domenica 19 maggio 2019

Uomo a cavallo sepoltura aperta

Camion ve temo tutti
Questo proverbio, un vero capolavoro di sintesi, ci ricorda quello che significa inforcare le due ruote.

Dalla Brompton all'Harley Davidson chi sceglie le due ruote si espone a fare il vaso di coccio, anche pesante come un'Harley in mezzo ai vasi di ferro, e a correre qualche rischio in piu'. Quindi inutile fare i ciclopiagnoni.

In questo fine settimana abbiamo avuto due terribili incidenti mortali per i ciclisti, incidenti che conosciamo perche' ormai hanno risonanza nazionale per il rinnovato interesse alla bicicletta.

Nello stesso tempo un altro povero ragazzo di  14 anni ha perso una gamba perche' investito mentre stava con il padre sullo scooter (da uno senza patente)  ma la notizia e' stata relegata a due righe... l'incidente di moto non fa notizia.

Ma vediamo questi due incidenti un pochino piu' in dettaglio


Vittima del tratto brutto di strada
Questo incidente sembra il classico investimento della bici da parte di un'auto (piu' veloce). E' un tipo di incidente dal quale il ciclista, a differenza del motociclista, non riesce sempre a proteggersi.

Per il ciclista l'unica strategia di protezione e' non mischiarsi con il flusso delle macchine, pero' ogni tanto lo devi fare.

Nel caso specifico grande sensazione ha destato il fatto che prima dell'incidente il povero ragazzo abbia mandato un messaggio vocale dicendo, appunto, di avere paura di quel tratto di strada.  E chi in bici non ha sentito lo stesso brivido sulla schiena quando percorri una strada dove le auto ti superano veloci?

Recentemente ho dovuto percorrere un pezzo di Flaminia, la parte a due corsie dentro Roma, e la sensazione ce l'ho ben presente. E anche un bel pezzo di folle corsa in bici sulla Cassia bis (ma di questo vado meno fiero).

Cmq sia, finche' si puo' andare sul metro/ mezzo metro di una pseudo corsia di emergenza piu' o meno sei sicuro, ma quando quella lussuria finisce, occorrono nervi e manubrio saldi.

Le strade italiane non brillano per spazio ai ciclisti. Generalmente cresciute su tracciati gia' esistenti, spesso le strade sono il minimo indispensabile per autoveicoli e camion, per le bici rimane poco o punto spazio. Tipo Nettunense, per intenderci.

Quello che servirebbe sarebbe una bikelane o almeno una fascia di un metro (ma 80 cm gia' aiutano) per pedalare fuori dal flusso. Questo e' cio' che serve per rendere meno pericolose le strade extraurbane ed evitare che ogni macchina per superarti ti debba evitare, fino a quando qualcuno non sbaglia.

Dopodiche' in questo incidente specifico, occorrerebbe, come sempre, conoscere come sono andate veramente le cose, anche se il famoso telefonino del messaggio abbia avuto un ruolo nella dinamica.

Per quanto riguarda le infrastrutture per la sicurezza la battaglia e' anche delle moto. Infatti ancora si trovano guardrail senza la protezione bassa per impedire che i motociclisti caduti ci passino sotto... un pericolo che sono almeno 10 anni che si conosce ma poco si fa per prevenirlo.

Il terrore dei mezzi pesanti
 Il secondo incidente e' il vero incubo di tutti i ciclisti, finire sotto un camion ed esserne trascinati. Questa volta l'incidente ha portato anche particolari orribili quali il caschetto schiacciato sotto le ruote del camion...

La fine veramente orribile e' toccata ad un ciclista di Roma all'incrocio tra Raccordo e Tiburtina (se ho capito bene). Dei pericoli derivanti dai mezzi pesanti gia' ne avevo parlato estesamente un bel po' di tempo fa. Gia' allora avevamo avuto un incidente mortale analogo a Piazza re di Roma, e alla fine l'iniziativa saveourcyclists era proprio rivolta al numero di morti sotto i camion.

Personalmente e' l'unica cosa che mi scatena il terrore e quindi me ne tengo alla larga as far as I can. Non sempre pero' loro stanno alla larga dal ciclista, e qui occorre capire che cosa sia successo...

Comunque quando dico "me ne tengo alla larga" intendo dire che non provo a superarli da destra e li lascio passare il prima possibile, e levandomi dalla mezzo se posso.

Invece ho visto che vari ciclisti, anche ai semafori, comunque si mettono accanto ai veicoli pesanti, anche autoarticolati, magari senza sapere che l'autista dall'alto della sua cabina potrebbe non averli notati.

Un altro elemento di pericolo sono gli imbocchi delle autostrade, tangenziali etc. Sembra strano ma non tutti gli automobilisti/camionisti/centauri realizzano che le bici NON vanno su queste strade e quindi, anche se sono a destra, tirano dritte.

Anche questa per me e' una condizione di pericolo e quindi quando mi avvicino ad uno di questi svincoli segnalo chiaramente che continuo dritto e tengo d'occhio il settore posteriore con lo specchietto...

Cosa sia successo a quell'incrocio non posso saperlo, pero' ritengo che in quelle condizioni un ciclista si debba voler bene e prendere tutte le ragionevoli precauzioni che puo'.

Poi un interrogativo: ma agli autisti dei camion viene fatta una qualche lezione su come comportarsi con i ciclisti? Questo si' sarebbe utile (e pure agli automobilisti gia' che ci siamo).

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