martedì 9 novembre 2010

Una borraccia di Sangiovese


Mi scuso con i lettori, ma l’ultima settimana è stata “densa” di avvenimenti che hanno in qualche modo ritardato l’aggiornamento del blog. In particolare c’e’ stato l’ingresso della nuova macchina fotografica (e l’impossibilità di scaricare le foto in quanto il programma per lo scarico non funzionava) e la ripresa di un minimo di attività con il flauto, quindi la riduzione degli spazi dedicati al blog… E aggiungerei la pianificazione di una gita per Cicloappuntamenti, che ha preso il suo tempo.

Sia come sia, il weekend ciclistico è stato attivissimo, anche se separato dal resto della ciclabilità romana.

Sabato mattina gli impegni familiari si sono annullati verso mezzogiorno, e quindi, dopo qualche esitazione, ho caricato la bici sulla macchina e mi sono diretto verso la Paliano-Fiuggi. Purtroppo non avevo fatto bene i conti con l’effetto giornata di sole, e quindi mi sono ritrovato bloccato in mezzo al traffico.

Sono arrivato alla base della pista alle due, non mangiato, e quindi alle 5 le (dopo circa 60 foto per provare la macchinetta in tutte le configurazioni possibili) ero ad Acuto a vedere il sole che tramontava. Romantico rientro nel crepuscolo, fino all’ultimo tratto fatto tutto con le luci di bordo. Molto formativo, indeed, specialmente se si considera che qua e là la pista è “protetta” da pali anti auto, con colori che vanno dal ruggine scuro al verde opaco… Ma un catarifrangente, non ce lo possono mettere?

Mentre ricaricavo la bici sulla macchina, a lato della Prenestina, è passato un ciclista locale che, nella più completa oscurità, procedeva vestito di grigio scuro, senza luci, con i soli catarifrangenti dei pedali… Un miracolo che l’abbia scampata, anche se la divinità che protegge i ciclisti ha chiesto un compenso il giorno dopo.

Tanta frenesia era dovuta al meteo catastrofico, diluviale, del favore giorno dopo (domenica), giornata nella quale avevo rinunciato a proporre il mio giro in favore di una proposta di Facebike nel Marturanum (it. 003 Paola & Gino).

Vedendo un certo miglioramento son partito per l’appuntamento (10:40 Barbarano), se non che alle 09:00 ricevo un messaggio di risposta che annullava la gita, e la ricollocava ad Ostia (che solo il nome mi deprime).

E sì che, in previsione della pioggia da sopra e del guado da sotto, avevo preparato almeno 4 kg di attrezzatura, compreso il portadocumenti stagno che uso in canoa.

Riprogrammo la gita e mi dirigo verso una location comoda (anche perché non avevo mappe al seguito), puntando alla classica Trevignano/Mola di Oriolo, sperando nella bontà di Giove Pluvio. In effetti la giornata si è srotolata bene, con la tappa obbligata, tra il bosco di e la Mola di Oriolo, alla “Bottega del Sapore” per un panino con la porchetta a complemento del pasto già in borsa.

Entrato nel negozio, per scacciare il grigio dell’autunno, mi è venuta voglia di un po’ di vino… ma non avevano nessuna bottiglia piccola. Abbiammo solo il vino alla spina, e solo bottiglie da 2 litri. LA che la folgorazione: E se svuoto la borraccia della bici, me lo date mezzo litro?

La risposta ha richiesto una lunga consultazione tra gli addetti, ma alla fine il buon senso ha prevalso: il Capo ha detto sì.

Quindi sono andato a prendere la borraccia dalla bici, ho bevuto un ultimo sorso (di acqua), ho gettato il rimanente, e ho fatto il pieno di Sangiovese rosso tra l’entusiasmo dei presenti (0.67 €).

Sangiovese che ha aiutato non poco ad alleviare l’umido della Mola, e a rendere più allegro il ritorno.

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