Il raffinato titolo di questo post e' stato scelto dopo un'attenta selezione tra messaggi di tendenza e comunque in fase con le forze positive che vibrano nell'atmosfera romana. Prima di continuare permettetemi un tributo al secondo classificato Ecologica 'sto c***o, sempre molto in linea ma un tantino meno romana. E veniamo al dunque.
Il 18 novembre si e' celebrata un'altra delle domeniche ecologiche di Roma. Ecologgica li ... tua, infatti piu' che una domenica ecologica sembrava un lunedi' con poco traffico. Non per niente questo blog, ai tempi del Commissario, aveva gia' avuto modo di esprimersi contro la presente modalita', assolutamente non imputabile all'amministrazione pentastellata.
Tra GPL, ibride, elettriche, CD, taxi, bus, auto governative, ancora una volta ci siamo trovati di fronte ad una quantità di macchine non inferiore a quella di una normale domenica. Debbo dire che anche io, da quando ho installato il GPL non mi curo piu' di tanto di queste occasioni. Di ecologico c'era solo un rarissimo esemplare di bus 63, una vera rarita' fotografata da una torma di appassionati di razze in via di estinzione.
Appia Antica presidiata
L'unico aspetto positivo, e questo e' veramente positivo, il ritorno dei pizzardoni all'imbocco dell'Appia antica, che ha tenuto l'area sgombra come da molto non lo ricordavo, a parte una Porsche che e' passata, pero' a distanza di sicurezza, ma almeno a 120 sui sampietrini. Mettiamo autovelox anche sull'Appia Antica!
Le cateratte delle auto
Il guaio e' che tra le 12:30 e le 16:30 si sono aperte le cateratte delle auto, e tutto l'inquinamento risparmiato e' stato restituito all'atmosfera della citta', con gli interessi. Su questo mancano i dati rilevati, in compenso le testimonianze sono convergenti.
Passando sui Lungoteveri (Perche' fare la pista quando il Lungotevere e' libero?) sembrava un normale giorno lavorativo. Ingorgo permanente.
Varchi non attivi
In tutto questo spiccavano i varchi non attivi... insomma, se stiamo parlando di domenica ecologica, vogliamo tenere le ZTL libere dalle auto? Eh, voi che dite?
Cui prodest?
Ma insomma a che serve 'sta pajacciata? Chi ci guadagna?
Innanzitutto serve a rompere le scatole a quelli che a Roma non ci vogliono stare.
Infatti il blocco parte alle 7 e 30. Bene... ma quante macchine circolano a quell'ora? O chi lavora o qualche appassionato di natura che lascia la citta' per andare fuori Roma. In tutto poche centinaia di auto, ammesso che si arrivi a tanto. Poi se sei uscito fuori Roma, non puoi piu' tornare fino a dopo le 20:30.
Il mio animo laico aveva pensato che la misura fosse a beneficio dei partecipanti alle messe domenicali, ma l'orario di apertura alle 12:30 esclude qualunque possibilità.
Alla fine serve, o dovrebbe servire, ai soli ristoratori, o alcuni dei loro clienti, per arrivare al ristorante in auto.
Ai ristoratori non so nemmeno, in quanto una chiusura pedonale favorirebbe (a mio parere) un afflusso record di pedoni a tutti i ristoranti.Casomai il problema puo' sorgere nel caso di domenica di pioggia. Di sicuro serve ad un po' di clienti che non possono sopportare di fare qualcosa di diverso una volta tanto. Compreso prendere un taxi.
E per finire... Le Zavorrine!
Dopodiche' la sera, guardando un TG Regionale, scopro che era anche la giornata delle vittime della strada. Lo scopro guardando una manifestazione a Piazza del Popolo.
Beh cazzo, per esempio noi ciclisti siamo vittime della strada, tutti i giorni.
E invece no. La manifestazione inquadra tutta una serie di danze che si svolgono in un cerchio delimitato -inequivocabilmente- da moto stile corsa.
Ohibo'. Tutti i personaggi che non siano danzatrici, o che flashmobbino buttandosi sui sampietrini, sono vestiti in tuta di pelle e bandana sottocasco senzacasco. Doppiohibo'
Parla una mamma in maniera davvero straziante del figlio morto. La gente deve imparare a guidare, perche' mio figlio e' morto con la moto per evitare una macchina che aveva sbandato (Ha ragione, purtroppo capita. Da padre di motociclista sono ovviamente in pensiero, ma troppo spesso la moto viaggia a velocità pericolose. Signora, a quanto andava suo figlio?).
In chiusura interviene un tizio in tuta di pelle, sempre sfondo moto stile corsa. Avete presente quelle moto che tu te ne vai tranquillo in bici e loro giocano al gran premio sulla stessa strada... ci siamo capiti no?
Bene... Nooo perche' io je dico sempre che l'importante e' torna' a casa vivi. Siii', l'importante e' tornar' a casa vivi. Loro e le zavorrine. Si' perche' cosi' le chiamiamo le ragazze che stanno appolliatate dietro, le zavorrine.
Povere vittime della strada.
Ecologgica li... tua!
mercoledì 21 novembre 2018
domenica 18 novembre 2018
Lascia il Bus e prendi la macchina... i cordoli alla prova del natale.
Secondo me l'argomento piu' difficile da trattare per un sindaco di Roma e' l'eccesso di automobili nella citta'.
Se vi ricordate gli ultimi tempi della giunta Marino, l'assessore killer (della giunta) Esposito, durante un incontro con le associazioni dei ciclisti, disse che "Dire che a Roma ci sono troppe auto e' fare ideologia".
Purtroppo non e' ideologia, ma geometria. A Roma ci sono troppe auto rispetto ai parcheggi disponibili, quindi prima o poi un aggiustamento della situazione, il famoso scoppio della bolla, dovra' avvenire.
Ora una delle prime mosse sensate dell'amministrazione Raggi, a oltre due anni dal suo insediamento, e' stato l'aver rinforzato alcune delle preferenziali esistenti con cordoli.
Questo allo scopo di evitarne la violazione di convenienza o necessita', come per esempio a Viale Libia (includendo tutto l'asse da Piazza Gondar a Piazza Annibaliano) dove la corsia normale era utilizzata per la sosta in doppia fila e quindi le auto erano costrette a circolare sulla preferenziale.
Bene, lasciando perdere per quale motivo adesso che c'e' una ricca metro B1 che scorre esattamente sotto il tracciato si debbano avere tanti bus in superficie, perche' per esempio non attestare l'80 a Piazza Annibaliano, il provvedimento e' stato efficace. Come venne fatto di fronte al re del Tiramisu' (che peraltro dopo tante storie e' ancora li').
Niente sosta in doppia fila, autobus abbastanza veloci, biciclette nella preferenziale (io avrei ristretto la strada ad una sola corsia, allargato i marciapiedi e fatto di Viale Libia un viale un viale da passeggio... ma non c'e' stato il coraggio o la lungimiranza).
Chi ci sta "rimettendo"? A loro dire i commercianti che hanno perso tutta la clientela abituata a fermarsi in seconda fila. D'altra parte era da aspettarselo, quindi la seconda tranche della mossa e' mettere a pagamento i posti anche per i residenti, in modo da tenerli disponibili per chi viene a fare le compere.
Giusto, giustissimo, saranno a pagamento dalle 10 alle 18 anche per i residenti. Pero' solo i giorni lavorativi, quindi sotto le feste, quando i negozi rimangono aperti e si fanno le compere soprattutto sabato e domenica, il provvedimento non vale. Evidentemente c'e' stata l'idea di non mettere troppo sale sulle ferite. Quello che fa ridere e' come l'ha messa giu' l'assessore (Quotato da Romatoday).
Prima la citazione giusta:
Strisce blu a pagamento anche per i residenti: dove, da quando, perché
„"Se vogliamo rendere questa città un luogo leggermente migliore, più sano, vivibile, sicuro, ognuno deve rinunciare a un pezzettino (ma proprio piccolo) di comodità individuale".
Giusto, giustissimo. Ma poi:
Strisce blu a pagamento anche per i residenti: dove, da quando, perché
„"Innanzitutto chiariamo la proposta (che potrebbe essere sperimentata nel periodo natalizio)- spiega Stefàno- dalle 10 alle 18 (o 19), solo i giorni feriali, i residenti non saranno esentati dal pagamento della sosta tariffata esclusivamente negli assi menzionati (nelle vie limitrofe, parallele, tangenziali, continueranno ad essere mantenute le attuali esenzioni). In sostanza chi usa l'auto quotidianamente neanche si accorgerà della modifica"“
Che a leggerla bene, penalizza chi proprio chi lascia la macchina a casa per prendere (per esempio) il bus, la bici, etc. Quindi e' come se l'assessore stesse dicendo: Prendi la macchina e lascia il bus. O ragazzi, neanche Esposito c'era riuscito. Neanche con Alemanno... “
Se vi ricordate gli ultimi tempi della giunta Marino, l'assessore killer (della giunta) Esposito, durante un incontro con le associazioni dei ciclisti, disse che "Dire che a Roma ci sono troppe auto e' fare ideologia".
Purtroppo non e' ideologia, ma geometria. A Roma ci sono troppe auto rispetto ai parcheggi disponibili, quindi prima o poi un aggiustamento della situazione, il famoso scoppio della bolla, dovra' avvenire.
Ora una delle prime mosse sensate dell'amministrazione Raggi, a oltre due anni dal suo insediamento, e' stato l'aver rinforzato alcune delle preferenziali esistenti con cordoli.
Questo allo scopo di evitarne la violazione di convenienza o necessita', come per esempio a Viale Libia (includendo tutto l'asse da Piazza Gondar a Piazza Annibaliano) dove la corsia normale era utilizzata per la sosta in doppia fila e quindi le auto erano costrette a circolare sulla preferenziale.
Bene, lasciando perdere per quale motivo adesso che c'e' una ricca metro B1 che scorre esattamente sotto il tracciato si debbano avere tanti bus in superficie, perche' per esempio non attestare l'80 a Piazza Annibaliano, il provvedimento e' stato efficace. Come venne fatto di fronte al re del Tiramisu' (che peraltro dopo tante storie e' ancora li').
Niente sosta in doppia fila, autobus abbastanza veloci, biciclette nella preferenziale (io avrei ristretto la strada ad una sola corsia, allargato i marciapiedi e fatto di Viale Libia un viale un viale da passeggio... ma non c'e' stato il coraggio o la lungimiranza).
Chi ci sta "rimettendo"? A loro dire i commercianti che hanno perso tutta la clientela abituata a fermarsi in seconda fila. D'altra parte era da aspettarselo, quindi la seconda tranche della mossa e' mettere a pagamento i posti anche per i residenti, in modo da tenerli disponibili per chi viene a fare le compere.
Giusto, giustissimo, saranno a pagamento dalle 10 alle 18 anche per i residenti. Pero' solo i giorni lavorativi, quindi sotto le feste, quando i negozi rimangono aperti e si fanno le compere soprattutto sabato e domenica, il provvedimento non vale. Evidentemente c'e' stata l'idea di non mettere troppo sale sulle ferite. Quello che fa ridere e' come l'ha messa giu' l'assessore (Quotato da Romatoday).
Prima la citazione giusta:
Strisce blu a pagamento anche per i residenti: dove, da quando, perché
„"Se vogliamo rendere questa città un luogo leggermente migliore, più sano, vivibile, sicuro, ognuno deve rinunciare a un pezzettino (ma proprio piccolo) di comodità individuale".
Giusto, giustissimo. Ma poi:
Strisce blu a pagamento anche per i residenti: dove, da quando, perché
„"Innanzitutto chiariamo la proposta (che potrebbe essere sperimentata nel periodo natalizio)- spiega Stefàno- dalle 10 alle 18 (o 19), solo i giorni feriali, i residenti non saranno esentati dal pagamento della sosta tariffata esclusivamente negli assi menzionati (nelle vie limitrofe, parallele, tangenziali, continueranno ad essere mantenute le attuali esenzioni). In sostanza chi usa l'auto quotidianamente neanche si accorgerà della modifica"“
Che a leggerla bene, penalizza chi proprio chi lascia la macchina a casa per prendere (per esempio) il bus, la bici, etc. Quindi e' come se l'assessore stesse dicendo: Prendi la macchina e lascia il bus. O ragazzi, neanche Esposito c'era riuscito. Neanche con Alemanno... “
lunedì 12 novembre 2018
Raggi 3 Maggi 1
Rispettando i fin troppo facili pronostici della vigilia, i nazionalpopolari con le 5 stelle sul petto hanno battuto i radicalchic 3 a 1 all'\olimpico in una magnifica giornata di sole.
La sconfitta non sembra preoccupare il Mister radicalchic piu' di tanto. Considerata la consistenza numerica delle due squadre, qualcuno temeva un secco 6 a 0, che pero' non si e' verificato. Anzi.
Anche perche' per i nazionalpopolari le cose erano cominciate ad andare bene gia' dal giorno prima, quando la loro allenatrice aveva scampato una squalifica che l'avrebbe posta fuori gioco per tutto il resto del campionato (quello che poi era successo al suo predecessore). Quindi forti di una rinnovata grinta sono andati in campo.
Malgrado questo hanno vinto ma non stravinto, e non hanno conservato nemmeno la loro rete inviolata.
Peraltro fino al fischio d'inizio tutto sembrava in discesa. Infatti quando la squadra radicalchic, in magliette di Prada e scarpini di Vuitton, diceva privatizzazione, tutti quanti pensavano all'inevitabile aumento delle tariffe.
E se l'aumento delle tariffe in cambio di maggiore efficienza sarebbe stato anche benvenuto per chi ha reddito accettabile, e magari ne vuole produrre altro, per i tanti altri che gravitano su Roma in una condizione di precarieta' e indigenza il servizio deve rimanere cosi' come e'.
A costo zero per le loro tasche, che magari le tasse comunali neanche le pagano. Schema di gioco a catenaccio ampiamente collaudato da generazioni di Romani, e in voga pure con Napoli ai tempi dell'allenatore Masaniello e poi Franceschiello etc. etc.
Malgrado il catenaccio radicalchic sono andati a segno una volta, cosa impensabile fino all'anno scorso, peraltro al costo di veder la propria rete perforata in contropiede, anche se non tante volte quante ne sarebbe piaciute all'avversario. Embe' perche' la realta' e' innegabile.
Andando a vedere le singole azioni di gioco, e' chiara la fantasia manovriera dei radicalchic, anche se questa fantasia e' ancora troppo distante dall'efficacia necessaria per vincere un match.
Ogni tanto du' battute alla Marchese del Grillo (io so' io...) non guasterebbero. Da sempre qui si preferiscono i maghi brasiliani a quelli nordeuropei, cosi' da essere sicuri che qualche indulgenza verso i vizi locali possa esserci.
Il catenaccio nazionalpopolare avra' invece sempre piu' difficolta' ad essere replicato, e non certo per mancanza di volonta' dell'allenatore. Il problema e' che il servizio e' sempre peggiore in qualita', tanto che chi deve veramente produrre fa di tutto per passare al mezzo privato, foss'anche la bicicletta.
Il guaio nuovo, e molto recente, e' che non solo la qualita', ma anche la quantita' ha ceduto, in una spirale che ci vede al 20% in meno delle percorrenze da contratto si servizio. E la cosa pesa sui bilanci. Tanto che meno servizio meno soldi, meno soldi meno servizio.
Al tempo stesso la societa' non ha risorse per cambiare gioco e prima o poi dovra' ricorrere alle tasche dei tifosi.
Tutti parlano di biglietto, ma in realta' quelli che sono il buco nero sono gli abbonamenti. Gli abbonati prima o poi dovranno pagare una cifra piu' congrua, se non altro, appunto, perche' il Comune e' rimasto senza soldi puro lui.
Detto questo l'allenatore nazionalpopolare ha incassato la vittoria e promesso il rinnovo del gioco. Purtroppo si e' gia' giocato meta' del primo contratto e quindi non si capisce quando pensa di vincerlo questo scudetto.
O almeno agguantare la Champion.
La sconfitta non sembra preoccupare il Mister radicalchic piu' di tanto. Considerata la consistenza numerica delle due squadre, qualcuno temeva un secco 6 a 0, che pero' non si e' verificato. Anzi.
Anche perche' per i nazionalpopolari le cose erano cominciate ad andare bene gia' dal giorno prima, quando la loro allenatrice aveva scampato una squalifica che l'avrebbe posta fuori gioco per tutto il resto del campionato (quello che poi era successo al suo predecessore). Quindi forti di una rinnovata grinta sono andati in campo.
Malgrado questo hanno vinto ma non stravinto, e non hanno conservato nemmeno la loro rete inviolata.
Peraltro fino al fischio d'inizio tutto sembrava in discesa. Infatti quando la squadra radicalchic, in magliette di Prada e scarpini di Vuitton, diceva privatizzazione, tutti quanti pensavano all'inevitabile aumento delle tariffe.
E se l'aumento delle tariffe in cambio di maggiore efficienza sarebbe stato anche benvenuto per chi ha reddito accettabile, e magari ne vuole produrre altro, per i tanti altri che gravitano su Roma in una condizione di precarieta' e indigenza il servizio deve rimanere cosi' come e'.
A costo zero per le loro tasche, che magari le tasse comunali neanche le pagano. Schema di gioco a catenaccio ampiamente collaudato da generazioni di Romani, e in voga pure con Napoli ai tempi dell'allenatore Masaniello e poi Franceschiello etc. etc.
Malgrado il catenaccio radicalchic sono andati a segno una volta, cosa impensabile fino all'anno scorso, peraltro al costo di veder la propria rete perforata in contropiede, anche se non tante volte quante ne sarebbe piaciute all'avversario. Embe' perche' la realta' e' innegabile.
Andando a vedere le singole azioni di gioco, e' chiara la fantasia manovriera dei radicalchic, anche se questa fantasia e' ancora troppo distante dall'efficacia necessaria per vincere un match.
Ogni tanto du' battute alla Marchese del Grillo (io so' io...) non guasterebbero. Da sempre qui si preferiscono i maghi brasiliani a quelli nordeuropei, cosi' da essere sicuri che qualche indulgenza verso i vizi locali possa esserci.
Il catenaccio nazionalpopolare avra' invece sempre piu' difficolta' ad essere replicato, e non certo per mancanza di volonta' dell'allenatore. Il problema e' che il servizio e' sempre peggiore in qualita', tanto che chi deve veramente produrre fa di tutto per passare al mezzo privato, foss'anche la bicicletta.
Il guaio nuovo, e molto recente, e' che non solo la qualita', ma anche la quantita' ha ceduto, in una spirale che ci vede al 20% in meno delle percorrenze da contratto si servizio. E la cosa pesa sui bilanci. Tanto che meno servizio meno soldi, meno soldi meno servizio.
Al tempo stesso la societa' non ha risorse per cambiare gioco e prima o poi dovra' ricorrere alle tasche dei tifosi.
Tutti parlano di biglietto, ma in realta' quelli che sono il buco nero sono gli abbonamenti. Gli abbonati prima o poi dovranno pagare una cifra piu' congrua, se non altro, appunto, perche' il Comune e' rimasto senza soldi puro lui.
Detto questo l'allenatore nazionalpopolare ha incassato la vittoria e promesso il rinnovo del gioco. Purtroppo si e' gia' giocato meta' del primo contratto e quindi non si capisce quando pensa di vincerlo questo scudetto.
O almeno agguantare la Champion.
sabato 10 novembre 2018
Se l'araggi l'adevi aregge n'antropo'
Francamente sono sollevato dalla sentenza di assoluzione... certo perche' il fatto non costituisce reato da' piu' l'idea di un diverbio tra magistrati, che una vera e propria assoluzione (azz... Marino e' stato condannato in appello), comunque tant'e'. Siamo piu' sereni.
Anche perche' dopo tangentopoli, alla redenzione dell'Italia per via giudiziaria non ci credo più.
I riti e le mentalità di tangentopoli erano troppo radicati nel ns modo di pensare e di comportarci per pensare che una grattatina di nomi illustri potesse rinnovare il paese.
All'epoca avevamo gia' tutto. Anche il Travaglio. A quell'epoca il ruolo del Travaglio, l'antitaliano, lo faceva Bocca, che appunto teneva una rubrica nella quale fustigava i costumi della prima repubblica.
Insomma, nulla di nuovo, nulla e' servito, sappiamo come va a finire.
Detto questo vediamo che scenari ci aspettano.
1) Finale western classico
Virginia si rende conto che non ha la stoffa per fare la sindaca. Ora che non e' piu' a rischio apre il suo cuore si toglie la stella dal petto e si dimette, dedicandosi ad un lavoro normale.
2) Autodafe'
Virginia finalmente fa un autodafe' di questi primi anni di sgoverno cittadino, investe una decina di assessori di provata serietà ed esperienza ed inizia una nuova vita per Roma, fatta di decisioni serie e meditate, politiche lungimiranti, visioni del futuro da città moderna. Roma ritorna Caput Mundi in pochi anni.
3) La Grincha
Virginia si vendica contro i romani, colpevoli di non reggerla più, e da' inizio ad una anti-amministrazione che porta rapidamente Roma sotto il livello di vivibilità. Dico molto piu' rapidamente di quello che è successo fino ad ora.
Insomma, si prende il manuale del perfetto 5stello e lo applica alla lettera. Niente metro, zanzare combattute con metodi omeopatici, etc. etc.
4) Business as usual
Virginia come niente fosse continua lo sgoverno di questi anni, aspettando serenamente che il mandato spiri.
Ovviamente le soluzioni 1 e 2 appaiono fortemente improbabili, la 3 mica tanto, la 4 quella che richiede meno energia e quindi insomma quasi quasi. Probabilmente un misto 85% di quattro, 15% di tre, ma spero proprio di sbagliarmi.
Speratelo tutti.
Anche perche' dopo tangentopoli, alla redenzione dell'Italia per via giudiziaria non ci credo più.
I riti e le mentalità di tangentopoli erano troppo radicati nel ns modo di pensare e di comportarci per pensare che una grattatina di nomi illustri potesse rinnovare il paese.
All'epoca avevamo gia' tutto. Anche il Travaglio. A quell'epoca il ruolo del Travaglio, l'antitaliano, lo faceva Bocca, che appunto teneva una rubrica nella quale fustigava i costumi della prima repubblica.
Insomma, nulla di nuovo, nulla e' servito, sappiamo come va a finire.
Detto questo vediamo che scenari ci aspettano.
1) Finale western classico
Virginia si rende conto che non ha la stoffa per fare la sindaca. Ora che non e' piu' a rischio apre il suo cuore si toglie la stella dal petto e si dimette, dedicandosi ad un lavoro normale.
2) Autodafe'
Virginia finalmente fa un autodafe' di questi primi anni di sgoverno cittadino, investe una decina di assessori di provata serietà ed esperienza ed inizia una nuova vita per Roma, fatta di decisioni serie e meditate, politiche lungimiranti, visioni del futuro da città moderna. Roma ritorna Caput Mundi in pochi anni.
3) La Grincha
Virginia si vendica contro i romani, colpevoli di non reggerla più, e da' inizio ad una anti-amministrazione che porta rapidamente Roma sotto il livello di vivibilità. Dico molto piu' rapidamente di quello che è successo fino ad ora.
Insomma, si prende il manuale del perfetto 5stello e lo applica alla lettera. Niente metro, zanzare combattute con metodi omeopatici, etc. etc.
4) Business as usual
Virginia come niente fosse continua lo sgoverno di questi anni, aspettando serenamente che il mandato spiri.
Ovviamente le soluzioni 1 e 2 appaiono fortemente improbabili, la 3 mica tanto, la 4 quella che richiede meno energia e quindi insomma quasi quasi. Probabilmente un misto 85% di quattro, 15% di tre, ma spero proprio di sbagliarmi.
Speratelo tutti.
domenica 4 novembre 2018
El baiklane PASA (Molto piu' bravi a cancellare Blues)
La solerzia mostrata nel cancellare la ciclabile popolare sul ponte Ponte Principe Amedeo di Savoia Aosta, ormai ponte PASA, fa indispettire parecchio.
Specie se la si confronta con la solerzia nel tappare le buche, rimuovere i rami caduti, o peggio rinfrescare i passaggi pedonali che ormai sopravvivono solo nella memoria dei residenti...
Oh, intendiamoci... non e' che ciascuno arriva e si fa la propria segnaletica... e' chiaro che non possiamo tutti diventare auto-urbanisti e disegnarci stop e sensi unici, o parcheggi come meglio crediamo.
Pero' la piccola bikelane del PASA, che come l'Isola non trovata scompare e riappare, da' chiaramente l'idea di come si potrebbe realizzare una rete di infrastrutture minime ciclistiche senza spendere una fortuna e in modo abbastanza rapido.
Magari, nel caso specifico, avrei preferito una pista sul marciapiedi che continuasse sotto il traforo fino a Via di Porta Cavalleggeri... quella sarebbe stata veramente efficace, anche perche' cosi' si sarebbe potuto immettere nel sistema un po' di contraflow, cosa che a noi ciclisti non fa mai male in una nazione dove il senso unico eccetto biciclette (SUEB) non parte mai.
Ora... ci siamo scontrati ancora una volta con uno di problemi alla base del dissesto romano, peraltro poco trattato dai vari Sindaci, ovvero la scarsa voglia di fare dell'amministrazione, Scarsa voglia che purtroppo si riflette nella scarsa qualità e quantità delle cose fatte.
Solo Marino aveva cercato di tracciare non tanto la quantità, ma anche la qualità del lavoro, per esempio installando il GPS sulle spazzatrici AMA (che cmq non è amministrazione capitolina). E mal glie ne incolse.
Tra parentesi questo impegno non proprio primario e' anche dimostrato dall'alto tasso di assenze riportato in un articolo del Messaggero, che dimostra come in media un dipendente dell'Amministrazione capitolina faccia 27 giorni d'assenza l'anno.
Un mese dicono loro, ma se sono giorni lavorativi e' quasi un mese e mezzo, miei cari.
Purtroppo neanche stavolta ci siamo in maniera apprezzabilmente diversa.
D'altra parte è proprio una delle rivoluzioni culturali delle quali abbiamo bisogno. In particolare l'organizzazione e la valorizzazione del lavoro che, dal punto di vista pratico, rimane terribilmente in basso nelle priorità nazionali.
giovedì 1 novembre 2018
In morte di obike
Ragazzi... siamo di nuovo senza bikesharing.
Non credo che moriremo pero'
Ho letto che Obike Italia si e' ritirata dal mercato, seguendo il fallimento della casamadre.
Come ultimo motivo viene citata una percentuale troppo alta di atti di vandalismo e privatizzazione delle sue biciclette.
Percentuale che peraltro non sembrerebbe confortata da dati statistici.
Il bike sharing è una cosa molto comoda se fatto bene, e molte città fanno bene. Frequentando molto Bruxelles, qualche volta, specialmente nei mesi estivi, prendo il Villo! per farmi qualche escursione delle parti più distanti e meno conosciute della città.
Pero' siamo alle solite, le bici sono molto poco attraenti, e alla fine a meno che non vai in discesa, andare a piedi e' concorrenziale. Tanto è vero che mentre all'inizio le bici del Villo! erano frequentissime, adesso solo un ciclista ogni tanto le utilizza.
A Roma mi sono iscritto pure io a obike e, dopo vari tentativi abortiti, sono anche riuscito a prendere le famose biciclette arancioni. Pero' il noleggio non riuscito è diventare ne' un'abitudine ne' una cosa fatta volentieri.
Essendo un utilizzatore abituale della bicicletta, normalmente giro con la mia personale.
Ciononostante l'utilità di un bike sharing e' notevole, soprattutto se a flusso libero.
Ci sono i giorni nei quali non hai la bici (per esempio quando la porti per manutenzione) o perche' non l'hai potuta prendere o non passano i mezzi pubblici. Insomma, malgrado la bicicletta personale, anche io ho un sacco di motivi per servirmi del bike sharing.
Pero'... c'e' sempre un pero'. Vari in questo caso.
La periferia non è servita. Sulla Prenestina l'area delle obike si fermava a Piazzale Prenestino, questo me le rendeva di fatto inutilizzabili per gli spostamenti periferici.
Pero', il pero' piu' grande, anzi un vero e proprio PERO', di piu'... un porompomPEROPERO', riguarda la qualità delle biciclette. Capisco infatti che le bici da bikesharing, e in particolare quelle a flusso libero, non possano avere buone prestazioni altrimenti diventano troppo appetibili ai ladri.
PERO' le obike erano talmente scadenti in termini di prestazioni, da essere addirittura frustranti.
Pensare di andare dalla Prenestina a Termini in obike fa venire i brividi. Anche se lo fai, la velocità e' poco più di quella pedonale, e sudi più del doppio. Non sono, ma non avendo un portapacchi e' anche difficile portarci qualunque cosa che piu' grande del cestino in dotazione, per esempio un piccolo trolley se parti con il treno.
Se poi o scopo è ludico, allora ti godi di più una bella passeggiata... pensare di usarla per andare a Ostia Antica è semplicemente assurdo. A piedi vai un po' piu' piano ma almeno non fatichi in maniera spropositata.
Per quanto mi riguarda, dopo le prime esperienze mi e' proprio passata la voglia, e io parlo da ciclista abituato a pedalare. Figuriamoci poi chi non pedala abitualmente...
Quindi, alla fine, della conclusione di questo bikesharing di Roma non e' che mi importi piu' di tanto. Rimangono pero' aperte due questioni:
1) Il bikesharing dovrebbe anche essere ecologico... tutti queste bici inutili di cattiva qualità sono un cumulo enorme di rottami, che sono costate fior di energia per essere fabbricate e costeranno fior di energia per essere smaltite. Bel guadagno ecologico... almeno le vecchie bici del Comune di Roma sono state rubate per essere utilizzate...
2) Ma quale bikesharing ci vuole per Roma? Le finanze del Comune non ci permettono di fare praticamente nulla. D'altra dimensioni e orografia della nostra città chiedono bici di qualità... non mi pare che qualcuno abbia ancora pensato alla soluzione giusta.
C.. mi ero confuso tra obee e obike... vabbe' la sostanza mica cambia
Non credo che moriremo pero'
Ho letto che Obike Italia si e' ritirata dal mercato, seguendo il fallimento della casamadre.
Come ultimo motivo viene citata una percentuale troppo alta di atti di vandalismo e privatizzazione delle sue biciclette.
Percentuale che peraltro non sembrerebbe confortata da dati statistici.
Pero' siamo alle solite, le bici sono molto poco attraenti, e alla fine a meno che non vai in discesa, andare a piedi e' concorrenziale. Tanto è vero che mentre all'inizio le bici del Villo! erano frequentissime, adesso solo un ciclista ogni tanto le utilizza.
A Roma mi sono iscritto pure io a obike e, dopo vari tentativi abortiti, sono anche riuscito a prendere le famose biciclette arancioni. Pero' il noleggio non riuscito è diventare ne' un'abitudine ne' una cosa fatta volentieri.
Essendo un utilizzatore abituale della bicicletta, normalmente giro con la mia personale.
Ciononostante l'utilità di un bike sharing e' notevole, soprattutto se a flusso libero.
Ci sono i giorni nei quali non hai la bici (per esempio quando la porti per manutenzione) o perche' non l'hai potuta prendere o non passano i mezzi pubblici. Insomma, malgrado la bicicletta personale, anche io ho un sacco di motivi per servirmi del bike sharing.
Pero'... c'e' sempre un pero'. Vari in questo caso.
La periferia non è servita. Sulla Prenestina l'area delle obike si fermava a Piazzale Prenestino, questo me le rendeva di fatto inutilizzabili per gli spostamenti periferici.
Pero', il pero' piu' grande, anzi un vero e proprio PERO', di piu'... un porompomPEROPERO', riguarda la qualità delle biciclette. Capisco infatti che le bici da bikesharing, e in particolare quelle a flusso libero, non possano avere buone prestazioni altrimenti diventano troppo appetibili ai ladri.
PERO' le obike erano talmente scadenti in termini di prestazioni, da essere addirittura frustranti.
Pensare di andare dalla Prenestina a Termini in obike fa venire i brividi. Anche se lo fai, la velocità e' poco più di quella pedonale, e sudi più del doppio. Non sono, ma non avendo un portapacchi e' anche difficile portarci qualunque cosa che piu' grande del cestino in dotazione, per esempio un piccolo trolley se parti con il treno.
Se poi o scopo è ludico, allora ti godi di più una bella passeggiata... pensare di usarla per andare a Ostia Antica è semplicemente assurdo. A piedi vai un po' piu' piano ma almeno non fatichi in maniera spropositata.
Per quanto mi riguarda, dopo le prime esperienze mi e' proprio passata la voglia, e io parlo da ciclista abituato a pedalare. Figuriamoci poi chi non pedala abitualmente...
Quindi, alla fine, della conclusione di questo bikesharing di Roma non e' che mi importi piu' di tanto. Rimangono pero' aperte due questioni:
1) Il bikesharing dovrebbe anche essere ecologico... tutti queste bici inutili di cattiva qualità sono un cumulo enorme di rottami, che sono costate fior di energia per essere fabbricate e costeranno fior di energia per essere smaltite. Bel guadagno ecologico... almeno le vecchie bici del Comune di Roma sono state rubate per essere utilizzate...
2) Ma quale bikesharing ci vuole per Roma? Le finanze del Comune non ci permettono di fare praticamente nulla. D'altra dimensioni e orografia della nostra città chiedono bici di qualità... non mi pare che qualcuno abbia ancora pensato alla soluzione giusta.
C.. mi ero confuso tra obee e obike... vabbe' la sostanza mica cambia
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