Questa settimana mi sono stufato di aspettare il sereno e ho ripreso la bici...
Lunedì: andata e ritorno nelle pause della pioggia. Mi sono divertito e ci ho ripreso gusto
Martedì: Piazza Vescovio/EUR (15 km) e ritorno (15 km, sotto dinamo), fidandomi delle previsioni meteo. All'andata tutto bene, era belloccio. Durante il giorno il tempo è andato peggiorando a dispetto delle previsioni meteo. Da metà mattina ha cominciato a piovereed è continuato per tutto il resto del tempo. Alle 18:30 ho rimadato ogni indugio e mi sono buttato sulla strada, in piena attrezzatura da pioggia. Per fortuna ha piovuto solo per i primi tre km, poi il clima si è fatto progressivamente più asciutto. Divertente la dinamo, che rallentava, faceva rumore, cigolava, insomma tutto quello che fa una vera dinamo, a parte la luce. Poi ha ripreso...
Mercoledì: aereo, Roma Bruxelles e ritorno.
Giovedi: Piazza Vescovio/Castro Pretorio e ritorno. Corso Trieste invaso dalle auto fino a distributore, poi, dove la corsia preferenziale è stata rinfrescata, le macchine lasciano libero il passaggio, a parte i SUV di passaggio. Invece di passare per Via Nizza ho provato a continuare per Corso Trieste e fare la Nomentana. Il percorso è leggermente meno efficiente, ma più continuo e altimetricamente favorevole.
Confermo che è meglio stare alla larga dalla Nomentana, il traffico è molto forte e civorrebbe veramente la pista. A proposito, ho scritto al presidente del Terzo municipio, Dario Marcucci, per cercare di avere qualche informazione sulla pista della Nomentana.
Sto preparando un pezzo dal titolo: Rinunciamo alle piste ciclabili e diamo il ricavato per aiutare l'industria automobilistica che fotografa quello che sta succedendo.
Un saluto
giovedì 29 gennaio 2009
lunedì 26 gennaio 2009
Niente Ciclabile sulla Nomentana? Che brutta notizia!
Il commento di Bikediablo al post precedente è veramente una brutta notizia per i ciclisti di Roma.
La cancellazione della pista sulla Nomentana è un delitto, anche perchè la Nomentana ha un sacco di spazio che può essere sfruttato senza dare fastidio a nessuno.
Secondo quanto ci riporta bikediablo c'era il prgetto esecutivo ed il finanziamento, addirittura c'era stata la conferenza dei servizi...
Come si possono prendere decisioni in questo modo?
Tutti i ciclisti si tengono alla larga dalla Nomentana proprio per la sua impercorribilità. i controviali sono infatti molto stretti. Le auto vanno particolarmente veloci, ma in genere non ci passa un'auto e una bicicletta, e quindi si forma dietro le altre biciclette una colonna di auto (non dietro a me che vado forte...). Per non die che se capiti tu dietro l'autobus allora è finita.
Comunque in queste condizioni la Nomentana non è usabile dai ciclisti meno esperti e meno che mai dai goivani, se non a prezzo di rischi che francamente non si vede perchè debbano correre...
Eppure il III municipio aveva anche cercato di espandere il bike sharing...
Vedremo di far maggiore luce su questa improvvida decisione.
La cancellazione della pista sulla Nomentana è un delitto, anche perchè la Nomentana ha un sacco di spazio che può essere sfruttato senza dare fastidio a nessuno.
Secondo quanto ci riporta bikediablo c'era il prgetto esecutivo ed il finanziamento, addirittura c'era stata la conferenza dei servizi...
Come si possono prendere decisioni in questo modo?
Tutti i ciclisti si tengono alla larga dalla Nomentana proprio per la sua impercorribilità. i controviali sono infatti molto stretti. Le auto vanno particolarmente veloci, ma in genere non ci passa un'auto e una bicicletta, e quindi si forma dietro le altre biciclette una colonna di auto (non dietro a me che vado forte...). Per non die che se capiti tu dietro l'autobus allora è finita.
Comunque in queste condizioni la Nomentana non è usabile dai ciclisti meno esperti e meno che mai dai goivani, se non a prezzo di rischi che francamente non si vede perchè debbano correre...
Eppure il III municipio aveva anche cercato di espandere il bike sharing...
Vedremo di far maggiore luce su questa improvvida decisione.
domenica 25 gennaio 2009
Corso Trieste… mi rimangio tutto
Venerdì sono ripassato (in bici) per Corso Trieste:
a) Corsia preferenziale non presidiata;
b) Auto e camioncini in sosta sulla stessa;
c) Autobus nell’ingorgo.
Mi rimangio tutto quello che ho detto sulla sorveglianza, etc. ect.
Comunque Vi terrò informati
a) Corsia preferenziale non presidiata;
b) Auto e camioncini in sosta sulla stessa;
c) Autobus nell’ingorgo.
Mi rimangio tutto quello che ho detto sulla sorveglianza, etc. ect.
Comunque Vi terrò informati
venerdì 23 gennaio 2009
Mitico Giannelli... Legge Roma Ciclista?
Tra i vignettisti dei quotidiani non credo che, in questo momento, Giannelli sia secondo a nessuno...
Se non lo avete fatto gustatevi la vignetta di oggi.
Comunque roma ciclista ne aveva già parlato!
Per chi volesse rileggerli segnalo i post:
Se non lo avete fatto gustatevi la vignetta di oggi.
Comunque roma ciclista ne aveva già parlato!
Per chi volesse rileggerli segnalo i post:
Quindici miliardi all’industria automobilistica americana per aumentare gli investimenti…
e
Presto, compriamoci un’altra automobile!martedì 20 gennaio 2009
Lido di Latina e Bufalara
Domenica sono stato a trovare una zia che
si è operata al femore all’ICOT di Latina.
Una volta terminata la visita ne ho approfittato per rinfrescare una gita molto bella, da fare durante la stagione invernale, ovvero la parte di Parco del Circeo che va da Capo Portiere a Sabaudia, sulla duna in riva al mare. Dico invernale perché d’estate, almeno nella stagione dei bagni, la strada è trafficatissima, e non è eccessivamente piacevole.
La giornata era grigia, e ho fatto parte della strada sotto una pioggerella tonificante. Superato Rio Martino, la strada asfaltata si interrompe, e per tre chilometri circa la duna continua, fino a raggiungere nuovamente la strada asfaltata. La visibilità era poca… peccato perché in condizioni normali si vede bene il Monte Circeo.
L’ambiente è quello delle Paludi Pontine. Scartata la gita alla spiaggia con la bici, l’entroterra ha una rete di sentieri, strade sterrate e piste che consentono, in qualche modo di raggiungere Sabaudia e il corpo centrale del Parco del Circeo (il bosco).
Dopo tante piogge il fondo sabbioso era piuttosto compatto, tanto che l’ho affrontato con il biciclettone da strada. Qualche piccola difficoltà nei punti sabbiosi, ma credo che in tempi normale la bici da fuoristrada sia indispensabile.
A causa dell’ora e dei nuvoloni grigi in avvicinamento non mi sono inoltrato per le zone umide, dette la Bufalara. Prometto di farlo in primavera e di riferire.
A proposito: la gita può partire direttamente da Latina, in quanto esiste una bella pista protetta che collega Latina al mare, mi pare 4 o 5 chilometri. Debbo dire che Latina sta cambiando tutti gli incroci in rotatorie europee e sta includendo le piste ciclabili nelle rotatorie stesse.
Dove si dimostra che anche una giunta di destra può far sviluppare la bicicletta.
si è operata al femore all’ICOT di Latina.
Una volta terminata la visita ne ho approfittato per rinfrescare una gita molto bella, da fare durante la stagione invernale, ovvero la parte di Parco del Circeo che va da Capo Portiere a Sabaudia, sulla duna in riva al mare. Dico invernale perché d’estate, almeno nella stagione dei bagni, la strada è trafficatissima, e non è eccessivamente piacevole.
La giornata era grigia, e ho fatto parte della strada sotto una pioggerella tonificante. Superato Rio Martino, la strada asfaltata si interrompe, e per tre chilometri circa la duna continua, fino a raggiungere nuovamente la strada asfaltata. La visibilità era poca… peccato perché in condizioni normali si vede bene il Monte Circeo.
L’ambiente è quello delle Paludi Pontine. Scartata la gita alla spiaggia con la bici, l’entroterra ha una rete di sentieri, strade sterrate e piste che consentono, in qualche modo di raggiungere Sabaudia e il corpo centrale del Parco del Circeo (il bosco).
Dopo tante piogge il fondo sabbioso era piuttosto compatto, tanto che l’ho affrontato con il biciclettone da strada. Qualche piccola difficoltà nei punti sabbiosi, ma credo che in tempi normale la bici da fuoristrada sia indispensabile.
A causa dell’ora e dei nuvoloni grigi in avvicinamento non mi sono inoltrato per le zone umide, dette la Bufalara. Prometto di farlo in primavera e di riferire.
A proposito: la gita può partire direttamente da Latina, in quanto esiste una bella pista protetta che collega Latina al mare, mi pare 4 o 5 chilometri. Debbo dire che Latina sta cambiando tutti gli incroci in rotatorie europee e sta includendo le piste ciclabili nelle rotatorie stesse.
Dove si dimostra che anche una giunta di destra può far sviluppare la bicicletta.
sabato 17 gennaio 2009
Buone notizie da Corso Trieste… Viale Libia’s Story
Sulla riapertura di Viale Libia al traffico privato hanno detto in parecchi... ma troppi, per varie ragioni, hanno fornito se non notizie sbagliate, sicuramente mezze verità. Allora, pur non pretendendo di dare 100% di verità, cerchiamo di portare la conoscenza della storia almeno al 75% di verità.
Innanzitutto quando parliamo di “Viale Libia” intendiamo in genere un asse che va da Piazza Istria a Piazza Gondar, e quindi comprende Corso Trieste (Istria/Annibaliano), Viale Eritrea (Annibaliano/S. Emerenziana) e Viale Libia propriamente detto (S. Emerenziana/Gondar). Vedi mappa allegata.
La storia comincia quando il Comune, costernato di dover limitare il traffico per i dati catastrofici che provengono dalla centralina di Piazza Gondar, decide di trasformare Viale Libia in strada verde. All’epoca Viale Libia era una specie di inferno di auto. E anche le auto erano differenti: benzina al piombo, benzene in quantità, tutto Euro 0 o Euro 1. Ninete marmitte catalitiche.
L’operazione ebbe, secondo me, un buon risultato. Infatti la strada fu sottratta al traffico di attraversamento, malgrado le macchine continuassero circolari e parcheggiare. I mezzi pubblici, gli unici che poterono usarla per attraversamento, ebbero una loro corsia preferenziale, e tutti sembrarono passabilmente soddisfatti.
Certo, si riempirono di traffico le vie circostanti, nelle ore di punta, ma se vogliamo era il periodo nel quale fervè la ripresa del trasporto pubblico. L’unificazione del biglietto tra ATAC e COTRAL (ora non è più così). Il percorso del vecchio 310 fu finalmente esteso da Piazza Istria a Piazza Vescovio, garantendo l’accesso comodo alla metro di Piazza Bologna e dopo un po’ arrivò l’80 express, collegamento veloce con il centro. Era il periodo nel quale a Viale Regina Margherita il tram venne messo su corsia propria e finalmente acquistò una velocità decente… che tutt’ora mantiene.
Ma perché furono tutti passabilmente soddisfatti: perché la corsia di marcia delle auto private fu usata come sosta in seconda fila (contenti i negozianti) e il resto del traffico privato convisse serenamente con i bus senza intralciarli in maniera significativa, se non a Viale Eritrea il pomeriggio (direzione Gondar) e a Corso Trieste la mattina verso Piazza Istria. In particolare la mattina quel tratto di Corso Trieste è veramente sempre ingorgato per l’abitudine di parcheggiare sulla corsia preferenziale. (vedi foto allegata)
L’anno scorso, passate le elezioni vinte dalla destra, Viale Libia (tutto l’asse) viene riaperto al traffico. Le motivazioni non furono chiarissime, ma tant’e’. Comunque non venne abolita la corsia preferenziale che dovrebbe comunque continuare a garantire una marcia tranquilla ai bus.
Malgrado i timori Viale Libia non si è trasformato in un torrente di auto. Il problema, ora come allora, rimane la solita sosta in seconda fila e quella sulla preferenziale a Corso Trieste. Inoltre nel tratto di Viale Libia verso Piazza Gondar, i lavori hanno ristretto la strada ad una corsia secca (vedi foto) e quindi bastano quelle poche auto per ritardare di tanto i mezzi pubblici.
La cosa inspiegabile è per quale motivo l’ATAC non presidi le corsie preferenziale di Corso Trieste, visto che la mattina sono responsabili di considerevoli ritardi (prendete un qualunque autobus per provare, tavolta mi trovo imbarazzato anche con la bici). Negli altri punti, invece, sono le corsie normali ad essere occupate dalla sosta selvaggia, e quindi gli assistenti del traffico poco possono fare.
Però qualcosa si sta muovendo: venerdì mattina ho trovato segnaletica orizzontale nuova e team di assistenti del traffico a presidiare la rinnovata corsia. Miglioramento immediato.
Pertanto, lezioni apprese:
1) Il problema romano, oltre alla scarsità di metropolitane, rimane la sosta in seconda fila, tollerata dalle giunte di ogni colore;
2) un po’ di sorveglianza dei giusti divieti può essere meglio di tanti divieti velleitari;
3) i giornalisti farebbero bene a prendere atto delle situazioni prima di stracciarsi i capelli in prima persona.
Il tutto attendendo la metro B1, che permetterà a chi prende il mezzo pubblico verso il centro un notevole risparmio di tempo.
Innanzitutto quando parliamo di “Viale Libia” intendiamo in genere un asse che va da Piazza Istria a Piazza Gondar, e quindi comprende Corso Trieste (Istria/Annibaliano), Viale Eritrea (Annibaliano/S. Emerenziana) e Viale Libia propriamente detto (S. Emerenziana/Gondar). Vedi mappa allegata.
La storia comincia quando il Comune, costernato di dover limitare il traffico per i dati catastrofici che provengono dalla centralina di Piazza Gondar, decide di trasformare Viale Libia in strada verde. All’epoca Viale Libia era una specie di inferno di auto. E anche le auto erano differenti: benzina al piombo, benzene in quantità, tutto Euro 0 o Euro 1. Ninete marmitte catalitiche.
L’operazione ebbe, secondo me, un buon risultato. Infatti la strada fu sottratta al traffico di attraversamento, malgrado le macchine continuassero circolari e parcheggiare. I mezzi pubblici, gli unici che poterono usarla per attraversamento, ebbero una loro corsia preferenziale, e tutti sembrarono passabilmente soddisfatti.
Certo, si riempirono di traffico le vie circostanti, nelle ore di punta, ma se vogliamo era il periodo nel quale fervè la ripresa del trasporto pubblico. L’unificazione del biglietto tra ATAC e COTRAL (ora non è più così). Il percorso del vecchio 310 fu finalmente esteso da Piazza Istria a Piazza Vescovio, garantendo l’accesso comodo alla metro di Piazza Bologna e dopo un po’ arrivò l’80 express, collegamento veloce con il centro. Era il periodo nel quale a Viale Regina Margherita il tram venne messo su corsia propria e finalmente acquistò una velocità decente… che tutt’ora mantiene.
Ma perché furono tutti passabilmente soddisfatti: perché la corsia di marcia delle auto private fu usata come sosta in seconda fila (contenti i negozianti) e il resto del traffico privato convisse serenamente con i bus senza intralciarli in maniera significativa, se non a Viale Eritrea il pomeriggio (direzione Gondar) e a Corso Trieste la mattina verso Piazza Istria. In particolare la mattina quel tratto di Corso Trieste è veramente sempre ingorgato per l’abitudine di parcheggiare sulla corsia preferenziale. (vedi foto allegata)
L’anno scorso, passate le elezioni vinte dalla destra, Viale Libia (tutto l’asse) viene riaperto al traffico. Le motivazioni non furono chiarissime, ma tant’e’. Comunque non venne abolita la corsia preferenziale che dovrebbe comunque continuare a garantire una marcia tranquilla ai bus.
Malgrado i timori Viale Libia non si è trasformato in un torrente di auto. Il problema, ora come allora, rimane la solita sosta in seconda fila e quella sulla preferenziale a Corso Trieste. Inoltre nel tratto di Viale Libia verso Piazza Gondar, i lavori hanno ristretto la strada ad una corsia secca (vedi foto) e quindi bastano quelle poche auto per ritardare di tanto i mezzi pubblici.
La cosa inspiegabile è per quale motivo l’ATAC non presidi le corsie preferenziale di Corso Trieste, visto che la mattina sono responsabili di considerevoli ritardi (prendete un qualunque autobus per provare, tavolta mi trovo imbarazzato anche con la bici). Negli altri punti, invece, sono le corsie normali ad essere occupate dalla sosta selvaggia, e quindi gli assistenti del traffico poco possono fare.
Però qualcosa si sta muovendo: venerdì mattina ho trovato segnaletica orizzontale nuova e team di assistenti del traffico a presidiare la rinnovata corsia. Miglioramento immediato.
Pertanto, lezioni apprese:
1) Il problema romano, oltre alla scarsità di metropolitane, rimane la sosta in seconda fila, tollerata dalle giunte di ogni colore;
2) un po’ di sorveglianza dei giusti divieti può essere meglio di tanti divieti velleitari;
3) i giornalisti farebbero bene a prendere atto delle situazioni prima di stracciarsi i capelli in prima persona.
Il tutto attendendo la metro B1, che permetterà a chi prende il mezzo pubblico verso il centro un notevole risparmio di tempo.
giovedì 15 gennaio 2009
Pedalando nella pioggia
Ormai ero entrato in una crisi di astinenza e quindi ho preso la bicicletta a dispetto delle previsioni meteo catastrofiche. Quindi ho preso la pioggia e, a metà mattina, mi sono fatto dal quadrifoglio dell’Olimpica a Castro Pretorio sotto l’acqua battente.
Devo dire che ormai l’attrezzatura antipioggia è consolidata: la mantella di Decathlon (il negozietto sul raccordo) e una cuffietta da doccia (di quelle da albergo) messa sul casco per impermeabilizzarlo.
Pedalando sotto la pioggia, se non capita troppo spesso, mi piace. Da sempre mi piace girare sotto la pioggia… Ad esempio le regate che ricordo più volentieri si sono svolte sotto la pioggia.
Due anni fa, mentre aspettavo un carico di mozzarelle di bufala in ritardo, ho fatto due ore di passeggiata nel Parco Nazionale del Circeo, a Sabaudia: una meraviglia, all’imbrunire, e gli alberi erano così belli… e poi sono arrivati anche i cinghiali.
Comunque non mi sono ne’ bagnato ne’ inumidito (più di tanto), a riprova che bagnarsi con la bicicletta non è neanche così facile.
Devo dire che ormai l’attrezzatura antipioggia è consolidata: la mantella di Decathlon (il negozietto sul raccordo) e una cuffietta da doccia (di quelle da albergo) messa sul casco per impermeabilizzarlo.
Pedalando sotto la pioggia, se non capita troppo spesso, mi piace. Da sempre mi piace girare sotto la pioggia… Ad esempio le regate che ricordo più volentieri si sono svolte sotto la pioggia.
Due anni fa, mentre aspettavo un carico di mozzarelle di bufala in ritardo, ho fatto due ore di passeggiata nel Parco Nazionale del Circeo, a Sabaudia: una meraviglia, all’imbrunire, e gli alberi erano così belli… e poi sono arrivati anche i cinghiali.
Comunque non mi sono ne’ bagnato ne’ inumidito (più di tanto), a riprova che bagnarsi con la bicicletta non è neanche così facile.
sabato 10 gennaio 2009
Proteggiamo la testa!
Dalla stampa pre-natalizia:
Milano, 23 dic. - (Adnkronos) - Una 70enne e' ricoverata in coma all'ospedale Niguarda a Milano, dopo essere stata urtata da uno scooter. Il centauro, che si e' dato alla fuga, probabilmente l'ha prima scippata poi l'ha fatta cadere a terra dalla bicicletta su cui viaggiava. L'episodio e' avvenuto pochi minuti dopo le 11 in via Pirelli, non lontano dalla stazione Centrale. La donna, non ancora identificata, e' stata trasportata in codice rosso all'ospedale dopo aver violentemente battuto la testa sull'asfalto.
A corredo di questa agghiacciante notizia vi era una foto terribile, che non ho salvato, dove si vedeva chiaramente l’asfalto con il sangue che colava da dove, evidentemente, c’era stato il colpo della testa sull’asfalto.
Io continuo a vedere un numero elevato di ciclisti che girano senza casco. Le ragioni di questa decisione, a sentire gli interessati, possono essere divise in tre gruppi:
a) liberisti: andare in bicicletta è un fatto di libertà, semi metto il casco non sono più libero;
b) scicchettoni: il casco da bicicletta è ridicolo (moderno, etc.) e comunque mi scombina l’immagine da ciclista del secolo scorso;
c) motociclisti: a che serve? Si va talmente piano, è ridicolo il solo pensiero.
Di queste ragioni l’unica che condivido (ma non al punto di non indossare il casco) è quella relativa alla forma avveniristica, Forse caschi meno aerodinamici (per gente che viaggia tra i 15 e i 20 km/h) e di colori autunnali (terra di siena, giallo foglia di castagno, rosso vite americana) potrebbero trovare un loro mercato. Per esempio i caschi usati dagli acrobati hanno una forma meno… imbarazzante.
Milano, 23 dic. - (Adnkronos) - Una 70enne e' ricoverata in coma all'ospedale Niguarda a Milano, dopo essere stata urtata da uno scooter. Il centauro, che si e' dato alla fuga, probabilmente l'ha prima scippata poi l'ha fatta cadere a terra dalla bicicletta su cui viaggiava. L'episodio e' avvenuto pochi minuti dopo le 11 in via Pirelli, non lontano dalla stazione Centrale. La donna, non ancora identificata, e' stata trasportata in codice rosso all'ospedale dopo aver violentemente battuto la testa sull'asfalto.
A corredo di questa agghiacciante notizia vi era una foto terribile, che non ho salvato, dove si vedeva chiaramente l’asfalto con il sangue che colava da dove, evidentemente, c’era stato il colpo della testa sull’asfalto.
Io continuo a vedere un numero elevato di ciclisti che girano senza casco. Le ragioni di questa decisione, a sentire gli interessati, possono essere divise in tre gruppi:
a) liberisti: andare in bicicletta è un fatto di libertà, semi metto il casco non sono più libero;
b) scicchettoni: il casco da bicicletta è ridicolo (moderno, etc.) e comunque mi scombina l’immagine da ciclista del secolo scorso;
c) motociclisti: a che serve? Si va talmente piano, è ridicolo il solo pensiero.
Di queste ragioni l’unica che condivido (ma non al punto di non indossare il casco) è quella relativa alla forma avveniristica, Forse caschi meno aerodinamici (per gente che viaggia tra i 15 e i 20 km/h) e di colori autunnali (terra di siena, giallo foglia di castagno, rosso vite americana) potrebbero trovare un loro mercato. Per esempio i caschi usati dagli acrobati hanno una forma meno… imbarazzante.
Occorre ancora una volta sottolineare l’importanza di portare sempre il casco in bicicletta. Senza casco anche una banale caduta può trasformarsi in un incidente molto serio.
giovedì 8 gennaio 2009
Cicloregali
Un’occhiata ai regali ricevuti per le feste. Regali fatti con il cuore, quindi prego i puristi dell’equipaggiamento di non storcere il naso!
Tra le altre cose adoro provare accessori, e mi piacerebbe dedicare una rubrica fissa per questo.
Contachilometri senza fili! Mai avuto uno!
Guanti invernali, invece di quelli di cinghiale per uso civile. Cavigliere per pantaloni. Eccezionali, quello che ho sempre desiderato. Meglio delle mollette (che ritengo responsabili della distruzioni di due paia di pantaloni) e delle strep che scivolano. Catarifrangenti, fanno sempre comodo!
Soprasella ammortizzante per salvaguardare i gioielli di famiglia. L’ho provato su di un percorso leggero e ne sono soddisfatto. Vediamo su di un percorso lungo e impegnativo… Cmq dovrebbe eliminare le vibrazioni ad alta frequenza.
Lampada frontale per emergenza. Eccezionale, leggerissima. 4 led, uno rosso e tre bianchi. Lampeggio di entrambi i led, luce fissa rossa, luce fissa bianca con due intensità. Oltre all’elastico frontale ha la molletta per essere attaccato a vestiti, etc. Da portarsi sempre in giro quando si va per boschi, specie l’inverno.
Tra le altre cose adoro provare accessori, e mi piacerebbe dedicare una rubrica fissa per questo.
lunedì 5 gennaio 2009
Da Via Taranto alla Colombo
Una lettrice mi chiede un parere sulla strada migliore per andare da Via Taranto all’inizio della Colombo “senza farmi arrotare”.
Premetto che non conosco la zona palmo palmo in quanto i miei normali itinerari ciclistici la sfiorano appena. Però negli ultimi tempi l’ho percorsa spesso in auto, e quindi mi sento di poter essere utile. Ho utilizzato mappe e immagini di Google Map…
Spero di essere stato utile, ed eventualmente stimolare ulteriori suggerimenti.
Partiamo da Piazza Casalmaggiore. Mi dirigerei su Piazza Re di Roma e quindi su Piazza Muscolo. Il traffico è notevole, ma è denso e lento, non va più veloce della bici, e non mi stupirei che il ciclista fosse spesso costretto a fermarsi.
Da Piazza Tuscolo si hanno due alternative:
- Itinerario rosso: buttarsi su Via Britannia, Via Acaia e Via Cilicia. Fino a Via Latina la strada è stretta e le auto non vanno veloci. Dopo la confluenza con Via Latina, si può utilizzare il marciapiedi di Via Cilicia, che sbuca direttamente sulla pista della Colombo. La foto di street view non a caso immortala un ciclista che usa il marciapiedi in questione;
- Itinerario blu: traversare Piazza Tuscolo e imboccare Via Recina, Via Lusitania e dirigere su Via delle Mura Latine. Anche lì si può utilizzare il bel marciapiedi che corre vicino alle mura (dall’altro lato, visto che una bella sezione è crollata, per non esporsi al rischio delle auto che viaggiano piuttosto veloci su quella strada.
Ovviamente potrebbero esistere vie tatticamente migliori, ma questo la nostra lettrice, lo deve verificare proprio alle ore nelle quali deve viaggiare, e badare a rispettare eventuali sensi unici...
Da Piazza Tuscolo si hanno due alternative:
- Itinerario rosso: buttarsi su Via Britannia, Via Acaia e Via Cilicia. Fino a Via Latina la strada è stretta e le auto non vanno veloci. Dopo la confluenza con Via Latina, si può utilizzare il marciapiedi di Via Cilicia, che sbuca direttamente sulla pista della Colombo. La foto di street view non a caso immortala un ciclista che usa il marciapiedi in questione;
- Itinerario blu: traversare Piazza Tuscolo e imboccare Via Recina, Via Lusitania e dirigere su Via delle Mura Latine. Anche lì si può utilizzare il bel marciapiedi che corre vicino alle mura (dall’altro lato, visto che una bella sezione è crollata, per non esporsi al rischio delle auto che viaggiano piuttosto veloci su quella strada.
Ovviamente potrebbero esistere vie tatticamente migliori, ma questo la nostra lettrice, lo deve verificare proprio alle ore nelle quali deve viaggiare, e badare a rispettare eventuali sensi unici...
Spero di essere stato utile, ed eventualmente stimolare ulteriori suggerimenti.
giovedì 1 gennaio 2009
Buoni propositi per il 2009
Per il 2009 abbiamo appena lasciato i blocchi di partenza. A Roma con una bella pioggerella che mi ha consigliato di poltrire a casa… Ottime letture, cibo abbondante e nutriente, riposo. Un paio di attacchi di panico al fuggevole pensiero che abbiamo iniziato un altro anno tra poco bisogna ricominciare tutto da capo.
Una buona notizia: le giornate hanno ricominciato ad allungarsi. Tra un pochino, magari dopo la Befana, cominceremo a rendercene conto sul piano strettamente pratico.
Per quanto riguarda la bicicletta che vogliamo fare? E’ l’ora dei buoni propositi.
Dal punto di vista personale credo che i buoni propositi siano:
- Utilizzare la bicicletta ogni volta che è possibile;
- Utilizzare il mezzo pubblico come seconda alternativa;
- L’auto come mezzo residuale.
Ma il vero problema rimane quello dei programmi del Campidoglio. Senza quelli, l’ulteriore diffusione della bicicletta rimane molto aleatoria, anche se la crisi economica è una forte spinta a razionalizzare le proprie spese.
Sappiamo bene che il Comune non ha ancora una propria opinione in materia. Forse perché ancora non ci ha pensato, ma forse perché ha già deciso di non volere impiegare energie, materiali e intellettuali, in questa attività. Spero non per pregiudizio politico e ideologico.
Cosa fare allora? Sicuramente bussare alle porte del Comune e dei Municipi, chiedere educatamente, ma chiedere. E possibilmente coinvolgere nelle richieste una platea bipartisan, tanto per non far sembrare l’uso della bicicletta una specie di protesta contro il Sindaco.
Inoltre occorre usare tanto la bici. Più ci facciamo vedere, più la gente si accorgerà di noi. Di fronte ad un numero notevole di ciclisti gli automobilisti sono i primi a volere le piste ciclabili.
L’unico fatto è che a mio parere gli eventi tipo “Critical Mass” non hanno un impatto positivo sull’opinione pubblica, anzi fanno vedere i ciclisti come una minoranza emarginata e arrabbiata.
Sarei più per eventi morbidi, del tipo vediamoci a Piazza del Popolo il sabato pomeriggio e facciamoci qualche giretto al centro. Se oltre a me vengono i 5 coraggiosi che hanno votato al sondaggio, siamo quasi una folla
Una buona notizia: le giornate hanno ricominciato ad allungarsi. Tra un pochino, magari dopo la Befana, cominceremo a rendercene conto sul piano strettamente pratico.
Per quanto riguarda la bicicletta che vogliamo fare? E’ l’ora dei buoni propositi.
Dal punto di vista personale credo che i buoni propositi siano:
- Utilizzare la bicicletta ogni volta che è possibile;
- Utilizzare il mezzo pubblico come seconda alternativa;
- L’auto come mezzo residuale.
Ma il vero problema rimane quello dei programmi del Campidoglio. Senza quelli, l’ulteriore diffusione della bicicletta rimane molto aleatoria, anche se la crisi economica è una forte spinta a razionalizzare le proprie spese.
Sappiamo bene che il Comune non ha ancora una propria opinione in materia. Forse perché ancora non ci ha pensato, ma forse perché ha già deciso di non volere impiegare energie, materiali e intellettuali, in questa attività. Spero non per pregiudizio politico e ideologico.
Cosa fare allora? Sicuramente bussare alle porte del Comune e dei Municipi, chiedere educatamente, ma chiedere. E possibilmente coinvolgere nelle richieste una platea bipartisan, tanto per non far sembrare l’uso della bicicletta una specie di protesta contro il Sindaco.
Inoltre occorre usare tanto la bici. Più ci facciamo vedere, più la gente si accorgerà di noi. Di fronte ad un numero notevole di ciclisti gli automobilisti sono i primi a volere le piste ciclabili.
L’unico fatto è che a mio parere gli eventi tipo “Critical Mass” non hanno un impatto positivo sull’opinione pubblica, anzi fanno vedere i ciclisti come una minoranza emarginata e arrabbiata.
Sarei più per eventi morbidi, del tipo vediamoci a Piazza del Popolo il sabato pomeriggio e facciamoci qualche giretto al centro. Se oltre a me vengono i 5 coraggiosi che hanno votato al sondaggio, siamo quasi una folla