Tutto sommato sono pochi anni che mi dedico alla diffusione della ciclabilità, ma già mi cominciano a girare le balle. Perché? Perché non capisco per quale motivo tante cose semplici e di buon senso, talvolta neanche costose, non si riescano a fare.
Inoltre a mano a mano che progredisco in età, ed esperienza, trovo sempre meno piacevole interfacciarmi con personaggi che dovrebbero concepire e preparare le politiche di sviluppo, e invece ti accorgi che spesso sono mezze calzette. Spesso galoppini di partito senza ne’ arte ne’ parte.
O ancora andare nei Municipi e scoprire che invece di occuparsi di sosta in doppia fila, strade sporche e vivibilità di quartiere, perdono tempo con ordini del giorno che rievocano le foibe o la liberazione… mangiapane a tradimento!
Capisco quindi che Marco, che nel settore del ciclismo si trova da molto più tempo di me, si senta scoraggiato. Ogni volta ricominciare con qualche assessore nuovo, con un nuovo Sindaco che se ne frega, ottenere in anni poche briciole, qualche metro di pista quando va bene.
Ebbene, caro Marco, perché non ci buttiamo in politica anche noi? Una lista civica alle prossime Comunali.
Tu ti candidi come Sindaco, io faccio l’Assessore alla Bonifica di Roma dai prepotenti, arroganti e maleducati. A rispettosa distanza dai partiti, una lista di gente normalmente interessata a vivere in una città migliore, e che si è stufata di dover pietire l’attenzione di politici incapaci e spesso corrotti.
Che continuano a rovinare noi e la nostra città.
E' buffo ritrovarsi chiamati in causa con un intero post... ;-)
RispondiEliminaForse perché mi occupo di ciclabilità da tanti anni più di te ho maturato un quadro estremamente sconfortante della situazione italiana.
Tu pensi di poter risolvere "dall'alto" problemi che affondano le radici nel profondo del nostro corpus sociale e e delle sue (pessime) abitudini.
Il fatto è che siamo culturalmente incapaci sia di autogovernarci (ovvero mettere in atto comportamenti individuali "sani"), sia di eterogovernarci (ovvero di eleggere una classe politica in grado di promuovere quegli stessi comportamenti). Siamo un popolo di cialtroni, pronti a sottometterci ai potenti in cambio di briciole ed incapaci di immaginare un progetto di esistenza che vada oltre il tornaconto personale.
La sosta in doppia fila discende dall'esigenza di aderire allo status symbol automobile, con la conseguente trasformazione delle strade e degli spazi pubblici in parcheggi a cielo aperto. Siamo un popolo culturalmente dipendente dall'automobile a livelli patologici, siamo drogati di automobili allo stadio terminale, per di più senza esserne consapevoli.
E non è che questa cosa si scopra adesso, leggi cosa scrivevo ormai dodici anni fa: http://www.ruotalibera.org/simplog/archive.php?blogid=4&pid=96
Tu pensi di risolvere un simile disastro globale con una lista civica?
P.s.: "solo una catastrofe ci salverà"...
Credo che almeno tu di lavoro dal basso ne abbia fatto parecchio. Io sto solo pedalando e testimoniando. Ma il guaio non è propagandare l'uso della bicicletta in un ambiente altrimenti "sano" (come a Parigi), ma di intervenire sull'ambiente in generale e non lasciarlo appannaggio dei galoppini di partito.
RispondiEliminaIn questi anni troppe persone oneste non si sono volute mischiare con la politica attiva. Il risultato è che in Parlamento, nei Comuni, nei Municipi abbiamo lasciato disonensti tout-court, ex-picchiatori di entrambe le parti, e una manica di personaggi buoni solo a dire frasi ad effetto.
Se non invertiamo questo trend, alimentando la politica con persone e passabilmente capaci, questo paese non si salva.
Anche perchè la gente buona c'e', solo ha paura a mostrarsi.
E anche una lista può essere un buon inizio.
Anche perchè la gente buona c'e', solo ha paura a mostrarsi.
RispondiEliminaE se ha paura a mostrarsi un motivo ci sarà, non credi? Quante persone cono sci capaci di farsi carico dell'onere di supportare concretamente una persona eletta nelle decisioni che prenderà? Capaci di interessarsi attivamente alle discussioni pubbliche, alle scelte ragionate, alla gestione del territorio?
Io ne conosco una manciata, ma la grandissima parte dei cittadini ha della funzione politica una visione più vicina al tifo calcistico che alla gestione vera e propria del reale. La maggior parte delle persone vuole che vinca il proprio partito così come vince una squadra di calcio, vuole passare quattro, cinque anni con lo scudetto sul petto a fare i gradassi con quelli che "hanno perso", non interessarsi concretamente alla gestione amministrativa.
Invece quelli che continuano ad interessarsi sono i potentati economici, che negli anni hanno acquistato sempre più ricchezza e potere e condizionano la politica in maniere visibili ed occulte.
il risultato è che a candidarsi pensano solo individui con smanie di arrivismo sociale, che poi sfrutteranno la propria posizione per ottenerne benefici formali ed informali (mazzette, favori...), e chi vuol restare fuori da questo "balletto delle parti" rischia del proprio, perché una volta esaurita la tornata elettorale "il popolo" si rimette a dormire.
Sorry, ma in questo torpore collettivo non vedo margini d'azione.
L'analisi coincide con la mia. Solo che non abbiamo alternative.
RispondiEliminaNon vorremo dargliela vinta, per caso? Se non altro per i nostri giovani (figli o nipoti), che cazzo!
Cerchiamo di mostrare una strada. Anche i semplici brevi pensieri che abbiamo scritto sono già uno squarcio nelle tenebre attuali...
Buona Pasqua. Facciamo risorgere la speranza di fare dell'Italia un posto migliore con un po' meno di ipocrisia.
Io non credo sia necessario scendere in campo, anzi a volte è addirittura deleterio. Se si hanno idee si condividono con altri, si portano avanti. il problema di MarcoPie è che si è trovato SOLO a rappresentare le sue buone istanze, secondo me neanche una grande organizzazioen riesce se chi ne è parte non è tesa verso lo stesso obiettivo. Sulla ciclabilità c'e' stata colpa degli amministratori ed io dico anche e molta dei tecnici, che sono li a prescindere dal colore delle amministrazioni. Ma c'e' stata anche colpa e tanta da parte di chi ha rappresentato i ciclisti, ha accettato compromessi (chiariamo subito che lo hanno fatto in buona fede!) e portato avanti idee che erano le loro ma non quelle dei ciclisti, ne "turisti" ne "urbani".
RispondiEliminaDi fronte a certe situazioni, gruppi che vantano numeri fantasmagorici avrebbero dovuto spronare i propri iscritti a protestare invece hanno tirato avanti alla buona.
Quindi non vediamo solo il lato del politico cattivo che c'e' ed è evidente. Sono d'accordissimo sul tempo perso nei municipi per votare mozioni di destra e di sinistra, ma è anche vero che spesso devono "solo" votare per approvare o emendare le decisioni del consiglio comunale... io tornerei alle circoscrizioni, potere amministrativo non politico. Mi dai i soldi ed io li amministro perchè conosco il territorio e le esigenze, per tutti il resto ci vuole il Comune di Roma anche solo per avere una visione d'insieme.
marco
Io sono semre dell'opinione... "ad ognuno il suo mestiere" e sarei felice che le collaborazioni con i politici eletti dessero frutto.
RispondiEliminaIl guaio è -a prescindere dall'impegno- che siamo comunque trattati come se fossimo "fenomeni", ovvero da parte dei nostri professionisti (politici e tecnici) non si crede nella bicicletta come mezzo di spostamento.
E questo succede anche a livello di Circoscrizione (o Municipio). Allora io non credo che sendere in campo sia negativo, affatto.
Potrebbe farci avere una minuscola casa dei ciclisti in Comune. Se poi si azzeccasse la coalizione vincente potremmo anche ottenere "un bel po'".
Comunque, se ci limitiamo a circolare di più (e sta accadendo) diventiamo comunque molto più importanti.