sabato 11 aprile 2009

Buona Pasqua, ricordando Giuliana e Stefano

Quest’anno la gioia della festività pasquale, il mondo che riemerge dall’inverno, è appannata, e per alcuni assolutamente oscurata, dalla catastrofe che ha colpito l’Aquila e i dintorni.

Nel terremoto è morta anche Giuliana, ingegnere, mio collega, con Stefano, il suo figlio di nove anni. Quella notte stavano a dormire dal papà di Giuliana, anche lui morto nel crollo. Mi hanno detto che la casa di Giuliana ha resistito e non è crollata.

I particolari, arrivati dal tam-tam dei colleghi, hanno aggiunto dolore a dolore. Mentre Giuliana sembra sia morta sul colpo, il figlio è rimasto vivo. Il papà è venuto a cercarlo, e lo ha sentito… Sono rimasti a parlare fino alle 10 e 30.

La nonna, la mamma di Giuliana, è stata estratta dalle macerie alle 12:30. Gli altri, senza vita, più tardi.

La mattina del 6 aprile, sentito cosa era accaduto, non avevo neanche provato a mettermi in contatto con lei, pensando che i telefoni dell’area fossero comunque sovraccarichi, e quindi la precedenza andasse data ai parenti e agli amici. Avevo solo mandato un’e-mail al suo capo, amico comune, ma così, senza neanche pensare a niente di peggio di qualche crepa alla casa. L’unica cosa che mi aveva preoccupato era stata l’interruzione dell’autostrada, che si temeva danneggiata in modo serio… Come farà adesso, avevo pensato, lei che viene tutti i giorni a Roma con la corriera.

Non essendo stato in ufficio i colleghi mi hanno dimenticato, del resto anche mi ero tranquillizzato, pensando che se fosse successo qualcosa mi avrebbero sicuramente avvisato… nessuna nuova, buona nuova. La notizia della morte mi è arrivata la sera.

Il mistero della morte rimane inspiegabile. Svaniamo o andiamo da qualche parte? Ognuno di noi ha il suo sentire, la sua sensibilità, una risposta che viene dalla religione, dalla filosofia, o più semplicemente dal proprio cuore. Tutto il nostro sapere, la nostra certezza si arresta alla soglia di questo terribile evento.
Per quanto mi riguarda non riesco a concepire il non-essere, e quindi penso che la nostra essenza, -autocoscienza, spirito o anima che sia- semplicemente si trasferisca da qualche altra parte, un qualche aldilà. Un’altra vita per Giuliana ed il piccolo Stefano, che ha veramente avuto troppo poco.

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