venerdì 31 dicembre 2021

PCF (Pippone Ciclistico Finale) 2021

Il 2021 è stato un anno-boomerang... tutti pensavano che sarebbe stato meglio del 2020. In cifra assoluta probabilmente è stato un po' meglio, ma ha tradito le aspettative che tutti vi riponevamo.

Il COVID è ancora tra le balle, anzi, con la variante omicron è diventato una bestia ancora meno comprensibile. 

Adesso stiamo combattendo con un'ondata di piena di contagi. Non vaccinati e fragili sono ancora una volta a rischio, ma con una intensità che pensavamo di aver scordato. E non sappiamo ancora come metterà, come si dice del tempo incerto.

Dal mio punto di vista ciclistico il 2001 è stato l'anno delle lunghe (per me) percorrenze stradali. Ho imparato a tenere un ritmo costante e perchè le bici da strada sono fatte in maniera differente dalle bici da montagna. Cioè: già lo sapevo, ma stavolta l'ho sperimentato.

Ho anche capito il perchè di tante disgrazie in allenamento... quando il tuo fisico è concentrato per dare la massima potenza continuativa possibile per le sottigliezze della guida (tipo la precedenza agli incroci) rimane veramente poco. Si finisce per correre rischi incredibili solo per non penalizzare la media oraria. Questo io, figuriamoci uno stradaiolo vero, professionista o dilettante. 

Inoltre ho imparato che dobbiamo cominciare a fare bikelane ai lati delle strade di maggior percorrenza per permettere alle biciclette che vanno tra i venti e i trenta e ai professionisti di viaggiare da un comune all'altro in sicurezza. Lo dicevo io, lo ha recentemente ribadito Nibali, sono stato molto soddisfatto.

L'unica eccezione positiva riguarda lo sviluppo della rete ciclabile romana, che nel 2021 è cresciuta parecchio e speriamo che il nuovo sindaco ne sostenga ancora lo sviluppo.

La nuova rete di piste si è anche popolata di una fauna prima sconosciuta: elettrociclisti in quantità, almeno nei quartieri a reddito meno basso, e tanti monopattinisti, che almeno sulla Nomentana sono almeno il 40% dell'utenza.

A questo dovremmo sommare le decine di migliaia di km macinati dai rider che consegnano le ordinazioni... per quelli dovrebbe essere molto più facile ottenere una statistica.

Il regalo di congedo fatto dalla Raggi (pressata da Enrico Stefano) a noi ciclisti non ha ancora portato allo sfondamento della bicicletta come mezzo di spostamento di massa. 

In particolare brucia l'assenza della generazione 15-18enni che non ha eletto la bici a mezzo per raggiungere le scuole. E nemmeno una parte consistente di universitari. D'altra parte come dare torto, quando esce di classe o di istituto, uno la bici la vuole ritrovare.

E questa è purtroppo l'altra grande novità. Se il 2020 è stato l'anno del bonus bici, il 2021 sembra averci fatto fare notevoli passi indietro grazie ai furti di biciclette. Quindi andrà fatto qualcosa in proposito.

Sicurezza? A parte l'uso delle infrastrutture dedicate si direbbe ben poco. 

Gli automobilisti si stanno abituando e salvo qualche imbecille occasionale (che però basta a metterci in pericolo) stanno cominciando a capire come funzionana la circolazione delle bici. I monopattini e il loro comportamento su strada invece sono ancora una bestia sconosciuta e imprevedibile  ai più. Il telefonino selvaggio un rischio concreto.

Sta di fatto che gli indisciplinati scorazzano per Roma fuori controllo e non sembra che i Vigili Urbani intendano mettere un po' di ordine con iniziative dinamiche. La sensazione è che a Roma ciascuno può fare quello che vuole, almeno fino a quando non provoca un incidente.

That's all, folks. 

Il 2021 è andato. 

Pedala contento finchè c'e' il bel tempo, 
poi vien la tempesta e finisce la festa.

venerdì 24 dicembre 2021

Maledetta velocità... Gualtieri, agisci ora!

Guardando le foto del rottame dell'auto dell'incidente di Via Cilicia, anche ad uno poco esperto di incidenti stradali come me, sembra abbastanza evidente che quella macchina non andava certo a 50 all'ora prima di colpire l'albero.

Non sappiamo cosa abbia fatto perdere il controllo dell'auto, certo che in una strada urbana non esistono vie di fuga, e per fortuna non vi sono stati terzi coinvolti. Invece del platano poteva starci una macchina con persone, un motociclista, un ciclista, uno o più pedoni. Nella sfortuna siamo stati "fortunati".

Superare i limiti di velocità urbani è un comportamento piuttosto comune a Roma, un modo di vivere la città intrinsecamente rischioso che non ha mai trovato sindaci abbastanza forti da sfidare l'iniziale impopolarità degli autovelox, per poi raccoglierne i frutti in tempo per essere rieletti.

Infatti a Roma l'eccesso di velocità è visto come un modo per sopperire alla lentezza degli spostamenti, limitato solo dalla presenza di altre auto. 

Di notte o quando è festa e le strade sono meno affollate, l'automobilista romano torna a premere il piede sull'acceleratore, incurante del rischio connesso a correre in un ambiente non progettato per consentire velocità sopra i 50 all'ora.

Purtroppo poi gli incidenti accadono... e stavolta altre due giovani vite sono irrimediabilmente stroncate.

Proprio una settimana fa discutevo con altri soggetti giovani dalla guida nervosa. Ovviamente i giovani scalpitano per arrivare prima, pigiando sull'acceleratore, incuranti del rischio... giovani siamo stati tutti, così come tutti ci siamo sentiti piloti. 

Però a che prezzo? Ma con loro è inutile discutere, si sentono tutti immortali.

Per questo la mano pubblica deve intervenire in qualche modo per limitare la velocità e per far divenire il rispetto dei limiti una costante (magari può capitare che si verifichi qualche eccezione) e non un semplice consiglio che solo noi vecchi seguiamo.

Le statistiche parlano chiaro, a Roma la mortalità per incidenti è molto più alta di quella delle altre capitali europee. Anche quelle di posti (tipo Parigi) dove all'inizio del millennio si guidava in maniera decisamente più pericolosa di quella romana. Con più incidenti e più morti.

Da allora le cose sono cambiate, ricordo i colleghi francesi che parlavano della stretta sull'osservanza delle regole, in TV passavano i filmati che facevano vedere come si potessero verificare incidenti terribili partendo da situazioni apparentemente tranquille. Dicevano: se ti fermi e non superi l'alcool test vai direttamente in prigione, nemmeno ti fanno tornare a casa a prendere la roba.

Bene, io spero che il nuovo sindaco intervenga almeno sulla velocità. In maniera prioritaria. 

Tanto per restare in argomento ricordo che un mio collega prese una multa proprio su Via Cilicia, dove avevano messo un autovelox (allora il limite era 60). 

Poi più nulla o quasi. Sarebbe finalmente ora di invertire la tendenza.

sabato 11 dicembre 2021

Lo cavalcone laurentino è saldo

Lo cavalcone laurentino è stato sindacollaudato da Gualtieri medesimo, con grande partecipazione di ciclisti, con i quali siamo tutti saliti sull'impalcato, tanto che ad un certo punto ho effettivamente un po' temuto che qualcuno imitasse il pio Zenone [[https://youtu.be/XrKgPl5znJM]] e si mettesse a testarne la stabilità.

Per fortuna si è anche avverata una profezia marziana, ovvero che la riapertura dello Cavalcone de l'Industria non arrivasse prima della riapertura dello cavalcone laurentino. Così è stato, domani riaprirà lo cavalcone de fero, anche se mi hanno detto che  la pista che ci passa sotto (NdR: la ciclabile del Tevere)ancora dovrà attendere un ulteriore consolidamento della struttura dello cavalcone per essere riaperta.

Ovviamente grande soddisfazione per il recupero dello itinerario, che speriamo rimanga una delle pietre miliari della ciclabilità romana. Due chiacchiere con alcuni funzonari comunali mi hanno invece fatto sapere che tra gli obiettivi del Sindaco c'e' l'apertura dello collegamento della pista di Monte Ciocci con il Tevere, spero di aver capito bene, passando sotto il Vaticano. 

Un'opera meritoria, che per una volta non andrebbe a scapito degli automobilisti, e quindi di grande attrattiva per ogni sindaco (quest'ultima è una mia riflessione).

Questo della guerra alle auto è un argomento che è ricicciato nelle conversazioni. 

Per quanto mi riguarda rimane estraneo alla missione di sicurezza che l'associazione salvaciclisti dovrebbe perseguire. La non sicurezza dei ciclisti non è tanto data dal numero delle auto, ma dalla loro velocità, tanto è vero che durante le feste, quando il traffico diminuisce, le velocità aumentano e andare in bici diventa sensibilmente meno sicuro.

D'altra parte rallentare le auto è un obiettivo molto più facile e immediato da perseguire rispetto ad obbligare il cittadino romano a fare a meno dell'auto, cosa che -per esempio- richiede fornire un'alternativa pratica e praticabile all'automobile. 

Per rallentare e auto bastano un po' di autovelox e una sapiente architettura delle strade, tutte cose attuabili che non richiedono rivoluzioni politiche. Alla fine qualche mugugno ma se i dati della sicurezza migliorano, alla fine la gente apprezza. 

Per cominciare a parlare di rinuncia all'auto occorrono invece  treni e metropolitane. "E quindi noi non vedremo una Roma senza auto". "No. Se avessimo dato retta a Rutelli e Tocci adesso saremmo un bel pezzo avanti, ma no, noi non vedremo il completamento della rete metropolitana di Roma". Però se iniziano a farla almeno da pensionati avremo un bel po' di cantieri da guardare per passare il tempo.

Anche lì c'e' purtroppo una visione poco realistica. Ovvero che l'auto possa essere sotituita da metropolitane leggere di superficie... che occupano il posto delle auto, guarda un po'.
 
In una città come Roma non sono certo tram veloci che possono reggere i flussi di trasporto. E comunque, in tutte le città dove si è molto puntato sul tram, in prossimità del centro va sottoterra, proprio perchè lo spazio in superficie è prezioso e un binario rappresenta una divisione tipo muro di Berlino dello tessuto urbano.

Vabbè, la morale è sempre quella, se a fare la guerra alle auto è salvaciclisti, gli automobilisti possono dormire sonni tranquilli. 

Speriamo il sindaco sappia essere più concreto. La politica alla fine è l'arte del possibile.

sabato 4 dicembre 2021

Prenestlane, mon amour

Dovendo portare l'auto dal carrozziere a Via Teano (Zagaria), ho caricato a bordo della macchina la pieghevole e, lasciata l'auto, sono andato pedalando da Largo Telese a Castro Pretorio, per poi tornare a riprenderla nel pomeriggio. Quindi ho percorso la Prenestlane da Largo Telese a Porta Maggiore (e ritorno).

L'andata è andata piuttosto bene, anche se la presenza di foglie nel tratto Largo Preneste - Piazzale Prenestino costituisce un motivo di preoccupazione.

Comunque fino a Porta Maggiore senza grossi problemi. Ostruzioni solo da qualche macchina parcheggiata dove non ci sono parcheggi per le auto e che quindi per non sporgere troppo occupava un 30 per cento del poco spazio disponibile.

Comunque una marcia tranquilla e senza problemi.

Il ritorno, complice anche la strada per la gran parte in discesa,  invece è stato da frecce (21 minuti) cosa notevole perchè la Prenestina dal deposito tram al Parco delle energie era un fiume ininterrotto di auto. Si salvava solo la ciclabile, debbo dire rispettata dalle auto, sulla quale ho potuto tenere velocità veramente apprezzzabili (per una pieghevole).

Di brutto solo l'assenza di altre biciclette, o meglio, la loro presenza sporadica, anche in assenza di condimeteo avverse reali o previste... bah.

Maggiore, ma sempre discreta e rispettosa, la presenza di moto e scooter. Debbo dire ogni volta che ci sono venuto in conflitto mi hanno dato la precedenza con grande anticipo, senza quindi costringermi a rallentare la pedalata.

Insomma, la Prenestlane funziona, sta a noi ciclisti far vedere che ci teniamo.