Devo dire che ammiro molto, perché è veramente seria, la battaglia che i Radicali stanno portando avanti per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica italiana sulla drammatica condizione di sovraffollamento delle carceri, e sul fatto che la pena da scontare non debba aggravarsi a causa del sovraffollamento.
Purtroppo non sono neanche d’accordo sulla soluzione proposta, ovvero l’amnistia.
Di sicuro diminuisce il sovraffollamento delle carceri, ma a quale prezzo? Dalle cronache che sentiamo tutti i giorni, l’ultimo l’episodio del vigile urbano ucciso a Milano, l’idea che mi faccio è che invece ancora troppi criminali pericolosi sono a piede libero. A questo si dovrebbe portare rimedio, e non a rimetterne in libertà altri.
Come diceva Antonietta l’altro giorno: “Da quando hanno fatto l’indulto sono tornati tutti gli spacciatori in giro”.
E i quartieri meno fortunati, quelli “borderline” tra vita normale e criminalità, rivanno “sotto”.
Purtroppo è vero che in molti casi il carcere diventa una discarica sociale, ovvero l’unico posto dove si scaricano le persone che non riescono a trovare un modo di vivere con gli altri, ma che altro fare? Quando sento parlare dell’amnistia sembra che le carceri italiane siano popolate esclusivamente da errori giudiziari… ma ci sono anche tante persone malvage, o che non sanno campare se non a danno degli altri cittadini.
Prendiamo i due che hanno sparato alla famiglia cinese a Roma, o i due che hanno sequestrato e violentato la donna polacca fino a quando la poverina non è stata salvata dalla polizia… che si fa con quelli? Li si riammette alla vita civile? Oppure li si schiaffa dentro a vita? E quanto ci costa tenerli dentro a vita, quando non abbiamo soldi per le scuole?
Se veniamo alle nostre materie, consideriamo il vecchietto (74 anni) che viene arrestato continuamente perché ruba le biciclette… beh, rubare le biciclette non sarà un crimine grave, ma uno che campa sistematicamente rubando le biciclette non è tollerabile e dovrebbe essere confinato dietro le sbarre e basta.
Personalmente ritengo che il nostro paese, e l’Europa Occidentale nel suo complesso, non stia disapprovando il crimine in maniera abbastanza forte. Non dico riprendere le esecuzioni in piazza (che pure nei casi citati in questo articolo non guasterebbero), ma sicuramente rassegnarsi alla circostanza che un po’ di persone non possono essere riammesse al mondo civile in quanto o pericolose, oppure perché continuano sistematicamente a commettere reati.
E anche se un qualche provvedimento svuota carceri sarà attuato (in qualche modo è imminente e inevitabile), almeno che non sia amnistia cieca ma solo sospensione di pena.
3 commenti:
ascolta volevo dirti una cosa lamnistia la devono dare ai reati minori non a uno che uccude o a un pedofilo ecc ecc ecc dentro ce gente con reati di lieve rivelanza piu della metà a delle pene di 1 anno per delle cazzaqte informati eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
Problema complesso e intrecciato con altri problemi. Non può essere esaurito con un post e tantomeno con un commento. Ci vorrebbe un libro.
Ad esempio: in carcere ci sono anche molte persone in carcerazione preventiva, cioè trattenute in attesa di processo perché a rischio fuga, inquinamento prove, ecc.
Per ridurre questa parte del problema bisognerebbe velocizzare i processi snellendo le procedure (cosa più facile a dirsi che a farsi visto che la maggior parte dei parlamentari sono avvocati e quindi hanno tutto l'interesse a rendere le procedure farraginose).
In ogni caso un provvedimento svuota-carceri, qualsiasi forma assuma, fa fronte solo all'emergenza. Ma se non è accompagnato da altri provvedimenti serve solo a rimettere i delinquenti in strada e dopo qualche tempo siamo daccapo a dodici. L'abbiamo già visto.
Sicuramente non basta un post. Voglio solo dire che intorno a me vedo crescere prepotenza e arroganza, e al tempo stesso la rassegnazione a sopportare tutto ciò.
Fermo restando la necessità di sistemare la faccenda della sovrappopolazione delle carceri, comunque un atteggiamento più deciso contro la criminalità ci aiuterebbe.
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