sul da farsi. Alla fine ha prevalso la sfiducia climatica e ci siamo diretti, dopo appena 25 km, alla stazione di Ponte Galeria per prendere il treno e tornare a Roma.

Inutile dire che dopo poco ha smesso di piovere, anche se il sole è comunque rimasto nascosto.

Due riflessioni sull’abbigliamento.

Non avendo ancora effettuato la piena conversione al ciclismo, utilizzo un abbigliamento misto. Stavolta mi sono cipollato ben bene nello strato ciclistico (intimo), quello da jogging (secondo strato) e quello da motorino/sci di fondo (pantaloni del K-Way). Quindi ero piuttosto impermeabile, scarpe a parte, e avrei potuto facilmente continuare.

Le fanciulle invece sono rimaste particolarmente provate dalla combinazione freddo + acqua.

Secondo me il problema sono le calzamaglie indossate come unico elemento. Si pedala bene e sono sexy (mo' me la compro pure io), ma non mi pare proteggano se arriva l’acqua vera.

Se per questo anche i pantaloni del K-Way non sono veramente waterproof, ma comunque fanno molto di più.

Ho approfittato del rientro anticipato e sono andato a pranzo da mamma… la quale sta a dieta stretta e quindi ho dovuto portare un pollo arrosto (e pane dei panini). A casa stasera la famiglia si riunisce a cena. Ho già visto che il primo sarà integrato da un pollo arrosto... il mitico pollo Trilussa!
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4 commenti:

  1. Quella maledetta nuvola biricchina, di fantoziana memoria, perseguita ciclisti, montanari ed amanti dei pic nic! ma non è mai domenica pper lei? :)

    Grazie per i complimenti al mio blog, ringrazio e ricambio!
    fraoff

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  2. Anch'io giro molto all'estero, e vedo l'Italia con altra prospettiva...

    Credo che ad un certo punto l'espansione del debito pubblico ci abbia precluso di diventare un Paese più razionale e serio.

    E ancora non ci è passata

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  3. Una volta le "calzamaglie" andavano parecchio tra gli sportivi... te le ricordi quelle dell'Arena?
    Prima o poi (sicuramente più poi che prima...) mi unirò ad una delle vostre escursioni, sembrano molto interessanti ed avventurose!!

    Mamaa

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  4. Sarebbe carino, specialmente se vieni in calzamaglia :-).

    Io non le prenderò, infatti sembra che più faccia sport più le gambe diventino ossute... Per me meglio i pantaloni alla turca!

    Cmq le escursioni sono le loro, io mi aggrego solo!

    Ciao

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