domenica 4 novembre 2018

El baiklane PASA (Molto piu' bravi a cancellare Blues)



La solerzia mostrata nel cancellare la ciclabile popolare sul ponte Ponte Principe Amedeo di Savoia  Aosta, ormai ponte PASA, fa indispettire parecchio.

Specie se la si confronta con la solerzia nel tappare le buche, rimuovere i rami caduti, o peggio rinfrescare i passaggi pedonali che ormai sopravvivono solo nella memoria dei residenti...

Oh, intendiamoci... non e' che ciascuno arriva e si fa la propria segnaletica... e' chiaro che non possiamo tutti diventare auto-urbanisti e disegnarci stop e sensi unici, o parcheggi come meglio crediamo.

Pero' la piccola bikelane del PASA, che come l'Isola non trovata scompare e riappare, da' chiaramente l'idea di come si potrebbe realizzare una rete di infrastrutture minime ciclistiche senza spendere una fortuna e in modo abbastanza rapido.

Magari, nel caso specifico, avrei preferito una pista sul marciapiedi che continuasse sotto il traforo fino a Via di Porta Cavalleggeri... quella sarebbe stata veramente efficace, anche perche' cosi' si sarebbe potuto immettere nel sistema un po' di contraflow, cosa che a noi ciclisti non fa mai male in una nazione dove il senso unico eccetto biciclette (SUEB) non parte mai.

Ora... ci siamo scontrati ancora una volta con uno di problemi alla base del dissesto romano, peraltro poco trattato dai vari Sindaci, ovvero la scarsa voglia di fare dell'amministrazione, Scarsa voglia che purtroppo si riflette nella scarsa qualità e quantità delle cose fatte.

Solo Marino aveva cercato di tracciare non tanto la quantità, ma anche la qualità del lavoro, per esempio installando il GPS sulle spazzatrici AMA (che cmq non è amministrazione capitolina). E mal glie ne incolse.

 Tra parentesi questo impegno non proprio primario e' anche dimostrato dall'alto tasso di assenze riportato in un articolo del Messaggero, che dimostra come in media un dipendente dell'Amministrazione capitolina faccia 27 giorni d'assenza l'anno.

Un mese dicono loro, ma se sono giorni lavorativi e' quasi un mese e mezzo, miei cari.

Comunque , se nel post di qualche giorno fa lamentavo i dieci milioni e passa spesi per il referendum e non per le piste, e' anche vero che una citta' ciclabile non significa solo fare le piste costose, ma sfruttare quello che c'e' (o che e' in fase di realizzazione) con un po' di fantasia e creatività.

Purtroppo neanche stavolta ci siamo in maniera apprezzabilmente diversa.

D'altra parte è proprio una delle rivoluzioni culturali delle quali abbiamo bisogno. In particolare l'organizzazione e la valorizzazione del lavoro che, dal punto di vista pratico, rimane terribilmente in basso nelle priorità nazionali.

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