Forse la maggior parte dei miei lettori, e soprattutto delle mie lettrici, è troppo giovane per ricordarsi di una brutta abitudine italiana, soprattutto meridionale: quando una donna veniva violentata, si andavano subito a cercare colpe sue, dalla civetteria, al vestito non castigato, etc.
Mi sembra che la cosa stia succedendo anche con le biciclette...
Qui mi rifaccio ad un post del simpaticissimo bicisnob urban che riprende il tema dei furti a Milano, che avevo trattato anche io su questo blog notandone l'assenza dagli argomenti degli Stati Generali della bicicletta.
L'assessore milanese a chi scrive contro i furti?
Al capo della Polizia per aumentare gli sforzi di repressione e prevenzione? Nooooo!
Al Procuratore della Repubblica perchè tenga i ladri arrestati in galera invece di farli uscire subito? Noooo!
Al Ministro della Giustizia o dell'Interno perchè prendano a cuore il problema? Ma figurati...
Scrive al Ministro dell'Ambiente per istituire un sistema di registrazione delle biciclette. E poi, quando trovi la bicicletta registrata in mano al ladro, se al ladro continui a non fargli nulla, a che serve?
Insomma, come disse Rutelli quando si confrontava con Alemanno... possiamo mettere un braccialetto alle donne così chiedono aiuto se sono assalite. Oppure la cintura di castità, anche quella funziona contro le violenze.
Alla fine invece di perseguire la criminalità, si continua ad abbozzare e a limitare la libertà dei cittadini.
Continuiamo così... abbozzando coi ladri di biciclette si finisce anche per convivere coi mafiosi e le 'ndrine.
O forse è il contrario, chissà...
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