domenica 20 ottobre 2013

Io che di biciclette non ci capisco gnente...

In seguito alle giuste proteste di alcuni organi interni, sto accarezzando l'idea di acquistare una full (suspended). Magari, visto il tipo di cose che faccio, mi basta una usata (poco) o comunque una di non grandi prestazioni.

Però, grandi o piccole, l'imbarazzo della scelta è fortissimo, ed è anche difficile capire quale valore acquisti per i tuoi soldi (il mitico value for money).

Infatti malgrado l'attività ciclistica sono rimasto un  ragazzo di campagna (anzi, di scampagnata), con pochissima esperienza di biciclette buone, da agonismo etc. Insomma, ho sempre pedalato su cancelli e quindi sono di bocca buona, come si dice. E non ho quella cultura per sapere che quella bici è fantastica, quell'altra un po' meno, etc. 

Quindi, di fronte alle inserzioni che mi passano davanti, Cannondale, Canyon, Scott, Cube, Santacruz, Lapierre,  e chi più ne ha più ne metta, mi risulta difficilissimo distinguere le buone biciclette da quelle ottime. E perchè la maggior parte dei ciclisti che conosco si prende marche straniere invece di Bianchi, Bottecchia o altre marche nostrane... Cosa o chi li spinge? Chi sono gli spingitori di ciclisti?

Ho imparato che la componentistica ha la sua importanza e che fa gran parte del prezzo. E che si consuma e va sostituita, questo è da tenere presente. E alla fine gli unici dati oggettivi pubblicati sono la componentistica ed il peso. Del resto non so' nulla.

Però, da ingegnere, tanti discorsi tecnici che sento fare mi lasciano molto perplesso. Ricordo un anno fa che, durante un picnic, alcuni dei nostri guru discutevano di telai, leghe di alluminio, etc.

Ad un certo punto, pescando dalle mie riminiscenze di ingegnere aeronautico strutturista, ho fatto presente che rispetto alla rigidità del telaio la lega dei tubi contava ben poco, mentre influiva molto sulla lavorabilità dei tubi e sulla  saldabilità. Ma che alla fine, vuoi o non vuoi, la rigidità la dava il design e la distribuzione delle sezioni (dei tubi, appunto), quindi per quello che ne potevo sapere io erano tutti discorsi con poco senso, almeno senza numeri alla mano (dubito che il didietro riesca ad apprezzare vere variazioni di rigidità tra 7072 e 2024).

Per non parlare dei telai in carbonio. Essendomi occupato abbastanza da vicino della fabbricazione di strutture in fibra di carbonio, ne so abbastanza per sapere che dire "di carbonio" è come dire nulla, nel senso che poi ogni progettista si fabbrica il materiale che vuole.

Rispetto alla rigidità, andrebbe fatta una convenzione, e pubblicata la rigidità dei telai, che è un dato che si può facilmente misurare, in punti definiti. Basta pubblicare quel dato per sapere se quel telaio è rigidissimo, rigido o proprio moscio (ammesso che abbia valore per le cose che vedo fare dai cicloappuntamentisti che frequento ).

Vogliamo poi parlare della fatica dei materiali? Quella è importante altrettanto. Si può fare un telaio leggero, dove il materiale è stressatissimo, che va bene per i corridori, ma no per quelli che la bici se la vogliono tenere di più... ovviamente non so niente di questo. Si troverà sui cataloghi la durata a fatica del telaio, o almeno dei suoi componenti critici?

Ruote. Prezzi stratosferici, ma non vengono pubblicati alcuni dati fondamentali: momento d'inerzia, carico di punta (quante tonnellate tiene) e coefficiente d'attrito dei cuscinetti del mozzo. Questa dei cuscinetti è anche vera per il movimento centrale.

Insomma, un riassunto delle caratteristiche principali di una bicicletta per sapere cosa si nasconde sotto l'etichetta con il nome. Alcune cose si trovano sui siti dei costruttori, ma di numeri oltre il peso si difetta alquanto.

Mi rendo conto che probabilmente chiedo troppo, alla fine da valutare sono peso, componenti (e loro usura) a fronte del prezzo del rottame...

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