lunedì 2 settembre 2013

Rame sì e bici no???

La notizia in cronaca, riportata da vari media, è l'applicazione di un'aggravante specifica per i ladri di rame, che fanno danni assolutamente sproporzionati rispetto al valore del metallo rubato. Adesso la pena dovrebbe andare dai 3 ai 10 anni, che non è poco.

La notizia è buona. Indica che in Italia non è completamente scomparsa la volontà di reagire alla microcriminalità e di adattare il codice penale alle nuove esigenze.

Vi prego non mi parlate di rieducazione etc. Se si trattasse di Italiani lo capirei, ma non possiamo essere considerati responsabili della cattiva educazione di gente nata e cresciuta fuori dall'Italia, che spesso si sposta da queste parti solo perchè si ruba facile.

Ovviamente, dopo gli annunci, va visto che cosa succede nella realtà. Perchè se li condannano, ma poi li fanno uscire subito dopo, allora siamo a zero...

Cmq la domanda è un'altra... perchè c'e' un'aggravante per il furto del rame e non uno per il furto delle biciclette? Anche qui vi sono due elementi da riconoscere:

a) il furto limita duramente l'uso della bicicletta e l'espansione della mobilità ciclistica. Non la puoi lasciare fuori, legata al palo, se hai una bella bicicletta non la puoi usare per tutti i giorni. Il che è brutto perchè nelle biciclette la differenza di prestazioni conta, eccome;

b) i furti sono in espansione perchè la bici è un mezzo indifeso, la cui utilità sta nella non registrazione. Addirittura adesso non è più al sicuro nemmeno nei box auto. Quando i ladri entrano lasciano auto e moto e si portano via le biciclette;


Allora facciamo come per il rame, una bella aggravante di  per il furto di biciclette. In aggiunta, come dico sempre, per gli stranieri un bel rimpatrio forzato senza passare dal via (ovvero alla fine della pena).

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