domenica 15 novembre 2020

Reggisella ammortizzzzato per la BTilt 500... un tajo!

Dopo tanta esitazione ho installato sotto la sella della BTilt 500 il reggisella ammortizzzzato... mica so come si chiami, pero' è quello fatto col ferro piegato a zigozago.

E' il secondo esemplare che acquisisco. Il primo si trova felicemente sotto la citybike, dopo un lungo periodo di sperimentazione. La mia paura è che possa, alterando seppur di poco la geometria tra testa del femore e pedali, influire negativamente sulle articolazioni. 

Da ingegnere mi sembra francamente un timore irrazionale, però ciclisti esperti che ho conosciuto hanno sempre agitato questo spauracchio davanti agli occhi quando si parlava di qualcosa di diverso da una biammortizzata.

In realtà la genia dei reggiselli ammortizzati è un salvaschiena (e forse prostata) ma non migliora la tenuta di strada (primo compito degli ammortizzatori) e riduce la sollecitazione sulla struttura in maniera parziale, in quanto la parte "non sospesa" è praticamente tutta la bici. E fin qui la parte negativa.

La parte "salvaschiena" è invece eccezionale. Mi sono forzato ad ordinare, e poi montare, questa nuova unità dopo la definitiva messa a punto di quella sulla citybike. La quale però ha due belle ruote da 28" e quindi di suo ha tutto un altro approccio alle saperità. Anche lì  si guadagna molto in confort, ma alla fine il dubbio sulla pedalata mi è rimasto. In ogni caso sono riuscito a mettere il sostegno a punto in maniera quasi perfetta.

Sfruttando questa esperienza l'ho istalalto anche sulla BTilt 500 è, dopo una piccola sessione di rifinitirua, il risultato è stato superlativo. Oggi, sfruttando la domenica ecologica, ho fatto ben 53 km di BTilt 500 in città, anche su sampietrini, con un confort di guida inimmaginabile, malgrado le ruote 20 gonfiate a 4 atmosfere.

Anzi, vista la velocità con la quale adesso affronto le asperità, magari ho paura per l'avantreno (l'asta del manubrio, soprattutto) e per le altre saldature del telaio.

Per quanto riguarda la regolazione... ho regolato il sistema al max della rigidità, per evitare l'effetto divano, che per la mia stazza sipra gli 85kg significa mangiarsi tutto lo spazio disponibile, come vedete dalla foto.

Anche così le pedalate maxspeed (sopra i 20 km/h) inducono un certo movimento oscillatorio nel sellino che non mi piace, anche se non dovrebbe essere dannoso ne', tantomeno, assorbire potenza di pedalata, al contrario degli ammortizzatori.

Insomma, mi pare un grande accessorio sicuramente per le pedalate brevi e cittadine, dove smorzare le asperità rende la vita sicuramente migliore. 

Per quelle lunghe... alla fine oggi sono stato circa 3 ore e mezzo sulla sella, senza il minimo dolore o indolenzimento, e anche questo vorrà dire qualcosa.

Il prezzo dell'accessorio non è stratosferico ,dovrebbe essere 29,99 €. Però attenti che qualcuno lo offre a più del doppio.

sabato 31 ottobre 2020

Il fotticovid (the covidfucker)

Nel bestiario italiano recentemente è comparso un nuovo e interessante animale, il fotticovid, in inglese covidfucker.

Questo animale ha difficoltà a capire la differenza tra virus e dpcm.

Ovverossia lui pensa che se scompare il dpcm (o l'ordinanza, etc. etc.) evidentemente anche i contagi debbano sparire, i ricoveri calino, le terapie intensive diminuiscano e il mondo ritorni come prima.

Ha difficoltà a comprendere che è il virus che provoca il dpcm e non il contrario, e infatti quando si ricomincia a parlare di lockdown, dati di ricoveri, contagi e terapie intensive alla mano, scende anche in piazza a manifestare contro questa eventualità.

Sotto il profilo giuridico il fotticovid  è inoltre convinto che il dpcm, come ogni atto legislativo o amministrativo qui in Italia, non vada preso troppo sul serio. Protezione delle vie respiratorie? Ma andiamo. Guarda non c'e' nessuno, adesso me la tolgo.

Sì sì l'ho messa, ma sul naso proprio non la riesco a tenere. Visto che ci siamo, ti volevo invitare a casa. Ma certo, vediamoci tutti e venti a casa mia, tanto chi può venire a controllare.

Insomma pensa che se la polizia non lo vede, possa tranquillamente fregare il dpcm. Salvo poi accorgersi che prendere in giro  il COVID è un pochino meno semplice, anche quando non c'e' la polizia.

E infatti stiamo nuovamente al lockdown.


mercoledì 21 ottobre 2020

Identikit del futuro sindaco di Roma

L'auto candidatura di Calenda ha smosso il ghiaccio e rotto le acque della grande dormiente, la città di Roma. Finalmente qualcuno si sta ponendo il problema di come lasciarsi alle spalle l'incubo Raggi e cercare di tornare una città vivibile. 

La mossa di Calenda ha avuto già un grande pregio: stoppare la candidatura di Giletti, forse uno stimato professionista nel suo campo, ma un po' improbabile come sindaco che risolleva Roma, e porre al cdx il problema di trovare un candidato credibile.

Ovviamente a sx/csx i maldipancia calendaici sono tanti, per certi versi anche comprensibili. Molto meno comprensibile è cercare un sindaco di autentica fede sx invece di uno che abbia qualche credibile speranza di risolvere i problemi della città.

In quest'ottica vediamo cosa dovrebbe fare il sindaco di Roma, iniziando dai problemi della capitale.

1) Roma è innazitutto una città che non funziona
Il prossimo sindaco deve, prima di tutto, far funzionare nuovamente Roma. 

Il che significa riprendere il controllo della macchina ammiinistrativa comunale, AMA e ATAC e rimetterle al servizio dei cittadini e non dei beati cazzi loro, tanto per dirla in maniera schietta. 

Già questo è un compito che fa tremare i polsi, perchè l'autorenzialità (= i beati cazzi loro) è il problema principale di ogni burocrazia e in particolare di quella italiana. Quindi le doti giornalistiche, salutoromanistiche,   antifascistiche, pro-LGBTiche, animalistiche, cattolicazziche e immigrazionistiche per un task del genere non servono ad un tubo, meglio scordarsele.

2) Roma è una città che non smaltisce
Non basta far ricominciare a lavorare seriamente AMA: per non affogare nella monnezza occorre anche sapere dove trattare e smaltire i rifiuti prodotti. 

Quindi occorrono impianti di trattamento, che a loro volta hanno bisogno di essere costruiti in posti reali, non sull'isola che non c'e'. 

Pertanto il nuovo sindaco dovrà pianificare il ciclo di smaltimento dei rifiuti e far costruire quegli impianti che Raggi e Zingaretti non hanno voluto per non perdere consensi. Ovviamente gli impianti non devono disturbare il vicinato, e questo è possibile solo se sono costruiti e gestiti come Cristo comanda... ritorniamo quindi al nodo AMA (vedi punto 1).

3) Roma è una città dove i prepotenti la fanno da padroni
Dal parcheggio sulle strisce ai divani vecchi buttati in strada la convivenza civile può essere ripristinata solo se i prepotenti verrano ricondotti alla ragione. Possibilmente con le buone, ma se non bastano con le cattive. 

Questo significa innanzitutto che la Municipale deve fare il proprio mestiere come si deve (vedi punto 1). Ma anche che la magistratura i delinquenti arrestati li deve sbattere in galera e tenerli dentro, e non ributtarli ogni volta sulle strade a delinquere ancora. 

Questo non è strettamente compito del Sindaco ma la sua influenza può aiutare a far comprendere il problema.

4) Roma è una città dove non ci si sposta
Condurre una vita attiva, anche dal punto di vista economico, richiede potersi muovere. 

Magari con il COVID siamo riusciti a dimostrare che lo smartworking funziona, ma la mobilità deve tornare ad essere al centro delle priorità cittadine. 

Non facciamoci illusioni, le auto non basteranno mai, occorre un trasporto pubblico non solo efficiente (vedi punto 1) ma anche confortevole e sicuro, dove anche le donne possano girare indisturbate. Quindi anche la città deve interessarsi alla sicurezza del trasporto pubblico aumentando la presenza delle forze dellordine alle fermate e sui mezzi. E magari ritornando alpunto 3)

5) Roma è una città in profonda crisi economica
Il COVID ha dato un colpo fortissimo, quasi mortale, all'industria del tempo libero. 
Dal turismo alle palestre, alle discoteche e a tutti i locali che vivevano di movida è tutto un deserto. 

Quindi la domanda pubblica deve far ripartire la città. I soldi sembrerebbero esserci, almeno il Comune non riesce a spenderli tutti con le gare (ritorniamo al punto 1). Su questo occorre veramente non perdere tempo e cercare di fare provvedimenti che consentano alle imprese di ritornare in attivo e quindi assumere, facendo ripartire il ciclo economico.

Last but no least, la ciclabilità 
se un sindaco riesce a sistemare i punti precedenti per me può anche ignorare le bici. In effetti già il ritorno all'efficienza della polizia di Roma Capitale, la sistemazione delle strade sarebbero un enorme passo in avanti per noi ciclisti. 

Certo sarebbe bello che completasse anche i famosi 160 km di piste promessi dalla Raggi. Costano poco e rendono molto, comunque li scambierei volentieri per i 5 punti di sopra.

venerdì 9 ottobre 2020

Son 'ontrario al sale sulle multe!

Una delle tendenze affermatasi in Italia è quella del gigantismo delle multe, assolutamente sproporzionate ai redditi reali della maggior parte delle persone.

Dal codice della strada alla raccolta differenziata, alle deiezioni canine, il deterrente alla volazione della norma è affidato all'importo della multa che viene rilanciato dai media in maniera acritica, senza preoccuparsi di quanta sorveglianza viene messa in campo dal punto di vista pratico.

Pertanto la sanzione per la violazione dell'ordinanza mascherine è di 400€, 1000€ invece li dovremmo trovare in quella governativa. 

Sono cifre che fanno rabbrividire chi vive di stipendio, o peggio ancora. In grado di dissestare la maggior parte dei magri bilanci familiari. Salvo essere prive di significato per chi è veramente nullatenente, che se ne frega altamente (l'ossimoro delle famigerate multe per accattonaggio).

L'effetto finale è che gli ispettori -anche dove ci sono-  preferiscono chiudere un occhio ed evitare di sollevare il problema.

Succede anche con certe sanzioni che prevedono il sequestro del mezzo. Alla fine per applicarle i vigili devono fare gli appostamenti con i carri attrezzi per portare via l'oggetto del sequestro e quindi, essendo troppo complicato, alla fine si fa poco o  nulla.

Il problema è invece l'ambiente "rilassato" che abbiamo in Italia, dove normalmente  il non rispetto è numericamente alto. 

Non ho contato gli sprovvisti per strada, direi però che almeno il 20% continua a camminare (attività motoria?) senza maschera, indisturbato.

Invece mi aspetterei pattuglie di pizzardoni sguinzagliati a bloccare le persone. Invece di una multa da 400€ ci vorrebbero 20 multe da 20 € per avere livelli molto più alti di osservanza delle norme.

Sì perchè non si riflette sul fatto che le multe non servono a fare cassa, ma a far rispettare le norme. E il vero deterrente è non tanto l'importo della sanzione, ma la probabilità di venire sanzionati.

L'ideale sarebbe avere 0 incassi ma che tutti rispettano le norme, così come 0 violazioni della legge e prigioni e tribunali penali deserti.  

martedì 6 ottobre 2020

VIBP senza mascherina perchè è attività cicloria

La Regione Lazio ha emesso l'ordinanza 62 del 2 ottobre 2020 che ordina l'uso delle mascherine all'aperto... il secondo punto dell'ordinanza cita le clausole di esclusione, ovvero:

2. l'obbligo rimane escluso per i bambini al di sotto dei sei anni, per i portatori di patologie incompatibili con l'uso della mascherina e durante l'esercizio di attività motoria e/o sportiva;

Fatti salvi gli allenamenti e le gare rimane il dubbio se il normale utilizzo della bicicletta sia soggetto all'obbligo della mascherina... andare al lavoro in bici è considerato attività motoria?

Sul sito del Ministero della salute trovo la seguente definizione:

Il concetto di attività fisica è molto ampio; comprende, infatti, tutte le forme di movimento realizzate nei vari ambiti di vita.

Secondo l'OMS, per "attività fisica" si intende "qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo".

In questa definizione rientrano non solo le attività sportive, ma anche semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare giardinaggio e lavori domestici, che fanno parte della "attività motoria spontanea".

L'espressione "attività motoria" è sostanzialmente sinonimo di attività fisica.

Quindi sembrerebbe che anche il semplice camminare per strada non sarebbe soggetto all'obbligo mascherina, figuriamoci l'andare in bici.

Ne deduco che per andare in bici non c'e' bisogno della mascherina. E nemmeno per lo shopping a Via del Corso, i Rave Party. Mi rimane un dubbio sulle orge, ma scriverò al'URP competente per urgenti chiarimenti.

A voi studio.

sabato 26 settembre 2020

Walk/Bike-to-school alle superiori, ma che stiamo aspettando a ridurre l'affollamento dei mezzi pubblici?

Quando parliamo di bike-to-school pensiamo sempre a genitori che accompagnano a scuola torme di "pulcini" sulle loro biciclettine. 

Ma chi utilizza il mezzo pubblico sa benissimo i mezzi pubblici vengono presi d'assalto soprattutto dagli studenti delle superiori, con una percentale di alunni della scuola media nettamente inferiore. 

E che l'apertura delle scuole porta l'affollamento dei mezzi pubblici nell'ora di punta oltre il tollerabile. Quest'anno è ancora peggio, perchè l'affollamento è anche sinonimo di rischio di contagio.

Bene, ma è proprio sicuro che proprio tutti questi/e ragazzotti/e debbano salire sul mezzo pubblico per andare a scuola? In realtà no.

Innazitutto... usiamo i piedi!
Se ricordo la vicenda educativa dei miei figli il primo requisito per chiedere l'iscrizione ad una qualsiasi scuola è la residenza delle vicinanze. 

Fanno eccezione quegli istituti "rari" tipo il tecnico aeronautico, ma la maggior parte degli studenti (dicamo il 50% stimato ad occhio) risiede nel raggio di 2/3 km da scuola, ovvero dai 25 ai 40 minuti di camminata. anche meno con un po' di allenamento e passo veloce.

Già questo aiuterebbe enormemente il sistema del trasporto pubblico, oltre a ridurre in maniera consistente il rischio COVID nei teenager... e farebbe bene anche all loro salute, visto l'aumentare dei casi di obesità.

Per gli altri la bici!
Per quelli che abitano dai 3 ai 10(!) km di distanza da scuola la bicicletta è un'ottima alternativa , che andrebbe opportunamente esplorata e incentivata.

Innazitutto a scuola occorre arrivare vivi, e quindi capisco quanto vi sia resistenza da parte genitoriale a lasciare i "pargoli" sulle due ruote (io andavo in motorino, quindi ancora più rischioso!!). Non dobbiamo comunque scordare che le superiori hanno negli ultimi due anni una percentuale sempre maggiore di maggiorenni che possono fare come dicono loro a prescindere dai genitori, e quindi progressivamente rendersi autonomi con l'uso della bicicletta.

Va però notato che la situazione sicurezza un pochino è migliorata. Per esempio Via Nomentana e Via Tuscolana hanno una loro pista ciclabile. Viale delle Milizie ha una sua pista ciclabile. Viale Angelico ha una sua pista ciclabile. Insomma, le scuole servite da piste ciclabili sono ormai parecchie e altre se ne aggiungeranno all'ormai quasi prossimo completamento dei 160 km promessi dalla nostra ciclosindaca. Penso al Mamiani, servito direttamente da una pista, o al Giulio Cesare e Avogadro a poca distanza dalla Pista della Nomentana.

La stessa politica delle piste potrebbe essere influenzata in questo senso, cercando di includere un buon numero di scuole superiori nei tracciati da realizzare.

Però non basta andare a scuola, bisogna anche tornare!!!! Insomma le biciclette debbono essere parcheggiate in sicurez. per fare questo occorre convincere i presidi a destinare i cortili al parcheggio delle biciclette, cosa probabilmente non facile, ma neanche impossibile. 

Insomma, qualcosa di positico si può fare, basta pensarci un pochino e agire con calma.

Ovviamente le stesse considerazioni valgono per gli studenti universitari...

Ora se si unisse questa misura con una buona dose di smartworking l'affollamento della rete dei mezzi pubblici sarebbe ridimensionato, con vantaggi sostanziali per tutti.

lunedì 21 settembre 2020

Cordolio per i cordoli di Viale Libia

Pedalando sotto il nubifragio ho infilato Viale Eritrea (corsia preferenziale, vista l'assenza di bus) e mi sono accorto subito che qualcosa non andava...

Ecco, mancava il cordolo! Ovviamente subito si era riformata la sosta permanente in seconda fila, cosicchè la parte di Viale Eritrea percorribile era di nuovo tornata ad una corsia e mezza... ancora una volta gli autobus ritorneranno (nella realtà anche se non nella teoria) in fila con le auto.

Più in la' ho incrociato il camion che stava finendo di rimuovere il cordolo verso Piazza santa Emerenziana, laddove sulla corsia direzione verso Corso Trieste il decordolamento era ormai completo...

La misura evidentemente è dettata dalla necessità di mitigare gli effetti della crisi sui negozianti,  consentendo ai clienti di lasciare la macchina di fronte ai negozi. 

Infatti il cordolo è l'unica cosa che impedisce la doppia fila permanente, il che significa, appunto, che i mezzi pubblici, già abbastanza provati dall'emergenza COVID, andranno ancora più lenti e quindi ci saranno meno posti a disposizione, oltre all'inevitabile crollo dell'efficienza e della frequentazione.

Questa inversione di tendenza l'avevo già descritta in [[https://romaciclista.blogspot.com/2020/06/autocalypse-now.html][Autocalypse Now!]] ed è potenzialmente molto pericolosa... Infatti (mi cito):

Ora l'amministrazione comunale ci ha promesso 150 km di piste ciclabili per proteggerci dal traffico. Tanti ciclisti hanno esultato perché non avevano capito cosa l'amministrazione stesse promettendo agli automobilisti. Agli automobilisti ha di fatto promesso l'intera città, tolti forse quei famosi 150 km

La cosa ancora più preoccupante è che questa concessione è arrivata nel cuore del secondo municipio, divenuto roccaforte della sinistra radical-chic, che però a quanto pare si è messa anche lei  a cavalcare la rivolta anti-raggi, anche per quelle (pochissime) cose fatte decentemente (che proprio per quello stanno sulle palle a tanti).

Vabbè, esprimo ancora il mio profondo cordolio e spero vivamente che i cordoli rimossi vadano a proteggere qualche ciclabile troppo provvisoria.