sabato 25 aprile 2020

Con la mascherina alla garibaldina

Ormai il periodo eroico del lockdown totale è arrivato agli sgoccioli. Lo si sente in giro. 

Sta per ricominciare il primo passo verso la vita "normale" (anche perchè senno' tra un po' andiamo falliti) e chi può deve ritornare al lavoro  (io sto lavorando tantissimo, come diceva un mio collega, in aviazione l'unica cosa che si è fermata sono gli aeroplani...)

Come che sia, ieri ho fatto la mia terza uscita dall'inizio del lockdown e ho visto le strade piene di gente. 

E mi sono preoccupato per la fase 2.

Infatti la fase 2 presenta rischi non da poco, che diventano accettabili e non sfoceranno in un'altra pandemia solo se sapremo comportarci in maniera responsabile quasi tutti.

Insomma, in strada ho visto che la gente non solo non ha più paura, ma troppi vanno in giro con l'aria di "ve l'avevamo detto che era una cazzata finalmente basta", in particolare esibendo la mascherina alla garibaldina... ovvero indossata senza coprire il naso e/o anche la bocca. 

Insomma, come quelli che mettono il casco ma non l'allacciano per far vedere che sono sprezzanti di qualunque pericolo. Solo che in caso di incidente al massimo si fa male la testaccia loro, mentre qui è profondamente diverso.

Dopo quasi 20 minuti di prudente fila all'esterno,  entro nel ferramenta (ecco un negozio che dovrebbe rimanere chiuso ab aeternum) e ti trovo i due padroni (io dovevo solo prendere una cosetta alla cassa), uno con la mascherina a mezz'asta, che praticamente sta abbracciato ad un cliente che la maschera proprio non ce l'ha, e l'altro proprio senza... andiamo bene.

Purtroppo la fase due, a meno che non abbia ragione chi dice che il ciclo del virus è di 70 giorni e basta (ma con quali evidenze?), funzionerà solo se tutti, o almeno la stragrande maggioranza, avrà senso di responsabilità e saprà distinguere tra comportamenti corretti e comportamenti pericolosi,

Invece già abbiamo segnali che passato l'isterismo dell'inseguimento dei runner solitari sulle spiagge, siamo già ritornati alla "famo come cazzo ce pare tanto nun conta un" che da troppo tempo è il motto di questa città. Anzi la sensazione dche una certa classe di persone, particolarmente prive di qualunque senso civico, voglia proprio rifarsi del tempo perduto (a cominciare dagli automobilisti, ma questa è un'altra storia).

Ora prendiamo anche le forze dell'ordine, tanto solerti nel perseguire i violatori del blocco di questi giorni, magari andando anche un bel po' al di là di quello che era scritto nei dpcm... sapranno entrare in un negozio del genere e chiuderlo per 15 giorni per mancato rispetto delle misure di sicurezza? Dico non un bangladino appena aperto, ma un negozio che fa parte del tessuto del quartiere? 

Ci sarà un pronto intervento, un numero di telefono, dove denunciare queste situazioni? In modo da evitare che uno stronzo come quello, magari da positivo asintomatico (perchè... muore la gente piena di guai ma quel tipo di gente non crepa mai) ti infetta un altro bel po' di persone? Ci saranno anche gli "urlatori dalla finestra" anche per queste situazioni? Sapremo fermare gli incivili o finirà come col divieto di sosta? 

Mah... un mio caro amico fuggito da Roma perchè immunodepresso era molto pessimista: "In Italia non sappiamo gestire le mezze misure".  Dopodichè scherzando: "Mi ha chiamato l'immunologa... lei si muove con i mezzi pubblici e mi ha detto che nei giorni di pioggia erano vuoti, in quelli di sole pieni"... e quindi significa che anche adesso la gente non si sposta perchè deve, ma perchè gli va. Continua ad andare a spasso.

E' vero, siamo proprio come bambini.

Viva la fase due.

domenica 19 aprile 2020

Come "prima"? Meglio di "prima"? (Con PCF, Pippone Ciclistico Finale)

L'ultima volta che ho preso la bici prima del lock down è stato il 10 marzo scorso, tornando dal lavoro. 

Oddio, era chiaro che le cose stessero muovendosi in quel senso, ma ci era giunta la notizia, inaspettata, di un collega in un'altra organizzazione ricoverato positivo, e di uno dei nostri positivo asintomatico con il quale avevamo avuto una lunga riunione e poi eravamo andati a pranzo insieme.

Tornando quella sera a casa mi aspettavano 14 giorni di quarantena volontaria e, da quel momento, e a parte per un breve giretto in peghevole nel giardino, non ho più preso la bici. 

Dopodichè è arrivata la devastazione che ha praticamente azzerato il mio settore (l'aviazione civile) insieme a tanti altri. Per me il lavoro è continuato, anche in modo abbastanza serrato, e di certo noia non l'ho sentita più di tanto. Però come tutti mi chiedo che mondo ci restituirà questa crisi.

Vedo anche molti che si agitano pensando che addirittura si possa pensare ad un mondo migliore nel dopo-Corona... e quindi, con la solita esposizione ordinata cui vi ho abituati, mettiamo qualche idea in fila. 

D'altra parte se già sentite di non capirci un cazzo Roma Ciclista è sempre pronta ad aiutarvi a fare un passo in avanti..


IL "PRIMA" C'E' STATO... CI SARA' ANCHE UN "DOPO"?
Intanto dovremmo essere sicuri che un dopo ci sia. Il virus rallenta ma sembra un po' come il proverbiale limone della diarrea. La ferma... ma se lo togli ricomincia! 

Non è chiaro se sviluppiamo immunità di sorta e per quanto riguarda il vaccino segnalo che per l'AIDS ancora non è stato trovato. 

Questo non è fare il pessimista, per carità, è solo un pò di sano realismo.


SAREMO PIU' BUONI?
Anche su questo mi sento realista, infatti mi pare che i cattivi comportamenti nazionali siamo rimasti tutti lì. 

L'arena politica non ci ha offerto spettacoli particolarmente edificanti. L'opposizone è rimasta distruttiva (tanto peggio tanto meglio) e la gestione non ha sorpreso tutti per la brillantezza e lìaderenza aid ati scientifici. 

Sempre popolo di avvocati e prefetti rimaniamo... più altre sottocategorie inventate nell'emergenza


I "SO' TORNATI GLI ANIMALI"
Se non ci vedono tornano, non c'e' da stupirsi. E' molto buffo, davvero. Però tranquilli, sulla terra rimaniamo ancora 7 mld, quindi ben oltre il limite ecologicamente sostenibile. Se non ritorniamo intorno ai 3 mld (e il COVID avrebbe potuto dare una mano ma pare di no) non c'e' un vero orizzonte ecologico, gli animali non ci possono stare.

I MENEFREGHISTI (versione COVID dell'antivax)
I menefreghisti sono una categoria molto estesa. 

Per loro è tutta una buffonata e ci tengono a fartelo vedere. Evabbè, calcoliamo che questo è il paese del movimento antivax, ridotto finalmente al ridicolo dalla comparsa di questo nuovo flagello. 

Sarebbe stata bella qualche legnata da parte delle forze dell'ordine, ma il tasso di menefreghismo è così alto anche perchè non riusciamo ad essere abbastanza raffinati. Come prima che nessuno se la sentiva di prendere i no-vax a calci nel didietro e se non era per Burioni avrebbero messo le tende al Ministero della Salute.


I "COVIDELATORI"
Più preoccupanti sono i "covidelatori". 

Nella particolare accezione che questo termine ha da noi, il delatore è uno che non si fa i cazzi suoi, a prescindere. 
Il concetto di danno comune, ovvero che se uno viola le leggi danneggia tutti gli altri, da noi non ha mai fatto presa. Stato e leggi sono quelle dell'occupante, non le nostre. Per cui anche chi non paga le tasse, parcheggia in divieto di sosta,  non differenzia la monnezza, si costruisce la casa abusiva (magari quella delle vacanze) non è uno stronzo, ma un furbo di successo. Tanti guai da noi ci sono perchè non abbiamo abbastanza senso civico da essere delatori.

Il covidelatore invece riferisce all'autorità giudiziaria lo svolgimento di un'attività  permessa da tutti i dpcm fino ad adesso. Non si tratta quindi di una manifestazione di senso civico ma di invidia sociale. Per fortuna.

I FRANCESCANI (attenti ai gilet gialli)
I Francescani sono quelli che invece pensano che, visto che abbiamo tenuto le auto ferme questo mese, potremo continuare a farlo all'infinito e buttarci alle spalle i tempi del rumore, dell'aria inquinata e degli incidenti stradali. Ci siamo redenti.

Purtroppo in questi ultimi anni sono stati riportati alla ribalta dal papa Francesco, che è un altro chiodo sulla bara di questo paese. 

Il francescanesimo è uno dei veri guai della società italiana, in quanto a causa dell'approccio irrealistico/messianico alla risoluzione dei problemi, infervora gli animi ed ottiene esattamente nulla, lasciandoci nelle condizioni peggiori. Un'altra, e forse più pericolosa, fuga dalla realtà. 

A me personalmente piace molto l'assenza di traffico e di rumore cittadino. Adoro l'aria pulita (che pero' si otterrebbe anche utilizzando macchine elettriche) però sono consapevole che se tagliamo improvvisamente le auto dobbiamo trovare un lavoro non tanto a quelli che le costruiscono, ma a tutti quelli che ci lavorano, a cominciare dai benzinai.

Quindi, a meno che non vogliamo una catastrofe economica a breve termine, dobbiamo sperare che la gente riprenda a spendere prima e più possibile.In Italia ciò significa  inquinare e fare rumore a massimo. Solo in una seconda fase possiamo pensare di capitalizzare l'esperienza fatta e vedere se possiamo riposizionarci in maniera più "ecologica".

Ricordiamoci che in Francia una sterzata ecologica non ben studiata ha provocato la rivolta dei gilet gialli, ovvero di tutte quelle persone il cui mestiere è ancora legato all'inquinamento e al rumore.

LA BICICLETTA NEL "DOPO" (finalmente il pcf)
Visto lo spaghetto che ci siamo presi difficilmente ricomincieremo ad affollare i bus e le metro come prima. Anche perchè la capienza già insufficiente prima della crisi, sarà ulteriormente ridotta (Ammesso, per esempio, che ATAC non fallisca)  Quindi vi sarà un'esplosione di mezzi individuali nella fase della riapertura.

Se è vero che molti di noi rimarranno almeno parzialmente in smartworking, se non si ricomincia a spendere e a girare rapidamente la crisi economica diverrà catastrofe con effetti permanenti. Quindi, abbonando maggio, giugno e luglio ci vedranno tornare a riempire le strade, e ahime' le spiagge, alla grande.

Ora l'automobile non è realistica come mezzo individuale di massa perchè occupa troppo spazio. Quindi si dovrà necessariamente andare sui due ruote. Gli scooter a loro volta non sono così piccoli, e hanno problemi clamorosi di parcheggio, ovvero occupano una marea di spazio.

Ritornano quindi protentemente alla ribalta biciclette e, udite udite, monopattini.

Ora sulle bici abbiamo detto e ridetto. Purtroppo a Roma manca l'infrastruttura per il suo uso di massa, ed in particolare i parcheggi sicuri. Infatti l'uso massiccio della bici -come sanno i popoli del nord- crea problemi di parcheggio molto simili a quelli delle auto. 

Inoltre occorrerà stare attenti a che le bande di borseggiatori, ormai alla fame, non swiccino al furto di biciclette, e al tempo stesso non si crei un mercato del ricettato utilizzando i vari social. Roma Ciclista è sempre stata per la pena di morte per i ladri di biciclette e questo è risaputo.

I monopattini potrebbero invece rivestire un ruolo inaspettatamente forte, in quanto sono molto più parking-friendly. Anzi, hanno il grande vantaggio di poter essere portati e tenuti a casa senza grande difficoltà, a parte il pericolo d'incendio connesso con la fase di ricarica.

Ecco, in questo la fase due potrà essere un bel testbed per vedere se effettivamente possiamo passare ad una mobilità più matura. 

Però ancora una volta, i nemici dell'auto devono stare tranquilli. Prima occorre creare alternative e solo poi si puo' cominciare a ridurne o limitarne l'uso.

domenica 12 aprile 2020

E' nato un misantropo

Ormai è più di un mese che sono pressocchè chiuso in casa.

Soprattutto le prime due settimane sono state quasi ermetiche per il fatto che ero stato a contatto con un caso positivo.

Per fortuna sono un recluso di lusso, con uno spazio esterno e ampia vista sul verde e qualche scampolo della primavera. Non è che non vorrei uscire, ma non sto diventando matto come in un qualunque altro weekend... perchè mi domando?

Beh... l'aria della città è cambiata.

Erano ormai diversi anni che avevo capito che il bisogno di uscire dalla città era guidato prevalentemente dal bisogno di respirare aria pulita.

Aria senza l'aprezza degli scarichi dei motori. Nei periodi normali l'unico modo per respirare quest'aria è passare tempo in aree verdi, distanti dalle strade. Da almeno tre settimane la qualità dell'aria, almeno all'ofatto, è cambiata enormemente. Certo non è aria selvaggia di bosco, non profuma di mare o di lago, ma non c'e' paragone con prima. Respiro a fondo e i polmoni tutto ok anche in città.

Adesso c'e' silenzio

Il rombare dei motori è scoparso. Si dorme bene, si lavora bene, si possono tenere le finestre aperte senza che dentro casa si riversi il ruggire della città. Non tanto il sordo rumore di fondo, che pure quello è brutto, ma le punte generate da tutti quelli che in qualche modo tirano i motori, accelerano, accendono i generatori. Purtroppo -me ne rendo conto- anche quelli che semplicemente lavorano nei cantieri e che invece spero rientrino presto in attività.

L'altro elemento che mi ha misantropizzato è che le gite nei weekend purtroppo non sono gratis, come non lo sono le vacanze di agosto. Infatti per uscire da Roma ci sono tre vie, i pedali, il treno e la macchina.

I pedali offrono a loro volta solo tre vie principali, Appia, Francigena e Regina Ciclarum (e Pasolini). Per carità tutte belle ma non le puoi farle tutte le domeniche. Il treno va molto meglio, specialmente la mattina quando non c'e' nessuno, ma è troppo limitato per destinazioni e orari.

Alla fine il mezzo più flessibile è l'auto, che ha peraltro il non secondario pregio di evitarmi la depressione delle stazioni ferroviarie la domenica pomeriggio.Però in auto, oltre alla schiavitù della guida, paghi al traffico un prezzo molto alto, che alla fine si rimangia tutto o quasi la bellezza dell'uscita. Addirittura oggi, in piena Pasquarantena, sono rimasto allibito nel vedere gli ingorghi sul Raccordo e sulla Pontina.

E' ovvio che tempo una o due settimane tutto dovrà ricominciare, almeno in qualche modo. Spero che non ricomincino tante brutte abitudini, a cominciare dalle passeggiate in auto.

Spero proprio che chi non avrà niente da fare lo faccia a piedi o in bicicletta.