domenica 2 giugno 2024

Roma Superciclista

Debbo dire che ormai Roma è diventata una città di ciclisti, anzi, di superciclisti.


All'inizio di questo blog  mi capitava di percorrere la città da Nord a Sud e ritorno senza avvistare, perchè di veri e propri avvistamenti si trattava, altri ciclisti.


Adesso invece non solo mi sono abituato all'affollamento della ciclabile Nomentana, ma vedo ciclisti un po' ovunque, anche molto lontani dalle piste. Ciclisti con buone bici (perlopiù elettriche) spesso anche in giacca e cravatta, ad indicare parte della popolazione attivamente impegnata nel mondo del lavoro.


Rimanendo sul "fuori pista" è anche possibile avvistare con una certa frequenza cargo bike e bici da trasporto bambini, indice che l'utilizzo delle sue ruote a pedalata assistita sta uscendo dal mero trasporto di se' stessi. 


Se a questi ciclisti aggiungiamo la torma dei monopattinisti (monopattinari?) abbiamo il quadro di una città che si sta spostando sempre di più (complice anche la cattiva prestazione del mezzo pubblico, soprattutto perchè metro, tram e ferrovie sono azzoppate dai tanti lavori rimandati  nei lustri scorsi) verso una mobilità individuale razionale e logica.


Una mobilità che quantitativamente sta cominciando a far diminuire il traffico dalle strade e influire sull'affollamento dei mezzi pubblici nelle ore di punta, almeno i bus.


Ovviamente ci sono anche elementi negativi, purtroppo.


  1. La rete ciclabile rimane indietro

Innanzitutto al di là delle promesse la rete di infrastrutture ciclabili non segue, supporta o precede questa espansione.


Roma spende in tanti rivoli mentre dovrebbe concentrare la spesa, o almeno una sua parte sostanziale, sulla realizzazione di una rete ciclabile degna di questo nome, tesa soprattutto a ridurre il rischio per il ciclista (e includo in questo termine anche il monopattinista). Soprattutto dove lo spazio esiste e il rischio è molto per la velocità delle auto, penso a Ponte delle Valli e a Ponte Lanciani.


I progetti sono pochi e poco ambiziosi, spesso con un respiro meramente locale e le realizzazioni ancora meno. Spesso viene annunciata la programmazione di infrastrutture che l'anno successivo vengono poi definanziate e le risorse destinate a impieghi diversi. Prendendo il fuori Roma, mi chiedo sempre che fine abbia fatto la famosa pista intorno al lago di Bracciano. 


Perfino le nuove realizzazioni di strade non sempre includono una pista ciclabile, cosa che dovrebbe essere richiesta per legge. La nuova Tiburtina grida vendetta e comunque riducendo i due spartitraffico centrali una corsia ciclabile per lato, tipo Ciclabile Prenestina, si potrebbe ricavare!


  1. Le bikelane stanno scomparendo e sono poco rispettate

Inutile discutere, le bikelane sono e rimangono parte fondamentale dell'infrastruttura ciclistica di ogni città. Infatti permettono di riservare una parte della carreggiata alle biciclette dove non c'e' spazio per una pista separata.


A Roma sono una parte fondamentale dell'esigua rete, ma vanno difese e -soprattutto- rinfrescate perchè in parecchi punti stanno scomparendo e gli autoveicoli si stanno riappropriando di quegli spazi.


Vanno anche difese perchè ormai si è sparsa la convinzioni che quelli che si debbono fermare "due minuti" possono lasciare la loro macchina, furgone, bus o camion sulla bikelane e 'sticazzi dei ciclisti.


In questi casi noi ciclisti dovremmo passare alle vie di fatto…


  1. L'infrastruttura ciclistica è poco rispettata

Non si riesce ancora a far capire che la chiusura di una pista ciclabile è un fatto traumatico che richiede la preventiva identificazione di un itinerario ciclabile alternativo… anche a costo di limitare il traffico automobilistico.


Proprio ieri mentre andavo in ufficio un camion con cestello si era piazzato sulla pista Nomentana, chiudendola completamente.


Gli operai hanno messo il loro bel nastro bianco e rosso, i cartelli divieto di passaggio e infine -ciliegina sulla torta- il cartello "pedoni dall'altro lato". Nessuna indicazione per noi ciclisti, tantomeno il fatto che chi -come me- andava in direzione centro è stato costretto a fare un pezzo di complanare contromano.


Ovviamente non spetta alle maestranze decidere l'intervento, ma al direttore dei lavori andava ritirata l'iscrizione all'albo degli ingegneri.


  1. Gli automobilisti si stanno abituando, rimane la piaga degli irriducibili

Il proliferare dei ciclisti ha fatto sì che gli automobilisti incrocino ormai abitualmente ciclisti, e i comportamenti sono in effetti cambiati. Vi è maggiore comprensione nei confronti della dinamica del ciclista, laddove il comportamento del monopattino rimane un mistero per quasi tutti, compreso il sottoscritto.


Purtroppo però rimangono gli irriducibili, quelli convinti che l'unico limite di velocità sia la loro (im)perizia o -peggio- la loro fretta del momento. 


Innumerevoli lutti e rovine apportano questi guidatori, specialmente perchè comune in primis e vigili in sottordine hanno abdicato alla loro fondamentale funzione di castigamatti. 

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