La differenza fra l'italia e l'Europa è riscontrabile in tutti gli attori della mobilità come di qualsiasi altro argomento.
Infatti se da una parte il Corriere scrive cose assurde mentre al contempo The Times esce con un articolo sui vantaggi della mobilità ciclabile anche per chi non intende andare in bici, dall'altra anche i "rappresentanti" dei ciclisti viaggiano in modalità lobby chiedendo il totale passaggio a 30 km/h, mentre già oggi non si rispetta nemmeno laddove c'è.
Infatti se da una parte il Corriere scrive cose assurde mentre al contempo The Times esce con un articolo sui vantaggi della mobilità ciclabile anche per chi non intende andare in bici, dall'altra anche i "rappresentanti" dei ciclisti viaggiano in modalità lobby chiedendo il totale passaggio a 30 km/h, mentre già oggi non si rispetta nemmeno laddove c'è.
E si comportano in modo tale di stare dalla parte del torto (in modo gratuito) creando così alibi agli "avversari".
Anche a Londra si muore in bici, eppure usano tutti (tranne poche eccezioni) luci, caschi, gilet fosforescenti, significa che c'è da lavorare. Hanno un sindaco "di destra" che va in bici, senza scorta, e che ha rivoluzionato la mobilità.
Noi abbiamo un sindaco che va in bici ma evidentemente non capisce la mobilità in bici, tanto è vero che usa le preferenziali con la sua scorta.
La chiudo qui perchè credo che ragionare (non continuare a fare schemi, scrivere libretti o flashmob) sia una causa persa.
Grande Marco... però questa è la realtà e da qui si parte lo vogliamo o no, nel ringraziare comunque chi fa qualcosa per cambiare.
Però uno dei mali italiani è che si fa fatica a ragionare. Anzi, se cerchi di ragionare passi dalla parte del torto perchè rischi di rivelare l'incoerenza della maggior parte dei ragionamenti.
Perciò si fa casino, ma poi si ottiene poco, andando sempre avanti e indietro sugli stessi temi.
(dibattito ammesso)
Quale parte del concetto "i 30km/h non si ottengono solo con i cartelli" non è chiaro?
RispondiEliminaNo, perché per quanto lo vada ripetendo da sempre c'è sempre qualcuno che se ne esce con "il limite a 30 c'è già ma nessuno lo rispetta", ecco, questo significa non (voler) capire il rapporto che c'è tra il popolo italiano e i divieti "pro forma".
Escludendo i popoli che hanno un rapporto diverso col rispetto delle regole, è palese che un intervento di sistemazione a "zona 30" non può limitarsi alla segnaletica, ma deve intervenire sulla sagoma delle strade, con chicane, attraversamenti rialzati, sensi unici contrapposti e tutto quanto serve per "impedire fisicamente" il superamento di tale velocità.
Solo a quel punto nessuno si lamenta più che "il motore va su di giri" (guarda un po'...)
P.s.: se vuoi un po' più di dibattito sul blog vedi di togliere i captcha, che sono una discreta palla...
Carissimo, i Chachacha non so come toglierli.
RispondiEliminaPerò capisci bene che per sistemare le zone a 30 ci vogliono fior di quattrini.
Diciamo che ci vuole una via di mezzo, ovvero cartelli e qualche rialzo, quando possibile.
Da evitare situazioni tipo Via dei Fori Imperiali, con cartello dei 30 e stradone a due corsie davanti a te.
Comunque io farei ogni sforzo per imporre i 50, perchè la realtà è che non si va nemmeno a 50!!!