domenica 18 aprile 2021

Si Riapre!!!

Ormai è deciso, il 26 si riapre. 

Pur essendo un fautore delle attività di ristorazione all'aperto, ed in particolare non comprendendo perchè non siano state mantenute aperte, la riapertura di tante attività mi lascia un po' perplesso, specie con così tanti contagi ancora in giro. Con ancora pochi vaccini fatti e nella perdurante assenza di un protocollo condiviso da applicare ai casi di COVID per evitare che si trasformino in terapie intensive.

Capisco anche che il nostro Presidente del Consiglio, con un ministro della sanità da lui stimato -ma poco autorevole- abbia dovuto in qualche modo cedere alle richieste di una consistente parte della maggioranza e al silenzio-assenso dell'altra. 

Non credo lo abbia fatto alla leggera, e se la scommessa riesce se ne può gloriare e se invece fallisce la colpa è di Salvini e della sua Lega, che con la prova della sanità lombarda dovrebbe essere già vista come il diavolo. Certo, passare giugno in lockdown non sarebbe piacevole, ma alla fine noi Italiani siamo fatti così.

Detto questo passiamo a noi ciclisti romani.

Le limitate riaperture dei giorni scorsi, soprattutto le scuole, hanno riportato il traffico sulle strade. Certo, non il 100%, ma comq una bella fetta, anche perchè nessuno si azzarda a prendere i mezzi pubblici. Questa situazione andrà avanti ancora un bel po', anche perchè solo adesso la campagna vaccinale sta cominciando ad interessare la popolazione attiva, sforando il limite dei 60. 

Di fatto ancora per tutta l'estate, i giovani attivi non saranno vaccinati e continueranno ad essere a rischio contagio. Quindi i mezzi dovrebbero essere ancora poco frequentati. Dunque, ancora Autocalypse Now! ... ma sappiamo bene che se tutti prendiamo la macchina non si muove più nessuno.

Se poi spingiamo lo sguardo un po' piu' in la', diciamo a ottobre, speriamo nel ritorno della vera normalità, magari unita alla vogglia di fare di più per buttarsi alle spalle la pandemia. E lì vedo i problemi.

Infatti ci troveremo a che fare con due fenomeni terribili:

1) la gente si renderà conto che in 5 anni e mezzo di amministrazione Raggi l'offerta di trasporto pubblico non è migliorata ne' in quantità ne' in qualità. Ora io non ne faccio un problema di tipo politico (ho sempre pensato male dei grillini di quelli romani, e la realtà mi ha purtroppo dato ragione) ma pratico. Lo smacchinamento della città passa anche da una rete di piste ciclabili (che fa molto contenti noi ciclisti ma alla fine incide poco sui numeri del trasporto), ma soprattutto da un'offerta di trasporto pubblico adeguata in quantità e qualità (includendo un minimo di comfort di viaggio);

2) automobilisti e autisti in generale si sono riabituati a spadroneggiare e sarà difficile ricondurli alla ragione, specie con la polizia locale che abbiamo, poco incline ad imporre la disciplina in città. Quindi fuori dalle piste per noi sarà guerra.

Cosa ci può salvare in questa situazione infernale? Solo lo smartworking, abbattendo i picchi sul sistema di trasporto e riducendo gli spostamenti casa-lavoro di almeno il 10%, forse di più.

I segnali sono ovviamente contrari. Molti sono quelli che ormai vedono l'ufficio come un'occasione mondana. Molti fancazzisti sono stufi di dover produrre qualcosa da casa, quando in ufficio gli basta timbrare il cartellino, e troppa dirigenza vede nell'assemblearismo l'unico modo di lavorare... sostituto dell'efficienza.

In questa situazione potrà il sindaco uscente imporre lo smartworking nella sua città? Mah... questo è tutto da vedere. 

Considerato che finito lo stato di emergenza ritorna la libertà individuale ogni azienda farà come dice lei. Ed altrettanto la pubblica amministrazione, soggetta alle direttive del suo ministro.

Stiamo a vedere, sperando che il tutto non si risolva nella settimana corta dei soli dipendenti comunali.

domenica 11 aprile 2021

Pandemia: macchine, camion e furgoni stanno correndo troppo (e sono più aggressivi)

Con l'entrata in servizio della Pista della Nomentana e il rifacimento di quella dell'Aniene ormai la mia vita ciclistica urbana si svolge soprattutto su pista separata dalla strada. 

Anche gli allenamenti standard cittadini li faccio sulla direttrice del Tevere, a queste collegata dalla Pista della Moschea, quindi alla fine il mio rischio globale si è abbassato di molto.

Ciò non toglie che quando circolo su strada, magari solo da pedone, non abbia notato un deciso incremento della velocità dei mezzi in circolazione. E dell'aggressività dei conducenti.

Certo, i mezzi in circolazione sono un po' meno del solito, ma la relativa rarefazione ne ha accelerato di molto le velocità.  Non solo quella delle solite auto corsaiole, ma anche dei furgoni e dei camion. Ne sono stato vittima un paio di volte, e anche viaggiando in auto fuori Roma. 

Inoltre non solo vogliono andare veloci, ma pretendono di avere strada libera. Questo anche quando vai su strade strette, che non consentono il superamento della bicicletta. In questi casi i furgoni sono veramente terrificanti.

In questo panorama si è diffusa la notizia che gli incidenti in bicicletta stiano aumentando in maniera notevole. 

Ora, il dato presentato all'inizio dell'anno vedrebbe un salto dai 33 del 2019, ai 39 del 2020 fino ai 44 del 2021. Quindi un aumento di circa il 40% in due anni, assolutamente preoccupante. 

Ovviamente questi dati vanno presi con le molle, ad esempio se ho capito bene dei 44 almeno 5 hanno fatto tutto da soli, il che riporterebbe al dato dell'anno precedente.

Però certo se si incrocia l'aumento del numero dei ciclisti (perchè siamo aumentati) con il fenomeno dell'incremento delle velocità dovuto alla rarefazione del traffico (e diciamo anche un certo rilassamento nella guida da parte dei ciclisti stessi) ecco che un aumento degli incidenti appare molto probabile, con un trend che non andrà a migliorare fino alla ripresa del normale traffico agglutinato.

Per questo che ritengo che criticare la riapertura della ZTL a Roma per il resto della durata della Pandemia sia uno spreco di fiato, risorse e credibilità per la categoria dei ciclisti.

E' arrivato il momento di cominciare a battere sulla diffusione degli autovelox urbani, specialmente nei tratti rettilinei delle nostre strade. Velocità moderata significa più sicurezza, meno rumore e meno inquinamento. E anche meno stress di guida per tutti.

Infine ricordiamoci che il tempo di percorrenza lo stabilisce la velocità media, non quella di punta tra semaforo verde e semaforo rosso. 

domenica 4 aprile 2021

Ma quale cicloautostrada, chi ha veramente paura del GRAB a Villa Ada?

Un tempo ero un'autorità su Villa Ada, poi i figli sono cresciuti, e quindi ho perso il contatto quotidiano.

Ciononostante conservo una discreta familiarità con il luogo, che rimane il parco più selvaggio di Roma, in particolare dopo che Monte Antenne è ormai regredito a selva oscura e infrequentabile.

Di Villa Ada conosco anche molti frequentatori, e quindi non mi ha per nulla stupito la levata di scudi contro il passaggio del GRAB dentro Villa Ada. Un misto di anticiclismo che ben conosciamo, snobismo e senso del possesso luogo pubblico. Ragioni vere?  Nessuna -ovviamente a mio parere- e cerco di spiegare perchè.

In origine il parco pubblico Villa Ada era la metà di quello che vediamo adesso. La svolta avvenne quando "la parte proibita" (cioè ancora privata) fu acquistata  dal Comune e annessa al parco pubblico, in parte come riserva del WWF. All'epoca il parco raddoppiò e per i frequentatori si aprirono nuovi orizzonti, finto alla saldatura con Monte Antenne.

Monte Antenne venne  liberato dallo sciagurato campo rom che aveva sostituito il campeggio (ci si ricorda delle carcasse di auto buttate nelle scarpate e delle colate di immondizia) e bonificato, e quindi il complesso Vialla Ada - Mone Antenne divenne una parco bellissimo e competitivo con la stessa Villa Pamphili. Si diceva che fosse più esteso, sicuramente ra molto più selvaggio, con angoli estesi di bosco.  All'epoca vennero addirittura fatti sentieri per la fruizione dell'oasi, sentieri con scalette di legno nei punti più difficili (attenzione a non inciampare nelle vestigia).  

Per quanto riguarda la bicicletta, la giunta Rutelli ottenne dalla sovrintendenza la riapertura delle ville romane alle biciclette, e al tempo stesso, realizzò il percorso da Ponte Salario a Villa Borghese, realizzando lo scivolo che immetteva (adesso è rotto) nel Parco Rabin di Via Panama e poi verso Villa Borghese. Da Villa Borghese si scendeva per Valle Giulia fino alle Belle arti e al collegamento con la pista del Tevere.

Dopodichè la decadenza.

Le infrastrutture sono rimaste fruibili per tutto il Veltroniano, poi a poco a poco sono diventate ricordo, il ricordo e diventto leggenda, la leggenda mito. Fino all'insulto finale, Viale del Giardino Zoologico (Ops... Bioparco) ritornato automobilistico, spezzando irrimediabilmente la continuità della pista.

Alla decadenza ciclistica ha corrisposto quella giardiniera, e con l'amministrazione Raggi Villa Ada è praticamente regredita a bosco (Monte Antenne a selva oscura). Solo adesso qualche timido segnale di lavori grossolani.

Quindi dal punto di vista ciclistico Villa Ada è aperta alle bici almeno dalla prima giunta Rutelli. Il percorso che il GRAB dovrebbe ricalcare è esattamente  quello che al momento permette a chi proviene dalla pista di Monte Antenne (o della Moschea) o da quella dell'Aniene di raggiungere Villa Borghese. Nulla di innovativo rispetto all'attuale.

Infatti il tratto percorribile in bici è percorso quasi esclusivamente da ciclisti e corridori. Bambini non in bicicletta non ne ho praticamente mai visti, anche perchè le aree adatte ai pargoli sono in altre parti di Vialla Ada. Lì c'e' solo strada e selva. Vi sono, come al solito, molti passeggiatori di cani, regolarmente non al guinzaglio, che sono gli unici che hanno qualche motivo per temere un eventuale maggior afflusso di ciclisti.  Temerlo perchè potrebbe in qualche momento rendere meno facile la pratica irregolare di portare a spasso i cani senza guinzaglio, ecco, questo è il motivo vero.

E' inoltre da escludere che Villa Ada si trasformi in una cicloautostrada. Infatti Ponte Salario / Via Panama non collega nessuno e niente. Non ci sono abitazioni a Ponte Salario e chi abita intorno a Piazza Vescovio certo non scende fino a Ponte Salario per poi risalire fino a Via Panama, a meno non sia uno come me, che lo fa per allungare il tragitto per buttare giù calorie. Ma queste persone, ammesso di non essere l'unico a farlo,  sono un 50ntesimo dei podisti.

Al massimo ci sarà qualche famigliola in più nei festivi e nei giorni normali qualche allenamento in più, ma parliamo sempre di numeri trascurabili.

Per quanto riguarda la sistemazione del fondo del viale, probabilmente lo si porterà da pozzolana a macadam, magari fissato con qualcuna delle resine ecologiche che adesso vanno tanto.

Un ultima nota di shaming, per due obiezioni che ho sentito fare:

1) Il carattere storico della Villa.
Francamente la parte interessata della Villa è quella ormai ridotta a selva. Di "storico" c'e' solo l'accesso al bunker, ma stiamo parlando di modernariato. Prima mi preoccuperei di recuperare le parti veramente storiche e di rimettere a posto i giradini come lasciati dai Savoia. Le selve vanno bene così;

2) Disturbare gli animali che ci vivono
Non capisco come le biciclette possano disturbare gli aniamli più dei pedoni o -molto peggio- di tutti i cani condotti sciolti. OPer favore non diciamo stupidaggini

In ultimo vorrei esprimere il mio fastidio per tutta quella stampa che si beve, e rilancia, tutto 'sto pacco di cavolate senza la minima possibilità di contraddittorio.