giovedì 25 maggio 2023

L 'insostenibile inadeguatezza del trasporto pubblico romano.

La struttura organizzativa nella quale lavoro è stata trasferita dal centro di Roma all'Aeroporto di Fiumicino.

La mia situazione personale 
Per quanto mi riguarda questo significa dare un addio ai 16 km al giorno di bicicletta (e annesse 600 kCal, più ingresso in respirazione profonda), ma alla fine mi basta arrivare alla stazione Roma Nomentana (15 minuti), saltare sul trenino per l 'aeroporto e dopo 59 minuti di viaggio sto alla stazione dell 'aeroporto.

Il tipo di lavoro che svolgo mi permette di svolgere qualche attività mentre viaggio, per esempio "smazzare" la posta elettronica, e quindi alla fine invece delle solite 2 ore aggiuntive farò 2 ore di lavoro in treno.

L'altra alternativa praticabile è la macchina, che però in pratica non vorrei praticare :-)  per motivi di traffico, ambientali, economici e anche perchè mentre guidi non puoi quasi fare altro.

La bicicletta invece non mi pare un'alternativa praticabile. Innanzitutto la distanza è circa 35 km,  quindi due ore nelle condizioni normali. Anche utilizzando una bici elettrica per tagliare sull'impegno fisico, le strade da percorrere (innanzitutto la Portuense) rimangono molto rischiose, in particolare al buio o con la pioggia. Qualche volta si può anche fare una Regina Ciclarum  per divertirsi, ma non certo tutti i giorni avanti e dietro.

Quindi vada per il treno,  posso usare la pieghevole per il tratto casa/stazione (però poi tocca portarsela appresso tutto il giorno) e per tutti gli impieghi tattici, vari ed eventuali, che richiedono una mobilità fuori dal solito percorso ferroviario.

I colleghi che passano da Termini
Meno fortunati di me sono  i colleghi che arrivano in ufficio passando dalla Stazione Termini, 12' a piedi o una fermata di metropolitana. Per loro arrivare a Fiumicino implica un'ora in più a tratta, e come questo possa accadere è la dimostrazione dell'insostenibile inadeguatezza del trasporto pubblico romano.

Innanzitutto ci si rende conto che l 'unico collegamento diretto da Termini non è utilizzabile da chi lavora a FCO perchè costa 14€ a tratta senza possibilità, a quanto mi risulta, di poter avere un abbonamento o comprare un carnet di biglietti (cercato sul sito Trenitalia).

Pertanto una volta sbarcati a Termini (venendo da Ciampino-Castelli, Nettuno, Frosinone, E TUTTA la linea Latina-Gaeta-Minturno-Napoli) occorre raggiungere una delle stazioni dalle quali passa il trenino, ovvero Tiburtina, Tuscolana, Ostiense o Trastevere. Trenitalia consiglia di prendere un treno per andare alla stazione di Roma Trastevere. Peccato che ci siano solo due treni l'ora che uniscono Termini a Ostiense/Trastevere, e quindi il cambio richiede, come minimo, un bel po' di tempo.

L'altra alternativa è quella di utilizzare la metro (B) per Tiburtina o Ostiense. E qui occorre fare un po' di ragionamenti. 

Innanzitutto la metro B non brilla per frequenza e regolarità del servizio. Tra l'altro se si va a Tiburtina (retrocedendo nel percorso verso Fiumicino e quindi dovendo poi recuperare da Tiburtina a Trastevere) sono buoni solo due convogli su tre, a causa della biforcazione di Bologna.

Se invece si va verso Ostiense (Trastevere non è servita dalla metro) ogni convoglio è buono, solo che bisogna coprire la distanza tra Piramide, la stazione della metro, e Ostiense, quella del treno. La distanza non è poca, anche perchè mi dicono che il passaggio interno, fatto all'epoca dei mondiali 1990, non è percorribile per lavori in corso.

Insomma, alla fine i tempi globali sono simili a quelli del cambio di treno e nessuna delle alternative è conveniente più di tanto.

Altre provenienze
Per chi viene dalla Prenestina/Casilina il discorso sarebbe stato semplice con la realizzazione del nodo del Pigneto, che avrebbe permesso l'uso disinvolto della Metro C e il trasbordo sul trenino. Però il nodo ancora non l'hanno fatto (neanche una versione minimalista ma utile tipo banchina e scala accanto ai binari) e quindi anche loro si devono inventare qualcosa arrivando a Termini oppure puntare su direttamente Tiburtina o Tuscolana (per chi viene dalla Casilina).

Per chi abita in zona Appio/Tuscolano l'itinerario è la metro A per raggiungere la stazione di  Roma Tuscolana, cosa che comunque un tratto a piedi tra stazione della metro e stazione ferroviaria.

Insomma, come possiamo vedere il trasporto pubblico romano è inadeguato a coprire le esigenze della componente produttiva della Capitale, sia dei lavoratori che delle aziende, che comunque si ritrovano in ufficio un lavoratore "che ha già dato" in termini di tempo, risorse e con la stanchezza nel viaggio fino all'ufficio.

Poi non ci mervigliamo se tanta gente si tiene stretta la macchina (anche se il raccordo è comunque sempre pieno di traffico e viene visto come una schiavitù irrazionale da quasi tutti).

sabato 13 maggio 2023

L'aria pura dei ricchi e l'inquinamento dei poveri?

Sappiamo che Roma, benedetta dalla grande bellezza, non ha l'aria particolarmente buona, anzi. Soffre sempre di eccessi di qualche inquinante, tanto che sforiamo spesso e volentieri i parametri di legge fino a diventare passibili di infrazione da parte dell'Unione Europea.

Unione Europea che viene giustamente in soccorso del cittadino europeo che si trova a respirare la brodaglia.

Gualtieri, che forse per aver passato parecchio tempo a BRU trova meno accettabile questa situazione, decide di fare le cose un po' più sul serio dei suoi predecessori ed emette divieti più estesi, ma soprattutto fa la cosa che da noi è la più proibita, ovvero si attrezza per verificare il rispetto della norma, atto di lesa maestà verso i furbi.

Ovviamente scoppia il finimondo, innazitutto perchè si scopre uno zoccolo duro di violatori della norma già esistente. In effetti da ciclista mi sono sempre chiesto come facessero certi furgoni a circolare per Roma... vabbè, poi si scopre che i mezzi romani affetti sarebbero circa 370... mila. 370 mila sono circa il 20% delle 1,8 milioni di auto che circolerebbero a Roma, quindi come a dire che un'auto su cinque è inquinante oltre la soglia.

Io mi sono trovato in questa situazione, quando la vecchia e fedele Opel Astra SW (Euro 1) fu messa fuori gioco. Inizialmente tramontato la tenni ferma per un po', mi ruppero anche uno dei vetri per rubare dentro, ma poi mi informai e la misi a GPL,  e così ci feci altri allegri 60 mila km. E questa sembra la strada obbligata per le auto a benzina.

Sorte diversa toccherà alle diesel, per le quali l'opzione GPL/Metano non è disponibile o è molto costosa, quelle sono effettivamente destinate alla rottamazione (che a Roma non è possibile, hironia della sorte).

In effetti un bel problema, specie in periodi di magra economica (ma abituiamoci durerà per parecchio), problema prontamente cavalcato dall'opposizione.

Ora, per mestiere mi sono trovato spesso di fronte a situazioni del genere, e le strategie sono varie, ma la prima e principale, applicata con successo per l'introduzione degli standard ambientali aeronautici, è varare una non addition rule, ovvero evitare che ai mezzi non ecologici in esercizio se ne aggiungano altri.

Quindi mantenere il divieto di accesso per i non residenti, e congelare le auto dei residenti a Roma ad una certa data. 

Che significa che chi ce le ha se le tiene, registrandole a suo nome, le può usare, ma solo lui. L'esenzione non vale per auto acquistate successivamente e anche quelle registrate perdono l'esenzione al passaggio di proprietà.

In questo modo si tutela la proprietà esistente, e nel giro di pochi anni, forse mesi, le auto più inquinanti comunque scompaiono.

Fantastico, l'unico problema è che dati quantitativi io non li ho visti, per cui non è facile capire la differenza nell'impatto. Infatti ho l'impressione che la procedura di infrazione sia ad uno stadio piuttosto avanzato e anche un lupo bruxellese come Gualtieri fatichi ad evitarla. 

Infatti il Comune ha detto che qualunque soluzione deve mantenere inalterati i saldi... chissà come si fa, mi pare come cercare di superare qualcuno andando più piano di lui. Vedremo come evolverà la situazione, ma certo Santa Europa che ci tiene (cerca di tenerci) agganciati alle nazioni civili. 

Per quanto mi riguarda comincio ad apprezzare enormemente le ibride, che in coda non emettono gas di scarico e che i proprietari, per beneficiare dei benefici economici della trazione elettrica, fanno spostare a 30 all'ora o giù di lì.