Stavolta, invece di darvi solo brutte notizie, resoconti di mancati incidenti, litigi con gli automobilisti e/o malefatte delle varie Amministrazioni pubbliche, Roma Ciclista vi porta una buona nuova: l'apertura di una bella pista ciclabile che, costeggiando la Strada Provinciale di Porto Badino, collega l'abitato di La Cona del Circeo (in pratica la parte di pianura del comune di San felice) con la spiaggia di Torre Olevola.
Come potete vedere dall'immagine si tratta di una pista in sede separata che ha anche una corsia pedonale. Il fondo è ottimo e i passi carrabili sono ben raccordati. Insomma una pista proprio bella, usata non solo dai ciclisti, ma anche dai pedoni e dai podisti.
Quello realizzato, è solo il primo lotto dell'opera, non più di 1,5 km, ma il secondo dovrebbe arrivare l'anno prossimo (finanze comunali permettendo), proseguendo la pista fino all'incrocio con la strada di San Vito, limite del Comune di San Felice Circeo.
Per quanto corta, la ciclabile protegge i ciclisti in un punto particolarmente pericoloso. Sul rettilineo che vedete accanto alla pista, a dispetto dei limiti di velocità, gli automobilisti si sbizzarrivano in velocità da gran premio. Adesso la realizzazione della pista ha leggermente ristretto la sede stradale, costringendo gli automobilisti ad una velocità moderata, e salva i ciclisti dai pericoli principali. Inoltre non si deve più affrontare la pericolosa chicane di Torre Olevola insieme alle auto.
Unico neo è che dal lato La Cona, la pista finisce proprio sotto curva, e per proseguire ti tocca attraversare la strada in un punto che considero alquanto pericoloso. E' vero che la fine della pista coincide con l'immissione di una normale strada laterale, ma comunque qualche protezione per l'attraversamento l'avrei messa, specie se si considera l'uso da parte di ragazzi.
Purtroppo per me la pista arriva tardi, i miei figli sono entrambi maggiorenni e con la patente, quindi per strada sanno andare. Se fosse stata costruita 10/15 anni fa sarebbe stato perfetto, Avrei portato i figli fino al paese in maniera abbastanza protetta. Incrocio le dita per i nipoti.
Ovviamente, malgrado tutto questo ben di Dio, trovi sempre il ciclista bastian contrario che continua sulla strada.
L'altro giorno ne ho vista una. Io stavo in macchina, le ho suonato e le ho indicato (con decisione) la pista. Anche perchè, come ho detto, la strada è stata ristretta, e adesso andare in bici fuori dalla pista diventa veramente pericoloso.
giovedì 8 agosto 2013
mercoledì 7 agosto 2013
La rivoluzione della mobilità romana parte dalla lotta alla sosta in seconda fila
Cosa rispondereste ad un amico che vi dicesse: "Purtroppo non riesco a fare 30 km in bicicletta, perciò domani voglio provare a farne 50"?
Direste "Ma tu sei scemo, quando riesci a farne almeno 30, allora puoi provare a farne 50", insomma un tipico caso di panbrioscismo.
E' la stessa risposta che vorrei dare, anzi do', a coloro che invocano rivoluzioni di mobilità nuova, eliminazione dei parcheggi, raddoppio delle tariffe delle strisce blu, e tante altre cose che non fanno il conto con una semplice realtà: Ma come fate a parlare di queste cose se al momento il Comune di Roma non riesce nemmeno ad evitare la sosta in seconda fila?. Siete razionali o no?
Ogni altra politica della mobilità nuova che richieda livelli importanti di coercizione è fallimentare sin dall'inizio, e provocherebbe la caduta del sindaco in poche settimane. Sindaco, che vi ricordo, ha avuto alte percentuali ma di relativamente pochi voti.
Pertanto è inutile che vi agitate, twittate, postate, etc. A meno che non siate di quelli a cui piace stare all'opposizione predicando l'utopia senza ottenere nulla di concreto (e ne sto vedendo tanti) è arrivato il momento di guardare in faccia alla realtà. Intendo: quelli che, per esempio, sono nemici dell'auto (padronissimi) e usano la bicicletta come scusa per questa loro guerra. Un po' come quei verdi che sono nemici dell'industria e basta.
L'unica vera rivoluzione della mobilità a Roma, e anche quella è difficilissima da realizzare nei 5 anni di mandato del Sindaco, è cercare di stroncare l'abitudine alla sosta in seconda fila, che è una delle ragioni, forse la principale, dell'abuso dell'auto a Roma.
Infatti la sosta in seconda fila è ciò che fa della macchina un mezzo utile. Se ogni volta che devi fare qualcosa con l'auto, tipo una commissione, devi trovare un parcheggio vero, la puoi usare solo ad agosto.
Rendere difficoltoso il parcheggio irregolare significa che tanta gente deve ricorrere a soluzioni di mobilità alternative, dal mezzo pubblico (che va migliorato e ripulito da criminali, ubriachi e straccioni), a quello del taxi, che a strade libere potrebbe lavorare molto di più e molto meglio e quindi costare di meno.
Quindi, se il sindaco ha gli attributi, li usi per stroncare la sosta in doppia fila (e annessi) e non li sprechi in altre battaglie, e noi ciclisti cerchiamo di non chiedergliele.
La guerra, checchè ne dica qualcuno, non la si vince o la si perde con la pedonalizzazione dei Fori, ma sulla lotta pratica, difficile, sporca, e, soprattutto, QUOTIDIANA, alla pessima abitudine romana di lasciare la macchina dove più fa comodo.
Lì si parrà la tua virtù
Direste "Ma tu sei scemo, quando riesci a farne almeno 30, allora puoi provare a farne 50", insomma un tipico caso di panbrioscismo.
E' la stessa risposta che vorrei dare, anzi do', a coloro che invocano rivoluzioni di mobilità nuova, eliminazione dei parcheggi, raddoppio delle tariffe delle strisce blu, e tante altre cose che non fanno il conto con una semplice realtà: Ma come fate a parlare di queste cose se al momento il Comune di Roma non riesce nemmeno ad evitare la sosta in seconda fila?. Siete razionali o no?
Ogni altra politica della mobilità nuova che richieda livelli importanti di coercizione è fallimentare sin dall'inizio, e provocherebbe la caduta del sindaco in poche settimane. Sindaco, che vi ricordo, ha avuto alte percentuali ma di relativamente pochi voti.
Pertanto è inutile che vi agitate, twittate, postate, etc. A meno che non siate di quelli a cui piace stare all'opposizione predicando l'utopia senza ottenere nulla di concreto (e ne sto vedendo tanti) è arrivato il momento di guardare in faccia alla realtà. Intendo: quelli che, per esempio, sono nemici dell'auto (padronissimi) e usano la bicicletta come scusa per questa loro guerra. Un po' come quei verdi che sono nemici dell'industria e basta.
L'unica vera rivoluzione della mobilità a Roma, e anche quella è difficilissima da realizzare nei 5 anni di mandato del Sindaco, è cercare di stroncare l'abitudine alla sosta in seconda fila, che è una delle ragioni, forse la principale, dell'abuso dell'auto a Roma.
Infatti la sosta in seconda fila è ciò che fa della macchina un mezzo utile. Se ogni volta che devi fare qualcosa con l'auto, tipo una commissione, devi trovare un parcheggio vero, la puoi usare solo ad agosto.
Rendere difficoltoso il parcheggio irregolare significa che tanta gente deve ricorrere a soluzioni di mobilità alternative, dal mezzo pubblico (che va migliorato e ripulito da criminali, ubriachi e straccioni), a quello del taxi, che a strade libere potrebbe lavorare molto di più e molto meglio e quindi costare di meno.
Quindi, se il sindaco ha gli attributi, li usi per stroncare la sosta in doppia fila (e annessi) e non li sprechi in altre battaglie, e noi ciclisti cerchiamo di non chiedergliele.
La guerra, checchè ne dica qualcuno, non la si vince o la si perde con la pedonalizzazione dei Fori, ma sulla lotta pratica, difficile, sporca, e, soprattutto, QUOTIDIANA, alla pessima abitudine romana di lasciare la macchina dove più fa comodo.
Lì si parrà la tua virtù
lunedì 5 agosto 2013
Perchè è sbagliato aumentare le tariffe della strisce blu se prima non...
Vi è un certo fermento riguardo alla differenziazione, o all'aumento, della tariffa di sosta all'interno delle strisce blu, e soprattutto, delle agevolazioni introdotte da Alemanno, ovvero i quattro euro per l'intero giorno, nonchè l'abbonamento di 70 euro per mese solare.
Debbo dire che non ho capito bene se si tratti di un aumento tout-court, nel senso che il gettito totale rimane invariato, o si tratta proprio di un aumento. La rimozione delle agevolazioni, pur non essendo tecnicamente un aumento, lo è dal punto di vista del fruitore...
Di certo è un tema così sensibile che ogni sindaco sente il bisogno di ritoccarlo ad inizio mandato, come se fosse l'indirizzo della propria amministrazione. Marino sta dando il proprio, evidentemente.
Malgrado sia favorevole a questo indirizzo, credo che la cosa in se' sia sbagliata. Ma proprio sbagliata.
Infatti, chi parcheggia nelle strisce blu e paga, perchè se non paga comunque gli fanno la multa, è un cittadino che sta alle regole. E spesso deve usare la macchina propria perchè i mezzi pubblici non sono un'alternativa percorribile.
Invece il problema che rimane intoccato, prima da Alemanno, e adesso da Marino, è chi parcheggia fuori dalle strisce blu. Ovvero chi lascia l'auto sui passaggi pedonali, in seconda fila, ai cassonetti, confidando nel fatto che i vigili urbani, unici titolati ad elevare contravvenzioni, passano molto più raramente degli addetti dell'ATAC...
Allora, prima di punire chi sta alle regole e comunque paga qualcosa (per zero servizi, ricordiamocelo) facciamo la guerra a chi lascia l'auto in sosta irregolare.
Altrimenti replichiamo il solito schema italico, dell'aumentare le tasse a chi già le paga, perchè è più comodo e più sicuro che inseguire gli evasori...
Debbo dire che non ho capito bene se si tratti di un aumento tout-court, nel senso che il gettito totale rimane invariato, o si tratta proprio di un aumento. La rimozione delle agevolazioni, pur non essendo tecnicamente un aumento, lo è dal punto di vista del fruitore...
Di certo è un tema così sensibile che ogni sindaco sente il bisogno di ritoccarlo ad inizio mandato, come se fosse l'indirizzo della propria amministrazione. Marino sta dando il proprio, evidentemente.
Malgrado sia favorevole a questo indirizzo, credo che la cosa in se' sia sbagliata. Ma proprio sbagliata.
Infatti, chi parcheggia nelle strisce blu e paga, perchè se non paga comunque gli fanno la multa, è un cittadino che sta alle regole. E spesso deve usare la macchina propria perchè i mezzi pubblici non sono un'alternativa percorribile.
Invece il problema che rimane intoccato, prima da Alemanno, e adesso da Marino, è chi parcheggia fuori dalle strisce blu. Ovvero chi lascia l'auto sui passaggi pedonali, in seconda fila, ai cassonetti, confidando nel fatto che i vigili urbani, unici titolati ad elevare contravvenzioni, passano molto più raramente degli addetti dell'ATAC...
Allora, prima di punire chi sta alle regole e comunque paga qualcosa (per zero servizi, ricordiamocelo) facciamo la guerra a chi lascia l'auto in sosta irregolare.
Altrimenti replichiamo il solito schema italico, dell'aumentare le tasse a chi già le paga, perchè è più comodo e più sicuro che inseguire gli evasori...
sabato 3 agosto 2013
I SUV del mare... sempre le solite storie
I lettori mi scuseranno se parlo dell'altra mia passione, l'acqua... Non posso dire il mare, perchè in effetti mi divido tra lago e mare, e nell'acqua, tra canoa e nuoto, come sanno bene gli amici di cicloappuntamenti, che mi hanno visto un paio di volte uscire dall'acqua a Martignano, proveniente dall'altra riva.
Il nuoto in mare, invece, è tutta un'altra cosa. Ci sono le onde, le meduse e, soprattutto, i motoscafi.
Anche se non sono un nuotatore estremo, mi piace comunque allontanarmi da terra quel tanto che ti porta nell'acqua blu, quindi tra i 500 e i 1000 metri dalla spiaggia.
Prendo le mie precauzioni, nuoto sempre con un pallone di segnalazione appresso, ma non tutti i guidatori di motoscafo sono attenti, e qualche volta ho dovuto agitarmi, lanciare il pallone in aria, sempre pronto all'immersione di emergenza.
Con le barche più grosse è ancora peggio, anche perchè spesso i proprietari attaccano l'autopilota e si addormentano, mangiano o conunque non stanno attenti in plancia.
Dove ci sono le coste rocciose, e l'acqua bella è già vicino a terra, ma anche lì le barche si avvicinano molto di più. Potrei raccontarvi un sacco di begli episodi in proposito.
Capirete come sia rimasto sconvolto dalla notizia della morte della nuotatrice a Camogli. Investita e decapitata da uno yacht.
Adesso stanno cominciando a discutere se era a 200, 250 o 300 metri dalla riva... e questo è il punto, almeno uno dei punti. Le norme sono punitive nei confronti dei nuotatori. 250 metri dalla riva è come la pista ciclabile per le passeggiatine dentro al parco.
Se pensiamo poi che quelli che vanno in motoscafo non lavorano, ma si divertono anche loro, non si capisce perchè non lo possano fare a 500 o mille metri dalla riva. Dopotutto sono loro che sono pericolosi, non i nuotatori.
Infine i corridoi di lancio, ovvero quelle parti di mare dove le barche possono uscire con il motore, andando a due nodi (cioà solo il doppio della velocità di un nuotatore). I nuotatori non le possono attraversare, cosicchè anche quei tuoi maledetti 250 metri dalla costa sono ulteriormente inscatolati.
Non si capisce perchè il nuotatore non possa attraversare il corridoio, anche se ovviamente non può rimanerci dentro. La velocità teorica dei natanti dovrebbe essere così bassa da non creare problemi o quasi. La realtà è ben diversa, ovvero uscite e rientri avvengono a velocità molto più alte, talvolta in planata, e ovviamente nessuno dice niente.
Insomma, come potete vedere, esattamente lo stesso meccanismo che si genera su strada... i grossi e prepotenti, supportati dall'industria, dettano legge e si appropriano degli spazi di tutti, con l'aggravante che qui stiamo parlando esclusivamente di divertimento!
Il nuoto in mare, invece, è tutta un'altra cosa. Ci sono le onde, le meduse e, soprattutto, i motoscafi.
Anche se non sono un nuotatore estremo, mi piace comunque allontanarmi da terra quel tanto che ti porta nell'acqua blu, quindi tra i 500 e i 1000 metri dalla spiaggia.
Prendo le mie precauzioni, nuoto sempre con un pallone di segnalazione appresso, ma non tutti i guidatori di motoscafo sono attenti, e qualche volta ho dovuto agitarmi, lanciare il pallone in aria, sempre pronto all'immersione di emergenza.
Con le barche più grosse è ancora peggio, anche perchè spesso i proprietari attaccano l'autopilota e si addormentano, mangiano o conunque non stanno attenti in plancia.
Dove ci sono le coste rocciose, e l'acqua bella è già vicino a terra, ma anche lì le barche si avvicinano molto di più. Potrei raccontarvi un sacco di begli episodi in proposito.
Capirete come sia rimasto sconvolto dalla notizia della morte della nuotatrice a Camogli. Investita e decapitata da uno yacht.
Adesso stanno cominciando a discutere se era a 200, 250 o 300 metri dalla riva... e questo è il punto, almeno uno dei punti. Le norme sono punitive nei confronti dei nuotatori. 250 metri dalla riva è come la pista ciclabile per le passeggiatine dentro al parco.
Se pensiamo poi che quelli che vanno in motoscafo non lavorano, ma si divertono anche loro, non si capisce perchè non lo possano fare a 500 o mille metri dalla riva. Dopotutto sono loro che sono pericolosi, non i nuotatori.
Infine i corridoi di lancio, ovvero quelle parti di mare dove le barche possono uscire con il motore, andando a due nodi (cioà solo il doppio della velocità di un nuotatore). I nuotatori non le possono attraversare, cosicchè anche quei tuoi maledetti 250 metri dalla costa sono ulteriormente inscatolati.
Non si capisce perchè il nuotatore non possa attraversare il corridoio, anche se ovviamente non può rimanerci dentro. La velocità teorica dei natanti dovrebbe essere così bassa da non creare problemi o quasi. La realtà è ben diversa, ovvero uscite e rientri avvengono a velocità molto più alte, talvolta in planata, e ovviamente nessuno dice niente.
Insomma, come potete vedere, esattamente lo stesso meccanismo che si genera su strada... i grossi e prepotenti, supportati dall'industria, dettano legge e si appropriano degli spazi di tutti, con l'aggravante che qui stiamo parlando esclusivamente di divertimento!
venerdì 2 agosto 2013
Primo... i sensi unici
Facendo seguito a tutte le discussioni, piuttosto stimolanti, sulla risistemazione di Via Labicana, ero giunto alla conclusione che occorra trasformare il nostro sentire in una serie di criteri di progetto, o di verifica, della compatibilità con la ciclabilità di ogni variazione introdotta nella viabilità romana.
Continuo infatti ad essere convinto che se non siamo in grado di condensare, o di rendere in forma oggettiva, appunto di trasformare in criterio o requisito di progettazione, i nostri pensieri, allora quello che stiamo cercando in realtà non esiste.
Questa è anche la lezione che ho imparato in questi anni di attività nel campo della regolamentazione... puoi immaginare le cose più belle e più giuste, ma se non le riesci a scrivere in forma accettabile, allora sono solo un abbaglio della tua mente.
Dopo averci ponzato un po' nel tempo libero, sono arrivato alla conclusione che il primo target da aggredire siano i sensi unici. A Roma se ne abusa perchè consentono di utilizzare le strade come parcheggi... ma il povero ciclista ci va di mezzo.
La maggior parte di noi ciclisti la prende con filosofia e va contromano alla bisogna... ma sempre a proprio rischio e pericolo, e anche con la possibilità che qualcuno finisca per farsi male. E allora cosa vogliamo? Bene:
Verifica ciclabile dei sensi unici:
a) prima di istituire un senso unico è necessario procedere alla verifica di impatto sulla mobilità ciclabile, ovvero accertare che l'istituzione del senso unico non comporti per gli spostamenti in bicicletta allungamenti del percorso inverso o dislivelli inaccettabili. Se l'allungamento del percorso supera il 20% , allora deve essere prevista una pista ciclabile che permetta di percorrere il tratto stradale in senso inverso, se necessario limitando la sosta per guadagnare spazio.
VChe ve ne pare? Certo, un po' naive, ma si accettano suggerimenti per migliorarla.