Cari concittadini ciclisti,
innanzitutto vorrei scusarmi con voi per questi anni nei quali ho fatto ben poco per la bicicletta. Anzi, se vi dovessi dire la verità, io alla bicicletta in città non solo non ci ho mai creduto, ma addirittura non ci avevo pensato.
Nel leggere tutto ciò che avete scritto, certe volte siete un po’ pesanti eh, mi sono venute le lacrime agli occhi. Come è possibile che in questi anni non abbia capito niente? Sarà anche che in passato ho avuto collaboratori un po’ particolari… certo, anche questa è colpa mia, ma pensavo francamente che un po’ meglio lo fossero.
Ammetto quindi di aver peccato. Peccato che ho peccato, è stato un vero peccato. Improvvisamente mi sono passati davanti agli occhi le scene di questa città, il parcheggio selvaggio, quelli che vanno a tutta birra (e fosse solo birra, ma anche vino liquori e canne), i pedoni spersi in mezzo alle piazze… insomma, lo sapete più voi di me, è inutile che ve lo ripeta.
E poi le piste… poche, sporche, tenute male. Spesso assurde, che si interrompono, fatte sulla parte rotta dei marciapiedi, insomma un vero disastro.
E per questo che voglio dirvi una cosa: mi piace il programma del Times, ma quello va bene per la Nazione. Qui abbiamo bisogno di cose molto più concrete, immediate. Non solo faccio le piste e metto il limite a 30 su tutte le strade residenziali, ma da subito comincio a farla finita con la sosta in seconda fila. Da domani tutti i Vigili che mi rimangono a rimuovere le auto. Perché gli automobilisti alla fine hanno rotto.
Viva la città ciclabile!
Forse prima di ciclabile, la città dovrebbe essere vivibile...
RispondiElimina