domenica 24 dicembre 2023

Checcefrega der ponte ciclopedonale fate la pista su Ponte delle Valli

Su Roma Today è apparsa la notizia che nel bilancio comunale è ricomparso il finanziamento del ponte ciclopedonale che dovrebbe collegare la zona di Sacco Pastore a Conca d'Oro. 

Non ho capito come e dove, nel senso che Conca d'Oro è a Ovest del Ponte delle Valli, sacco pastore è a Est del ponte delle Valli e non sono riuscito (sicuramente colpa mia) a trovare una mappa che illustri la posizione di questo futuro gioiello...

Futuro una minchia diranno i più informati, perchè lo stesso rendering era già stato presentato un po' di anni fa, anche allora molto discusso, finanziato, sfinanziato e mai realizzato. Bellissimo, forse, ma il punto non è questo.

Il punto è che l'Aniene è passato in vari punti, la Via Nomentana lo passa a Ponte Nomentano e a Ponte Tazio, poi c'e' il Grande Viadotto delle Valli e infine Ponte Salario dove passa Via Salaria.

Infatti mentre si continua a favoleggiare di questa passerella ciclopedonale, che avrà solo respiro locale, nessuno ha pensato a fare una bella pista ciclabile su Ponte delle valli, cosa che si farebbe con due lire e darebbe uno sfogo alle piste di Viale Jonio. Altrettanto si potrebbe fare su Ponte Salario (magari con un piccolo sbalzo) e nemmeno una minchiosissima striscia ciclabile sui due lati di Ponte Tazio.

Insomma, la ciclabilizzazione di Roma non è un processo razionale, ma un tram sul quale associazioni varie e comitati di quartiere, fanno salire una serie di animali chimerici, dalla pedonalizzazione dei fori, al GRAB, adesso questo ponte che serve solo a quelli di Sacco-Pastore.

Il risultato finale è che nessuno di questi animali chimerici si realizza e i veri ciclomobilisti, quelli che usano biciclette e monopattini tutti i giorni,  vengono lasciati in mezzo alle auto.

domenica 12 novembre 2023

Viaggio Allucinante sulle bikelane(s)

Oggi ho percorso avanti  e indietro una cifra di bikelane(s) e sono rimasto molto contrariato da quantità e qualità degli intoppi trovati.

Le due immagini che riporto sono solo le più plateali, mentre le più numerose sono le invasioni parziali, nelle quali la macchina pur non ostruendo tutta la bikelane, ne occupa abbastanza da costringerti a rallentare.

Chissà come mai è così difficile dispacciare qualche vigile a proteggere le bikelane da chi le considera il proprio parcheggio.

lunedì 23 ottobre 2023

W le Marathon

La scorsa primavera, dopo una serie veramente orribile di forature, ho montato sulla ruota posteriore della citybike un copertone Schwalbe Marathon nella speranza di dare uno stop a questo brutto trend che mi aveva dato non pochi fastidi nell'uso della bici.

Da allora in effetti non avevo avuto più noie fino a ieri pomeriggio, quando tornando da una puntata al pponte di mezzocammino, ho cominciato a sentire i segni inequivocabili di una perdita graduale di pressione.

Ho fatto una sosta rifocillatrice e ho rigonfiato la gomma all'altezza di Ponte Marconi. Debbo dire che ho rigonfiato senza troppe speranze, convinto che di lì a poco avrei dovuto fermarmi in qualche posto simpatico della pista del Tevere per cambiare la camera d'aria.

Malgrado il mio scetticismo la pressione, se pure non ai massimi, ha tenuto fino al mio arrivo a Piazza Vescovio... anzi, ero pure incerto sulla relae necessità di sostituire la camera d'aria, ma poi ho vinto la pigrizia e sono andato a vere cosa aveva fortao la corazzatura del copertone.

Smontata la ruota ho subito cercato il copertone... cercando bene ho visto una discontinuità e con l'aiuto di un attache ho estratto dalla copertura una mega scheggia di vetro, di circa 5 mm di lunghezza, che potete vedere in foto.

La camera d'aria era stata toccata in più punti, ma in maniera molto leggera. L'ho riparata con una toppa autoincollante e l'ho rimontata. Tutto a posto e molto rapido.

Mi dispiace dover girare con copertoni corazzati, ma finchè a Roma abbiamo a terra pezzi di vetro di quella dimensione le alternative sono decisamente poche. 

Rimane da stigmatizzare la presenza di schegge di quelle dimensioni, che purtroppo continuano, specilamente nelle vicinanze delle campane per il riciclo del vetro, troppo comuni. 

lunedì 2 ottobre 2023

Stavolta ho ragione io!

La strada dove abito è a senso unico e ha tante curve che  "sembra disegnata da un gatto che scappa"...

Sta di fatto che in carenza di SUEB sono spesso "costretto" (nel senso che non farlo mi costringerebbe ad un allungamento e a  un dislivello intollerabili per una bicicletta). and andare contromano, anche perchè il marciapiedi buono per la bici è occupato da auto parcheggiate in sosta vietata. Con molta attenzione comunque ci si riesce 

Ad agosto succede il "miracolo". 

Uno dei fortunali che ha investito Roma ha fatto crollare un bel po' di ramoni dal cedro che sorge a metà strada. 

Inoltre un solerte magistrato ha deciso di aprire un'inchiesta sulla manutenzione del verde nella capitale e ha fatto sequestrare tutta l'area intorno al cedro dividendo la strada a senso unico in due metà a senso unico alternato, riservate ai residenti. Potete vedere dal cartello.

Quindi finalmente ho potuto imboccare la strada come pareva a me... non solo, ma quello che prima era senso vietato adesso ha la precedenza, quindi certi cazziatoni agli automobilisti che non si mettevano da parte...

Senonchè tutto ha una fine e i lavori sono iniziati. Discorrendo con un vigile urbano gli ho fatto presente che purtroppo per me finiva la pacchia...

Al che lui mi ha tenuto un pistolotto sulla necessità di osservare il CdS etc. etc. etc.

Io ovviamente gli ho risposto dicendo che aveva ragione, ma che noi siamo l'unico paese civle dove ancora non c'e' il Senso Unico Eccetto Biciclette, AKA SUEB.

Lui ha avito il coraggio di dire che all'estero non l'ha mai visto. Per esempio a Parigi non gli risulta (allego screenshot di parigi, Rue de Laplace da Google Earth).

Insomma, se questi sono quelli che ci dovrebbero proteggere dalle automobili... francamente si sarebbe meritato il premio "nemico del ciclista" dell'anno...

martedì 19 settembre 2023

Il sindaco di Roma e la guerra alle mosche... oops, alla doppia fila

Se mi ricordo bene, la fine di Kaputt o La Pelle di Curzio Malaparte riprende una delle  barzellette del ventennio... ovvero una delle tante battaglie del regime, quella contro le mosche... il protagonista chiede come sia andata, e gli rispondo che e' stata persa e hanno vinto le mosche.

Ora ho sentito che il Sindaco sta cercando di fare qualcosa per la sicurezza del traffico. La cronaca riporta che tra le varie iniziative intende fare una guerra senza quartiere alla sosta in seconda fila. Il proposito è condivisibile e giustissimo ma, viste  premesse e le esperienze, se non si sta accorti la guerra finisce per vincerla ancora una volta la seconda fila.

A Roma la sosta in seconda fila non è una semplice infrazione, ma un modo di organizzare vita e trasporti. Oltretutto da un po' di tempo la sosta in seconda fila è diventata una specie di status symbol, ovvero: io sono meglio di voi perchè non perdo tempo a trovare un posteggio. Un patente caso di marchesogrillismo.

 Nel pianificare la guerra occorre tenere conto di tre aspetti molto concreti: 

1) considerata la vastità del fenomeno, la necessità di reperire le forze per reprimerlo in maniera tanto estesa e continuativa da cambiare il comportamento delle persone. In particolare la pressione va esercitata almeno fino al momento nel quale si comincino a vedere gli aspetti positivi;

2)  la profonda impopolarità causata da  un'azione decisa, che potrebbe avere riflessi catastrofici su di un Sindaco la cui popolarità diciamo che non sia molto elevata e che non riesce a migliorare nettezza urbana e trasporti;

3) la necessità di dare una risposta a quella domanda di spostamento cui la sosta in seconda fila fornisce sfogo.

 Bene, rispetto ai tre punti direi che:

1) la prima cosa è conquistarsi la fiducia dei vigili urbani, perchè vista l'intensità dell'impegno necessario per ottenere risultati. Oltretutto saranno loro la prima fila degli improperi. A questo va unita una strategia intelligente, partendo da piccoli obiettivi possibili per poi allargare l'azione. Tutto e subito in realtà porta a niente.

E' chiaro che gran parte della sorveglianza deve essere fatta con mezzi elettronici (tipo la macchina da presa sulle auto della polizia locale), ma l'intervento intelligente volto a punire i superfurbi rimane necessario.

2) L'impopolarità iniziale sarà massima, sicuramente facendo leva sullo scarsissimo palmares delle altre iniziative prese dal Sindaco... in questo caso l'obiettivo è ambiziosissimo, ma anche terribilmente vasto e complesso, soprattutto perchè andrà a pestare i piedi a categorie storicamente molto potenti quali i negozianti. 

Si spera che il sindaco faccia leva sui beneficiari di questi provvedimenti, soprattutto utenti del mezzo pubblico, ma anche tassisti e loro utenti, che però dovrebbero essere incoraggiati a sostenerlo a viso aperto;

3) Oltre al bastone occorre dare la carota. Riabituare la gente a prendere il mezzo pubblico dopo il "liberi tutti" del COVID  non sarà facile a meno che non si registrino consistenti aumenti dell'efficienza del TPL. Sappiamo che treni emetro sono pieni di utenti. Per quanto riguarda il trasporto di superficie se l'ATAC invece di sfruttare lo spazio lasciato libero migliorando il servizio, sceglie il contenimento dei costi lasciando inalterati i tempi "gate-to-gate" (ad esempio diminuendo le frequenze in funzione della riduzione dei tempi di percorrenza) c'e' poca speranza di guadagnare alcun consenso. Inoltre se il servizio pur veloce rimarrà inaffidabile, saltando corse, scioperi, etc., allora l'operazione getterà altro discredito sul sindaco. 

Inoltre si deve assolutamente evitare che l'aumento della frequentazione dei bus si trasformi in un bonus per la microcriminalità. Una volta per tutte chi viene preso a delinquere su un mezzo pubblico deve finire ai lavori ecoutili (tipo costruzione o manutenzione di piste ciclabili).

Per questo sarei più favorevole ad azioni graduali e mirate, volte a risolvere prioritariamente i principali nodi del trasporto pubblico di superficie e l'occupazione dei passaggi pedonali.

Rimane comunque il dato di fatto che a Roma abbiamo troppe macchine rispetto allo spazio disponibile e questa incongruenza prima o poi andrà affrontata (e risolta).

giovedì 14 settembre 2023

Non credevo accadessero più cose come queste

La nostra città non manca mai di riservarci qualche sorpresa quotidiana! Purtroppo da un po' di tempo le sorprese sono più che altro negative, un segno che non solo non stiamo progredendo, ma che per certi versi stiamo tornando indietro.

Il fattaccio: scendo dal treno alla stazione di Roma Nomentana e per decomprimermi un po' percorro la ciclopedonale dell'Aniene, approfittando del bel tempo e della luce pomeridiana.

Tutto bene, supero Prato della Signora e mi dirigo verso la salita di Via Vessella, che si raggiunge dopo aver attarversato la rampa che scende dalla tangenziale.

L'attraversamente è di quelli ciclopedonali pieni, strisce bianche e traccia rossa con i pittogrammi di bicicletta e pedoni...

L'attraversamento ovviamente richiede un po' di attenzione, però venendo da Prato della Signora sei in piena vista delle macchine che scendono. 

Il traffico non è molto denso e comunque la curvatura della rampa è tale che la velocità delle auto -seppure in discesa- non può che essere moderata.

Vabbè... mentre mi avvicino vedo una singola Golf che scende piano, e apprezzo che stia andando abbastanza piano da essere in grado di rallentare al mio passaggio. 

Scendo quindi dal marciapiede senza rallentare, impegnando il passaggio che vedete nell'immagine.

Mentre sto passando la Golf ovviamente rallenta, ma esplode il clackson e il guidatore mi urla: "Ti devi fermare quando passano le macchine". 

Io chiaramente non me la tengo e gli rispondo -urlando a mia volta- che lì c'e' il passaggio della pista e che è lui a doversi fermare. 

Il fellone non si arrende nemmeno all'evidenza della fellonia e andiamo avanti un quaranta secondi buoni, a più riprese, urlando epiteti tipicamente romani e facendo gestacci reciproci.

Ora qual'e' lo stupore? 

Non tanto che l'automobilista fosse deciso a passare, lo fanno spessissimo, ma che anche di fronte alla fottuta evidenza (the fucking evidence) abbia continuato a protestare, mentre mi sarei aspettato che avesse semplicemente tirato via senza ammettere niente ma senza nemmeno continuare la discussione.

Insomma, abbiamo automobilisti che nel 2023 ancora non hanno capito il meccanismo degli attraversamenti ciclopedonali... siamo ritonati indietro di dieci anni, altro che transizione ecologica!

mercoledì 30 agosto 2023

L'orrore al semaforo

Credo che a Milano si sia raggiunto il massimo dell'orrore ciclistico, con quella povera ragazza che è stata schiacciata, lentamente,  da un camion carico di terra in partenza ad un semaforo.

Da quello che si capisce dalle testimonianze riportate, la poverina ha avuto tutto il tempo di capire che cosa stesse succedendo, in maniera ben differente da chi viene investito in una frazione di secondo.

L'inchiesta dovrebbe aiutare a capire meglio la dinamica della tragedia, sperando che i media possano continuare a dedicare l'attenzione possibile.

Però, se ho capito il quadro generale, la ciclista si è infilata tra una fila di macchine e l'autocarro, magari in maniera abbastanza stentata, contando di risalire la fila e posizionarsi davanti al camion, o alle auto, ma comunque in vista, prima dello scattare del verde. 

Questa sua manovra è sicuramente passata inosservata al camionista, e comunque mi pare evidente che  verde sia scattato prima che fosse completata... il camion si è mosso e ha agganciato lei o la bicicletta, non lasciandole scampo...

Questo terribile incidente ha non sembra dipendere dalla velocità, che in un camion che si muove non può che essere minima. 

Dovremmo invece riflettere su quel tipo di prudenza basica che un ciclista, vaso di coccio tra quelli di ferro, dovrebbe sempre avere.

Per quanto mi riguarda ho il terrore dei mezzi pesanti, proprio per la possibilità di finire agganciato e trascinato sotto le ruote. Per questo, se ovviamente non posso evitare di essere affiancato o superato dai mezzi pesanti, li evito come la peste e preferisco perdere due minuti in coda dietro a loro che portarmi al loro tiro.

Però in maniera più generale vedo tanti novizi che sembra non si rendano conto che andare in bici richiede maggiore attenzione di guida, anche se si viaggia a velocità ridotte. 

Molti si gettano nel traffico privi di altre esperienze di guida, cosa che li rende quasi incapaci di comprendere le dinamiche degli altri mezzi con i quali condividono la strada e quindi di anticiparne le mosse.

Ecco, su questo aspetto, intendo quello dei comportamenti virtuosi di autosalvaguardia, credo occorra una riflessione più attenta e che qualcosa in più vada fatto.

sabato 19 agosto 2023

Brivido COTRAL

A fronte di un invito last minute esco verso le 19 per andare a comprare una bottiglia per regalo.

Mi immetto sulla mia corsia, niente auto (che provengono solo dalla direzione opposta) ma una corriera del COTRAL, distante un  quattro / cinquecento metri... lì per lì mi passa in mente quello che l'altro giorno mi diceva il buon Rodolfo, ovvero che le corriere hanno preso l'abitudine di passare proprio accanto ai ciclisti senza rallentare.

Vabbè, ho continuato a velocità da spesa, tenendomi il più possibile sulla destra per facilitare il prevedibile sorpasso e monitorando la situazione con lo specchietto retrovisore.

Neanche venti secondi dopo la corriera cresce nello specchietto e, senza neanche tentare di allargarsi un pochino (l'altra carreggiata era occupata) mi passa a non più di trenta centimetri ad almeno 50 all'ora. Grazie allo specchietto ho avuto modo di prepararmi, però lo spostamento d'aria è stato forte lo stesso e lo sfilare della corriera accanto alla spalla è stato da brivido...

Oltre a COTRAL, lo stesso trattamento l'ho subito il giorno dopo da parte di un SUV, con la differenza che la distanza è stata un pochino maggiore, la velocità molto più alta (120 all'ora per lo meno) ed essendo il SUV (in realtà era un cross-over) molto più aerodinamico, lo spostamento d'aria nettamente inferiore. In compenso la strada era deserta per chilometri, e l'autista avrebbe potuto tranquillamente allrgarsi di un'altro metro.

Ringrazio gli autisti per il trattamento... ed in effetti rifletto su quello che sto andando a dire da tanto tempo, ovvero che per quanto sia brutto in città, fuori dalle città è molto peggio, se non altro perchè quasi tutte le strade sono strette e le velocità alte.

Infine una buona notizia... proprio stamani un'altra corriera COTRAL si è allargata quando mi ha superato. Non che abbia esagerato, ma ho apprezzato la cortesia, anche perchè (a differenza del primo episodio) mi ero allargato di un buon metro per poi rientrare all'ultimo momento, cosa che mi ha garantito un margine ben più ampio.
 

giovedì 25 maggio 2023

L 'insostenibile inadeguatezza del trasporto pubblico romano.

La struttura organizzativa nella quale lavoro è stata trasferita dal centro di Roma all'Aeroporto di Fiumicino.

La mia situazione personale 
Per quanto mi riguarda questo significa dare un addio ai 16 km al giorno di bicicletta (e annesse 600 kCal, più ingresso in respirazione profonda), ma alla fine mi basta arrivare alla stazione Roma Nomentana (15 minuti), saltare sul trenino per l 'aeroporto e dopo 59 minuti di viaggio sto alla stazione dell 'aeroporto.

Il tipo di lavoro che svolgo mi permette di svolgere qualche attività mentre viaggio, per esempio "smazzare" la posta elettronica, e quindi alla fine invece delle solite 2 ore aggiuntive farò 2 ore di lavoro in treno.

L'altra alternativa praticabile è la macchina, che però in pratica non vorrei praticare :-)  per motivi di traffico, ambientali, economici e anche perchè mentre guidi non puoi quasi fare altro.

La bicicletta invece non mi pare un'alternativa praticabile. Innanzitutto la distanza è circa 35 km,  quindi due ore nelle condizioni normali. Anche utilizzando una bici elettrica per tagliare sull'impegno fisico, le strade da percorrere (innanzitutto la Portuense) rimangono molto rischiose, in particolare al buio o con la pioggia. Qualche volta si può anche fare una Regina Ciclarum  per divertirsi, ma non certo tutti i giorni avanti e dietro.

Quindi vada per il treno,  posso usare la pieghevole per il tratto casa/stazione (però poi tocca portarsela appresso tutto il giorno) e per tutti gli impieghi tattici, vari ed eventuali, che richiedono una mobilità fuori dal solito percorso ferroviario.

I colleghi che passano da Termini
Meno fortunati di me sono  i colleghi che arrivano in ufficio passando dalla Stazione Termini, 12' a piedi o una fermata di metropolitana. Per loro arrivare a Fiumicino implica un'ora in più a tratta, e come questo possa accadere è la dimostrazione dell'insostenibile inadeguatezza del trasporto pubblico romano.

Innanzitutto ci si rende conto che l 'unico collegamento diretto da Termini non è utilizzabile da chi lavora a FCO perchè costa 14€ a tratta senza possibilità, a quanto mi risulta, di poter avere un abbonamento o comprare un carnet di biglietti (cercato sul sito Trenitalia).

Pertanto una volta sbarcati a Termini (venendo da Ciampino-Castelli, Nettuno, Frosinone, E TUTTA la linea Latina-Gaeta-Minturno-Napoli) occorre raggiungere una delle stazioni dalle quali passa il trenino, ovvero Tiburtina, Tuscolana, Ostiense o Trastevere. Trenitalia consiglia di prendere un treno per andare alla stazione di Roma Trastevere. Peccato che ci siano solo due treni l'ora che uniscono Termini a Ostiense/Trastevere, e quindi il cambio richiede, come minimo, un bel po' di tempo.

L'altra alternativa è quella di utilizzare la metro (B) per Tiburtina o Ostiense. E qui occorre fare un po' di ragionamenti. 

Innanzitutto la metro B non brilla per frequenza e regolarità del servizio. Tra l'altro se si va a Tiburtina (retrocedendo nel percorso verso Fiumicino e quindi dovendo poi recuperare da Tiburtina a Trastevere) sono buoni solo due convogli su tre, a causa della biforcazione di Bologna.

Se invece si va verso Ostiense (Trastevere non è servita dalla metro) ogni convoglio è buono, solo che bisogna coprire la distanza tra Piramide, la stazione della metro, e Ostiense, quella del treno. La distanza non è poca, anche perchè mi dicono che il passaggio interno, fatto all'epoca dei mondiali 1990, non è percorribile per lavori in corso.

Insomma, alla fine i tempi globali sono simili a quelli del cambio di treno e nessuna delle alternative è conveniente più di tanto.

Altre provenienze
Per chi viene dalla Prenestina/Casilina il discorso sarebbe stato semplice con la realizzazione del nodo del Pigneto, che avrebbe permesso l'uso disinvolto della Metro C e il trasbordo sul trenino. Però il nodo ancora non l'hanno fatto (neanche una versione minimalista ma utile tipo banchina e scala accanto ai binari) e quindi anche loro si devono inventare qualcosa arrivando a Termini oppure puntare su direttamente Tiburtina o Tuscolana (per chi viene dalla Casilina).

Per chi abita in zona Appio/Tuscolano l'itinerario è la metro A per raggiungere la stazione di  Roma Tuscolana, cosa che comunque un tratto a piedi tra stazione della metro e stazione ferroviaria.

Insomma, come possiamo vedere il trasporto pubblico romano è inadeguato a coprire le esigenze della componente produttiva della Capitale, sia dei lavoratori che delle aziende, che comunque si ritrovano in ufficio un lavoratore "che ha già dato" in termini di tempo, risorse e con la stanchezza nel viaggio fino all'ufficio.

Poi non ci mervigliamo se tanta gente si tiene stretta la macchina (anche se il raccordo è comunque sempre pieno di traffico e viene visto come una schiavitù irrazionale da quasi tutti).

sabato 13 maggio 2023

L'aria pura dei ricchi e l'inquinamento dei poveri?

Sappiamo che Roma, benedetta dalla grande bellezza, non ha l'aria particolarmente buona, anzi. Soffre sempre di eccessi di qualche inquinante, tanto che sforiamo spesso e volentieri i parametri di legge fino a diventare passibili di infrazione da parte dell'Unione Europea.

Unione Europea che viene giustamente in soccorso del cittadino europeo che si trova a respirare la brodaglia.

Gualtieri, che forse per aver passato parecchio tempo a BRU trova meno accettabile questa situazione, decide di fare le cose un po' più sul serio dei suoi predecessori ed emette divieti più estesi, ma soprattutto fa la cosa che da noi è la più proibita, ovvero si attrezza per verificare il rispetto della norma, atto di lesa maestà verso i furbi.

Ovviamente scoppia il finimondo, innazitutto perchè si scopre uno zoccolo duro di violatori della norma già esistente. In effetti da ciclista mi sono sempre chiesto come facessero certi furgoni a circolare per Roma... vabbè, poi si scopre che i mezzi romani affetti sarebbero circa 370... mila. 370 mila sono circa il 20% delle 1,8 milioni di auto che circolerebbero a Roma, quindi come a dire che un'auto su cinque è inquinante oltre la soglia.

Io mi sono trovato in questa situazione, quando la vecchia e fedele Opel Astra SW (Euro 1) fu messa fuori gioco. Inizialmente tramontato la tenni ferma per un po', mi ruppero anche uno dei vetri per rubare dentro, ma poi mi informai e la misi a GPL,  e così ci feci altri allegri 60 mila km. E questa sembra la strada obbligata per le auto a benzina.

Sorte diversa toccherà alle diesel, per le quali l'opzione GPL/Metano non è disponibile o è molto costosa, quelle sono effettivamente destinate alla rottamazione (che a Roma non è possibile, hironia della sorte).

In effetti un bel problema, specie in periodi di magra economica (ma abituiamoci durerà per parecchio), problema prontamente cavalcato dall'opposizione.

Ora, per mestiere mi sono trovato spesso di fronte a situazioni del genere, e le strategie sono varie, ma la prima e principale, applicata con successo per l'introduzione degli standard ambientali aeronautici, è varare una non addition rule, ovvero evitare che ai mezzi non ecologici in esercizio se ne aggiungano altri.

Quindi mantenere il divieto di accesso per i non residenti, e congelare le auto dei residenti a Roma ad una certa data. 

Che significa che chi ce le ha se le tiene, registrandole a suo nome, le può usare, ma solo lui. L'esenzione non vale per auto acquistate successivamente e anche quelle registrate perdono l'esenzione al passaggio di proprietà.

In questo modo si tutela la proprietà esistente, e nel giro di pochi anni, forse mesi, le auto più inquinanti comunque scompaiono.

Fantastico, l'unico problema è che dati quantitativi io non li ho visti, per cui non è facile capire la differenza nell'impatto. Infatti ho l'impressione che la procedura di infrazione sia ad uno stadio piuttosto avanzato e anche un lupo bruxellese come Gualtieri fatichi ad evitarla. 

Infatti il Comune ha detto che qualunque soluzione deve mantenere inalterati i saldi... chissà come si fa, mi pare come cercare di superare qualcuno andando più piano di lui. Vedremo come evolverà la situazione, ma certo Santa Europa che ci tiene (cerca di tenerci) agganciati alle nazioni civili. 

Per quanto mi riguarda comincio ad apprezzare enormemente le ibride, che in coda non emettono gas di scarico e che i proprietari, per beneficiare dei benefici economici della trazione elettrica, fanno spostare a 30 all'ora o giù di lì.

domenica 2 aprile 2023

I Mille tutti i giorni

L'altro giorno tornavo in ufficio dopo un pessimo inizio di settimana, e passando di fronte al totem contaciclisti alle 9 e mezza vi leggevo il numero 450.

La sera, tornando alle 18:30, il numero era 1056, e mentre percorrevo il tratto della pista verso casa incrociavo ancora parecchi ciclisti e monopattinisti che puntavano verso il centro. 

In realtà al numero dovremmo anche aggiungere quelli che sano tratti della pista senza passare davanti al totem contaciclisti, come ho fatto io questa mattina, entrando a Batteria Nomentana e uscendo a XXi aprile.

Insomma, considerando il totale dei passaggi di 80 mila ciclisti/monopattinisti, ci posizianiamo poco sotto i mille utenti al giorno, non male per i mesi piu' freddi dell'anno.

Immagino che si possa contare su una media di mille al giorno con la primavera e l'estate, la prova che la pista serve. Stiamo parlando -se fossero tutti utenti di bus- di 2 jumbobus e mezzo al giorno, ovvero il 10% in meno di 25 jumbobus, quanto basta per scremare il picco dell'ora di punta.

Mi pare che questo basti a dimostrare le potenzialità della mobilità dolce a Roma. Non tantissima, ma essenziale per evitare l saturazione degli altri modi di trasporto, bus, metropolitana o automobile che si voglia. E anche le moto possono dire grazie, perchè molti dei nuovi elettrociclisti vengono dallo scooter.

Tutto ciò avviene sulla pista Nomentana, in effetti una delle migliori esecuzioni di Roma. Altre strade non sono così fortunate, anche se alla fine le bikelane, prima tra tutte quella della Prenestina, smaltiscono la loro brava porzione di traffico. Il vantaggio sarebbe molto maggiore con una rete di piste efficienti più estesa e posti dove poter lasciare le bici in sicurezza.

La strada è tracciata, bisogna avere il coraggio di percorrerla con decisione, anche perchè in prospettiva l'affollamento della rete di metropolitane è destinato a peggiorare e la stessa espansione della rete avrà comunque tempi molto lunghi.

Nel frattempo la bici, o il monoppatino, rappresentano una buona alternativa ad auto, bus e tram.
  

mercoledì 8 marzo 2023

Semaforo pedonale con il rosso a 80 all'ora... vi basta?

L'altra mattina, andando in ufficio a piedi,  mi sono fermato ad attraversare Via Nomentana al semaforo pedonale situato poco prima (o dopo) l'uscita del sottopassaggio.

Questo semaforo pedonale è stato installato per sostituire il passaggio pedonale su zebre dopo un incidente mortale accaduto qualche tempo fa.

Bene, arrivo che è verde per le auto, e ad attendere il verde pedonale ci sono circa 5 persone per ciascun lato della strada. Dopo qualche secondo la parte automobilistica del semaforo passa al giallo, e un taxi proveniente da Porta Pia si ferma diligentemente alla striscia di arresto.

Il semaforo pedonale diventa verde, e noi pedoni cominciamo ad attraversare. Non facciamo in tempo a scendere dal marciapiedi che un altro taxi arriva  da Porta Pia e sorpassa, ad ottanta all'ora circa e a rosso pieno per le auto, l'altro taxi fermo.

Ovviamente noi pedoni siamo rimasti congelati. 

Immagino che l'autista avesse visto che non vi erano pedoni al centro del semaforo. Di certo se ce ne fosse stato qualcuno, non avrebbe avuto scampo. Un urto a quelle velocità è sicuramente mortale.

Questo ci porta però a fare alcune riflessioni:

1) Checchè ne possiamo pensare a Roma ci sono automobilisti che si comportano in modo assolutamente pericoloso;

2) Non siamo attrezzati per individuare queste persone e, come minimo, levargli la patente.

Sarebbe quindi opportuno dotare quanti più semafori possibile di telecamere ed autovelox. Con semafori opportunamente attrezzati questo signora avrebbe avuto kla patente ritirata (possibilmente a vita).

giovedì 2 marzo 2023

Cosa succederà alla ciclomobilità nel Lazio? Ricominciamo da tre!

Nel post del 6 gennaio scorso sono stato profeta sin troppo facile a prefigurare la replica a livello regionale del cambio di guardia nazionale.

Personalmente spero che il nuovo governatore sia (molto) differente dai suoi predecessori di destra e sia almeno clemente con tutto ciò che sa di ambientale. Però è bene non farsi illusioni.

In generale quello che io temo non è tanto una battuta di arresto sulle politiche ambientali spicciole, ma una politica del territorio molto meno attenta ad aree verdi e paesaggio, riduzione di parchi e riserve e in generale aumento della cementificazione. Il tutto -purtroppo- con poche ricadute sul reddito regionale.

Dal punto di vista strettamente ciclomobilistico, destra o sinistra, rimangono alcune realtà importanti:

1) se tutti prendiamo la macchina non si circola. Per questo mezzi pubblici e mezzi a due ruote conservano la loro importanza.

2) monopattino e bici elettrica sono diventati prodotti industriali importanti usati per la gran parte come mezzo di spostamento di popolazione attiva;

3) l'espansione della ciclomobilità continua in tutta Europa (e oltre), in particolare nel settore turistico

Al di là delle differenze ideologiche su questi tre capisaldi è possibile impostare un dialogo che permetta di salvare il salvabile.  

Infatti aggiungere strade (ma ci sono le vecchie da tenere efficienti) fa diluire il traffico nel trasferimento, ma non ti salva dagli ingorghi  quando ti avvicini alla meta e soprattutto non ti fa trovare più parcheggio.

Pertanto io non credo che si abbasserà la pressione al miglioramento del mezzo pubblico, che ormai arriva utilizzabile anche da bici e monopattini. 

Dopodichè sta alle comunità locali realizzare quei piccoli interventi locali che permettano di collegare i centri abitati alle stazioni del treno che mancano e possono essere facilmente realizzati.

Ovviamente si spera che le località turistiche mettano il piede sull'acceleratore delle piste, che ormai rappresentano uno degli indici della qualità della località. 

Non per niente in tutta la Toscana le spiagge più belle sono servite a piste ciclabili, mentre dove si arriva solo con l'auto diventa rapidamente un incubo. Cerchiamo di sostenere il cicloturismo, che è esploso in tante località tradizionalmente di destra (vedi Fiuggi, per esempio)

Per mantenere un tasso minimo di realizzazione di poste  si spera che almeno i fondi europei vengano utilizzati, visto che quelli nazionali sono stati fatti saltare. 

Si tratta di capire se cmq ci sarà disponbilità ad andare avanti con opere ciclomobilistiche che in qualche modo, per essere efficaci, devono mangiare un po' di spazio alle automobili. Sto appunti parlando di infrastrutture come la pista sul lungomare di Terracina.

Ritengo però che si debba dismettere l'abito rivoluzioario tanto caro alle frange estremiste per diventare molto più concreti e mirati.

domenica 26 febbraio 2023

Triste come una domenica ecologica di pioggia

Caro sindaco,
vista la siccità che ci attanaglia so bene dovrei essere felice di vedere la pioggia bagnare la nostra città, ma d'altra parte oggi è domenica ecologica, e niente mi rende più triste come passare una domenica ecologica senza andare in bicicletta o comunque passeggiare per le strade senza macchine.

Mi piacerebbe quindi se le domeniche ecologiche fossero mobili, ovvero potessero essere attivate solo a giornate di sole.

Però, da persona alle soglie del diventare ufficialmente anziana, debbo dire che le domeniche ecologiche non sono più quelle di una volta, di quando ero giovane, di quando c'era il suo predecessore Francesco Rutelli.

All'epoca ero giovane, ma avevo già due piccoli in età di bicicletta. Lo stop alle macchine iniziava alle 10 o 10 e 30 e durava fino alle 16 o 16 e 30, per cui si riusciva a fare una giornata intera per la città. E poi le macchine che giravano erano veramente poche... 

Adesso invece lo stop alle macchine inizia alle 7 e 30, e questo danneggia tutti quelli che vogliono trascorrere la giornata fuori Roma. Per esempio mia sorella che andava da mamma a nettuno è dovuta uscire di casa  alle 7, come un giorno di lavoro.

Dopodichè in città tra veicoli a gas, elettriche e altre centinaia di eccezioni le macchine che circolano sono tante e a causa del traffico ridotto vanno belle di corsa. Sarebbe dunque il caso di mettere un bel limite di 30 allora per tutta la città. 

Mi spiego: vietata la circolazione a TUTTI i mezzi a motore, con le seguenti eccezioni condizionate dalla velocità massima 30 all'ora... così lo sai senza cartelli. Non potresti muoverti, ma se ti muovi puoi girare solo a 30 all'ora. Per compensare tutti i semafori possono essere messi sul giallo, così la durata dei percorsi non varia.

Se già questo non basta dalle 12:30 alle 16:30 si scatena l'inferno. 

Innanzitutto anche la pausa pranzo fuori dovrebbe essere condizionata dalla velocità max di 30 all'ora. Ma è proprio qui uno dei problemi principali: alla città e alla gente fa bene una domenica di sole senza macchine tra le palle, Ovvero che si possa circolare anche nelle strade, e non solo sui marciapiedi, senza il terrore di essere investiti.

Pensi che quando era piccolo mio figlio il suo gruppo scout organizzò nella giornata una gita in bicicletta.Nel primo pomeriggio il tempo peggiorò e qualche intelligentone pensò di ripristinare la circolazione delle auto perchè tanto pioveva, così i ragazzi si ritovarono in bici sulla Cristoforo Colombo (allora non c'era ancora la pista).

Infine lo sblocco alle 20:30 crea altri problemi per chi deve rientrare a Roma, anche se è partito una settimana prima. 

Detto questo vorrei riassumere le mie richieste:

1) Imporre un blocco totale della circolazione motorizzata. Quelli autorizzati a qualsiasi titolo ad usare il mezzo a motore lo possono fare con il limite di velocità di 30 km/h (+ pattuglie con il laser);

2) Provare ad adottare un format variabile in relazione alle condizioni atmosferiche;

3) A primavera cambiare format e fare le feste della città senz'auto, con blocco totale dalle 10:30 alle 16:30. Per le eccezioni vale sempre il limite di 30 km/h.

Un caro saluto

giovedì 19 gennaio 2023

Potature Nomentane: Omma Fatevelo Waze/Google Navigator

Una delle cose che ha migliorato la mia vita automobilistica, ancor di più dello stereo, è il navigatore che tiene conto del traffico, originariamente Waze, adesso transitato in Google.


Il navigatore mi ha eliminato l'ansia che deriva dal non sapere. Prima di partire mi dice (parecchio) cosa mi aspetta sulla strada, ingorghi, disastri, se una fila durerà 100 metri o dieci chilometri e mi guida  anche attraverso scelte difficili come tornare a Roma il pomeriggio delle domeniche di luglio.


Non solo, mammi dice con ottima approssimazione l'orario previsto di arrivo, cosa che non è poco.


A fronte di questo sono rimasto stupito da chi si lamentava di 5 km di coda generati dalle potature ai maestosi platani di Via Nomentana. Ora tutti sanno che Via Nomentana non è Via Pontina, si restringe ad una corsia e finisce in bocca alla ZTL dopo essersi infilata in Via XX settembre.


Insomma chi prende Via Nomentana è perchè vuole proprio andare al centro di Roma passando per un budello, ma soprattutto può farlo prendendo altre strade.


In particolare sono rimasto stupito della quantità di traffico deviata su Viale regina Margherita dai solerti vigili urbani… come se la sterminata quantità di Romani sempre col telefonino in mano per cazzeggiare non fosse in grado di utilizzare lo stesso mezzo per programmarsi con Waze/google un itinerario decente sulla base dei flussi di traffico.


Insomma, il telefonino in mano ce l'hanno solo per attentare alla vita di pedoni e ciclisti, e non per generare valore aggiunto per se' e l'ambiente.


In ogni caso, tornando a casa il pomeriggio, senza potature in corso, Nomentana era bloccata lo stesso, con automobilisti imbizzarriti che cercavano nervosamente scampo nelle laterali incranti dei ciclisti che stavano transitando, liberi e rapidi, sulla ciclabile.


Da starci molto attenti. 

venerdì 6 gennaio 2023

2023: Agire con senno e incrociare le dita

Dopo la riscossa (delle auto) nel 2022 cosa ci aspetta per il 2023? 


Il contesto è cambiato, in Italia e a Roma

Una previsione per il 2023 non può prescindere dal contesto, nazionale e anche cittadino, profondamente variato.


A livello nazionale la destra ha conquistato il governo del paese, e non ha mai mostrato particolare simpatia per le istanze di tipo ambientalistico. 


Se poi al Nord cmq sviluppano infrastrutture ciclistiche, al centro, ed in particolare nel Lazio, si sente pulsare la voglia di recuperare spazio per gli spostamenti (e le soste in seconda fila) in automobile.


A Roma Gualtieri, ammesso che riesca a districarsi nelle spire dell'Amministrazione capitolina, ha comunque puntato la sua attenzione alla cura del ferro. 


Da un punto di vista generale secondo me è un'ottima cosa, ma a noi ciclisti non rimarranno che briciole del budget (if any) e comunque dovremo bere fino in fondo l'amaro calice dei cantieri, a cominciare da quello per la chiusura dell'anello ferroviario.


Inoltre Gualtieri dovrà gestire le pressioni dei vari gruppi di cittadini incazzati che vogliono recuperare lo spazio trasferito alle biciclette. 


Nel Lazio si dovrebbe replicare la stessa situazione nazionale, con un probabile ritorno di fiamma per le strade. 


L'unico vantaggio è che il cdx non è strutturalmente contrario alle grandi opere ferroviarie/metropolitane, e quindi c'e' speranza che almeno l'infrastruttura pubblica non sia lasciata al palo.      


Una presenza più discreta ma più efficace

Cosa sceglierà la comunità ciclistica in questo frangente?


Io spero che non si impantani in una serie di sterili contestazioni, ma sappia navigare anche in acque agitate e risalendo il vento, seppure di bolina.


Pertanto costituire gruppi di lavoro che mirino alla cooperazione per ottenere l'ottenibile, e magari con una certa attenzione a pretendere il rispetto delle norme di base, attenzione forse un po' scemata negli ultimi anni.


Insomma, interagire in maniera costruttiva con le amministrazioni, nell'ambito del processo amministrativo, con particolare attenzione a tutte le occasioni create dal PNRR e dalle leggi europee.


Primo: le bikelane vanno difese, stanno già svanendo

La prima priorità del 2023 deve essere la difesa dell'esistente, anche se non è il meglio. 


Sarebbe bene quindi che le critiche fossero rivolte alle sole infrastrutture e soluzioni sbagliate, evitando toni apocalittici per quelle che semplicemente non ci piacciono (tipo l'Aventilane). A qualcuno potrebbe venire l'idea di recuperare lo spazio perchè anche ai ciclisti non piacciono. E perdio usiamole. Per esempio andiamoci a fare qualche bel giro a Via Gregorio VII, una bikelane bella ma molto a rischio. 


Se non l'avete notato varie bikelane stanno cominciando a svanire, e se non verranno rinfrescate non riusciranno a scampare questo destino.


Ovviamente parliamo di infrastruttura, la difesa da parte della polizia di Roma Capitale è tutta un'altra cosa, ma spero di sbagliarni.


Secondo: attenzione alle opere in progress o da sviluppare

Con la scarsità di fondi che si annuncia occorre prestare massima attenzione che le opere già decise vengano completate, ovviamente nel più breve tempo possibile.


Altrettanto che i fondi stanziati vengano impiegati come deciso, a cominciare dai 10 milioni per la Roma-Ostia.


Non per altro, ma sono uno di quelli che aspetta con ansia le piste che dovevano uscire dagli stanziamenti della regione Lazio, tipo il giro del lago di Bracciano. Dove saranno finiti quei fondi?

 

Con meno fondi, maggiore attenzione ai dettagli

E' altrettanto ovvio che, passata la sbornia del COVID, nei prossimi anni i fondi vedranno una certa riduzione. Ciò sarebbe accaduto comunque, ma per il comparto ciclistico le cose potrebbero mettersi molto male. 


Questo significa che occorre prestare più attenzione ai progetti delle amministrazioni e cercare di intervenire quando costa meno, ovvero all'impostazione dei lavori. 


Occorre scongiurare che a Roma si possano realizzare altre ristrutturazioni viarie che non comprendano piste ciclabili, come quella sciaguratissima di Via Tiburtina, e che richiedono ulteriori fondi a sanatoria dei disastri fatti.



Sicurezza significa (soprattutto) autovelox

Il capitolo sicurezza dei ciclisti fuori dalle ciclabili secondo me si riassume in una sola parola: AUTOVELOX, che dovrebbero essere installati a profusione dentro e fuori la città. Ovviamente a cominciare dalle strade più veloci dei centri urbani.


In generale io aumenterei la sorveglianza elettronica e automatica, mettendo punti di lettura delle targhe in circolazione (fissi e mobili) allo scopo di individuare chi gira con la revisione scaduta o senza assicurazione e anche dare pratica applicazione alle restrizioni ambientali nei giorni di inquinamento.


Insomma, cominciare a far passare l'idea che le norme vanno rispettate anche se i vigili non ti fermano. 



Fuori città uniamo le stazioni ai centri urbani

Anche qui resto fedele alle mie convinzioni e sono convinto che le risorse disponibili andrebbero impiegate in maniera prioritaria per collegare le stazioni del treno esterne ai centri abitati e allargare la distanza dalla quale la stazione possa essere raggiunta in relativa sicurezza in bicicletta.


L'obiettivo comunque rimane realizzare un'infrastruttura che può anche essere unica, ma nella quale le bici abbiano la loro corsia così che possano essere superate senza essere evitate!


BUON 2023!