venerdì 6 gennaio 2023

2023: Agire con senno e incrociare le dita

Dopo la riscossa (delle auto) nel 2022 cosa ci aspetta per il 2023? 


Il contesto è cambiato, in Italia e a Roma

Una previsione per il 2023 non può prescindere dal contesto, nazionale e anche cittadino, profondamente variato.


A livello nazionale la destra ha conquistato il governo del paese, e non ha mai mostrato particolare simpatia per le istanze di tipo ambientalistico. 


Se poi al Nord cmq sviluppano infrastrutture ciclistiche, al centro, ed in particolare nel Lazio, si sente pulsare la voglia di recuperare spazio per gli spostamenti (e le soste in seconda fila) in automobile.


A Roma Gualtieri, ammesso che riesca a districarsi nelle spire dell'Amministrazione capitolina, ha comunque puntato la sua attenzione alla cura del ferro. 


Da un punto di vista generale secondo me è un'ottima cosa, ma a noi ciclisti non rimarranno che briciole del budget (if any) e comunque dovremo bere fino in fondo l'amaro calice dei cantieri, a cominciare da quello per la chiusura dell'anello ferroviario.


Inoltre Gualtieri dovrà gestire le pressioni dei vari gruppi di cittadini incazzati che vogliono recuperare lo spazio trasferito alle biciclette. 


Nel Lazio si dovrebbe replicare la stessa situazione nazionale, con un probabile ritorno di fiamma per le strade. 


L'unico vantaggio è che il cdx non è strutturalmente contrario alle grandi opere ferroviarie/metropolitane, e quindi c'e' speranza che almeno l'infrastruttura pubblica non sia lasciata al palo.      


Una presenza più discreta ma più efficace

Cosa sceglierà la comunità ciclistica in questo frangente?


Io spero che non si impantani in una serie di sterili contestazioni, ma sappia navigare anche in acque agitate e risalendo il vento, seppure di bolina.


Pertanto costituire gruppi di lavoro che mirino alla cooperazione per ottenere l'ottenibile, e magari con una certa attenzione a pretendere il rispetto delle norme di base, attenzione forse un po' scemata negli ultimi anni.


Insomma, interagire in maniera costruttiva con le amministrazioni, nell'ambito del processo amministrativo, con particolare attenzione a tutte le occasioni create dal PNRR e dalle leggi europee.


Primo: le bikelane vanno difese, stanno già svanendo

La prima priorità del 2023 deve essere la difesa dell'esistente, anche se non è il meglio. 


Sarebbe bene quindi che le critiche fossero rivolte alle sole infrastrutture e soluzioni sbagliate, evitando toni apocalittici per quelle che semplicemente non ci piacciono (tipo l'Aventilane). A qualcuno potrebbe venire l'idea di recuperare lo spazio perchè anche ai ciclisti non piacciono. E perdio usiamole. Per esempio andiamoci a fare qualche bel giro a Via Gregorio VII, una bikelane bella ma molto a rischio. 


Se non l'avete notato varie bikelane stanno cominciando a svanire, e se non verranno rinfrescate non riusciranno a scampare questo destino.


Ovviamente parliamo di infrastruttura, la difesa da parte della polizia di Roma Capitale è tutta un'altra cosa, ma spero di sbagliarni.


Secondo: attenzione alle opere in progress o da sviluppare

Con la scarsità di fondi che si annuncia occorre prestare massima attenzione che le opere già decise vengano completate, ovviamente nel più breve tempo possibile.


Altrettanto che i fondi stanziati vengano impiegati come deciso, a cominciare dai 10 milioni per la Roma-Ostia.


Non per altro, ma sono uno di quelli che aspetta con ansia le piste che dovevano uscire dagli stanziamenti della regione Lazio, tipo il giro del lago di Bracciano. Dove saranno finiti quei fondi?

 

Con meno fondi, maggiore attenzione ai dettagli

E' altrettanto ovvio che, passata la sbornia del COVID, nei prossimi anni i fondi vedranno una certa riduzione. Ciò sarebbe accaduto comunque, ma per il comparto ciclistico le cose potrebbero mettersi molto male. 


Questo significa che occorre prestare più attenzione ai progetti delle amministrazioni e cercare di intervenire quando costa meno, ovvero all'impostazione dei lavori. 


Occorre scongiurare che a Roma si possano realizzare altre ristrutturazioni viarie che non comprendano piste ciclabili, come quella sciaguratissima di Via Tiburtina, e che richiedono ulteriori fondi a sanatoria dei disastri fatti.



Sicurezza significa (soprattutto) autovelox

Il capitolo sicurezza dei ciclisti fuori dalle ciclabili secondo me si riassume in una sola parola: AUTOVELOX, che dovrebbero essere installati a profusione dentro e fuori la città. Ovviamente a cominciare dalle strade più veloci dei centri urbani.


In generale io aumenterei la sorveglianza elettronica e automatica, mettendo punti di lettura delle targhe in circolazione (fissi e mobili) allo scopo di individuare chi gira con la revisione scaduta o senza assicurazione e anche dare pratica applicazione alle restrizioni ambientali nei giorni di inquinamento.


Insomma, cominciare a far passare l'idea che le norme vanno rispettate anche se i vigili non ti fermano. 



Fuori città uniamo le stazioni ai centri urbani

Anche qui resto fedele alle mie convinzioni e sono convinto che le risorse disponibili andrebbero impiegate in maniera prioritaria per collegare le stazioni del treno esterne ai centri abitati e allargare la distanza dalla quale la stazione possa essere raggiunta in relativa sicurezza in bicicletta.


L'obiettivo comunque rimane realizzare un'infrastruttura che può anche essere unica, ma nella quale le bici abbiano la loro corsia così che possano essere superate senza essere evitate!


BUON 2023!

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