Mi dispiace per quella parte dei suoi elettori che sono persone serie e avrebbero meritato un esito migliore… ma che l’attuale sindaca di Roma non avesse la stoffa per tale compito era chiaro sin dall’inizio.
Come dice Bruce Willis in last man standing… troppo leggerina.
Non aveva capito con quale impresa si apprestava a cimentarsi.
Ora la manifestazione di sabato 27 ha portato un bel po’ di pariolini ad esprimere il loro estremo disappunto (rabbia e’ forse una parola troppo forte) nei confronti di un’amministrazione che obiettivamente, nei quasi tre anni di mandato, ha ulteriormente peggiorato le gia’ pessime condizioni di una citta’ quasi abbandonata a se’ stessa.
Una citta' che da Rutelli non ha avuto piu’ sindaci che sapevano cosa stessero facendo.
La manifestazione ha rotto un silenzio doloroso che molti romani hanno tenuto dopo che la citta’ e’ stata consegnata cinicamente a M5S dal PD renziano. MR sta ancora pagando il tradimento fatto agli elettori di Marino, e per quello e’ stato condannato all’esilio politico. Anche se lui fa finta di niente nessuno a Roma lo votera’ piu’.
Per carita', nessuno si aspettava che la citta' si risanasse di colpo con la Bacchetta Raggica... e per questo alla sindaca sono stati concessi due anni di bonus per portare qualche risultato. Ma che ormai il carisma della prima Sindaca di Roma stia a zero lo denota anche il fatto che la manifestazione e’ stata ideata e organizzata da 6 donne.
La manifestazione e’ solo il primo passo del calvario che ci aspetta nei prossimi anni. Infatti, Virginia sta doppiando la meta’ mandato senza aver fatto nulla di concreto per i grandi problemi di Roma e senza dimostrare di averlo capito, se non ci credete guardatevi il suo intervento alla festa M5S del Circo Massimo.
Avendo sconfessato, per crearsi un serbatoio di voti, le poche azioni importanti fatte da Marino, i principali attori della scena romana, AMA, ATAC e Vigili Urbani sono di nuovo allo sfascio.
La ricerca di una fantomatica onesta’ (ma non quella intellettuale per carita’) da usarsi non come guida delle azioni, ma come arma contro i nemici anche interni ha bloccato la contrattualistica pubblica.
Se poi si pensa che una delle sue prime azioni e' stata quella di bloccare l'avanzamento della Metro C...
Coloro che gonfiavano i canotti all’epoca di Marino sembra che non abbiano nemmeno assegnato i contratti per la pulizia delle caditoie dell’acqua (i tombini, NdT). La raccolta dei rifiuti fa passi indietro e il referendum su ATAC testimoniera’ come viene vissuta la faccenda.
Per quanto mi riguarda a livello amministrativo il tanto peggio tanto meglio, cosi' in voga nella contesa politica nazionale, mi fa orrore. Non m’importa il colore del gatto purche’ acchiappi il topo, e a Roma sappiamo quanto di acchiappare i topi se ne senta il bisogno!
A questo punto per Virginia l’unico modo di venirne fuori sarebbe dare il via ad una vera operazione onesta' e ammettere pubblicamente il fallimento e provare a cambiare rotta.
Con un governo amico come l’attuale sarebbe ancora possibile, a patto di lasciare mano libera a quelli che i problemi sono in grado di risolverli sul serio (ammesso che la Lega non intenda subentrarle).
Cominciando da ATAC, AMA e Vigili Urbani. Pero’ per favore basta con le scie chimiche, i no vax e tutte le altre idiozie che M5S ha potuto coltivare tanto era all’opposizione.
Per cui Virginia, grazie per la pista ciclabile, spero che prima di lasciarci tu ne faccia almeno un’altra..
Ma Roma sta affondando e tu sei peggio di Schettino. Quindi torna a bordo, cazzo, o lascia il posto a qualcuno meglio di te.
domenica 28 ottobre 2018
giovedì 25 ottobre 2018
Lo zio di tutti i referendum... erano meglio le piste!
Sono tanti anni che ci sentiamo dire che a Roma non si possono fare le piste perche' mancano i soldi... salvo poi scoprire che il referndum su ATAC costera' tra i dieci e gli undici milioni di euro, se ricordo bene circa il 33%, un terzo, della cifra che sarebbe servita a ciclabilizzare Roma ai tempi di Alemanno.
Se permettete ho il diritto di essere un po' incazzato, come tutti i ciclisti, come tutti i romani.
Incazzati non perche' il referendum non sia legittimo. Ma visti i precedenti e' particolarmente inutile.
Dalla mia esperienza professionale avere un fornitore 100% statale ha vantaggi e svantaggi speculari ad averne uno privato. Se da un lato il fornitore statale, o comunale, e' funzionale alla tua politica, dall'altra parte quando va male ti carichi tutte le perdite, e comunque se lo multi (quando non rispetta l'accordo fittizio che ha con te) multi te stesso.
Un privato invece avra' attenzione ai costi. Pensera' soprattutto, magari non esclusivamente, al proprio tornaconto e quindi se non stai attento a gestirlo non fara' i tuoi interessi.
Dopodiche' la storia dei contratti di Roma Capitale non viene portata ad esempio nei libri di economia liberista... Non solo, ma poi ti tiene per le cose (si', quelle) con l'occupazione... come "mi dai fastidio" licenzio xmila addetti che in realta' non mi servono.
Diciamo la formula pubblica ha invece il piccolo inconveniente che il futuro sindaco puo' fare campagna elettorale promettendo ai dipendenti ATAC (e AMA) vantaggi diretti. Come ha fatto Virginia che ha disfatto quel po' di buono fatto da Marino per far rigare un po' meno storto le suddette.
D'altra parte come potrebbe il privato aggiudicatario non appoggiare politicamente (e finanziariamente) una delle parti in lizza?
Alla fine le due formule sono accomunate da un elemento: funzionano se chi le gestisce sa il fatto proprio, il che non sembra esattamente la fotografi di Roma Capitale.
Insomma, per me il referendum sono solo soldi buttati. L'ATAC e' e rimane un gruppo di persone che porta a spasso autobus, facendo salire e scendere passeggeri, ma senza riuscire a trasformare questa attivita' in un vero servizio.
Lo si vede anche perche' quando gestisce qualcosa di piu' complicato, come tram, ferrovie urbane o metropolitana, che richiedono programmazione, il tutto si sfalda.
Nota: ho scritto queste righe prima dell'incidente sulla scala mobile dei tifosi del CSKA.
D'altra parte cosa aspettarsi da un comune abituato a concedere l'assessorato alla mobilita' a persone poco adatte, ieri Esposito, oggi Linda.
Non ci sono leggi buone per il popolo corrotto.
Detto questo nessuno si pone un problema molto serio, a prescindere. L'abbonamento "a presso pieno" ATAC consente di viaggiare da Cesano a Ostia, tutto l'anno, avanti e dietro a meno di un euro al giorno. E' chiaro che e' un prezzo politico, e che i veri costi sono a carico della collettivita'.
Bene, direte voi, scelta politica. Ma certo, peccato che anche la collettivita' (= Roma Capitale) non riesce a sostenere i costi e sta andando fallita, e pur di nasconderli consente che ATAC anno dopo anno faccia un centinaio di milioni di passivo, passivo che essendo strutturale non e' altro che un trasferimento di perdite dal bilancio del Comune a quello di ATAC.
In tutto questo il "servizio" peggiora, e' sempre piu' difficile farci affidamento e non supporta una vita lavorativa attiva. Se poi sei romani paghi poco il biglietto ma il Comune -appunto- si consuma il tuo reddito in tasse.
Altro che referendum... La prima operazione verita' sarebbe stata quindi quella di stabilire un nuovo costo chilometrico e un criterio chiaro, non politico, per la determinazione delle tariffe.
Per esempio lasciando gli investimenti alla collettivita' ma facendo pagare agli utenti il costo di esercizio, incluse le perdite di ciascun anno.
Certo, in queste condizioni bisogna gestire bene, in quanto non si fa piu' un servizio per indigenti, ma per cittadini attivi. E se vuoi tenere bassi i costi di esercizio i bus devono camminare, quindi via la sosta selvaggia etc. etc. Ahiahiahi.
Quindi... ma che ci referendiamo a fare? Cerchiamo di fare le persone serie.
PS: Io comunque avrei accettato di vendere a Trenitalia. Almeno quelli il fatto loro lo sanno. E avrei fatto un po' di piste ciclabili con quegli undici (dieci e rotti, pare) milioni.
Se permettete ho il diritto di essere un po' incazzato, come tutti i ciclisti, come tutti i romani.
Incazzati non perche' il referendum non sia legittimo. Ma visti i precedenti e' particolarmente inutile.
Dalla mia esperienza professionale avere un fornitore 100% statale ha vantaggi e svantaggi speculari ad averne uno privato. Se da un lato il fornitore statale, o comunale, e' funzionale alla tua politica, dall'altra parte quando va male ti carichi tutte le perdite, e comunque se lo multi (quando non rispetta l'accordo fittizio che ha con te) multi te stesso.
Un privato invece avra' attenzione ai costi. Pensera' soprattutto, magari non esclusivamente, al proprio tornaconto e quindi se non stai attento a gestirlo non fara' i tuoi interessi.
Dopodiche' la storia dei contratti di Roma Capitale non viene portata ad esempio nei libri di economia liberista... Non solo, ma poi ti tiene per le cose (si', quelle) con l'occupazione... come "mi dai fastidio" licenzio xmila addetti che in realta' non mi servono.
Diciamo la formula pubblica ha invece il piccolo inconveniente che il futuro sindaco puo' fare campagna elettorale promettendo ai dipendenti ATAC (e AMA) vantaggi diretti. Come ha fatto Virginia che ha disfatto quel po' di buono fatto da Marino per far rigare un po' meno storto le suddette.
D'altra parte come potrebbe il privato aggiudicatario non appoggiare politicamente (e finanziariamente) una delle parti in lizza?
Alla fine le due formule sono accomunate da un elemento: funzionano se chi le gestisce sa il fatto proprio, il che non sembra esattamente la fotografi di Roma Capitale.
Insomma, per me il referendum sono solo soldi buttati. L'ATAC e' e rimane un gruppo di persone che porta a spasso autobus, facendo salire e scendere passeggeri, ma senza riuscire a trasformare questa attivita' in un vero servizio.
Lo si vede anche perche' quando gestisce qualcosa di piu' complicato, come tram, ferrovie urbane o metropolitana, che richiedono programmazione, il tutto si sfalda.
Nota: ho scritto queste righe prima dell'incidente sulla scala mobile dei tifosi del CSKA.
D'altra parte cosa aspettarsi da un comune abituato a concedere l'assessorato alla mobilita' a persone poco adatte, ieri Esposito, oggi Linda.
Non ci sono leggi buone per il popolo corrotto.
Detto questo nessuno si pone un problema molto serio, a prescindere. L'abbonamento "a presso pieno" ATAC consente di viaggiare da Cesano a Ostia, tutto l'anno, avanti e dietro a meno di un euro al giorno. E' chiaro che e' un prezzo politico, e che i veri costi sono a carico della collettivita'.
Bene, direte voi, scelta politica. Ma certo, peccato che anche la collettivita' (= Roma Capitale) non riesce a sostenere i costi e sta andando fallita, e pur di nasconderli consente che ATAC anno dopo anno faccia un centinaio di milioni di passivo, passivo che essendo strutturale non e' altro che un trasferimento di perdite dal bilancio del Comune a quello di ATAC.
In tutto questo il "servizio" peggiora, e' sempre piu' difficile farci affidamento e non supporta una vita lavorativa attiva. Se poi sei romani paghi poco il biglietto ma il Comune -appunto- si consuma il tuo reddito in tasse.
Altro che referendum... La prima operazione verita' sarebbe stata quindi quella di stabilire un nuovo costo chilometrico e un criterio chiaro, non politico, per la determinazione delle tariffe.
Per esempio lasciando gli investimenti alla collettivita' ma facendo pagare agli utenti il costo di esercizio, incluse le perdite di ciascun anno.
Certo, in queste condizioni bisogna gestire bene, in quanto non si fa piu' un servizio per indigenti, ma per cittadini attivi. E se vuoi tenere bassi i costi di esercizio i bus devono camminare, quindi via la sosta selvaggia etc. etc. Ahiahiahi.
Quindi... ma che ci referendiamo a fare? Cerchiamo di fare le persone serie.
PS: Io comunque avrei accettato di vendere a Trenitalia. Almeno quelli il fatto loro lo sanno. E avrei fatto un po' di piste ciclabili con quegli undici (dieci e rotti, pare) milioni.
domenica 21 ottobre 2018
Omicidio Stradale vs Autovelox segnalato
La comunita' ciclista, grazie ai contatti con uno dei maggiori sostenitori del provvedimento, ha seguito abbastanza da vicino le vicende che hanno portato alla promulgazione della legge nota come Omicidio Stradale, peraltro fortemente (e comprensibilmente) voluta dalle associazioni delle vittime della strada.
Piu' recentemente credo che un po' tutti abbiamo avuto un sobbalzo nel sapere che l'omicidio stradale era citato negli avvisi di garanzia per il crollo del Ponte Morandi a Genova.
Ma come, una legge fatta per colpire chi guida imprudentemente usata contro i tecnici stradali? Evidentemente il testo giuridico si presta a questo tipo di uso, secondo me non certo appropriato.
Che poi fosse una di quelle leggi un po' sopra le righe era stato chiaro sin dall'inizio, e peraltro sancito in una dichiarazione, magari piu' un pensiero ad alta voce, che un famoso ex-pm italiano aveva rilasciato a margine di un convegno, che suonava (non e la ricordo testuale) pressappoco cosi': adesso se metti sotto uno, conviene che dici che l'hai fatto apposta che almeno ti puoi prendere le attenuanti..."
Francamente io sono contrario a leggi terribilmente punitive fini a loro stesse, specie quando sono relative a fatti non dolosi. Intendiamoci, se prendi la macchina ubriaco e uccidi qualcuno, vedo una seria affinita' all'omicidio preterintenzionale, ma magari non oltre quello.
Pero' la faccenda di Genova indica che a conti fatti probabilmente le pene sono simili a quelle per strage, che pure loro non dovrebbero essere zuccherini.
Comunque la cosa che mi ha sempre urtato terribilmente e' l'accento tutto italiano sulla punizione e il totale disinteresse per la prevenzione, una cosa che indica una societa' in mano agli avvocati.
Infatti una legge dura come quella dell'omicidio stradale, coesiste in un sistema giuridico nel quale gli autovelox debbono essere tutti segnalati. Perche' mettere un autovelox nascosto sarebbe sleale nei confronti dell'automobilista.
Eppure gli autovelox non segnalati sono molto efficaci. Qualche tempo fa un amico che ci aveva invitato a cena a Bruxelles, riaccompagnandoci a casa si scuso' che andava a 50 all'ora su di uno stradone: Sapete, devo andare piano anche di note perche' ci sono gli autovelox nascosti.
Oddio, l'autovelox in vista ha una sua funzione, ma alla fine le posizioni sono segnalate e riportate sui navigatori. Fossero decine capirei, ma sulla Pontina tra Roma e Latina ce ne sta uno solo per senso di marcia... dico, per una delle strade piu' pericolose d'Italia. Dentro Roma poi il deserto dei tartaraggi.
Ora, che quello che ti ha ammazzato, o storpiato, finisca in galera per un bel po' il resto dei suoi giorni potra' anche essere di aiuto psicologico, ma se gli avessero tolto la patente tre mesi prima di investirti... be' sarebbe stata tutta un'altra cosa... insomma, ci sarebbero probabilmente (molte) meno vittime della strada.
Ed e' particolare proprio che mentre si sia fatto tanto clamore per l'approvazione di questo provvedimento di repressione, il diritto costituzionale di andare alla velocita' che ti pare rimane garantito.
Vabbe', continuiamo cosi'. Cambiano i suonatori, magari cambia anche il timbro degli strumenti... ma la musica rimane la solita sinfonia italiana.
Piu' recentemente credo che un po' tutti abbiamo avuto un sobbalzo nel sapere che l'omicidio stradale era citato negli avvisi di garanzia per il crollo del Ponte Morandi a Genova.
Ma come, una legge fatta per colpire chi guida imprudentemente usata contro i tecnici stradali? Evidentemente il testo giuridico si presta a questo tipo di uso, secondo me non certo appropriato.
Che poi fosse una di quelle leggi un po' sopra le righe era stato chiaro sin dall'inizio, e peraltro sancito in una dichiarazione, magari piu' un pensiero ad alta voce, che un famoso ex-pm italiano aveva rilasciato a margine di un convegno, che suonava (non e la ricordo testuale) pressappoco cosi': adesso se metti sotto uno, conviene che dici che l'hai fatto apposta che almeno ti puoi prendere le attenuanti..."
Francamente io sono contrario a leggi terribilmente punitive fini a loro stesse, specie quando sono relative a fatti non dolosi. Intendiamoci, se prendi la macchina ubriaco e uccidi qualcuno, vedo una seria affinita' all'omicidio preterintenzionale, ma magari non oltre quello.
Pero' la faccenda di Genova indica che a conti fatti probabilmente le pene sono simili a quelle per strage, che pure loro non dovrebbero essere zuccherini.
Comunque la cosa che mi ha sempre urtato terribilmente e' l'accento tutto italiano sulla punizione e il totale disinteresse per la prevenzione, una cosa che indica una societa' in mano agli avvocati.
Infatti una legge dura come quella dell'omicidio stradale, coesiste in un sistema giuridico nel quale gli autovelox debbono essere tutti segnalati. Perche' mettere un autovelox nascosto sarebbe sleale nei confronti dell'automobilista.
Eppure gli autovelox non segnalati sono molto efficaci. Qualche tempo fa un amico che ci aveva invitato a cena a Bruxelles, riaccompagnandoci a casa si scuso' che andava a 50 all'ora su di uno stradone: Sapete, devo andare piano anche di note perche' ci sono gli autovelox nascosti.
Oddio, l'autovelox in vista ha una sua funzione, ma alla fine le posizioni sono segnalate e riportate sui navigatori. Fossero decine capirei, ma sulla Pontina tra Roma e Latina ce ne sta uno solo per senso di marcia... dico, per una delle strade piu' pericolose d'Italia. Dentro Roma poi il deserto dei tartaraggi.
Ora, che quello che ti ha ammazzato, o storpiato, finisca in galera per un bel po' il resto dei suoi giorni potra' anche essere di aiuto psicologico, ma se gli avessero tolto la patente tre mesi prima di investirti... be' sarebbe stata tutta un'altra cosa... insomma, ci sarebbero probabilmente (molte) meno vittime della strada.
Ed e' particolare proprio che mentre si sia fatto tanto clamore per l'approvazione di questo provvedimento di repressione, il diritto costituzionale di andare alla velocita' che ti pare rimane garantito.
Vabbe', continuiamo cosi'. Cambiano i suonatori, magari cambia anche il timbro degli strumenti... ma la musica rimane la solita sinfonia italiana.
martedì 16 ottobre 2018
SOS Pedoni (E Ciclisti)
Le cifre descrivono un massacro di pedoni con morti un giorno si’ e un giorno no. Questo visto dall’esterno.
Ma se camminate per le strade di Roma, se vi avventurate ad attraversare sulle strisce pedonali, il brivido potete provarlo in diretta. Addosso.
Eh si’... mentre attraversate vi chiedete: ma quel SUV (Furgone Bianco, SMART, Mini, Taxi, Bus, scooterone, etc.) che sta accelerando verso di me per spaventarmi e passare prima lui anche se attraverso sulle strisce, l’ha capito che invece di accelerare deve rallentare e fermarsi? In genere lo capisce, e alla fine si ferma, anche se ci sforma e gli da’ fastidio.
Qualche volta no.
E c’e’ pure l’altra faccia della medaglia. Quei pedoni che attraversano dappertutto, dietro le curve, sulle strade veloci, il Raccordo, etc. addirittura a semaforo verde (per le auto) perche’ tanto si fermano comunque. E quando leggi la cronaca non sai mai se sono quelli di prima o questi. Non sempre ti dicono investito sulle strisce o no…
Insomma, a tutti e’ chiaro che a Roma non si puo’ andare avanti cosi’, la notte e’ nera. Secondo me lo capisce anche Virginia, anche se altrettanto probabilmente non sa come fare ad intervenire, e tantomeno Linda.
Perche’? perche’ hanno sempre vissuto in questa città ai confini (un po’ piu’ in la’) del mondo civile… insomma, quando si parlava di Autovelox dicevano non mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini… i quali hanno il brutto vizio di morire quando vengono investiti, anche se hanno le tasche piene di soldi.
Il guaio e’ che a Roma abbiamo mantenuto il modello culturale di Tombstone, ma senza lo sceriffo Wyatt Earp che tiene almeno un po’ di ordiine. E i nostri cowboy, i piu’ spavaldi di loro, sanno bene che possono fare di tutto. Al massimo rischiano una multa se lasciano la macchina in seconda fila o se passi col rosso, il nostro ultimo totem. Ma quando scatta il verde, è come essere a Monza.
In effetti se vediamo, la figura del vigile che ti fischia quando fai l’infrazione sopravvive solo presso qualche semaforo dove e’ messo per fluidificare il traffico. E quindi, bene o male, quando guidi puoi fare quello che vuoi, purchè non passi con il rosso.
Se io dovessi rimettere ordine in questo casino incomincerei dalla velocità, maledetta velocita’. Il romano ha sempre fretta. Sia che parta in ritardo o che sia per l’ansia che si blocchi il traffico, troppa gente preme sull’acceleratore a tavoletta.
In una matrice di rischio l’aumento della velocità ti fa salire in diagonale verso l’alto a sinistra… aumenta la gravità delle conseguenze e al tempo stesso la probabilità di avere un incidente.
Quindi comincerei a comprare un centinaio di autovelox e a disseminarli per gli stradoni… semplicemente per cominciare a domare i cowboy. Uno che va a 50 sulla Colombo di notte poi tende a fermarsi anche ai passaggi pedonali, non c’e’ dubbio. Gli hai tolto il vizio.
Poi opererei sui passaggi pedonali, tenendoli sempre ben dipinti, e ne solleverei la maggior parte. E soprattutto li terrei sgombri dalle auto in sosta. Ordine speciale per i vigili urbani, compreso il loro comandante in capo. Quando girate per strada e vedete una macchina in sosta sulle strisce pedonali lasciate perdere qualunque cosa stiate facendo e gli fate la multa.
Dopodiche’ farei una squadra di vigili che di mestiere sorvegli i passaggi pedonali. Un’ora a passaggio, in modo da cominciare a fare un po’ di multe a chi poi tutte queste cose non le rispetta.
Last but not least occorre anche cominciare ad operare sui pedoni… embe’ pure loro dovrebbero abituarsi ad attraversare sulle strisce anche quando costa qualche passo in più… nel mondo esistono sia diritti che doveri.
E noi ciclisti?
Noi ciclisti siamo un po’ automobilisti e un po’ pedoni…
Innanzitutto diciamo che tra i ciclisti la buona abitudine di dare la precedenza ai pedoni sulle strisce e’ molto meno diffusa di quanto dovrebbe. Non sono pochi quelli che non ci pensano per niente a fermarsi e dare la precedenza.
Dopodiche’ in quanto ciclisti spesso usiamo le strisce pedonali portando la bici con noi o anche in sella, cosa magari non regolare ma alla fine se fatta con saggezza neanche assurda o pericolosa.
E li’ rischiamo come tutti, ma gli automobilisti non va proprio giu’ il concetto di bici portata a piedi sulle strisce, anche perche’ è una cosa lunga due metri e quindi ti tiene fermo per più tempo.
Infine in quanto utenti non corazzati della strada, rischiamo comunque quando le macchine corrono. In questo momento secondo me è il rischio più grosso e sarebbe ora che Virginia e Linda lo affrontassero.
Con gli autovelox.
Ma se camminate per le strade di Roma, se vi avventurate ad attraversare sulle strisce pedonali, il brivido potete provarlo in diretta. Addosso.
Eh si’... mentre attraversate vi chiedete: ma quel SUV (Furgone Bianco, SMART, Mini, Taxi, Bus, scooterone, etc.) che sta accelerando verso di me per spaventarmi e passare prima lui anche se attraverso sulle strisce, l’ha capito che invece di accelerare deve rallentare e fermarsi? In genere lo capisce, e alla fine si ferma, anche se ci sforma e gli da’ fastidio.
Qualche volta no.
E c’e’ pure l’altra faccia della medaglia. Quei pedoni che attraversano dappertutto, dietro le curve, sulle strade veloci, il Raccordo, etc. addirittura a semaforo verde (per le auto) perche’ tanto si fermano comunque. E quando leggi la cronaca non sai mai se sono quelli di prima o questi. Non sempre ti dicono investito sulle strisce o no…
Insomma, a tutti e’ chiaro che a Roma non si puo’ andare avanti cosi’, la notte e’ nera. Secondo me lo capisce anche Virginia, anche se altrettanto probabilmente non sa come fare ad intervenire, e tantomeno Linda.
Perche’? perche’ hanno sempre vissuto in questa città ai confini (un po’ piu’ in la’) del mondo civile… insomma, quando si parlava di Autovelox dicevano non mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini… i quali hanno il brutto vizio di morire quando vengono investiti, anche se hanno le tasche piene di soldi.
Il guaio e’ che a Roma abbiamo mantenuto il modello culturale di Tombstone, ma senza lo sceriffo Wyatt Earp che tiene almeno un po’ di ordiine. E i nostri cowboy, i piu’ spavaldi di loro, sanno bene che possono fare di tutto. Al massimo rischiano una multa se lasciano la macchina in seconda fila o se passi col rosso, il nostro ultimo totem. Ma quando scatta il verde, è come essere a Monza.
In effetti se vediamo, la figura del vigile che ti fischia quando fai l’infrazione sopravvive solo presso qualche semaforo dove e’ messo per fluidificare il traffico. E quindi, bene o male, quando guidi puoi fare quello che vuoi, purchè non passi con il rosso.
Se io dovessi rimettere ordine in questo casino incomincerei dalla velocità, maledetta velocita’. Il romano ha sempre fretta. Sia che parta in ritardo o che sia per l’ansia che si blocchi il traffico, troppa gente preme sull’acceleratore a tavoletta.
In una matrice di rischio l’aumento della velocità ti fa salire in diagonale verso l’alto a sinistra… aumenta la gravità delle conseguenze e al tempo stesso la probabilità di avere un incidente.
Quindi comincerei a comprare un centinaio di autovelox e a disseminarli per gli stradoni… semplicemente per cominciare a domare i cowboy. Uno che va a 50 sulla Colombo di notte poi tende a fermarsi anche ai passaggi pedonali, non c’e’ dubbio. Gli hai tolto il vizio.
Poi opererei sui passaggi pedonali, tenendoli sempre ben dipinti, e ne solleverei la maggior parte. E soprattutto li terrei sgombri dalle auto in sosta. Ordine speciale per i vigili urbani, compreso il loro comandante in capo. Quando girate per strada e vedete una macchina in sosta sulle strisce pedonali lasciate perdere qualunque cosa stiate facendo e gli fate la multa.
Dopodiche’ farei una squadra di vigili che di mestiere sorvegli i passaggi pedonali. Un’ora a passaggio, in modo da cominciare a fare un po’ di multe a chi poi tutte queste cose non le rispetta.
Last but not least occorre anche cominciare ad operare sui pedoni… embe’ pure loro dovrebbero abituarsi ad attraversare sulle strisce anche quando costa qualche passo in più… nel mondo esistono sia diritti che doveri.
E noi ciclisti?
Noi ciclisti siamo un po’ automobilisti e un po’ pedoni…
Innanzitutto diciamo che tra i ciclisti la buona abitudine di dare la precedenza ai pedoni sulle strisce e’ molto meno diffusa di quanto dovrebbe. Non sono pochi quelli che non ci pensano per niente a fermarsi e dare la precedenza.
Dopodiche’ in quanto ciclisti spesso usiamo le strisce pedonali portando la bici con noi o anche in sella, cosa magari non regolare ma alla fine se fatta con saggezza neanche assurda o pericolosa.
E li’ rischiamo come tutti, ma gli automobilisti non va proprio giu’ il concetto di bici portata a piedi sulle strisce, anche perche’ è una cosa lunga due metri e quindi ti tiene fermo per più tempo.
Infine in quanto utenti non corazzati della strada, rischiamo comunque quando le macchine corrono. In questo momento secondo me è il rischio più grosso e sarebbe ora che Virginia e Linda lo affrontassero.
Con gli autovelox.